TSO MORIRI SPITI TREK Viaggio di gruppo • Trekking • India, Nepal e Dintorni
Traversata in gruppo nel cuore del Ladakh per raggiungere la Valle dello Spiti, caratterizzata da paesaggi desertici, montagne imponenti e monasteri buddisti antichi. A stretto contatto con i nomadi Changpa dell'altopiano indotibetano, noti per gli spostamenti stagionali tra pascoli in alta quota
Marco VASTA - Tel. 347 7001081
India: è obbligatorio ottenere il visto on line cliccando su https://indianvisaonline.gov.in/evisa/tvoa.html
Tutte le info le trovate QUI
India: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Sono consigliate antitifica e profilassi antimalarica.
Il trekking segue l’antica pista che collegava i due regni di Ladakh e di Spiti.
Dall’Italia in volo per New Delhi e Leh, capitale del Ladakh, dominata dal suo palazzo reale e dalla corona di montagne che la circondano. Dedichiamo i primi giorni alla visita dei principali monasteri della bassa valle dell'Indo Alchi, Lamayuru, Ridzong per un opportuno acclimatamento alla quota. Poi ci spostiamo a Tiksey ed Hemis per raggiungere l'altopiano e la Tsomoriri Wetland Conservation Reserve che ospita una interessantissima avifauna: Grus nigricollis, Anser indicus, Larus brunnicephalus, Podiceps cristatus, Podiceps nigricollis, munitevi di binocolo! Nella valle che sfocia presso il monastero di Karzok in estate vi è un grande accampamento dove si radunano nomadi chang-pa e pastori qui rifugiati dal Tibet. Abili ed audaci cavalieri, i chang-pa cacciano il kyang la cui carne completa la dieta povera di proteine. Estate e inverno si riparano sotto le "rebo", tende di lana che essi stessi tessono e che ornano di code di yak e con tarchen (stendardi di preghiera). La pratica della poliandria e la religione buddhista, i caratteri fisici ed i costumi, testimoniano la loro origine tibetana. In effetti hanno una statura più alta dei Ladakhi ed i visi lunghi ed ovali, i lineamenti fini e delicati, quasi androgini, li distinguono dalle altre etnie.
Dal monastero di Karzok (4500 m) iniziamo il trek. Per l’intera giornata costeggiamo la sponda occidentale del lago. Sembra di camminare tre metri sopra il cielo mentre le montagne si riflettono sotto di noi. Il lago è metafora dello specchio: ci ricorda di guardare dentro noi stessi perché ogni persona può essere Buddha. Dopo Kyang-dam ("la piana dell'asino selvaggio") costeggiamo la piana di Chumur (O) che è territorio tibetano controllato dai cinesi. Il nomadi di Karzok in inverno si spostano a Chumur perché vi è meno neve e per rimanervi pagano una tassa ai cinesi.
Di prima mattina, guadiamo il Pare Chu ed entriamo in una serie di valloni selvaggi. Pareti di roccia, vette di oltre 6.000 metri e ghiacciai pensili formano il maestoso ambiente dell’Himalaya che valichiamo attraverso il Parang la (5.600 m) per scendere in una gola strettissima che aggiriamo risalendo infine al villaggio di Kibber (4200 m) considerato l’insediamento più alto dell’India.
Siamo in Spiti, culla della rinascita del Buddismo nell’anno 1000. In questa valle predicarono Rinchen Zanpo ed Atisha, grande santi del Vajrayana. Una doverosa visita a Kye Gompa e Tabo, con il suo tempio millenario, vero scrigno di tesori artistici, un paradiso di colori ed immaginazione. Poi una giornata di trasferimento ed eccoci a Manali e poi a Delhi ed in Italia.
Il trekking potrebbe essere effettuato in senso inverso.
I viaggi svolgeranno il programma previsto in Ladakh. Si conferma che la regione del Ladakh è considerata sicura e che tutte le strade sono regolarmente percorribili.
Un libro essenziale nello zaino:
Marco Vasta (per ordinazioni: www.marcovasta.net) LADAKH - Turismo e trekking in Kashmir, Ladakh, Zanskar; Lahul, Spiti, Himachal Pradesh, Garwal, Kumaon. Ed. La bottega del caffè letterario - Avventure nel Mondo 2009
Letture:
La marmotta dello Tso Moriri di Silvano Pisano, AnM n° 1 2006
http://www.viaggiavventurenelmondo.it/nuovosito/rivista/articoli/01-2006-T-20.pdf