BANGLADESH Viaggio di gruppo • Adventure • India, Nepal e Dintorni
oltre l’India, alla scoperta di uno splendido paese. Etnie, natura e templi, il Parco Sunderban nel delta del Gange.
Bangladesh: Il visto si prende in arrivo e si paga con la cassa comune. È necessario avere un passaporto integro.
Occorre inviare al momento della prenotazione la scansione a colori del passaporto e di una fototessera a passaporti@viaggiavventurenelmondo.it specificando nell'oggetto il cognome ed il codice del viaggio.
Bangladesh: non ci sono vaccinazioni obbligatorie. Sono consigliate l’antitifica e profilassi antimalarica.
Un territorio conosciuto e visitato da pochissimi. Ma anche questo può essere un motivo in più per scoprire un paese in perenne e drammatica sfida con povertà e avversità di ogni sorta. Una nazione che forse non offrirà meraviglie e attrazioni eclatanti ma, privo di ogni “contaminazione turistica”, più piccolo dell’Italia e con quasi 160 milioni di abitanti, non manca certo di affascinare e di offrire bellissime emozioni, tra paesaggi naturali molto particolari, eccellenze architettoniche, curiosità e, soprattutto, la sua gente.
Dall’Italia a Dhaka e ci immergiamo subito nel suo traffico impossibile, in uno sciame di rishò (che useremo nei percorsi urbani più trafficati e poco accessibili) serpeggianti in quel labirinto umano da 13 milioni di anime in perenne movimento, avventurandoci alla ricerca dei luoghi più emblematici della capitale: il Museo nazionale, l’Università, il tempio Dhakeswari, il forte Lalbagh, la mosche Sitara, senza dimenticare i suoi bazar ed il porto fluviale di Sadarghat sul fiume Buriganga. Poi, per chi apprezza anche le moderne architetture e le neo-testimonianze culturali, il palazzo del Parlamento ed i monumenti-simbolo del Shohid Minar e la “guglia” dedicata ai martiri dell’indipendenza. Qualcosa si dovrà forse tralasciare perché gli spostamenti in città portano via tempo, ma ci sarà modo di recuperare le visite anche a metà viaggio o, forse meglio, l’ultimo giorno.
Iniziamo il tour del paese dalla sua parte sud orientale. Prima sosta lungo il tragitto alle rovine del monastero buddista di Salban Vihara a Comilla/Minimati. Poco prima di entrare a Chittagong, breve sosta a Kumira, all’incredibile luogo unico luogo al mondo, metà cantiere e metà girone dantesco, in cui si rottamano, smontandole pezzo per pezzo quasi a mano, le navi a fine carriera portate ad arenarsi qui e che attendono a decine il loro turno poco più a largo. Il mattino seguente, prima di lasciare la città ed il suo enorme porto (il principale non solo del Paese ma che serve tutto l’entroterra sub-himalayano), non mancheremo di visitare il Museo Etnologico, con vestigia non solo del Bangladesh, ma anche degli antichi territori unificati pakistani. Se c’è tempo ed in cerca di particolarità, un rapido giro per le bancarelle di Potenga Beach, la Tomba di Bayazid Bastami, con la sua vasca di tartarughe giganti, e un’occhiata al WWII Memorial Cemetery in cui riposano gli alleati morti nelle battaglie in quel quadrante asiatico e, in un angolino, anche una fossa comune di alcuni soldati giapponesi.
Rotta verso sud. Sosta a Cox’s Bazar e la sua celebre spiaggia (si dice la più lunga del mondo). Meta di turismo locale. Ma, se si è in cerca di una località balneare di primordine e dove è presente l’unica barriera corallina del paese, prendendo il ferry (solo passeggeri) da Teknaf, occorre arrivare fino alla St Martin’s Island, per pernottarvi almeno una notte, tra bagni tropicali (marea permettendo), passeggiate lungo la battigia in un ambiente incontaminato e incontrando i pescatori locali. Ripassando necessariamente per Cox’s Bazar, ripartiamo verso Bandarban, già in zona Hill Tracts, col suo groviglio di religioni e razze, iniziando la parte di più stretto interesse etnico del viaggio. Dopo aver visitato almeno una delle moltissime fabbriche artigianali di mattoni con le loro rudimentali fornaci (il Bangladesh è primo di pietra ed i mattoni solo praticamente l’unico materiale edile disponibile), con dei pick-up reperiti localmente ci spingiamo a visitare alcuni villaggi (principalmente Marma e Bawn) non lontani dal confine birmano, le cui genti hanno tratti somatici e abitudini emblematici che tradiscono tale vicinanza anche culturale. Oltre ai villaggetti, da non tralasciare lo stupa dorato di Dhatu Zadi. Spingendoci a nord, sosteremo almeno due notti a Rangamati. Utilizzeremo il tempo per piacevoli giri in barca nei meandri del grande lago artificiale Kaptai, ammirando i bei paesaggi circostanti, con appaganti soste presso i villaggi lacustri (etnie Chakma e Tipra). Se il programma (e le condizioni della strada in rapporto al nostro mezzo) lo consentiranno, potremmo spingerci ancora più a nord per una strada secondaria interna, attraverso le colline, fino a Khagrachhari, in cui troveremo, ancor più facilmente, villaggi di etnia Tripura, originaria dell’omonima provincia indiana confinante.
Ancora ripassando per Dhaka (ma fermandoci poco prima dell’arrivo in città a visitare l’interessante complesso di palazzo/museo e città vecchia di Panam Nagar/Sonargaon) si potrà decidere se c’è il tempo per un rapida puntata di un paio di giorni verso la parte nord-est del Bangladesh o se invece dirigerci direttamente a ovest. In tal caso, portandoci a Bogra, da lì puntiamo verso alcuni dei gioielli archeologici/architettonici del paese, con relativi musei annessi: certamente Mahasthangarh (III sec.) e Paharpur (VIII sec., UNESCO, uno dei più grandi insediamenti buddisti del mondo) e, con un po’ di organizzazione logistica, anche il bellissimo Kantanagar/Kantaji temple, nel distretto di Dinajpur. Tornando verso sud e prevedendo un pernottamento a Rajshahi, sulla sponda orientale del Gange (Padma) proprio sul confine indiano, faremo delle brevi soste alla Moschea di Kushumba e, soprattutto, al vicino complesso di templi di Puthia.
Attraversando Jessore e Khulna, ci fermeremo a fare foto in qualcuno dei mercati più significatici di questi centri e sicuramente visiteremo la splendida moschea (con museo) di Bagerhat (UNESCO). Infine, con imbarco a Mongla (ma ci sono anche altri punti di possibile partenza) ci aspetta la piacevole esperienza della crociera in battello (con pernottamento a bordo) nella più grande foresta di mangrovie della Terra, nel Parco Nazionale di Sundarbans. Qui, tra brevi escursioni in barca e passeggiate nella foresta (in cui vedremo sicuramente almeno le tracce della celebre tigre del Bengala), decideremo se trascorrere in quell’ambiente più di un giorno. In alternativa, verso il confine indiano a ovest, potremmo trascorrere una notte e fare una bella e interessante esperienza umana presso una missione fondata e gestita da italiani a Satkhira, con un complesso multifunzionale ben organizzato con scuole, centri di artigianato e di assistenza. Non ci resta che tornare verso la capitale con un trasferimento di alcune ore, che comprende anche l’attraversamento in ferry del fiume Brahmaputra (Jamuna, ma ormai Padma dopo l'unificazione col Gange). Una volta a Dhaka, potremmo recuperare le eventuali visite mancate a inizio viaggio e finire con un po’ di shopping, prima di raggiungere l’aeroporto ed il volo verso l'Italia.