ALGERIA KSOUR E DESERTI Viaggio di gruppo • Adventure • Nord Africa
Un viaggio di gruppo nei grandi deserti, a Timimoun e alla sua affascinante Sebka, attraversando paesaggi di dune dorate e vasti laghi salati. Esplorando antiche kasbah, villaggi oasi e scoprendo la cultura e le tradizioni locali. Un'avventura emozionante tra le meraviglie naturali e storiche del deserto algerino.
Francesco BERTOTTI - Tel. 348 7332591
Algeria: Occorre il visto per l’Algeria. Provvediamo ad ottenere l’invito e il visto, inviate con la scheda di prenotazione (in ogni caso in tempo utile per il rilascio) il passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese, 4 foto tessera, il certificato di residenza, la busta paga o l’attestato di lavoro oppure il cedolino inps per i pensionati, la copia dell'estratto conto bancario o postale ed il modulo compilato in tutte le parti SCARICABILE QUI.
Nota importante: ai fini dell'ottenimento del visto indicare nel modulo: il nome e cognome dei genitori, la professione svolta con l'indirizzo del datore di lavoro.
Algeria: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Per l'ottenimento del visto si è resa obbligatoria la duplicazione dell’assicurazione EuropAssistance con il massimale a 100.000 euro
Dall’alba dei tempi l’uomo del deserto con il suo genio e la sua immaginazione ha saputo adattarsi ad un contesto selvaggio ed inospitale. Ha costruito i ksour per ripararsi e per la sua sicurezza. Ha cercato l’acqua, creato palmeti e giardini paradisiaci dando vita così a una civiltà che ci sorprende per armonia e integrazione dell’architettura nel suo ambiente.
Da Algeri voliamo a Ghardaia, una giornata dedicata alla visita della “pentapoli” i cinque centri dell’urbanistica ugualmente pianificata. Sono città fondate dopo l’anno 1000 dagli Ibaditi, un ramo islamico moderato, perseguitato e cacciato verso ovest da correligionari più integralisti. Le pentapoli hanno la moschea nel punto più alto, attorno ci sono le abitazioni dei nobili religiosi e non, poi scendendo via via le varie professioni, una zona di scambio (mercato) e le mura. In queste città le donne girano in un lungo telo bianco dal quale fanno spuntare un solo occhio. El Atteuf la più vecchia (1011) con la notevole moschea sotterranea Sidi Brahim, tutta bianca la cui asimmetria pare abbia ispirato Le Corbusier. Bou Noura (1048) con la moschea in puro stile mzabita sulla sommità della collina e lo ksar abbandonato. Beni Isguen (1050) la città santa con un’architettura ben conservata che si erge in forma piramidale sulla collina dominata dal minareto berbero .Tour Bouoilla Ghardaia, la capitale, con l’ex quartiere ebraico e la piazzetta più elevata con il pozzo e la consueta palma. Poi il cimitero dalla tipica distesa di tombe anonime se non fosse per un’antica usanza preislamica di distinguerle con vasi e cocci di terracotta. La Moschea di Ammi Sayd la cui tomba a cinque pennacchi ditiformi si trova nei paraggi. E’ quasi sotterranea con una cripta semibuia e una sala di preghiera raggiungibile attraverso un corridoio con arcate irregolari, giochi di volumi e fughe di luce in puro stile mozabita. La foggara nel palmeto di Ghardaia è un’opera di sorprendente ingegneria per la conservazione e la distribuzione delle acque attraverso la diga a pettine, i pozzi , le prese d’aria e la canalizzazione che consentiva la coltivazione delle terre e degli orti.
Si prosegue per El Golea e quindi Timimoun l’oasi più vasta del GEO dalla caratteristica architettura con edifici in ocra rossa in stile neo sudanese. E' abitata da berberi e discendenti maliani con uno ksar chiuso tra mura che comunica direttamente con il palmeto. Timimoun è stata da sempre centro carovaniero luogo di incontri di scambi commerciali ma anche culturali, l’architettura che a prima vista appare rudimentale è in effetti razionale e armoniosa inserita in elementi naturali. A Timimoun l’acqua viene trasportata secondo l’antico sistema delle foggara con lunghe gallerie sotterranee leggermente inclinate per mezzo delle quali l’acqua viene attinta a falde lontane e convogliata per scorrimento alle oasi. Nei dintorni di Timimoun il circuito della sebka, il grande lago asciugato, offre uno scenario di piccoli villaggi scavati nella roccia, grandi dune che si ergono improvvise per poi divenire piccole serie di ondulazioni, di grande fascino.
Da Timimoun proseguiamo per Beni Abbes appoggiato sul fianco di un piccolo altopiano domina una bella oasi di 10000 palme e alberi da frutto costeggiando i meandri del letto della Saoura. La vista a strapiombo sui giardini compone una bella armonia con la grande duna dorata che annuncia a nord l’inizio del Grande Erg. Quindi Taghit : l’oasi appare all’improvviso e fa mancare il respiro, sembra un miraggio, con il palmeto e ksar sullo sfondo di un’enorme duna dorata. L’oceano di dune dell’Erg occidentale si ferma alle abitazioni lambendole con la sabbia: finalmente il deserto. Visitiamo lo ksar su sui si è proceduto ad un restauro conservativo rispettoso del materiale e delle tecniche sahariane sotto l’egida dell’Unesco. E’ un susseguirsi di corridoi labirintici, di cortili dove circola aria fresca, di notevoli angoli prospettici, di cortili e di porte che consentono una bella vista sul palmeto. Dall’alto della falesia, ultime propaggine della catena dell’Alante, antiche rovine di mura testimoniano il susseguirsi di civiltà che si sono adoperate per il controllo dell'accesso dell’oasi, da quella numidica a quella ottomana fino alle guarnigioni francesi. Il fascino del luogo è dato dalla vista che si gode con il wadi che separa le dune dorate dell’erg occidentale dall’altopiano roccioso dell’Atlante.
Ultima breve tappa per Bechar dove ci attende il volo interno che ci riporta ad Algeri. Tempo permettendo visiteremo la kasbah dalla parte alta fino a Piazza dei Martiri. Questo antico quartiere un pò leggendario e un pò misterioso scende verso il mare con i suoi vicoli labirintici, le sue scalinate e le antiche moschee i palazzi ottomani e le botteghe degli antichi mestieri. Il viaggio termina qui, con il volo di rientro in Italia.