Un America bella e ospitale
Born to run, “nata per correre”. Così appare l’America in moto perpetuo sulle grandi Highways e sulle strade provinciali, all’inseguimento dei sogni e delle speranze promesse dal going somewhere, “l’andare in qualche posto”, in cerca di fortuna, di esperienze, di una nuova vita. Un viaggio iniziatico che si può fare anche da profani, come semplici turisti, con un obiettivo altrettanto interessante: scoprire i paesaggi in cinemascope che solo questo grande paese sa offrire: gli spazi sconfinati delle praterie, il vuoto ipnotico del deserto, i luoghi resi leggendari da tanti film, gli scenari favolosi delle coste, la natura straordinaria dei parchi nazionali, le città da sogno. Chi non si ricorda dei film come Soldato blu, Il piccolo grande uomo, Un uomo chiamato cavallo e Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, furono film che diedero l’avvio a una revisione a tutto campo sulla conquista del west e sul mondo degli antichi abitanti del Nord America, visti non più come crudeli selvaggi ma come vittime sacrificali dei conquistatori europei. A parte ciò non c’è bisogno dei western di John Ford o di John Huston per creare l’atmosfera di queste zone selvagge; lo scenario è là in mezzo ai deserti, in technicolor: terra rossa, sole arancione nella sera sulla prateria, candelabri di cactus, campi di salvia senza fine ai piedi delle montagne. Una foschia di calore annebbia l’orizzonte. Le cime dei monti hanno un cappello di neve. Alberta (Canada), Montana, Wyoming, sono nomi che hanno fatto sempre sognare spazi infiniti e silenziosi. Ecco allora le Montagne Rocciose, colossale spina dorsale, dove si moltiplicano, verso sud, le cime che superano i 4.000 metri; e poi ancora oceani di sabbia, vulcani, foreste di sequoie che si affacciano sull’Oceano Pacifico. E dopo il West ecco la lunga strada che attraversa gli stati del South Dakota, il Minnesota, il Wisconsin per arrivare a Chicago e quindi alle Cascate del Niagara e, infine, New York. Un viaggio di 3,454 miglia uguale a 9730 chilometri.
Il Viaggio
Punto di partenza della Transcontinental Nord è San Francisco conosciuta per la sua fresca nebbia estiva, per le sue ripide colline, per la sua vivacità culturale e il suo eclettismo architettonico, che affianca stile vittoriano e architettura moderna, per i suoi famosi paesaggi, incluso il Golden Gate Bridge, per i suoi tram, per l’isola di Alcatraz e per Chinatown. La città, come il resto del territorio dell’attuale California, fu strappata dagli Stati Uniti al Messico a seguito della guerra messicano-statunitense (1846-1848), e fu rinominata San Francisco. Fu la corsa all’oro californiana che seguì all’annessione americana a stimolare una rapida crescita dell’area. Questa incontrollata crescita provocò anche una maggiore incidenza della criminalità nella città, ed alcuni quartieri divennero noti come paradiso per criminali, prostituzione e gioco d’azzardo. I settori principali di crescita fu la ferrovia con la costruzione della First Transcontinental Railroad. Inoltre lo sviluppo del porto fece della città un importante centro per il commercio. Tutto ciò catalizzò un importante flusso di immigrazione che fece presto della città un centro multietnico: la Chinatown si formò dall’arrivo di cinesi impiegati nella costruzione delle ferrovie. Le prime cable cars entrarono in funzione nel 1873, e sempre in questo periodo prese forma il paesaggio architettonico urbano di residenze in stile vittoriano.
1° Tappa - San Francisco – Crescent City - miglia 376
Allora, si parte, si passa il Golden Gate e via lungo la 101 fino Eureka ed attraversare il Redwood National Park. Istituito nel 1968 per proteggere dal disboscamento la foresta di sequoie che si estende al nord della California. Qui a, a breve distanza dagli implacabili morosi dell’oceano Pacifico, c’è uno dei pochi luoghi dove vive la Sequoia sempervirers. Le gigantesche piante crescono in modo prodigioso, alcune raggiungono i 90 metri d’altezza. Nelle vicinanze si possono vedere alci che pascolano nei prati, foche e leoni marini che si tuffano tra le onde, trote e salmoni che nuotano nei corsi d’acqua, e una notevole varietà di volatili che si muove sulla costa e tra gli alberi.
2° tappa - Crescente City – Lincol (Oregon) - miglia 269
Da Crescent City inizia la bellissima Oregon Coast. Uno spettacolo nello spettacolo. Un percorso lungo la 560 della US Highway 101, la costiera lungo il Pacifico, dal confine con la California a quello con lo Stato di Washington. Il litorale può essere roccioso o presentare alcuni grandi distese spianate dalla marea, e a volte nascondere piccole spiagge in insenature profonde. La strada per lo più bordeggia il mare o lo guarda dall’alto, ma fa anche parecchie incursioni nell’interno fra grandi foreste di conifere e macchie di rododendri. La prima parte del tragitto è semi arido, con vegetazione solo sulle rive del fiume Colunbia River; la seconda attraversa la Mount Hood National Forest, densa di abeti, e di boschi di querce attorno a The Dalles. Dalla strada si ha accesso a numerose cascate, tra le quali la Briel Veil Falls, che si possono ammirare da un’area di sosta. Da vedere: Fort Ross, Pigmy Forest, Mendoncino, la Golden Beach.
3° tappa - Lincol – Portland - Seattle - (Washington) - Vancouver (Canada) - Miglia 393
Subito siamo a Portland (650.000 ab.). Circondata da uno scenario naturale spettacolare, che comprende aree boscose, fiumi, cascate, campi da sci. E’ anche conosciuta come la city of roses, la città delle rose: una produzione celebrata ogni anno dal Rose Festival, che si svolge a giugno e dura 24 giorni. Da vedere anche il Portland Art Museum. Quindi Seattle (750.000 ab.). La città è affacciata sul Pacifico e si sviluppa su sei colli. Ha una caratteristica particolare e ha due caratteristiche. La prima: a Seattle, si acquistano più occhiali da sole che nel resto degli Usa. Piove così spesso, infatti, che diventano un accessorio talmente poco usato che non ci si ricorda mai dove li si è messi. La seconda: l’affascinante spettacolo che si gode quando il vento che scende dal nord spazza le nuvole e rende l’aria così limpida da fare risplendere al sole come torce i grattacieli. Il punto migliore di osservazione è la terrazza panoramica della Space Needle, la torre alta quasi 200 metri che svetta al centro della città. E infine, dopo aver passato la frontiera, siamo a Vancouver nella British Columbia.
4° tappa Vancouver - Kamloops – Revelstoke - miglia 371
Visita di Vancouver: - Stanley Park con acquario e i Totem Poles, Capilano Bridge e la baia, il porto e il centro storico col famoso orologio a vapore. Quindi si parte per fare Tappa a Kamloops città di 85.000 abitanti posta tra colline aride e ondulate che la incorniciano formando un interessante paesaggio. Il luogo è sempre stato un importante crocevia per il trasporto e i servizi. E’ circondata da 200 laghi che la rendono un’area adatta alla pratica degli sport nautici. Quindi e si tira fino a Revelstoke una piccola cittadina di 14.000 abitanti che sorge lungo la Trans Canada Highway ed. E’ una pittoresca località attraversata da silenziose vie residenziali sulle quali si affacciano belle abitazioni di legno e ordinati giardini.
5° tappa Revelstoke - Lake Louse – Banff – Calgary - miglia 277
Lungo la 1 entriamo nello stato dell’Alberta e arriviamo a Lake Louise. Situata a 57 km a nord di Banff è il gioiello delle Montagne Rocciose. Prima di arrivare al lago si passa per l’anonima cittadina che consiste tutta nel centro commerciale Samson Mall e nella stazione di servizio. Qui, si può comperare ciò che serve per poi proseguire per il lago che dista a 5 km. Si arriva solo con l’auto in quanto non si sono mezzi di trasporto e chi pensa di farlo a piedi ci impiega 45 minuti. Il lago è molto visitato e spettacolare, situato in una piccola valle glaciale circondata da montagne ricche di alberi e con le cime imbiancate di neve. Si possono fare delle bellissime passeggiate ed escursioni. Banff a 138 km a ovest di Calgary, è la più famosa località di vacanza, sia invernale che estiva, del Canada e come tale delle Montagne Rocciose. Benché attragga parecchi milioni di visitatori all’anno Banff è una città molto piccola, che consiste essenzialmente nella sola via principale. E perciò sempre molto affollata. Calgary La città (1.200.000 ab) s’innalza sulle uniformi pianure dell’Alberta centromeridionale. La fattorie sono a parecchi minuti dalla città e le Montagne Rocciose sono appena visibili a ovest. Il clima della città è secco e soleggiato, calda d’estate, anche se all’ombra fa sempre fresco. In inverno soffia periodicamente il vento caldo chinook che arriva dalle montagne e fa alzare molto le temperature ma, il fenomeno è temporaneo. Prima della colonizzazione da parte degli europei, la regione faceva parte dei territori dei Piedi Neri, stanziati nelle praterie da undicimila anni e da poco riuniti nella cosiddetta Confederazione del popolo originale del Niitsítapi, spesso nota con il termine inglese di Blackfoot Confederation.
6° tappa - Calgary – Frontiera – Glacer Park - Kalispell – Polson - miglia 411
Ci fermiamo alcune ore a Calgary e quindi via perché c’è molta strada e dopo 259 miglia siamo alla frontiera per Attraversiamo il Glacer National Park al confine con il Canada. E’ questa una fantastica e gigantesca area protetta che comprende cinquanta ghiacciai (quasi tutti quelli degli Usa), più di 200 laghi, 1025 varietà di piante, 57 specie di animali (dai topolini alle alci) e 246 uccelli. Se ne possono godere spettacolari panorami viaggiando in auto lungo la Going-to-the-Sun Toad, circa 100 km. di strada tra i più scenografici del mondo, che si possono percorrere solo nei mesi estivi, da metà giugno a metà ottobre. Poi avanti per Kalispell, Big Fork ed infine si può sostare a Polson vicino al lago
7° tappa - Polson – Missuola - Yellowstone National Park (Wyoming) - Miglia 457
Intera giornata dedicata al trasferimento fino allo Yellowstone N.P. Si percorrono circa 650 km. attraverso il Montana passando per città fantasma di minatori e zone tutto natura come Missoula, famosa per il film “Balla coi lupi”. Prima di Missoula però deviate verso la 212 per andare al National Bisont Park, merita veramente.
8° tappa - Yellowstone National Park - miglia 177
Il Yellowstone National Park si estende su una superficie di 9000 kmq. Si trova all’estremità nordoccidentale del Wyoming e colleziona sterminate colline di conifere che incorniciano Old Faithful, il lago avviluppato dal vapore dei geyser. Da non perdere, a parte i geyser dell’Upper Basin (sbuffano ogni 65 minuti, scagliando verso il cielo spettacolari colonne di vapore e acqua bollente con rumore sibilante), quello del Norris Basin (che raggiunge i 100 m di altezza), le cascate Tower e il Mommoth Hot Springs, la sola area della riserva accessibile tutto l’anno: un vero museo a cielo aperto di geologia.
9° tappa - Yellowstone - Cody – Deadwood (Sauth Dakota) miglia 634
In mattinata ci dirigiamo verso Cody (8000 ab). E’ la città fondata dal leggendario Buffalo Bill. Inutile dire che alcune tappe da non mancare nella sua visita sono legate alla sua memoria. Il Museum of the Old West è la costruzione della vecchia Cody: tra gli edifici spiccano la casa dove si incontrarono Butch Cassidy e Sandance Kid e quella di Curley, lo scout indiano del generale Custer, unico superstite della battaglia di Little Big Horn. Siamo nel South Dakota. Situato al centro degli Stati Uniti il South Dakota è tagliato in due dal Missouri River e dalla Interstate 90 (quella dell’inseguimento da incubo tra un Tir e un’auto nel film “Duel”). Ma, soprattutto, coperto dall’Oceano verde delle praterie delle Grandi Pianure, butterato dalle Badlands e appuntito dalle Black Hills, che racchiudono uno dei simboli naturali degli Usa. Sturgis “Vi presento la mia mamma”. Anche gli Hell’s Angels (gli Angeli dell’Inferno!) hanno a cuore la famiglia. L’invito, però, è stampigliato a lettere fiammanti sul serbatoi cromato di una Harley Davidson. Siamo a Sturgis dove ogni anno, per due settimane le prime di agosto migliaia di appassionati si danno appuntamento in questa cittadina di 5000 abitanti. Nei giorni del “tuono che cammina”, come gli indiani Cheyenne chiamano le roboanti motociclette scorazzano lungo le vie per 24 ore.
10° tappa - Sperafis – Daedwood - Rushmore Mountain Rapid City - Mitchell - Sioux Falls – Albert Lee - miglia 508
Daedwood (4500 ab) è uno dei paesi degli Stati Uniti simbolo dell’epopea del vecchio West. E offre in questo senso, due incontri molto particolari ai turisti che la raggiungono: l’Old Style Saloon (657 Main steet), il locale in cui venne ucciso Wild Bill Hichkok, uno dei più leggendari sceriffi dell’epoca (in mostra anche una collezione di pistole); e il Mt. Memorial Cemetery, dove sono sepolti lo stesso Will Bill Hickok e una delle eroine del Far West, la nota “pistolera” Calamity Jane. Mount Rushmore National Memorial. Ci sono voluti 50 anni per inaugurarlo ufficialmente dal marzo 1941, data in cui venne terminato il lavoro iniziato nel 1927, fino al 1991, giorno in cui George Bush presenziò alla cerimonia. Al centro di una così lunga gestazione è il Mount Rushmore National Memorial, il monte nelle Black Hills che riporta scolpiti i volti di quattro presidenti: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abramo Lincol. E’ visitato da oltre due milioni di persone ogni anno. Più in là, circa 20 chilometri, si trova il Crazy Horse Memorial con la più grande scultura del mondo (alta come una casa di 9 piani), scolpita nel granito della Thunderhead Mountain, dedicata a Cavallo Pazzo, il capo degli indiani Sioux. Poi verso Sioux Falls per circa 370 miglia. Sioux Falls (150.000 ab) è la città più grande del South Dakota. famosa perché sede dell’Eros (Earth Resources Observation System;Country road 121), un centro specializzato nello studio delle fotografie della Terra riprese dai satelliti artificiali o dalle navicelle in orbita nello spazio.
11° tappa - Albert Lee - Austin - Rochester - La Crosse - Madison (Wisconsin) - Milwaukee - Chicago (Illinois) miglia 572
Partenza da Austin e via La Cross sul Mississippi River oltrepassiamo Madison (230.000 ab) che è la capitale del Wisconsin e, quindi, si arriva a Milwaukee sul Great Lake (600.000 ab). La città è legata alla musica: lo sfrenato rock and roll della sigla di “Happy Days”, la serie televisiva di Fonzie e compagni, ambientata proprio nella metropoli del Wisconsin. Situata sulla sponda occidentale del lago Mithigan. Nel tardo pomeriggio si arriva a Chicago.
12° tappa – Chicago
Di Chicago (2.783.000 ab) bisogna dire che è tutto superlativo ricordando la crescita della città dopo The Great Fire, l’immane incendio che nel 1871 rase al suolo la città. Siamo sulle sponde del lago Michigan, 58.000 kmq. di superficie, come il Piemonte, Lombardia e Umbria messe insieme. Ricordiamo The Magnificiet Mile, ovvero N. Michigan Avenue, l’arteria principale ribattezzata il “Magnifico Miglio” per l’eleganza dei negozi e dei palazzi, poi, la borsa merci più grande del mondo; la Sears Tower. E, ancora: l’aeroporto più trafficato del pianeta (44 milioni di passeggeri all’anno); l’università con il maggiore numero di premi Nobel (62). Non solo. La città è anche la palestra edile internazionale di architetti del calibro di Frank Llyd Wight (qui ha lasciato la celebre Casa nella Prateria, il manifesto del suo stile) e Mies van der Rohe (suoi i grattacieli della Ibm e quello federale). Nell’anello descritto dal Loop, la ferrovia sopraelevata che circonda il quartiere degli affari, le piazze sono abbellite da sculture di artisti di fama. La maggior parte di queste attrazioni si possono ammirare dal 103° piano della Sears Tower, aperta dalle 9 alle 23. Giro città: A piedi iniziamo la visita della città e dei suoi grattacieli entrando in quello che viene chiamato il Loop (cappio, il cuore della città). Daley Center (centro civico, nella piazza antistante scultura di 15 mt. di Picasso). Illinois state building (dai pannelli di vetro che lo sorregge). Sears Tower (443 mt. di altezza, 110 piani, è stato il grattacielo più alto del mondo dal 1973 al 1998). Quindi passeggiata per la Michigan Avenue, l’elegante strada della città, con negozi famosi.
13° tappa - Chicago - Cleveland (Ohio) - Buffalo - Niagara Falls - miglia 610
A differenza degli stati attraversati fino ad ora, dove l’autostrada era gratis, dall’Illinois e negli altri stati che si attraversano fino a New York ci sono vari pedaggi. Fare rifornimento di monetine . Cascate del Niagara. Si trovano all’estremo nordest dello stato di New York, ma in comune con il Canada (il confine corre nel mezzo del fiume Niagara). Il versante americano del salto, le Rainbow Falls, sono alte circa 56 metri e lunghe 320, con una portata d’acqua di 14 milioni di litri al minuto. Non sono le più alte del mondo né le più ricche d’acqua: di certo, però, sono le più famose e le più visitate (la Niagara Parks Commision giura che in nessun’altra parte del mondo si vendono più pellicole Kodak, escluso il Taj Mahal in India). Le cascate del Niagara si possono osservare anche dal basso, a bordo del Maid of the Mist, il piccolo battello che porta i turisti fino a quasi sotto il salto dell’acqua. Sebbene uno degli spettacoli emozionanti sia dato dal Whirpool, il micidiale gorgo del Niagara dove tonnellate d’acqua girano vorticosamente a mulinello. Chi vuole può fare il giro con la Maiden of the Mist, nave che arriva fin sotto le cascate (vale la pena, non fatevi spaventare dalla coda perchè è abbastanza veloce).
14° Niagara Falls – Binghanton - New York miglia 446
Un lungo trasferimento e siamo a New York. Inutile raccontare della città perché si sono scritte intere pagine e, dunque, qui finisce il viaggio.