Un viaggio straordinario, dalla città dei sette colli di Cagliari, alle isole di Sant’Antioco e di Carloforte, alle spiagge sconosciute al turismo di massa, ai parchi geo-minerari e ai villaggi nuragici.
Giorgio MANNU - Tel. 3284140035
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CAGLIARI
Una storia millenaria che deve la sua evoluzione ai vari popoli che si sono succeduti nella città : Nuragici, Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Pisani, Aragonesi, Catalani, Spagnoli e Piemontesi (Regno di Sardegna).
Cagliari sorge su sette colli, come altre quindici città al mondo:
il colle del Castello, nel centro storico con le sue stradine che conducono a gioielli architettonici, come la Cattedrale, le torri dell’Elefante e di San Pancrazio, il Palazzo Regio, la Cittadella dei musei;
il colle della Basilica e il Santuario della Madonna di Bonaria, da cui la città di Buenos Aires ha preso il nome;
il colle di Monte Urpinu con viste panoramiche sulla città e sul golfo;
il colle di Monte Claro, col suo ampio parco;
il colle di San Michele col suo castello del XIII secolo;
il colle di Sant’Elia con il suo faro e il promontorio di Calamosca e della Sella del Diavolo, rivolto verso la spiaggia di otto chilometri del Poetto e al parco dello stagno di Molentargius, habitat di numerosissimi fenicotteri rosa;
il colle di Tuvixeddu, che ha la più grande necropoli punica ancora esistente.
NORA
Uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna, snodo del commercio nonché porto fenicio-punico e romano, un viaggio nel tempo della storia sarda con testimonianze millenarie perfettamente conservate.
Tra le antiche vie lastricate, si può ancora ammirare uno degli edifici meglio conservati di Nora, il bellissimo teatro, costruito agli inizi del I secolo a.C.
BAIA DI CHIA E DINTORNI
L’antico villaggio di Chia, importante centro fenicio e poi romano col nome di Bithia, si trovava in una piccola insenatura dove oggi è presente una delle tante torri costiere nel XVII secolo costruite dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari.
La baia ha una lunga distesa di candida sabbia circondata da alte dune, ricoperte di ginepri secolari di fronte al mare verde smeraldo, un vero e proprio spettacolo della natura
TUERREDDA
Una morbidissima spiaggia bianca protetta dal vento, con l’omonima isola di Tuerredda a 150 metri, raggiungibile a nuoto o in pedalò, un paradiso per chi pratica snorkeling, grazie alla trasparenza del mare con colori che spaziano dal blu dei fondali al celeste e al verde, come in un paesaggio tropicale o caraibico.
DUNE DI PORTO PINO
Uno sconfinato deserto di soffice e finissima sabbia bianca di incomparabile bellezza, modellata dal maestrale, che si immerge dolcemente nel mare in un quadro paradisiaco puntellato da gigli di mare e da ginepri.
Fin dall’epoca fenicio-punica la sua insenatura fu usata come scalo, per poi divenire centro mercantile sotto la dominazione romana.
Nel centro abitato di Porto Pino c’è il Nuraghe Arresi che sorge tra le due chiese, vecchia e nuova, dedicate a Sant’Anna. Altra eredità nuragica è l’area archeologica di Coi Casu che risale all’età del bronzo.
GROTTE IS ZUDDAS
Uniche al mondo per le loro peculiarità , fanno parte di un complesso reticolo di cavità sotterranee costituite da rocce dolomitiche risalenti a circa 530 milioni di anni.
Accanto a spettacolari stalattiti, stalagmiti e colate simili a cascate pietrificate, ci sono grossi ciuffi di cristalli simili ad aghi che, accrescendosi, hanno generato candidi fiori di roccia e intrecci di filamenti sviluppati in ogni direzione. La grotte hanno diverse sale, ognuna delle quali si differenzia per la particolarità delle concrezioni.
ISOLA DI SANT’ANTIOCO
Il centro abitato di Sant’Antioco che è la più antica città d’Italia (800 a.C.), rappresentava un punto di approdo fondamentale al centro del Mediterraneo.
L’omonima isola è costellata da attrazioni storiche e culturali, come il Tofet (tipico santuario fenicio, dove venivano cremati e sepolti in urne i bambini), le domus de janas (tombe preistoriche scavate nella roccia, tipiche della Sardegna), i menhir e le aree nuragiche.
Lungo la costa: Capo Sperone con le vicine isole della Vacca e del Toro, rivolte verso una collina di 175 metri che ha uno dei rari vecchi semafori navali delle coste sarde, attivo fino all’avvento della radio su larga scala; la spiaggia di Cala Sapone, resa ancora più suggestiva dai resti di una tonnara ottocentesca; la Spiaggia Grande, amata dai surfisti; la scogliera del Nido dei Passeri, con rocce a strapiombo sul mare a circa 20 metri di altezza; l’Arco deiBaci, con una piscina naturale profonda cinque metri dove è possibile ammirare fondali suggestivi ricchi di vita marina; lo scoglio Mangiabarche, in mezzo al mare, col suo faro solitario dal fascino sinistro.
ISOLA DI SAN PIETRO
Ha un unico centro abitato, Carloforte, secondo il famosissimo motore di ricerca internazionale di voli “Skyscannerâ€, il più bello tra i comuni in Sardegna,. è stato fondato nel 1736, durante il regno di Carlo Emanuele III, da una colonia di pescatori liguri le cui origini sopravvivono nel dialetto, nei costumi e nell’urbanistica stessa del paese.
La piccola isola, di origine vulcanica, ha scogliere alte e frastagliate che degradano in modo aspro verso il mare cristallino, insenature con calette e un’incredibile varietà di spiagge: sabbiose, rocciose, di ciottoli e di ghiaia; fra queste: La Bobba, Girin, La Caletta e Cala Fico; quest’ultima è situata in una piccola baia dal paesaggio lunare in un’area protetta della LIPU che organizza birdwatching guidati per vedere i falchi della regina che ogni anno arrivano a Carloforte dal Madagascar per nidificare.
A bordo di una barca d’epoca si può fare un’escursione di una giornata attorno all’isola per vedere, tra l’altro, Le Colonne, le Grotte della Mezzaluna, Capo Sandalo con il faro più occidentale dell’Italia, Cala Vinagra, le piscine naturali di Nasca e la grotta di Punta delle Oche, con diverse soste per bagni e snorkeling.
PORTO FLAVIA
E’ un porto di archeologia industriale sospeso tra cielo e mare che si affaccia sul suggestivo faraglione di Pan di Zucchero, alto 133 metri, che si erge a poca distanza dalla costa.
Nel 1882 Gabriele D’Annunzio, che visitò la vicina miniera per conto della rivista “Cronaca bizantinaâ€, descrisse in un articolo le disumane condizioni in cui gli operai lavoravano, quando ancora Porto Flavia non esisteva. Venne realizzato nel 1924 con un ingegnoso sistema che rivoluzionò il tradizionale sistema di trasporto dei minerali di galena, fino ad allora assicurato dai marinai chiamati “galanzieri†che li portavano a spalla sulle barche a vela, chiamate “bilancelle†con destinazione Carloforte dove venivano caricati nelle navi che li distribuivano a tutto il mondo.
La miniera è visitabile con un tour guidato, mentre il porto, unico al mondo, può essere ammirato anche dal mare con una gita barca che può prevedere anche la via ferrata di Pan di Zucchero con una guida alpina.
SPIAGGIA DI CALA DOMESTICA
E’ un’incantevole insenatura con sabbia molto soffice dal colore bianco-ambrato protetta da scogliere rocciose. Una piccola galleria, scavata dai minatori, conduce a una cala nascosta, chiamata la Caletta. è presente una torre aragonese risalente al periodo tra il XVII e XVIII secolo di circa 10 metri d'altezza, utilizzata anche durante la Seconda Guerra Mondiale come torre d'avvistamento.
SCIVU
Non facile da raggiungere, perciò ancora più affascinante, è una perla incontaminata della Sardegna con dune di sabbia, mare turchese e lussureggiante vegetazione. Un paradiso simile a un’oasi desertica, tre chilometri di finissima e soffice sabbia dorata, detta "parlante" per via dell’eco che emana camminandoci sopra, nel silenzio interrotto solo dai versi dei gabbiani e dalla cupa risacca
INGURTOSU
Era un insediamento minerario fra più grandi e produttivi della Sardegna. Ora è un villaggio fantasma, inserito nella rete Unesco, immerso in un’atmosfera suggestiva con paesaggi fuori dal tempo: ruderi di case, impianti e pozzi, enormi cumuli di materiali di scarto e carrelli arrugginiti. Le umili dimore dei minatori contrastano con l’imponente palazzo in granito della direzione, detto “castelloâ€, costruito nel 1870 in stile neo medievale, ancora integro.
OASI NATURALISTICA DUNE DI PISCINAS (ARBUS)
Una meravigliosa oasi lontana da tutto, raggiungibile solo percorrendo una strada sterrata, con imponenti e sinuose dune di sabbia fine alte fino a 60 metri, modellate dal maestrale, che si estendono dall’entroterra per vari chilometri sino a tuffarsi nel mare azzurro, sconfinato e lucente. L’imperdibile spiaggia, inserita tra le più belle del mondo da National Geographic, ha dimensioni tali che permettono sempre un tranquillo isolamento anche perché i centri abitati sono molto lontani e le strutture ricettive sono solamente un campeggio e un albergo a ridosso delle dune.
MONTEVECCHIO
Patrimonio Unesco, è un sito del parco geominerario della Sardegna che si visita attraverso quattro itinerari: “palazzina della direzioneâ€, “Sant’Antonioâ€, “officine†e “Piccalinnaâ€. I figli dei minatori venivano ospitati nella vicina colonia marina di Funtanazza, un’imponente struttura, ora abbandonata, composta da più edifici e piscine, situata in una spiaggia con scogliere ricoperte da una fitta macchia mediterranea e grandi rocce basaltiche che nascondono piccole grotte.
Laguna di marceddì
Antico approdo in placide acque di una laguna, dove ancora oggi i pescatori di un piccolo borgo, che vivono in caratteristiche abitazioni, custodiscono tradizioni secolari e attrazioni naturalistiche che si fondono con l’archeologia.
CABRAS
Nel paese di Cabras, è imperdibile il Civico Museo Archeologico che custodisce la maggiore scoperta archeologica di fine del XX secolo nel Mediterraneo: le statue di pietra dei Giganti di Mont’e Prama, simbolo dell’Isola.
SAN SALVATORE DI SINIS E THARROS
San Salvatore di Sinis, è un villaggio abitato soltanto pochi giorni a settembre, in occasione della Corsa degli Scalzi. La somiglianza a paesaggi americani di frontiera ha fatto sì che fosse affittato a produttori cinematografici, diventando villaggio di Arizona o Nuovo Messico, saloon incluso. La borgata medioevale, il cui aspetto attuale risale al dominio spagnolo, deve il nome alla chiesa di San Salvatore, sorta nel secondo XVII secolo, eretta su un santuario preistorico scavato nella roccia. Nella vicina penisola c’è la città abbandonata di Tharros, affacciata sul mare, insediamento nuragico, emporio fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana e capoluogo bizantino.
SPIAGGIA DI IS ARUTAS
Uno scenario abbagliante, con centinaia di metri di finissimi e tondeggianti granelli di quarzo colorati. Tutto il litorale, assieme alle spiaggia di Mari Ermi, è contornato da rocce arenarie che infondono la sensazione del deserto. A impreziosire il sito contribuisce la prospiciente isola di Mal di Ventre che si può raggiungere in gommone da Putzu Idu; è un’oasi naturalistica dalla forma inconsueta dove nidificano le tartarughe marine e nei cui abissi si celano relitti di ogni epoca.
NURAGHE LOSA
Una delle più celebri, ben conservate e rappresentative testimonianze megalitiche della civiltà nuragica. Intorno ci sono i resti di un esteso insediamento, immerso nel verde della macchia mediterranea, testimone di vicende millenarie, dall’età nuragica all’epoca romana, con monumenti funerari e di culto, tra cui una tomba di Giganti, costruita con blocchi perfettamente lavorati.
TEMPIO NURAGICO A POZZO DI SANTA CRISTINA
Il tempio a pozzo di Santa Cristina (XII secolo a.C.) è il più mirabile e raffinato esempio di tecnica edilizia culturale dell’età nuragica. Una scalinata di 25 gradini conduce, in discesa, a una camera con volta a tholos che ha una vasca scavata nella roccia con acqua proveniente da una falda perenne. è un’espressione architettonica preistorica del paese di Paulilatino, famoso, oltre che per i siti nuragici, anche per le domus de janas, i dolmen e i menhir.
GIARA DI GESTURI
Un’inespugnabile fortezza naturale, con pareti a scarpata simili a bastioni, a lungo baluardo contro gli invasori. è celebre per i suoi cavallini, caso unico in Europa di colonia equina selvaggia, che galoppano allo stato brado in piccoli gruppi tra i cespugli, si rifugiano all’ombra delle sugherete, si abbeverano nelle paludi e si nutrono di ranuncoli. La folta criniera, la lunga coda e la corporatura agile conferiscono loro una grazia sorprendente. A completare la fauna ci sono cinghiali, donnole, lepri, martore, volpi e 60 specie di uccelli.
VILLAGGIO NURAGICO SU NURAXI
Il villaggio nuragico di “Su Nuraxiâ€, inserito nel 1997 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, sorge nel comune di Barumini, L’insediamento umano è cresciuto attorno a un maestoso nuraghe centrale detto proprio “Su Nuraxiâ€, che, costruito in diverse fasi a partire dal XV secolo a.C., dà ilnome al complesso.
In tempi recenti, i lavori di restauro dell’antica residenza nobiliare “Casa Zapataâ€, attualmente sede del polo museale omonimo, hanno portato alla luce un secondo nuraghe chiamato “Su Nuraxi ‘e Cresia“.