ISOLE MARCHESI Viaggio di gruppo • Adventure • Oceania e Pacifico
A nord di Tahiti, esploreremo insieme il remoto arcipelago delle Isole Marchesi, dove Gauguin e Jacques Brel cercarono l'ultimo paradiso. Oggi, queste isole offrono al vero viaggiatore il raro gusto della scoperta, con paesaggi incontaminati e una cultura affascinante, lontana dalle rotte turistiche tradizionali.
Polinesia: non occorre il visto. È necessario avere un passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese.
Usa: Il piano dei voli potrebbe prevedere uno scalo negli USA.
ATTENZIONE IMPORTANTE:
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Polinesia: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Poche sono le regioni al mondo dove ancora si possa fare un viaggio nel tempo. Eppure scendendo dall’aereo che collega, in poco più di tre ore, Papeete a Nuku Hiva, la principale isola dell’arcipelago delle Marchesi, si respira un’atmosfera diversa. Rari sono i turisti che si incontrano sull’aereo pieno di locali che tornano dalle loro faccende sbrigate a Tahiti. L’aerostazione è costituita da un elegante capannone, la pista è costruita su un pianoro affacciato sull’oceano Pacifico, e tutt’intorno il nulla più totale, tanto che questa parte dell’isola è chiamata Terre Deserte. Per andare a Taiohae, il centro principale dell’isola, ci vogliono due ore di fuoristrada duro con il superamento di un passo a circa 1000 m; c’è anche un piccolo elicottero che porta 4 o 5 persone alla volta, non sempre sufficiente a trasportare tutti passeggeri. L’impatto é sconvolgente, poi il fuoristrada inizia ad inerpicarsi su per la montagna, la vegetazione cambia, il panorama si apre oltre le coste, verso le altre isole dell’arcipelago che appaiono lontane con i loro picchi verdeggianti. L’arrivo al belvedere che si affaccia sulla baia di Taiohae ci rimette in armonia con l’ambiente e con noi stessi: siamo in un’isola diversa, aspra ed affascinante che nasconde nelle sue “vallées” angoli di quel Paradiso perduto che Paul Gauguin e Jacques Brel vennero a cercare nel luogo più lontano che mai si potesse raggiungere dall’Europa. E allora, immersi in questa realtà intrigante, iniziamo la nostra scoperta delle Isole Marchesi, tutta da organizzare localmente.
Da Taiohae partiamo in barca per la Valle di Hakaui, uno degli scenari più suggestivi dell’isola: si cammina per oltre due ore tra piccoli guadi e rovine di antichi villaggi dove vissero migliaia di marchesiani, lungo strade reali inghiottite da una vegetazione lussureggiante fino a raggiungere la grande cascata di Vaipo, alta quasi 400 metri che finisce in un laghetto dove non mancheremo di farci un bel bagno. Poi la baia di Hatiheu, amata dallo scrittore scozzese R.L. Stevenson e la baia di Anaho dalle spiagge dorate, forse la più bella di tutte le Marchesi, con il ristorantino di Yvonne dove si mangiano piatti di pesce indimenticabili. Poi in barca all’isola di Ha Pou dai profili drammatici con picchi strapiombanti, vere cattedrali naturali che hanno dato il nome all’isola (ua pou significa pilastri); è anche centro culturale importantissimo per il recupero della cultura marchesiana. Ritornati a Taiohae, evitando la traversata in fuoristrada con uno spettacolare volo in elicottero attraverso l’isola, eccoci di nuovo all’aeroporto in partenza per Hiva Hoa. Isola principale delle Marchesi meridionali, è dominata dalla mole maestosa dei Monti Temetiu e Feani, entrambi sopra i 1.100 m (che i più volenterosi potranno salire).
Dall’aeroporto raggiungiamo facilmente la baia di Atuona. Dopo il pellegrinaggio alle tombe di Gauguin e Brel, incorniciate da alberti di tiaré, visiteremo i petroglifi di Tehueto e, in fuoristrada, raggiungeremo Puamau dove prenderemo la chiave (e già questo da una dimensione di una realtà ben poco “turistica”) che da accesso, a circa 1 km, al sito archeologico di Lipona. Addossato ad una rupe rocciosa strapiombante, l’enorme centro cerimoniale rappresenta la più importante testimonianza della cultura marchesiana, con 5 tiki, di cui uno, il Takaii, di tufo rossiccio è alto ben 2,67 m. Rientrati a Atuona, un salto al Museo Gauguin e al panoramico pianoro della collina dove J. Brel voleva costruirsi la casa, poi in barca a Tahuata, l’isola che offrì l’ancoraggio più sicuro alle navi spagnole che nel XVII sec. solcavano le acque dell’oceano partendo dal Messico per raggiungere la Cina. L’isola è la più piccola abitata delle Marchesi e la baia di Vaitahu ha visto, nei secoli, navi di ogni nazionalità; oltre a essere stata teatro di importanti eventi storici è anche bellissima, col villaggio ai piedi di una verdeggiante montagna. Raggiungiamo poi Hapatoni, con un’imponente strada reale e una baia dove i delfini giocano sulle onde alzate dal motoscafo. Anche qui alcuni siti archeologici e un buon artigianato.
UA POU rinomata per la sua produzione artistica è sede della Associazione Motu Haka per il recupero della cultura marchesiana, ha dato i natali a pittori, scrittori, compositori, cantanti e danzatori ed inoltre è ricca di importanti siti archeologici. UA HUKA la più aspra delle isole Marchesi, dominata da due alti coni vulcanici, con pianori desertici che si alternano a impenetrabili distese di vegetazione dove pascolano branchi di cavalli allo stato brado. Vanta importanti tesori archeologici con tiki, petroglifi, resti di antichi villaggi e il primo museo delle Marchesi dedicato all'archeologia oltre alle spiagge più belle dell'arcipelago. Poi con un lungo volo rientriamo a Papete dove troveremo l'aereo per l'Italia. Torniamo forse, dall' "Ultimo Paradiso Perduto".