ATLANTE SAHARIANO Viaggio di gruppo • Adventure • Nord Africa
Alla scoperta dell'Algeria e dello sconosciuto Grand Erg Occidentale, attraversando maestose dune e ammirando paesaggi desertici unici. Scopriremo insieme antiche oasi, villaggi berberi e spettacolari formazioni rocciose, immergendosi nella cultura locale e nei silenzi del deserto. Un'avventura affascinante tra sabbia, storia e tradizioni.
Algeria: Occorre il visto per l’Algeria. Provvediamo ad ottenere l’invito e il visto, inviate con la scheda di prenotazione (in ogni caso in tempo utile per il rilascio) il passaporto integro, con validità residua di almeno 6 mesi dall’ingresso nel Paese, 4 foto tessera, il certificato di residenza, la busta paga o l’attestato di lavoro oppure il cedolino inps per i pensionati, la copia dell'estratto conto bancario o postale ed il modulo compilato in tutte le parti SCARICABILE QUI.
Nota importante: ai fini dell'ottenimento del visto indicare nel modulo: il nome e cognome dei genitori, la professione svolta con l'indirizzo del datore di lavoro.
Algeria: non ci sono vaccinazioni obbligatorie.
Un viaggio nel Grande Erg Occidentale ricco di scoperte, di avventure, di bellezze e meraviglie, quelle dell’uomo e quelle della terra. L’Atlante è una terra dove coabitano dune di sabbia, laghi, montagne. Una terra di misteri dove l’uomo ha lasciato le sue impronte da 7000 anni.
Dall'Italia ad Algeri ed in coincidenza verso il sud. Arrivo a Ghardaïa, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nella valle della M’Zab, e visita alla pentapoli: El Atteuf (città millenaria), Buonora, Beni Isghen, Melika. Un ingegnoso sistema di distribuzione dell’acqua irriga i palmeti attraverso pozzi e canali sotterranei. Sono città fondate dopo l’anno 1000 dagli Ibaditi, un ramo islamico moderato, perseguitato e cacciato verso ovest da correligiosi più integralisti. Le pentapoli hanno la moschea nel punto più alto, attorno ci sono le abitazioni dei nobili religiosi e no, poi scendendo via via le varie professioni, una zona di scambio (mercato), e le mura. In queste città le donne girano avvolte in un lungo telo bianco dal quale fanno spuntare un solo occhio.
Si parte verso l’Atlante sahariano per una strada asfaltata che tocca Metlili des Chaambas. Costeggiamo il grand Erg occidentale in direzione di Brézina. La regione è ricca di centinaia di incisioni rupestri, palmeti, grotte profonde non completamente esplorate. Visitiamo lo ksar legato alla leggenda della capo tribù Embarka Bent el Khass e se possibile le impronte di dinosauro di El Mezioud. Da Brézina verso Ovest e la cittadina di El Abiadh Sidi Cheikh con la kouba (mausoleo) del grande sufi, méta di pellegrinaggi, e il villaggio di Arbaouet con l’incisione rupestre dello scorpione gigante. Quindi lo ksar (villaggio fortificato) di Chellala. Visitiamo il grande ksar di Bousamghoun, punto d’incontro delle carovane che portavano oro e schiavi già nel terzo secolo preislamico e ancora avvolto in un’atmosfera fuori dai tempi. In questo villaggio si trova la Zaouia Tidjania, centro religioso che ospita la confraternita islamica della Tidjania molto presente nell’Africa occidentale. Segue una via islamica ispirata al sufismo che parte dal presupposto di essere la sintesi di tutti i percorsi islamici anteriori alla sua fondazione. Il villaggio vanta una dei migliori esempi di “foggara”: un ingegnoso e non ancora completamente compreso sistema di irrigazione per mezzo di un canale sotterraneo con piccoli pozzi in superficie comunicanti che si basa sull’inclinazione del tunnel e sulla differenza di temperatura. Si prosegue verso il sito storico della montagna Tamadda, con belle rappresentazioni di rinoceronti, elefanti, gazzelle, scorpioni appartenenti al c.d. periodo bubalino per la presenza del Bubalus antiquus, oggi scomparso, quando la grande fauna selvaggia abitava le steppe ed i fiumi che il tempo ha trasformato nel Grande Sahara. Di eccezionale fascino la grande signora con i due cani al guinzaglio.
Eccoci infine alla cittadina di Aïn Sefra, la più settentrionale estensione di dune in Algeria con la grande duna rosa che domina la città, imbiancata nel gennaio "17da una straordinaria nevicata. Nel cimitero musulmano riposa la scrittrice e avventuriera Isabelle Eberhardt annegata nel 1904 in una improvvisa piena. Vicino ad Aïn Sefra, nella località di El Djir, conosciuta anche come Oualakak (Sfissifa), sono stati rinvenuti piccoli frammenti si scheletro e del cranio di un dinosauro. Purtroppo i resti sono così piccoli che la visita al Musée du Dinosaure de Rouis El Djir può risultare deludente.
Si va verso El Baydah, quindi Ksar El Ghassoul risalente all’11° secolo e nelle vicinanze incisioni rupestri di branchi di asini, scene di caccia, leoni (potremmo visitarlo anche da Brézina). Raggiungiamo la famosa e unica rappresentazione del montone di Boualem, proseguendo poi verso El Guicha dove ammiriamo i grandiosi paesaggi del sito naturale di Anfus e la famosa incisione adottata dall’Unicef per il programma della protezione dell’infanzia che rappresenta l’elefante che protegge il suo piccolo dall’assalto della pantera. Non sono meno belle le incisioni con il combattimento dei bufali, e quelle con i cavalli. Laghouat viene considerata la capitale intellettuale del Sahara essendo sede di una Università, nei pressi visiteremo la zaouia di Aïn Madhi e li Palazzo di di Korduane, costruito per la principessa Lalla Yamina Tidjani, Aurélie Picard, giovane bella francese andata in sposa ad un capo della confraternita.. Da Laghouat in 4x4 o in aereo ad Algeri dove, in mancanza di una coincidenza diretta per l’Italia passeremo l’ultima notte algerina con ricco piatto di pesce in uno dei numerosi ristorantini del porto.