SICHUAN-KHAM Viaggio di gruppo • Adventure • Cina e Dintorni
la provincia di Kham e le feste d’estate, il primo tratto della Sichuan Road fino ai confini del Tibet
Paola DA RE - Tel. 3394999513
CINA: Per i cittadini italiani, il governo cinese ha introdotto l’esenzione del visto per soggiorni di massimo 15 giorni. E' possibile ottenere il visto tramite Viaggi nel Mondo inviando al momento della prenotazione una scansione a colori e completa di tutto il passaporto (dalla prima all’ultima pagina) e di una foto formato tessera alla mail: passaporti2@viaggiavventurenelmondo.it.
Ci occorre inoltre la scansione completa di eventuali altri passaporti scaduti ed ancora in tuo possesso.
Se il documento nuovo è stato rilasciato da meno di 6 mesi dovrai comunicarci la motivazione (es: è il primo documento, il vecchio passaporto è scaduto... ).
E’ necessario inviarci un contatto in caso di emergenza: nome cognome, numero telefonico e rapporto con il partecipante.
Per le iscrizioni pervenute sotto i 20 giorni dalla partenza il partecipante deve provvedere autonomamente alla richiesta di visto compilando il modulo on line su https://www.visaforchina.cn/globle/ e presentandosi personalmente presso China Visa Application Service Centre per apporre le impronte digitali.
Tutte le info le trovate “QUI”
Consigliata la profilassi antimalarica (clorochino-resistente) in zone extraurbane al di sotto dei 1500 m.
Panorami esaltanti con pascoli vellutati di torba, fiorellini e stelle alpine, picchi nevati e ghiacciai, passi altissimi imbandierati di lung-ta (bandierine dei cavalli al vento), tende e nomadi, yak e cavalli, monasteri nascosti da scoprire come gioielli dove si è accolti sempre con calore. La gente è cordiale e semplice. Con un minimo di garbo si può fotografare chiunque e lasciando qualche caramella, penne o minimi regali (molto apprezzate le confezioni trovate nei bagni degli alberghi o qualche capo di vestiario dimesso) si accendono sorrisi radiosi e, se proprio non si ha nulla, basta un cordiale “tashi delek”: il saluto tipico dei nomadi. La gente è ferventemente religiosa e ciascuno è dotato di chokor/korten, mulinello, mala, il rosario di 108 grani, e reliquiari diversi.
Quasi tutti i monasteri sono stati ripristinati con gli stessi antichi metodi usando molto del materiale recuperato mantenendo così un aspetto originale che ha quasi rimosso i danni subiti dall’invasione cinese. Continuano tuttavia i lavori anche per migliorare le abitazioni dei monaci delle quali gli stessi si occupano con pochi attrezzi e molta volontà. Abbiamo avuto modo di assistere ad ogni tipo di cerimonia in qualsiasi ora del giorno.
Il festival di Litang è straordinario per la spontaneità della gente, le sfrenate gare dei cavalieri Khampa, danze e costumi sontuosi ridondanti di broccati, ricami e gioielli. I bordi in pelliccia di leopardo, simbolo di coraggio, sono stati quasi interamente sostituiti poichè il Dalai Lama ha invitato i nomadi a risparmiare i felini che ancora oggi vivono sui monti del Tibeti. Due interi giorni vissuti al festival fra gare, tende e pic nic sono esaustivi anche per i più esigenti. La durata del festival sembra essere di 10 gg, ma è bene arrivare per l’apertura del 1° Agosto. Quest’anno, ci dicono, è stato particolarmente frequentato in quanto l’organizzazione è tornata in mano ai Khampa che non gradivano affatto l’ingerenza cinese già mal sopportata nelle amministrazioni locali.
Dall’Italia a Pechino da dove voliamo a Chengdu. Qui, prendiamo posto nei nostri fuoristrada ed accompagnati da autisti e guida locali, inizia l’avventura nel Sichuan, la terra dei quattro fiumi, regione poco conosciuta alla scoperta delle sue genti e delle feste d'estate che si svolgono nei villaggi. Seguendo la Sichuan Road si attraversa una fertile vallata costellata di fattorie, poi valicato un passo a 3400 metri entriamo nella prefettura di Garzè Zang. A Luding siamo finalmente sull’altopiano dove incontriamo le prime popolazioni tibetane e a Kanding, l’antica Tatsienlou, siamo alla porta di ingresso in Cina per i tibetani. Proseguiamo quindi per Litang posta a 4000 metri di altezza dove ci fermeremo alcuni giorni per l'entusiasmante Yagi festival. I cavalieri Khampa si esibiscono con estrema abilità in gare sfrenate e si assiste a balli tradizionali con costumi sontuosamente ricchi. Il grande accampamento con tende e conviviali pic-nic, è occasione d'incontro per amici, parenti, monaci e...futuri fidanzati.
Ripartiamo seguendo la valle dello Yalong attraverso foreste, praterie ed ambienti di tundra alpina. Non si incontrano più città, ma solo piccoli villaggi e accampamenti nomadi dei Khampa, i Docpass, le genti della solitudine come la David – Néel scrisse di loro. Si sale a Xinlong e quindi a Baiyu/Pelyul seguendo il confine con il Tibet. Da Baiyu una breve deviazione ci porta dalla valle dello Yangtze al grande gompa di Katok che domina dalla cima di un colle. Di nuovo in viaggio nello sconfinato plateau erboso dove pascolano le mandrie di yak e capre scortate dai cavalieri Khampa che ora adottano spesso moto sgargianti. Il "mare d’erba" continua infinito fino alle remote regioni dell’Amdo. Superato il passo Cho la a 4600 metri siamo a Dege con il monastero Sakya di Gonchen. Nell'antica stamperia Parkhang, risalente al XV secolo, si conservano 100.000 matrici di legno con cui, seguendo tradizionali metodi di stampa, si realizzano i 330 libri sacri del canone buddista che, come centinaia di anni fa, sono portati in tutto il Tibet. Ci portiamo poi verso il confine del Quinghai attraversando una regione cadenzata da piccoli villaggi e accampamenti nomadi sino a Yushu, l’antica Jakiendo con il monastero della setta Sakya-pa, zona in cui visse per quattro anni Alexandra David - Néel. Ma prima di Manigango ci attendono il vertiginoso passo Tron-la a 5000 mt ed il lago sacro Yilhun Lhatso, incastonato tra le rocce del massiccio Chola e legato alla mitica figura di Re Gesar di Ling. E ancora il monastero nyingma-pa di Dzogchen dotato di shedra o scuola. Il ritorno ci vede sostare nella zona di Kandze, con le sue case di ocra striate in bianco, i campi d'orzo ed i numerosi monasteri, compreso quello femminile di Handhi, un eremo sulla valle dello Yalong dove vivono circa 60 nuns, monache. Poi la cittadina di Luhuo, con il monastero di Drangho, i centri di Dawu e Danba, zona di etnia gyarong con singolari torri in pietra alte decine di metri un tempo a guardia e difesa delle valli. Lasciati gli ultimi pascoli verdi ed accampamenti Khampa, non ci perdiamo il Parco di Wolong, dove vivono numerosi i panda, protetti nella più grande riserva cinese sotto il monte Siguniang in una grande area di 200.000 ettari che annota 400 tipi di piante diverse.
Arrivati a Chengdu, c'è la possibilità di un'escursione facoltativa al Grande Buddha di Leshan, un colosso di 71 mt iniziato nel 713 d/C ed una puntata al monte sacro di Emey Shan, cosparso di monasteri e templi in intricati circuiti fra una folta vegetazione tropico-alpina.
I più pigri possono dedicarsi ai templi buddisti e taoisti di Chengdù con ultimi acquisti al mercatino di Qing Shi Jao prima del volo per Pechino da cui proseguiamo per l’Italia.
(STAMPERIA E MONASTERO) - mt. 3280