Trekking di gruppo nella selvaggia Valle Antrona, esplorando sentieri poco battuti e laghi alpini come il Lago dei Cavalli. Un viaggio tra rifugi e paesaggi montani, adatto a buoni camminatori, senza necessitĂ di essere alpinisti. Scopri la tranquillitĂ e la natura autentica delle valli ossolane.
Davide BRAMBILLASCA - Tel.3401592747
Nessuno
Non occorrono
Viaggio che ci porterà nella selvaggia e sconosciuta Valle Antrona definita anche la "Cenerentola dell'Ossola". Il nostro punto di partenza è Cheggio un antico alpeggio e ultimo avamposto situato in prossimità del Lago dei Cavalli, un bacino idrico, caratterizzato dall'acqua color smeraldo e da sentieri che si diramano attraversando questo parco.
Tranquilla, verde e al 100% naturale: è questa la Valle Antrona, tra le valli ossolane ancora poco toccate dal turismo di massa e in grado di regalare un’esperienza di vacanza in cui “staccare la spina” diventa semplice e spontaneo.
Paesaggi selvaggi, luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato, splendidi laghi alpini dove regna sovrana un’armonia senza pari.
Isolata, solitaria, rude, selvaggia: sono questi gli aggettivi con cui nella letteratura alpina è stata da sempre definita la Valle Antrona: di certo è una vallata che ha conservato, più di altre tra i monti della Val d’Ossola, un ambiente naturale integro in cui i segni della presenza umana sono ancora modesti.
La Valle Antrona va esplorata a passo lento, approfittando delle piccole strutture di accoglienza presenti sul territorio, per conoscere da vicino le tradizioni più autentiche di questo lembo di Val d’Ossola.
Percorso ad anello.
Sentiero panoramico che parte dal Lago dei Cavalli e raggiunge il passo della Forcola (1910mt). Da qui si può godere di una bellissima vista della valle e dei Laghi di Antrona e Campliccioli. Dopo una lunga discesa si raggiunge Antronapiana (919mt) e da qui si prende il sentiero in salita che attraverso il bosco ci riporta a Cheggio.
Percorso ad anello.
Nella conca di un antichissimo lago glaciale di montagna del Piemonte si può ammirare oggi il bellissimo Lago dei Cavalli. L’antico lago scomparve a causa dell’erosione del cordone morenico che ne costituiva l’argine naturale diventando così una pianura verde in parte paludosa. Il suo colore è di un turchese così inteso che sembra che il cielo, nella limpide giornate estive, si sia tuffato nelle sue acque. Questo colore così acceso rivela proprio l’origine glaciale di questo bacino d’acqua. Possibilità di pic-nic sulle sponde del lago e per i più coraggiosi anche un bel tuffo nelle acque turchesi.
Dopo aver attraversato la diga del lago ci inoltriamo in un sentiero pianeggiante di un bosco di larici e, dopo circa venti minuti, siamo dall’altra parte del lago. Superato qualche tornante il percorso torna in piano nei pressi di un grande prato. Sulla nostra sinistra abbiamo il torrente Loranco e in lontananza si inizia ad intravedere il rifugio. Dopo poco la salita inizia a essere impegnativa ma vi regalerà dei panorami mozzafiato. Possibilità di vedere camosci e stambecchi pascolare nel prato adiacente il rifugio.
(in alternativa Cheggio-Passo Andolla-Rifugio Andolla)
Dal Rifugio si prosegue in direzione del Passo di Andolla (sempre ben visibile lungo tutto il percorso) per un sentiero ben segnalato. Il percorso da questo punto in avanti non è molto battuto, e si snoda su un percorso di blocchi accatastati, alternato a tratti più ripidi sul pendio erboso. Dopo circa mezz’ora dal Rifugio si gode di un ottimo panorama sul sottostante Lago dei Cavalli e su Cheggio.
L’ultimo tratto è un pò più ripido, e permette di arrivare al Passo di Andolla, a quota 2418 (circa 1h dal Rifugio, 3h da Cheggio) Lo spartiacque non è che una esile cresta, da cui si gode un grande panorama sul Weissmeis (mt.4021), sull’itinerario di salita e sulla valla Svizzera che risale da Gondo verso la Weissmeis.
(in alternativa sentiero ad anello con andata e ritorno in rifugio)
Una traversata a mezzacosta sul versante sinistro orografico del versante tra le Alpi di Campo e Cheggio in Valle Antrona, visitando alpeggi e pascoli abbandonati ed ammirando i numerosi fiori presenti nei prati traversati, passando dalla Pietra del Merler con le sue incisioni(Poco prima di arrivare al rudere dell'Alpe Cama superiore, pochi metri a valle del sentiero (e ora contrassegnata da una targhetta bianca), si trova la Pietra del Merler, merler è il nome dato al gioco del filetto, anche se quelli sulla pietra in oggetto non erano stati incisi per essere usati come gioco.
"La pietra è localizzata nelle vicinanze dell'Alpe Cama superiore, appena sotto l'alpeggio, ed è un trovante in laugera che ha una lunghezza massima di m 2,10, una larghezza massima m 1,60 e lo spessore di m 0,30. La posizione è dominante sulla valle, come d'altronde spesso capita nel caso di rocce incise. La sua superficie è interamente ricoperta di incisioni, distinte in varie tipologie: coppelle, affilatoi, quadrati magici, dischi semplici, cruciformi, stelliformi, scritte, cruciformi antropomorfi e soprattutto trie e filetti..."
da "Sentieri antichi. Itinerari archeologici nel Verbano, Cusio, Ossola"
F. Copiatti-A. De Giuli
Grossi - Domodossola.
Lasciamo Cheggio e affrontiamo l’ultima semplice camminata che ci porterà a visitare i laghi di Antrona e Campliccioli regalandoci magnifici scorci e lasciandoci per sempre nel cuore i ricordi di questa bellissima valle.