ARABIA WALK Viaggio di gruppo • Trekking • Medio Oriente
Viaggio di gruppo dai pinnacoli dell’Hisma Plateau alla costa del Mar Rosso. Attraversando insieme valli selvagge con oasi lussureggianti, fino alle rovine di Mada’in Saleh che, insieme a Petra, era uno dei luoghi più importanti della via dell'incenso. Visita a Jeddah e la capitale Riyadh.
Arabia Saudita: Il visto si ottiene online cliccando su https://visa.visitsaudi.com E’ possibile anche ottenerlo tramite Viaggi nel Mondo inviando al momento della prenotazione la scansione del passaporto e di una foto formato tessera di buona qualità specificando inoltre il proprio stato civile alla mail: passaporti2@viaggiavventurenelmondo.it
Il costo di euro 128 comprensivi dei diritti di agenzia saranno addebitati nel foglio notizie definitivo.
È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese.
Arabia Saudita: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Arabia, nome esotico che evoca mistero, sabbie, donne velate e carovane di cammelli sceicchi e pozzi di petrolio. Il Regno di Arabia Saudita si sta avviando ad una profonda trasformazione aprendosi al turismo. Ammireremo le scintillanti torri di Riyadh che emulano i grattacieli di Dubai e le antiche case dei mercanti di Jeddah, il più antico e trafficato porto del Mar Rosso, ma il nostro percorso va oltre al viaggio culturale perché vogliamo percorrere i sentieri fra le gole incantate della grande catena dell’Hejaz-'Asir e nel deserto di Hisma cioè la parte meridionale dell’altopiano del Wadi Rum. Saremo accompagnati da guide professioniste, nate e vissute in questi wadi e che conoscono perfettamente i grandi spazi dell’avventura fra queste montagne.
Dall’Italia in volo per l'Arabia nordoccidentale a est del Golfo di Aqaba passando da Jeddah, con il vivace mercato del pesce e le strade della città vecchia dove si affacciano palazzi dai balconi lignei e dalle facciate fatte di corallo. In volo verso Tabuk, città agricola circondata da uliveti e orti, e punto di partenza verso la costa. Con le 4x4 entriamo nell’area di Madyan legata alle leggende ebraiche e arabe sulla figura di Mosè (Mūsā in arabo e Moshé in ebraico), che qui si rifugiò finché Yaweh lo rimandò in Egitto a liberare il suo popolo. Nel villaggio di al-Bad' ammiriamo le tombe nabatee di Mugha’ir Shu’ayb e proseguiamo per Maqna e wadi Tayyeb Ism. Dalle case a monte della “valle di Mosè” seguiamo il torrente che percorre la gola sfociando nel Mar Rosso. L’imponente massiccio granitico, alto 600 metri, appare lacerato in due da una forza soprannaturale e sopra di noi gli spigoli vivi sembrano cadere nel Golfo di Aqaba. Percorriamo i meandri di questa profonda breccia attraverso la montagna scendendo verso la foce dove il fondo si fa ghiaioso e un ponticello scavalca le acque cristalline.
Tra le montagne e la barriera corallina, la litoranea costeggia il mare fino al promontorio di Ras Ash Sheikh Humayd localizzato proprio di fronte alla penisola del Sinai. L'ambiente è selvaggio e disabitato, e andiamo a visitare il curioso relitto del Catalina, un vecchio velivolo degli anni ’30 abbandonato sulla spiaggia nel 1960.
Tappa successiva è il Plateau di Hisma, chiamato anche Hisma Valley, prolungamento del Wadi Rum giordano e situato tra le scarpate di Ash Shifa' a ovest e le grandi pianure settentrionali di arenaria che si estendono verso est fino al deserto del Grande Nafud. In auto raggiungiamo Jebel al-Safina che rammenta un dhow, la nave di Simbad il marinaio, la prima delle rocce dalle forme bizzarre che sorveglieranno i nostri passi. Al villaggio di Bjeddah termina l’asfalto e conosciamo lo staff di cucina che ci accompagnerà nel nostro campo mobile e ci aiuterà ad allestire le tende fornite dalla organizzazione. Bagagli e tende ci seguiranno su cammelli o 4x4 raggiungendoci a fine giornata. Le varie tappe scorrono in un paesaggio variegato fatto di profonde gole, pinnacoli, arenarie traforate in mille forme, archi, canyon così stretti che per attraversarli occorre trattenere il respiro. La notte nel deserto trasforma le rocce in profili misteriosi: gufi, aquile, gargoyle e una moltitudine di animali fantastici mentre la luna crea giochi di luci ed ombre fra i torrioni. I sentieri si snodano su fondo piatto e solido inoltrandosi per brevi tratti su dune sabbiose talvolta rossastre. Ma Hisma non è solo sabbia e cammelli, grandi archi e piattaforme rocciose, ma anche luogo abitato nei millenni come ricordano incisioni sparse qui e là, messaggi attraverso il tempo lasciati dai pastori che qui vivevano prima che la desertificazione avanzasse e si formasse quella grande fascia di sabbie che si snoda dalla Mauritania ad ovest attraverso il Sahara Kebir fino all’Arabia, ai deserti dell’Iran, al Taklamakan ed al Gobi ad est. Dopo le notti sotto le stelle di Hisma. ci spostiamo più a sud, sempre nel massiccio dell'Hejaz-'Asir, nella valle di Jebel Qaraqir, un altro massiccio di arenaria che racchiude l’oasi di al-Disah. Questo piccolo scrigno di selvaggia bellezza fa parte della Riserva naturale Principe Mohammed Bin Salman, una delle sei riserve reali istituite nel 2018 ed offre una stupenda camminata nel fresco di Wadi Ghamra, valle laterale di al-Disah oramai percorsa dalle 4x4.
Penultima tappa del nostro viaggio è il breve trasferimento alla cittadina di AlUla, oasi millenaria e luogo di transito della Via dell’Incenso. Qui hanno regnato Litiaditi e Nabatei, Romani e Beduini, Ottomani ed ora i Sauditi. Di qui è passato il Profeta Maometto diretto alla conquista di Tabuk. AlUla è nota per i resti archeologici, le incredibili formazioni rocciose e gli interessanti canyon. Ammiriamo i grandi spazi della necropoli di Madai’n Saleh (Hegra in arabo) con più di cento tombe ed altre ancora da scoprire. Lo stile architettonico è lo stesso di Petra ma la morfologia del terreno è completamente differente ed i monumenti sono sparsi fra gli affioramenti di arenaria e le dune.
Continuiamo a camminare con una escursione di dodici chilometri attraverso un canyon con rocce colorate. In 4x4 ci allontaniamo da AlUla raggiungendo una gola che fu passaggio obbligato dal tempo dei cacciatori neolitici fino ai mercanti e pellegrini che hanno lasciato sulle pareti l’impronta del loro viaggio. Nei mesi invernali, alcune sezioni del percorso presentano pozze di acqua piovana facilmente guadabili. Per i più esperti è possibile anche una avventura nella gola di Madakhel, scalando le strette pareti del canyon usando corde e altre tecniche.
Ultima tappa a Riyadh, con lo Sky Bridge e le strade prive di pedoni ma trafficate da un flusso ininterrotto di automobili, centro del potere della Penisola Arabica con Diriyyah, la vecchia capitale di argilla e fango appena restaurata. Anche qui, oltre fantastico Museo Nazionale, una breve camminata lungo l’Edge of the World o sul Cammel Trail affacciandoci sul ciglio del tavolato del Najd, balcone sul deserto sottostante, un tempo fondale marino, ed una veloce escursione alla Graffiti Rock, vicina alla scarpata di Khasm Musayqirah, con magnifici pannelli ricchi di bovidi, cacciatori, struzzi, leoni e orici scolpiti quando la penisola era un Eden verde e ricco di acque. Ed è già tempo di tornare in Italia.