Avventure nel Mondo

Viaggiare in Arabia Saudita

Informazioni necessarie, consigli, norme di comportamento e cosa vedere in Arabia Saudita

Se c’è un’ultima frontiera del turismo, questa è l’Arabia Saudita المملكة العربية السعودية. Luogo di nascita e sede spirituale dell’islam. Per i musulmani, le città della Mecca e Medina, che videro le predicazioni del profeta Maometto, non hanno pari al mondo. I viaggi in Arabia Saudita sono autentiche esplorazioni in un paese che si è appena aperto al turismo internazionale. Ricordiamoci che l'Arabia Saudita ha aperto le sue porte a settembre ‘19 e che, finora, è stata abituata a ricevere un unico tipo di turismo, quello religioso: sono tre milioni i musulmani stranieri, infatti, che ogni anno compiono il pellegrinaggio verso la Mecca.

Noi di Avventure siamo stati tra i primi viaggiatori ad arrivare in Arabia Saudita: i Sauditi sono curiosi e gentili, ed è molto probabile che vi invitino a bere il tè e a condividere datteri e chiacchiere; a noi è successo nella Hisma Valley ed è stato un momento unico. 

C’è una gran differenza tra Jeddah (molto più aperta) e il resto dell’Arabia, soprattutto nei confronti delle donne. Fino a tre anni fa non potevano guidare e avevano ancora l’obbligo dell’Abaya.

L’Arabia Saudita è un paese con una storia importante che si respira sia nella parte di Hail e Sakakah sia nella parte più conosciuta di Al Ula.

I paesaggi sono maestosi nella parte ovest con scenari di deserto e wadi molto belli. La parte est è caratterizzata dal deserto del Nafud e molto ricca di storia e ambienti autentici.

Cambierà ma, al momento, l’ambiente è ancora preservato dall’impatto turistico, salvo la zona di Al Ula e TAbuk da tempo meta di turismo interno ed è per questo che l'Arabia Saudita merita, quanto prima, un viaggio da farsi seguendo itinerari da un minimo di 9 fino a 16 giorni. Le altre zone vivono in modo tradizionale e autonomo non percependo la presenza dei turisti che non hanno impatto sulla vita locale.

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Foto di Roberto Rizzente

Cosa Occorre per entrare in Arabia Saudita?

Il visto si ottiene online su https://visa.visitsaudi.com, ma se opterai per uno dei nostri viaggi potremo occuparci noi dell’ottenimento. In ogni caso, tieni presente che il passaporto deve avere una validità residua di almeno 6 mesi dalla data di uscita dal paese.

Come vestirsi per andare in Arabia Saudita?

Come potrai ben immaginare, essendo un paese musulmano, in Arabia Saudita è opportuno vestirsi nel rispetto della cultura locale.

Gli uomini dovranno indossare pantaloni lunghi, senza strappi e magliette, anche a maniche corte.

Le donne invece dovranno optare per pantaloni o gonne lunghe, anch’esse senza strappi, e magliette anche a maniche corte, ma non scollate o aderenti. In linea generale non è necessario tenere il viso coperto, ma fa eccezione la visita a Medina dove è necessario avere l’Abaya, un abito lungo nero che arriva alle caviglie con il velo che copre interamente la testa. E’ possibile acquistare l’abaya al suq di Tabuk per circa 15 dollari.

Fai attenzione a cosa inserisci nel bagaglio

Le autorità doganali saudite controllano le importazioni nel paese di articoli proibiti come le bevande alcoliche, le armi, la carne suina ed altri articoli considerati contrari ai principi dell’Islam, tra cui il materiale a carattere pornografico. L’autorità postale e doganale è molto severa nell’applicazione di tale principio e considera pornografia anche le normali pubblicazioni occidentali (settimanali, ecc.) o cataloghi commerciali. Tale materiale può essere pertanto confiscato ed il viaggiatore può essere multato per il possesso.

Norme di comportamento in Arabia Saudita

Le regole e i divieti da osservare sono molti e meritano un paragrafo dedicato e una attenta lettura:

  • prima di fotografare le persone va chiesto il permesso
  • assumere comportamenti indecenti in pubblico, come le effusioni tra persone adulte;
  • offendere l'Islam, le autorità politiche e religiose del Paese
  • criticare il sistema giudiziario;
  • fotografare gli edifici del governo e le installazioni militari. I pannelli informativi corrispondenti sono prevalentemente scritti in caratteri arabo. Nel dubbio chiedi il permesso alle forze di sicurezza locali oppure rinuncia alla fotografia
  • l'importazione, il possesso, il commercio e il consumo di bevande alcoliche
  • durante il Ramadan: mangiare, bere e fumare durante il giorno
  • partecipare a manifestazioni
  • i reati contro la legge sugli stupefacenti sono puniti con diversi anni di detenzione già a partire da una quantità minima di qualsiasi tipo di droga.
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Foto di Roberto Rizzente

Quando è meglio andare in Arabia Saudita?

Il clima della costa del Regno sul Mar Rosso (Jeddah) è sub-equatoriale: le estati sono calde e umide e gli inverni sono miti, con piogge leggere fra novembre e febbraio. Nella regione centrale (Riad), in estate, la temperatura può superare i 50 gradi C; gli inverni sono brevi, secchi e freddi.

Tendenzialmente il periodo migliore per andare in Arabia Saudita è da settembre a maggio evitando quindi i mesi estivi dove le temperature sono insopportabili.

In che lingua si parla?

La lingua comunemente usata è l’Arabo e la maggior parte della popolazione parla poco (o per niente) inglese quindi ti consigliamo di tenere sempre a portata di mano un traduttore come Google Translate.

Cosa vedere in Arabia Saudita

Foto di Stefano Soldà

Al Ula

Situata nel nord-ovest del Regno dell'Arabia Saudita, AlUla è uno straordinario esempio del meraviglioso patrimonio del paese. Costruita intorno alla sua famosa oasi e incorniciata da montagne di arenaria, oggi, AlUla è ricca sia di patrimonio umano sia di bellezze naturali, e ospita una vasta gamma di flora, fauna e un museo vivente delle società umane che attraversa migliaia di anni.

Siti storici di Al Ula: Hegra, Dadan, Jabal Ikmah e altro. Le distese battute dal vento di Al Ula sono un vero e proprio museo vivente che abbraccia centinaia di anni di storia araba. Visitate le tombe rupestri di Hegra, l'antica capitale di Dadan e le sue tombe dei leoni, la «biblioteca aperta» di iscrizioni rupestri a Jabal Ikmah, il labirinto di case in mattoni di fango nella città vecchia di AlUla del XII secolo, il forte del XVIII secolo di Hegra, la stazione ferroviaria di Hijaz e molto altro.

Città vecchia di Al Ula: Situata nella parte più stretta della valle di AlUla, la città vecchia è costruita su una leggera altura ed è dominata dal castello di Musa bin Nusayr, una cittadella risalente almeno al X secolo.

L'antica Oasi di Hegra era un rigoglioso giardino costituito da tre strati di vegetazione. Il primo strato protettivo era formato dalle palme da dattero, che fornivano ombra e riparo ai numerosi alberi da frutto sottostanti. Alberi di pesche, albicocche, melograni, fichi, viti e ulivi riempivano il secondo strato mentre nel terzo si coltivavano grano, legumi e cotone.

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Foto di Susanna Ceccherini

Diriyah

Diriyah è il luogo di nascita del paese e un simbolo della bellezza, della generosità e della resilienza della nazione saudita e del suo popolo. Fondata nel 1446 in una regione circondata da fertili terreni agricoli sulle rive del Wadi Hanifa, Diriyah divenne presto il centro culturale della penisola arabica.

Al-Turaif: All'interno di Diriyah si trova il sito di Al-Turaif, patrimonio mondiale dell'UNESCO. La città di Al-Turaif, costruita nel 1744, è riconosciuta come una delle più grandi città di mattoni di fango del mondo. Esplorando le sue strade, si può conoscere la storia e la cultura saudite in un ambiente autentico.

Hail

Incastonata tra il monte Shammer a nord e il monte Salma a sud, la città di Hail era un tempo la capitale di tutto il deserto arabo. Oggi è la capitale dell'omonima regione centro-settentrionale dell'Arabia Saudita, nonché tappa popolare durante il pellegrinaggio alla Mecca. La città di Hail è anche nota per ospitare eventi internazionali, tra cui un Festival del deserto che celebra la cultura della zona e l'Hail International Rally.

Il deserto di Al Nafaud: nessun viaggio a Hail sarebbe completo senza una visita a queste maestose sabbie rosse. La regione di Hail ospita l'arte rupestre ora classificata come patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Castle Hop: Arroccato in cima a una vetta, il forte di A'arif è il più antico dei tre castelli e offre il miglior punto panoramico sulla città. A'arif è stato anche usato come luogo di incontro per vedere la luna del Ramadan e sparare con il cannone iftar per segnalare la fine del digiuno della giornata.

Suq: il suq di Hail vende frutta, verdura e il prodotto preferito del paese, i datteri, oltre a prodotti artigianali come vasi di terracotta e stuoie tessute. Per chi cerca souvenir, questo suq tradizionale dovrebbe essere una tappa obbligata nel proprio itinerario.

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Jeddah

Nessuna città saudita è stata più aperta alle influenze esterne di questo antico porto, attraversato da mercanti, artisti internazionali e pellegrini diretti alla Mecca. Oggi, Jeddah è il vivace centro cosmopolita dell'Arabia Saudita, ma Il cuore della città è ancora intatto! E il Mar Rosso è ancora al centro di tutto: per il commercio, per le immersioni tra barriere coralline incontaminate e per la pesca dei frutti di mare per cui Jeddah è famosa.

Al Balad: Il centro storico di Jeddah, dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, è uno dei quartieri più suggestivi del paese, con stretti vicoli tra antiche case di mercanti che conducono a suq profumati di spezie e sfavillanti panetterie tradizionali. Gli spazi vuoti sono diventati eccentrici caffè o gallerie d'arte.

Corniche: Il Lungomare di Jeddah, lungo 4,2 km, è stata trasformato in un luogo di moli, baie balneabili, ristoranti e lussureggianti percorsi pedonali e ciclabili. Sculture iconiche di artisti del calibro di Henry Moore e Joan Miro, arrivate per la prima volta in città negli anni '70, sono disseminate lungo il lungomare.

La fontana di Re Fahd: la più alta del mondo con i suoi 300 metri e con il suo grande getto d'acqua acceso fino a mezzanotte e visibile in tutta la città.

Città di Tayebat: più che un museo, una vera e propria cittadina che racconta la storia della penisola arabica. 60.000 oggetti disposti in un complesso di quattro piani, con monete, manoscritti, antichi costumi e molto altro.

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Medina

Medina è la seconda città più sacra dell'Islam, il che la rende una destinazione chiave per milioni di pellegrini che si recano in Arabia Saudita per l'Hajj o per l'Umrah. La città gira intorno all’Al Masjid an Nabawi, conosciuta anche come la Moschea del Profeta, che fu costruita dal Profeta stesso ed è anche il luogo in cui è sepolto.

Al Masjid an Nabawi (Moschea del Profeta): Il luogo di eterno riposo del profeta Maometto si trova in questa splendida moschea caratterizzata da 10 minareti, che può ospitare 1 milione di visitatori ed è aperta 24 ore su 24. La tomba del Profeta si trova sotto l'unica cupola verde della moschea, nell'angolo sud-orientale. Secondo la tradizione, le preghiere qui pronunciate non vengono mai respinte.

Tabuk

Tabuk oggi segna il punto settentrionale della costa saudita, ma è anche una base per esplorare luoghi dalla bellezza selvaggia e per scoprire la storia del profeta Mosè, che si crede abbia vissuto a est della città per un decennio. È possibile visitare le tombe scolpite di Maghaer Shuaib nel deserto, o la Sorgente di Mosè vicino a Maqna, dove le sorgenti naturali sgorgano ancora sotto le palme da dattero.

Valle di Al Disah: All'incrocio di tre valli a sud di Tabuk, le colonne di arenaria selvaggiamente scolpite di Wadi Al Disah (Valle delle palme) sembrano un mix tra il Grand Canyon e la Monument Valley in America. Mentre gran parte del paesaggio è deserto ocra, ci sono oasi di piscine, erba alta e palme che corrono attraverso canyon profondi, creando una sensazione ultraterrena, specialmente durante i tramonti incandescenti. È possibile fare un'escursione attraverso gran parte della valle o visitare la zona con un tour in fuoristrada.

Cosa si mangia in Arabia Saudita?

I must della cucina saudita sono datteri, caffè e spezie.

I sauditi hanno ereditato le proprie tradizioni culinarie dai beduini. I cibi basici sono la carne di pollo, il riso, i datteri, il pane fatir, lo yogurt e le fave, mentre l’agnello si prepara per occasioni speciali.

Sono diffusi fast food, coffee bar e take a-way delle più note catene internazionali, così come i Kebab e Falafel. Nei ristoranti tipici si mangiano piatti della cucina tradizionale araba (riso, agnello, pollo, manzo con contorni di verdure miste speziate) assolutamente vietata la carne di maiale

Nota importante: nei posti tradizionali si mangia senza posate stando seduti a terra.

curiosità

Lo champagne arabo

Le bevande alcoliche sono severamente proibite in tutto il paese. Le versioni non alcoliche delle bevande alcoliche sono popolari, ad esempio, birra analcolica o champagne analcolico, ma dalla polpa dei datteri si può ricavare del succo. Servito principalmente durante eventi importanti, questa bevanda è l’equivalente arabo dello champagne.

Qui di seguito alcuni dei piatti tipici:

Falafel: polpettine di legumi 

Hummus: salsa densa a base di ceci o fave e tahina, una crema preparata con i semi di sesamo

Kabsa (o machboos): nella cucina tipica saudita sono presenti molti piatti a base di riso, e il più importante è il kabsa, il piatto nazionale in Arabia Saudita. Si tratta di un piatto a base di riso con sopra carne di agnello, pollo, cammello o pesce. Secondo la tradizione va servito in unico piatto, da condividere con parenti e amici

Mutabbaq: si tratta di una focaccia ripiena che si trova spesso fra le bancarelle di street food locale 

Il più classico è a base di carne macinata, uova, peperoni, aglio, cipolle, curry e burro. Esiste anche la versione dolce.

Biryani di origini indiane e musulmane, è a base di riso basmati fritto condito con carne, pesce, spezie, uova o verdure miste; Da provare il chicken biryan

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Curiosità

Il CAFFE’ ARABO (QAHWA)

L’abbinamento caffè e cardamomo è una combinazione consolidata e con origini antiche. È proprio questo gusto fortemente aromatico che è alla base del caffè arabo, conosciuto con il nome di qahwa.

Parliamo di una bevanda molto radicata nella cultura araba, specialmente in quella dei beduini del deserto per i quali rappresenta un vero e proprio rito legato all’arte di ricevere e all’ospitalità.

il caffè arabo richiede una lenta preparazione e molti lo sorseggiano lentamente.