LLULLAILLACO 6739 m Viaggio di gruppo • Trekking • Sud America
Un'emozionante salita sulle imponenti vette della Cordillera delle Ande cilene, con una spedizione alpinistica al Cerro de Pili (6046 m), al Socompa (6050 m) e al Llullaillaco. Una sfida e un'esperienza indimenticabile di gruppo in uno dei panorami più mozzafiato del Cile, tra le maestose montagne andine.
Le ascensioni in vetta e le spedizioni alpinistiche, a differenza di ogni altro Trekking, si propongono una meta ben precisa: il raggiungimento di una cima, che diviene quindi lo scopo principale del viaggio. Si tratta quindi di trekking molto più impegnativi, che spesso prevedono salite e superamenti di passi innevati oltre i 6.000 metri o di cordate autosufficienti d’alta quota, in regioni remote ed in gran parte disabitate. Per chi partecipa è indispensabile avere esperienze di salite in alta montagna ed essere molto ben allenato a conoscere le tecniche di alpinismo necessarie. Chi programma una salita dovrebbe sempre avere uno o più compagni di cordata con i quali ha condiviso esperienze e affrontato difficoltà. Insieme essi rappresentano una piccola comunità autosufficiente che può facilmente convivere e condividere l'esperienza della salita con altri gruppi di alpinisti ugualmente omogenei e autosufficienti.
Cile: non occorre il visto. È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese.
Stati Uniti: Nel caso in cui il piano voli preveda lo scalo in USA è necessario fare l'ESTA clicca qui
Cile: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Questa spedizione è prettamente alpinistica e fa capo alla cittadina di San Pedro de Atacama posta al bordo nord dell’omonimo salar.
Dall’Italia via Santiago, arriviamo a Calama dove in bus raggiungiamo subito San Pedro de Atacama a 2.436 m di quota. Un giorno per organizzarci e poi partiamo per un angolo di Cile, incastrato tra Bolivia e Argentina, ancora sconosciuto, ma straordinariamente lunare. Pune d’alta quota costellate da vulcani e lagune, è l’ambiente che ci sta attorno. Da San Pedro risaliamo l’altopiano verso est e andiamo verso la Pampa del Morado passando a fianco del Chascon e dell’Incahuasi; e poi verso il Salar de Coyoques e la Laguna Trichera per giungere infine al nostro primo obiettivo da salire: il Cerro de Pili, m 6046, perfetto cono vulcanico circondato a nord e a sud da una decina d’altri meno elevati.
Poniamo il campo alla base della montagna e appena la nostra acclimatazione che lo permetterà effettueremo la salita. Un rientro a San Pedro per rimetterci in sesto e riorganizzarci per la seconda parte della spedizione, che prevede una discesa con i pulmini verso sud, oltre il salar e il piccolo villaggio di Tilopozo per realizzare le salite al Cerro Pular (m 6225) e al Socompa (m 6050), tutte cime che pochi alpinisti hanno compiuto. Pampe infinite intorno a noi e un freddo pungente ci accompagna al di sopra dei 5000 metri. Terminata anche questa parte del programma, e dopo un recupero di energie a San Pedro, ripartiamo nuovamente per il sud e precisamente per la zona di Zorritas. La cima del Llulliaillaco è quasi 3000 metri sopra di noi e ci vuole un paio di giorni di avvicinamento prima di affrontare la salita vera e propria: sicuramente complessa e faticosa. Il nostro intento è di raggiungere la vetta (m 6739) da dove si godrà di una vista su tutta la catena andina e sulla Cordillera de Domeyko di fronte a noi.
Dopo le ascensioni incaiche, le cui rovine restano a testimonianza lungo i pendii e sulla vetta, il Llullaillaco, risvegliatosi nella seconda metà dell’ottocento, fu scalato dai cileni Bion Gonzales e Juan Harseim nel 1952.
Per la lunghezza dell’approccio e l’aridità della zona, non ha mai visto molti salitori e la nostra spedizione costituirà sicuramente un’esperienza rilevante. Il tempo da dedicare alla salita dipende dal nostro acclimatamento, reso difficoltoso dalla carenza di ossigeno nella puna e dalle condizioni metereologiche della zona, statisticamente molto arida. Il Llullaillaco era ancora in attività nel 1868 e la sua più recente eruzione risale al 1877, in occasione del terremoto di Iquique. In epoca precolombiana venne sicuramente salito dagli indigeni ed alcuni resti ritrovati lungo le pendici e sulla vetta testimoniano questo fatto. Nel novembre del 1955 l’ing. Giulio Ravizza partì dalla miniera La Casualidad (4.300 m) ove si estraeva lo zolfo, per scalare il Llullaillaco; gli fu compagno un montanaro jugoslavo di nome Josin. Verso i 6.300 metri i due andinisti trovarono alcuni tronchetti squadrati di legno, da mettere in relazione coi ricoveri costruiti dagli Inca in epoca precolombiana, per ascensioni mistiche e rituali alle montagne. Sulla piccola insellatura, sotto la vetta, i due scalatori videro un ricovero circolare, un muretto a secco detto pirca, di cui avevano già udito parlare da precedenti esploratori di quella alta cima. L’austriaco Mathias Rebitsch rimase stregato da quella montagna e vi fece alcune spedizioni: febbraio 1958, febbraio 1961 e marzo-aprile 1961. Tutte le volte si trovarono altari di pietra e reperti di antiche visite, di comprovata origine incaica. Poi il Llullaillaco ritornò nel suo anonimato e poche furono successivamente le spedizioni che tornarono da quelle parti, di così difficoltoso approccio. Noi confidiamo nel buon esito di questa particolare avventura, senz’altro affascinante nel suo motivo conduttore di abbinamento altezza - resti incaici. Poi inizierà il rientro verso Santiago, lungo la contorta ma suggestiva panamericana, per riprendere a malincuore la via di casa.