BIRMANIA BREVE Viaggio di gruppo • Adventure • Sud Est Asiatico
Viaggio breve ma intenso in Myanmar, l’antica Birmania. Un popolo ospitale, un patrimonio artistico prezioso.
Il passaporto deve avere una validità residua di almeno 6 mesi dall'ingresso nel Paese.
Raccomandata la profilassi antimalarica
In Birmania, la legge prevede il reato di insulto alla religione buddista. L’insulto include qualsiasi rappresentazione irrispettosa o immagine (tra cui i tatuaggi) di Buddha. Il reato può essere punito con l'espulsione dal Paese.
Il Myanmar, nonostante la dittatura militare, a mio avviso è un paese che merita di essere visitato poiché il viaggio è emozionante e bellissimo: tutto quello che si vede è speciale e la popolazione riesce a trasmettere una sorta di serenità che lascia sbalorditi e che accompagna per tutto il viaggio e oltre il rientro a casa.
Il Myanmar è, infatti, affascinante per la popolazione: ospitale e accogliente, che non “vede” i turisti come persone da cui ottenere qualche Kyat (moneta locale) ma come persone con le quali parlare e relazionarsi con culture diverse.
E’ un Paese che per la sua semplicità di vita, derivante anche dal Buddismo che è molto interconnesso con la vita quotidiana, si presenta agli occhi di un occidentale come dovrebbe essere un Paese non contaminato dal turismo distruttivo. (Luciana Tavernier, coordinatrice)
Dall'Italia a Yangon (su volo diretto o via Bangkok con pernottamento) che sembra sospesa in un’epoca differente, ancorata, come d’altra parte il resto del paese, a uno stadio di sviluppo antico, in cui il jeans non ha ancora sostituito il sarong, anche grazie a scelte autarchiche e repressive che hanno in qualche modo preservato la città e il paese da influenze e contaminazioni esterne, soprattutto occidentali e fanno sì che la diversità tanto cercata dai viaggiatori sia intensamente percepibile in questo luogo, a Yangon, capitale di Myanmar. Visita della capitale e all’a stupefacente Swedagon Paya, uno stupa alto 98 m ricoperto da oro zecchino e pietre preziose, attorniata da templi, cappelle e padiglioni.
Poi Chaukhtatgyi Paya, con un Buddha disteso di 70 metri e Sule Paya, vecchia di 2200 anni, che sorge all’interno di una rotatoria in pieno centro. Poi ancora il Museo Nazionale con il suo trono d’oro e la Botataung Paya, sulle rive del fiume, l’unica con stupa accessibile e visitabile.
Poi la visita al lago reale e lo shopping al Bogyoke Market (chiamato anche Scott Market).
Dopo Yangon, trasferimento a Mandalay (con eventuale aereo in cassa comune). Ultima capitale imperiale, è il maggiore centro religioso del paese. Anche qui, forse ancor più che a Yangon, si percepisce un’atmosfera di altri tempi, senza però la frenesia della capitale e con una spiritualità accentuata dalla grande concentrazione di monaci buddisti.
Poi in autobus alla Mahamuni Paya, al palazzo reale, al Shwenandaw Kyaung (monastero tutto in legno, l’unico rimasto dopo i bombardamenti dell’ultima guerra), alla Kuthodaw pagoda (considerata il libro più colossale del mondo, formato da 729 tripitaka, piccole pagode, contenenti ciascuna una stele di pietra incisa in lingua Pali con il canone buddista), la Kyauktawgyi Paya ed ascensione per il tramonto alla Mandalay Hill, collinetta interamente punteggiata di pagode e monasteri con una scalinata di 1729 gradini e splendido panorama sul fiume Irrawaddy.
Poi escursione a Mingun in battello (1 h da Mandalay) e visita alle antiche capitali: Amarapura, con il ponte tutto in tek vecchio di 200 anni, Ava che si visita in barca e calesse, Sagaing per un magico tramonto su un paesaggio collinare trapuntato di pagode.
Da Mandalay parte all’alba il battello lento che, il mercoledì e la domenica, trasporta genti e merci lungo il fiume Irrawaddy fino a Bagan, attraverso una splendida regione. Se si effettua il viaggio in giorni diversi si può utilizzare la Express Boat, una barca per turisti ma che non sminuisce il fascino della traversata. Bagan è il sito più bello, più importante e più soddisfacente.
Sono 40 kmq di campagna costellata da più di 5000 pagode delle più variegate fogge e stili, un sito tra i più magici al mondo. Da non perdere albe e tramonti dalle terrazze di alcune pagode. Il sito merita almeno un paio di giorni di visita, uno dei quali può senz’altro essere dedicato al girovagare tra i templi con la bicicletta.
Da Bagan ci si trasferisce in pulmino al Lago Inle. Lo spostamento non è lungo ma ci si impiega una giornata intera a causa delle cattive condizioni della strada. Lungo il percorso ci si ferma al Monte Popa, 737 metri di altezza, luogo ritenuto la dimora dei Nat, gli spiriti del luogo.
Al lago Inle si effettua una splendida escursione in barca che porta a visitare villaggi sul lago, tra cui il più famoso è Ywama, dove è possibile incontrare alcune donne di etnia Padaung, conosciute anche come le donne giraffa. Da qui si prosegue, navigando per un canale che si insinua nell’entroterra, lo stupendo sito di Inthein, ricco di oltre un migliaio di piccole pagode.
Poi ancora, per completare la giornata sul lago, si visitano il monastero Nga Hpe Kyaung, gli orti galleggianti, alcune piccole botteghe di artigianato locale e la Phaung Daw Oo Paya. Rinunciando all’ultimo giorno a Yangon è possibile, dal lago Inle, raggiungere in pulmino l’affascinante sito di Kakku, con i suoi 2478 disposti ordinatamente sul fianco di una collina.
Lungo il percorso si fa visita a un villaggio dell’etnia Pa-O e al ricco e colorato mercato di Taunggyi.
Un volo ci riporterà a Yangon da dove ripartiremo per l’Italia.