ALGERIA KSOUR E DESERTI Viaggio di gruppo • Adventure • Nord Africa
Un viaggio di gruppo nei grandi deserti, a Timimoun e alla sua affascinante Sebka, attraversando paesaggi di dune dorate e vasti laghi salati. Esplorando antiche kasbah, villaggi oasi e scoprendo la cultura e le tradizioni locali. Un'avventura emozionante tra le meraviglie naturali e storiche del deserto algerino.
Francesco BERTOTTI - Tel. 348 7332591
Algeria: Occorre il visto per l’Algeria. Provvediamo ad ottenere l’invito e il visto, inviate con la scheda di prenotazione (in ogni caso in tempo utile per il rilascio) il passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese, 4 foto tessera, il certificato di residenza, la busta paga o l’attestato di lavoro oppure il cedolino inps per i pensionati, la copia dell'estratto conto bancario o postale ed il modulo compilato in tutte le parti SCARICABILE QUI.
Nota importante: ai fini dell'ottenimento del visto indicare nel modulo: il nome e cognome dei genitori, la professione svolta con l'indirizzo del datore di lavoro.
Algeria: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Giorni 1-3
In volo fino ad Algeri e da lì proseguiremo per Ghardaia, dove ci aspetta la meravigliosa Pentapoli: fondata dagli Ibaditi intorno all’anno 1000, ne scopriremo la struttura, le moschee con la torre, i mercati e le mura difensive. Ammireremo la moschea sotterranea di El Atteuf, l'architettura piramidale di Beni Isguen e vedremo all'opera le foggara, un ingegnoso sistema di irrigazione che ha trasformato l'arido deserto in oasi rigogliose.
Giorni 4-7
Lasceremo Ghardaia e ci dirigeremo verso El Golea, fino a Timimoun, l’oasi più vasta del Grand Erg Occidentale. Qui scopriremo l'architettura tradizionale in ocra rossa e in stile neo-sudanese, con lo ksar, circondato da mura che si aprono sul palmeto. A bordo dei 4x4, esploreremo il deserto circostante con il circuito della shebka, tra oasi, villaggi rupestri e dune, culminando con un tramonto spettacolare sul mare di sabbia rosso fuoco.
Giorni 8-10
Proseguiremo da Timimoun a Beni Abbes, oasi affacciata sull’Oued Saoura, incorniciata da una grande duna dorata. Raggiungeremo poi Taghit, con il palmeto e lo ksar ai piedi dell’oceano di dune del Sahara, restaurato con tecniche tradizionali. Ammireremo panorami che uniscono l’Erg Occidentale e l’Atlante. Da Bechar prenderemo quindi un volo per Algeri, dove visiteremo l'antica kasbah, Notre Dame d’Afrique e la vicina Tipaza, il meraviglioso sito archeologico affacciato sul mare.
COSA DICONO I VIAGGIATORI
“Un viaggio che va oltre le aspettative e ti resta nel cuore per i suoi colori, per l'oceano sconfinato di dune dorate e soprattutto per l'accoglienza del suo popolo. In questo viaggio avremo infatti l'occasione di entrare nelle case private, condividere i pasti con le famiglie del luogo ed entrare in contatto con le loro tradizioni più autentiche. Le ksour appaiono tra i palmeti come veri e propri miraggi, con i colori caldi della terra e un'atmosfera che ci porta indietro nel tempo. Ma l'esperienza che vale il viaggio, assieme alle atissime dune sahariane, è sicuramente Ghardaia: la pentapoli dove gli ibaditi trovarono il loro rifugio, è oggi un luogo pieno di fascino e di storia che saprà traportarci nelle magiche atmosfere di un romanzo d'avventura" (Susanna C.)
Dall’alba dei tempi l’uomo del deserto con il suo genio e la sua immaginazione ha saputo adattarsi ad un contesto selvaggio ed inospitale. Ha costruito i ksour, villaggi fortificati, per ripararsi dagli agenti atmosferici, ma anche dai nemici. Ha cercato l’acqua, ha costruito ingegnosi sistemi idrici, ha dato vota a rigogliosi palmeti e giardini paradisiaci, fondando così a una civiltà che ci sorprende per armonia e integrazione dell’architettura nel suo ambiente originario.
GHARDAIA E LA PENTAPOLI IBADITA
Arrivati in volo ad Algeri, una coincidenza ci porterà direttamente a Ghardaia, dove dedicheremo una giornata alla visita della Pentapoli. Le cinque città, frutto di un'urbanistica attentamente pianificata, furono fondate attorno all’anno 1000 dagli Ibaditi, un ramo islamico tollerante moderato, perseguitato e cacciato verso ovest dai musulmani più integralisti. Questi cinque centri riportano tutti la medesima struttura architettonica: la moschea al centro, nel punto più alto, con il minareto a torre per osservare l'esetrno e le abitazioni di nobili, religiosi e mercanti tutte attorno in ordine decrescente d'importanza. Sull'anello più esterno il mercato e infine, le alte mura di fortificazione che proteggevano dal vento e dai nemici. Nella Pentapoli le donne, che ancora rifuggono gli sguardi stranieri, si muovono nelle strette viuzze avvolte nei loro haik, lunghi teli bianchi che lasciono scoperto solo un occhio.
Nonostante la struttura simile, ogni città ha una sua caratteristica. El Atteuf, la più vecchia, ha una notevole moschea sotterranea; Sidi Brahim, tutta bianca, presenta delle asimmetrie che pare abbiano ispirato Le Corbusier. Bou Noura ha la moschea in puro stile mzabita, perfettamente conservata, sulla sommità della collina. Beni Isguen, la città santa, presenta un’architettura che si erge in forma piramidale sul colle dominato dal minareto berbero. E infine Ghardaia, la capitale, con l’ex quartiere ebraico, il suq e la piazza elevata con i mercanti di tappeti e il pozzo tradizionale al centro.
Anche i cimiteri seguono una tradizione particolare: le tombe sono spoglie e anonime, decorate solo con vasi e cocci di terracotta, secondo un'antica usanza preislamica. Lo scopo era quello di non creare distinzioni tr aricchi e poveri e far si che i fedeli, non potendole col tempo distinguerle, prehassero per i defunti in generale e non solo per i propri familiari.
Un altro esempio di sorprendente ingegneria sono le foggara del palmeto di Ghardaia: un sistema molto articolato di tubature sotterranee per la conservazione e la distribuzione delle acque attraverso la dighe a pettine, i pozzi , le prese d’aria e la canalizzazione che consentiva l'irrigazione delle terre e degli orti.


TIMIMOUN E LE KSOUR
Lasciata Ghardaia, proseguiremo per El Golea e da li verso Timimoun, l’oasi più vasta del Grand Erg Occidentale, dalla caratteristica architettura con edifici in ocra rossa in stile neo sudanese. E' abitata da berberi e discendenti maliani con lo ksar racchiuso da mura che comunicano direttamente con il palmeto.
Timimoun è stata da sempre centro carovaniero, luogo di incontri e scambi sia commerciali che culturali. L’architettura, che a prima vista appare rudimentale, è in realtà estremamente razionale e armoniosa, perfettamente inserita tra gli elementi naturali. Anche a Timimoun l’acqua viene trasportata e gestita secondo l’antico sistema delle foggara con le lunghe gallerie sotterranee leggermente inclinate per mezzo delle quali l’acqua viene attinta da falde lontane e convogliata per scorrimento alle oasi.
Dedicheremo una giornata ad un'escursione nel deserto attorno a Timimoun, percorrendo il circuito della shebka: un percorso tra oasi rigogliose, piccoli villaggi scavati nella roccia e grandi dune che si alternano a lievi ondulazioni. Uno scenario di grande fascino che avrà il suo culmine al tramonto quando il nostro sguardo si perderà nel mare di sabbia dipinto di rosso.
Volendo, potremmo modificare il programma e dedicare una giornata alla visita del meraviglioso Ksar Draa: una costruzione che ha suscitato la curiosità di molti archeologi sia per la sua forma circolare che per la posizione particolarmente isolata. Per raggiungerlo sarà necessario attraversare un lungo tratto di dune altissime in mezzo al Sahara (escursione con supplemento da richiedere a parte).
APPROFONDIMENTO
Si tratta di un complesso e ingegnoso sistema di canalizzazione sotterranea che raccoglie l'acqua delle sorgenti o delle falde acquifere e la ridistribuisce ai palmeti e ai campi coltivati, riducendone l'evaporazione. Lungo i canali sono disposti dei pozzi verticali per consentire il controllo e la manutenzione del flusso d'acqua. In base a precise regole comunitarie e al numero di palme che si possiede, ogni utente l'acqua ha diritto a una quantità d'acqua proporzionata alla dimensione del suo terreno, regolata da un sistema di orologi ad acqua o sabbia. In questo modo, l'utilizzo di una risorsa così importante è equo e sostenibile.


DA BENI ABBES AD ALGERI
Da Timimoun proseguiamo per Beni Abbes: appoggiato sul fianco di un piccolo altipiano, domina una bella oasi con oltre diecimila palme e alberi da frutto e si affaccia sulla riva sinistra del fiume Oued Saoura. La vista a strapiombo sui giardini compone una bella armonia con la grande duna dorata che annuncia a nord l’inizio del Grande Erg.
Da qui raggiungeremo Taghit: l’oasi appare all’improvviso e fa mancare il respiro! Ci sembrerà un miraggio, con il palmeto e lo ksar sullo sfondo di un’enorme duna dorata. L’oceano di dune dell’Erg occidentale si ferma alle abitazioni lambendole con la sabbia: finalmente il deserto del Sahara! Sotto l’egida dell’Unesco, questo ksar è stato oggetto di un restauro conservativo rispettoso del materiale e delle tecniche sahariane. E’ un susseguirsi di corridoi labirintici, di cortili dove circola aria fresca, di notevoli angoli prospettici, di cortili e di porte che consentono una bella vista sul palmeto. Dall’alto della falesia, ultima propaggine della catena dell’Alante, antiche rovine di mura testimoniano il susseguirsi di civiltà che si sono adoperate per il controllo dell'accesso all’oasi, da quella numidica a quella ottomana fino alle guarnigioni francesi. Il fascino del luogo è dato dalla vista che si gode, con il wadi che separa le dune dorate dell’Erg Occidentale dall’altopiano roccioso dell’Atlante.
Ultima breve tappa verso Bechar da cui, in volo, raggiungeremo Algeri. Qui faremo una sosta di una giornata per visitare la kasbah e la città più moderna con la Basilica di Notre Dame d'Afrique e il Memoriale ai Caduti. Dedicheremo qualche ora anche alla vicina Tipaza, sito archeologico di notevole rilievo: i resti delle ville, la grande basilica e l'anfiteratro si affacciano direttamente sul mare creando un contesto unico e molto suggestivo.
