KON-TON PIK (PIK LENIN) Viaggio di gruppo • Trekking • Asia Centrale
Kon Ton Pik Lenin, ascensione alla vetta di 7.134 m nella catena del Pamir. Esploreremo paesaggi glaciali mozzafiato, attraverseremo campi base remoti e scaleremo pendii innevati. Scopriremo la bellezza selvaggia e l'imponente maestosità delle montagne del Pamir, vivendo un'avventura straordinaria e una sfida alpinistica indimenticabile.
Le ascensioni in vetta e le spedizioni alpinistiche, a differenza di ogni altro Trekking, si propongono una meta ben precisa: il raggiungimento di una cima, che diviene quindi lo scopo principale del viaggio. Si tratta quindi di trekking molto più impegnativi, che spesso prevedono salite e superamenti di passi innevati oltre i 6.000 metri o di cordate autosufficienti d’alta quota, in regioni remote ed in gran parte disabitate. Per chi partecipa è indispensabile avere esperienze di salite in alta montagna ed essere molto ben allenato a conoscere le tecniche di alpinismo necessarie. Chi programma una salita dovrebbe sempre avere uno o più compagni di cordata con i quali ha condiviso esperienze e affrontato difficoltà . Insieme essi rappresentano una piccola comunità autosufficiente che può facilmente convivere e condividere l'esperienza della salita con altri gruppi di alpinisti ugualmente omogenei e autosufficienti.
Kyrgyzstan: il visto si ottiene in arrivo. È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese.
Uzbekistan: Dal 1 febbraio 2019 i cittadini italiani potranno entrare in Uzbekistan senza visto per permanenze inferiori a 30 giorni. È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 3 mesi dall’ingresso nel Paese.
Kyrgyzstan: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Uzbekistan: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Consigliata l'antitifica.
Nel cuore dell'Asia centrale, il Pamir. Terre alte, ingorgo di valli, montagne e ghiacciai, nodo di convergenza dei più grandi sistemi montuosi asiatici quali il Kunlun a Est, il Tienshan a Nord-Est, l’Hindukush ad Ovest, il Karakorum e l’Himalahya a Sud-Est, ove si trovano le più alte cime dell’ex Unione Sovietica, una fucina di montagne ora suddivise tra Tagikistan e Kirghizistan ai confini della Cina e dell’Afghanistan.Tuttavia, aldilà di ogni considerazione geografica, va detto che i rilievi del Pamir-Alai abitano le periferie più remote del nostro immaginario ed appaiono come figure nebulose, legate a ricordi scolastici: la via della seta, le jurte dei cavalieri nomadi e, naturalmente, Marco Polo, Gengis Kan,Tamerlano. "Una terra deliziosa, che i greci d’Alessandro avevano abbandonato da non molto tempo. Paesaggi grandiosi, passi quasi inaccessibili, un’innumerevole catena di vette innevate da cui discendono torrenti verde giada, per poi attraversare strisce di smeraldo tra colline dai riflessi violacei…" Cosi’, nel I° secolo a.C, l’ambasciatore dell’imperatore cinese Wu Ti, spintosi sin qui alla ricerca dei "cavalli celesti", descrive le terre del Fergana a ridosso del Pamir-Alai. Ricco di scenari forti e di grande fascino, questo è anche il paese dei grandi monumenti, preziose architetture e antiche fortezze a muraglia rettangolare, sino alla grandiosità ed allo splendore artistico di Samarcanda e Bukhara, città in cui storia e leggenda si fondono per raccontarci di paesi ancora avvolti nel mistero.
Ma noi siamo qui per l’ascensione al Pik Lenin 7134 mt: questa cima, collocata generalmente in Pamir, in realtà fa parte dei Transalai culmine della catena Zaalayskiy. Secondo settemila dopo il Kommunism, le prime notizie moderne su di esso risalgono all’esploratore russo Fedchenko nel 1871. I primi scalatori a raggiungere la vetta nel 1828 (salita poi messa in dubbio), appartenevano ad una spedizione russo-tedesca, ma la prima salita dimostrabile avvenne nel 1934 ad opera di tre alpinisti sovietici. L’occasione per la prima spedizione italiana arriva solo con "l’Alpiniade" del 1967 indetta per il 50° anniversario della Rivoluzione d’ottobre:il 16 agosto, i milanesi Oppio,Gualco e Frisia toccano la vetta percorrendo la via "delle Rocce Lipkin". Negli anni ottanta le salite italiane al Lenin sono una decina; nell'84 Forno, Cason, Dell’Oro scendono dalla vetta con gli sci al centro del versante Nord. La parete Nord è stata discesa lo scorso anno 2001, con lo snow-board attraverso un nuovo e diretto percorso da Marco Previtali. Attualmente la montagna è salita da diverse spedizioni di tutto il mondo che si disperdono sulle 16 differenti vie ripartite quasi equamente tra il versante meridionale e settentrionale.
La via normale di salita, ha inizio dal Campo Base di Achilk – Tash a 3700 mt e si svolge inizialmente sul versante Nord che viene attraversato diagonalmente verso Ovest sino a raggiungere il Pik Razdelnaya. Da qui, l’ascensione è una lunga progressione sulla cresta Ovest sino alla cima. La salita prevede l’installazione mt, Campo 3 a 6100 mt, Summit 7134 mt.di tre campi: Campo1 a 4200 mt, Campo2 a 5200. I pericoli principali sono dati dalla presenza di crepacci decisamente ampi tra 4500 e 5200 metri e l’esposizione temporanea alla possibile caduta di valanghe dall’immensa parete Nord. Poi, quando si superano i 6000 metri, la parola facilità non è più gran cosa. L’altitudine, l’isolamento, lo sforzo da sostenere per la salita, i campi alti e la condizione psicologica particolare per una salita in quota, costituiscono gli elementi per mettere il Pik Lenin fra quelle montagne da affrontare con determinazione e sacrificio, ma anche con grande umiltà .
Partenza dall’Italia con volo su Taskent, ritiro del visto per il Kyrghizstan ed immediata partenza via terra per Osh, piccola cittadina alle porte del Pamir. Da qui, dopo aver sbrigato le formalità per il permesso di salita, riprendiamo il nostro viaggio per arrivare negli Alai, al campo internazionale di Achik Tash, ex Campo Base a 3500 mt e punto di riferimento per l’organizzazione della salita, prima di recarci al vero Campo Base Avanzato a 4200 mt, completamente attrezzato nel periodo estivo. Ora comincia la salita vera e propria con un lungo periodo di acclimatamento e l’installazione dei Campi alti in un continuo saliscendi: Campo1 a 5400 mt, Campo2 a 6100 mt ed eventualmente Campo3 a 6500 mt, prima dello sforzo finale per i 7134 metri della vetta.
Quindi, rientro in bus a Osh e Taskent. Se ci rimarranno ancora alcuni giorni disponibili, faremo i turisti in visita alle città di Samarcanda e Bukhara prima del rientro in Italia.