ZANSKAR SELVAGGIO Viaggio di gruppo • Trekking • India, Nepal e Dintorni
Nuova camminata in quota nelle gole del Lingti Chu raggiungendo Shade, remoto villaggio del Ladakh e nelle valli sconosciute dello Zanskar Orientali
Marco VASTA - Tel. 3477001081
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India: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Sono consigliate antitifica e profilassi antimalarica.
Per le spese in corso di viaggio fare riferimento alla Cassa Comune.
Tutto ciò che non è indicato ne "La quota comprende"
Chi è alla ricerca di percorsi “fuori dai sentieri battuti” apprezzerà questo tragitto nelle gole dello Zanskar orientale (Lingti Chu) per poi attraversare gli alti pascoli di Shade e Zangla in un’area remota, lontana dai villaggi conosciuti dai turisti. Chi ama le traversate himalayane e desidera incontrare il meno possibile degli automezzi ha qui la possibilità di seguire la rotta Sarchu - Shade – Zangla per gole e valli intatte e selvagge.
Un'esperienza unica nella vita per esplorare uno dei paesaggi più spettacolari di nostro pianeta: la leggendaria valle dello Zanskar.
Il viaggio richiede una buona forma fisica e occorre essere in grado di acclimatarsi alle alte quote del Ladakh. Saremo autosufficienti in quanto da Takh a Shade e da qui a Zangla non ci sono punti di rifornimento. Per il trasporto dei viveri e del bagaglio, ridotto all’essenziale, usufruiremo di cavalli e muli gestiti da cavallanti esperti nell’accompagnare gli escursionisti e da guida ed aiuto guida che conoscono i sentieri.
Itinerario
Da New Delhi raggiungiamo in volo Leh (3.500 m) nella valle dell’Indo. Trascorriamo un paio di giorni per iniziare ad acclimatarci e visitiamo castelli, palazzi reali e i monasteri che il tibetologo Giuseppe Tucci definiva “fortezze della solitudine”: Stok, Shey, Tiksey ed Hemis. Incontriamo le guide e lo staff di cucina e con valenti autisti infiliamo la strada himalayana verso Manali. Dal valico del Taglang-la (5.360 m) si aprono, davanti ai nostri occhi, paesaggi grandiosi. Percorriamo le sabbiose piane alluvionali dei Moore Plain, sempre ad una quota che si aggira sui 4.700 metri, e valichiamo il Lāchālūng La (5.065 m). L’area pura ci riempie i polmoni. Inizia una vertiginosa discesa raggiungendo Sarchu e deviando per Takh (4.100 m) dove di attendono i cavallanti. Il sentiero segue il ramo orientale del fiume Zanskar, detto Tsarap Lingti Chu dal nome dell’altopiano del Lingti dove nasce. Tso Mesik, Satok, Hormoch, sono piccolissimi verdi pascoli dove campeggiamo. Dopo alcuni giorni di cammino in saliscendi lungo la riva destra, lasciamo le gole per salire al valico Gotunta-la (5.100 m) e poi al Nialo Kontse-la (4.800 m). In discesa, ammiriamo dall’alto il blu intenso del minuscolo lago di Tantak, perla nascosta dell’Himalaya indo-tibetana ed in breve siamo a Shade (4.160 m) (pr Sciadé) uno dei più remoti insediamenti del Ladakh.
Non ancora raggiunto da una strada, assolutamente privo di collegamenti telefonici che ormai mettono in contatto tutti gli altri villaggi, Shade è abitato da una novantina di zanskar-pa, raccolti in una decina di nuclei famigliari che da secoli vivono in questo insediamento che è uno dei villaggi più isolati dell'India. Anche gli abitanti del posto che hanno familiarità con il sentiero, impiegano giorni per raggiungere l'insediamento più vicino, nonostante abbiano piedi veloci. Il villaggio ha preservato la sua tradizione e la sua cultura perché è da sempre completamente tagliato fuori dal resto del mondo a causa della sua posizione remota.
La camminata prosegue nel cuore delle valli dello Zanskar; l’abbiamo scelta perché conduce aldilà dei possenti valichi, alcuni dei quali ad un'altitudine impressionante di oltre 5.000 metri. Abbiamo aperto e collaudato questo percorso che richiede buona preparazione fisica e psicologica, la disponibilità ad affrontare imprevisti e cambiamenti di itinerario, la capacità di vivere in gruppo una esperienza unica e irripetibile. La nostra sgambata si snoda fra una media di 4.100 metri nel fondovalle per salire agli oltre i 5.000 metri di due valichi.
Ben acclimatati e dopo il soggiorno a Shade, ci inoltriamo ora in un’area dove valli fluviali a V si alternano a spianate con rare doksa (malghe) e le nere tende in pelo di yak dove incontriamo pastori ed allevatori di ovini e bovini. Capre, pecore e dzo (incroci fra nak, femmine di yak, e tori) pascolano nei prati e sui pendii. Ancora una volta ci alziamo ed abbassiamo fra passi in quota come il Lar La (4.678 m) e il Penang la (5.158 m detto anche Penak la). Muri a secco delimitano gli spazi delle tende degli accampamenti estivi di zangla-pa e shade-pa che condividono gli alti pascoli dai nomi che rimarranno nella nostra memoria: Shade Pulu (4.330 m), Yurichun (4.424 m), Ningri Sumdho (4.267 m). Campeggiamo infine Zangla Sumdho (3.821 m) per scendere a 3.600 metri sul fondovalle a Zangla con il palazzo del re dello Zanskar orientale dove soggiornò l’esploratore Sándor Csoma de Kőrös, eroe nazionale ungherese, e il piccolo Chomo Ani Gonpa (monastero femminile).
dedichiamo un giorno per ristorarci a Padum e visitare le lamaserie della piana dove sorge anche la Lamdon Model High School fondata e finanziata da nostri capogruppo. In 4x4 percorriamo la nuova tChadar Road ed in breve siamo a Leh ed al moderno Kushok Bakula Airport.
Il viaggio si conclude a Delhi ed in Italia. Negli occhi, nelle narici, nelle orecchie e soprattutto nel cuore rimangono i fuochi da campo, l’aroma dei ginepri bruciati come offerta a Buddha ed ai “Lha” protettori degli alti valichi, il frusciare delle bandiere di preghiera nel vento, e accarezzeremo il desiderio di tornare là dove le stelle e la Via Lattea sono più vicine nell’aria rarefatta dell’Himalaya.

