TIMGAD DESERTO Viaggio di gruppo • Adventure • Nord Africa
Una traversata nell'Algeria settentrionale, dalle straordinarie rovine romane di Timgad alla splendida oasi di Ghardaia ai margini del grande Sahara. Proseguendo attraverso il Grande Erg Occidentale, esplorando la meravigliosa oasi sahariana di Taghit, e risalendo lungo l'Atlante Sahariano fino a Laghouat. Un'avventura tra storia antica e paesaggi desertici mozzafiato.
Paola DA RE - Tel. 3394999513
Marisa DA RE - Tel. 3403514224
Algeria: Occorre il visto per l’Algeria. Provvediamo ad ottenere l’invito e il visto, inviate con la scheda di prenotazione (in ogni caso in tempo utile per il rilascio) il passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese, 4 foto tessera, il certificato di residenza, la busta paga o l’attestato di lavoro oppure il cedolino inps per i pensionati, la copia dell'estratto conto bancario o postale ed il modulo compilato in tutte le parti SCARICABILE QUI.
Nota importante: ai fini dell'ottenimento del visto indicare nel modulo: il nome e cognome dei genitori, la professione svolta con l'indirizzo del datore di lavoro.
Algeria: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Un nuovo viaggio che attraversa tutta l’Algeria settentrionale seguendo le antiche vie di penetrazione in Africa della civiltà romana e lambendo le sabbie degli immensi deserti sahariani. Una grande traversata che parte da Algeri, attraverso dune, antichi forti, pitture rupestri, grandi oasi ed immancabili rovine romane. Visiteremo Constantine e le antiche città romane della regione: Tiddis cittadella romana, il museo di Setif con uno dei più bei mosaici in assoluto del mondo romano: il trionfo di Bacco e Djemila, la Curculum romana fondata dall’imperatore Nerva con un bel teatro, l’arco di trionfo, le terme e il foro. Dopo aver fatto tappa a Batna, proseguiamo verso Timgad, un vero gioiello archeologico inserito in un contesto naturale di grande bellezza con colline e monti che fanno da scenario. Un’antica città romana, perfettamente conservata con il suo castrum, le mura con le 4 porte, il foro con templi e basiliche, gli archi di trionfo, le terme, le fontane, insomma una piccola Roma in terra africana.
Proseguiamo imboccando il suggestivo Canyon de l’Abiod per raggiungere il villaggio abbandonato di Ghoufie quindi la citta di Biskra. raggiungiamo El Oued, antica capitale del Souf con le sue case bianche e le numerose 'rose del deserto' ancora reperibili tra le sabbie che circondano l’oasi. Poi Touggourt, con le curiose tombe dei re di Touggourt e la sua spettacolosa oasi con 1.300.000 palme, e la vicina Tamacine con la sua famosa moschea costruita nel 1431. Quindi Ouargla, la piazza del mercato, il famoso museo sahariano e l'oasi di 1.500.000 palme.
Una breve tappa ci porta a Ghardaia la biancoceleste capitale della pentapoli del Mzab, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, la cui oasi sopravvive grazie ad un ingegnoso sistema di distribuzione dell’acqua con 270.000 pozzi di oltre 60 m di profondità dai quali viene sollevata acqua per 24 ore su 24 con l'opera di muli e cammelli. Visiteremo i suoi palmizi, i suoi orti, i suoi affollati mercati, la piazza, i souk, la Grande Moschea, il Museo Folcloristico ed il Belvedere con la vista della Pentapoli con Ghardaia, Melika, Beni Isguem, Bou Noura, El Atteuf (millenaria), le cinque città sorte all’interno di questa spettacolare valle. Sono città fondate dopo l’anno 1000 dagli Ibaditi, un ramo islamico moderato, perseguitato e cacciato verso ovest da correligiosi più integralisti. Le pentapoli hanno la moschea nel punto più alto, attorno ci sono le abitazioni dei nobili religiosi e no, poi scendendo via via le varie professioni, una zona di scambio (mercato) e le mura. In queste città le donne girano avvolte in un lungo telo bianco dal quale fanno spuntare un solo occhio.
Dalla splendida valle della M’Zab partiamo verso l’Atlante sahariano su una strada asfaltata che tocca Metlili des Chaambas. Costeggiamo il Grand Erg occidentale in direzione di Brézina. La regione è ricca di centinaia di incisioni rupestri, palmeti, grotte profonde non completamente esplorate. Visitiamo lo ksar legato alla leggenda della capo tribù EmbarkaBent el Khasse Da Brézina verso Ovest e la cittadina di El Abiadh Sidi Cheikh con la kouba (mausoleo) del grande sufi, méta di pellegrinaggi, e il villaggio di Arbaouet con l’incisione rupestre dello scorpione gigante. Quindi lo ksar (villaggio fortificato) di Chellala Dahrania. Visitiamo il grande ksar di Bousamghoun, punto d’incontro delle carovane che portavano oro e schiavi già nel terzo secolo preislamico e ancora avvolto in un’atmosfera fuori dai tempi. In questo villaggio si trova la Zaouia Tidjania, centro religioso che ospita la confraternita islamica della Tidjania molto presente nell’Africa occidentale. Segue una via islamica ispirata al sufismo che parte dal presupposto di essere la sintesi di tutti i percorsi islamici anteriori alla sua fondazione. Il villaggio vanta una dei migliori esempi di “foggara”: un ingegnoso e non ancora completamente compreso sistema di irrigazione per mezzo di un canale sotterraneo con piccoli pozzi in superficie comunicanti che si basa sull’inclinazione del tunnel e sulla differenza di temperatura. Si prosegue verso il sito storico della montagna Tamadda, con belle rappresentazioni di rinoceronti, elefanti, gazzelle, scorpioni appartenenti al c.d. periodo bubalino per la presenza del Bubalus antiquus, oggi scomparso, quando la grande fauna selvaggia abitava le steppe ed i fiumi che il tempo ha trasformato nel Grande Sahara.
Dal ksar di Bousamghoun ci sposteremo a sud con la meravigliosa oasi di Taghit incorniciata dalla grande duna dorata che la sormonta, con alle spalle l'oceano di dune dell'Erg occidentale. Visiteremo lo ksar restaurato sotto l'egida dell'Unesco e la stazione rupestre scoperta di recente. Infine non ci faremo mancare un tramonto immersi fra le dune con cena in tenda berbera ed eventuale pernottamento. Ripreso il percorso verso nord, raggiungeremo la cittadina di Aïn Sefra, alle propaggini dell'Erg Occidentale. Nel cimitero musulmano riposa la scrittrice e avventuriera Isabelle Eberhardt, annegata nel 1904 in una improvvisa piena.
Riprendiamo la strada verso nord che ci porta ad El Baydah. Lungo il tragitto avremo la possibilità di deviare per lo Ksar El Ghassoul risalente all’11° secolo con nelle vicinanze incisioni rupestri di asini, scene di caccia e leoni (potremmo visitarlo anche da Brézina). Raggiungiamo, quindi, la famosa e unica rappresentazione del montone di Boualem, proseguendo poi verso El Ghicha dove ammiriamo i grandiosi paesaggi del sito naturale di Anfuse la famosa incisione adottata dall’Unicef per il programma della protezione dell’infanzia che rappresenta l’elefante che protegge il suo piccolo dall’assalto della pantera. Non sono meno belle le incisioni con il combattimento dei bufali, e quelle con i cavalli. Laghouat viene considerata la capitale intellettuale del Sahara essendo sede di una Università, nei pressi visiteremo poi la zaouia di Aïn Madhi e li Palazzo di di Korduane, costruito per la principessa Lalla Yamina Tidjani, Aurélie Picard, giovane bella francese andata in sposa ad un capo della confraternita. Da Laghouat ritorneremo infine ad Algeri dove, tempo permettendo, visiteremo in giornata Tipaza e le sue splendide rovine romane, prima di prendere la nostra coincidenza per l’Italia.