Sospesi tra Africa ed Europa
Verde Pantelleria è un viaggio splendido con paesaggi senza eguali. State per raggiungere una delle isole più brulle del Mediterraneo, usata dai popoli italici come nascondiglio, dai fenici come porto per nascondere le imbarcazioni durante le tempeste, dai greci come base per i commerci, dai romani come approdo per raggiungere le terre d’Africa e dagli Americani per sbarcare in Italia. Un luogo quasi inaccessibile, sospinto dalle grida dei Fatimidi e della cultura araba, inglobato dalla furia Normanna, sino alla sua indipendenza alla fine del 1800. Un diamante incastonato fra rocce vulcaniche, insenature e la linea del tempo. Più africana che italiana, a livello italiano, a sé nel dialetto e nei profili dei suoi abitanti, che si discostano dalla tradizione siciliana.
Chiudete gli occhi, pensate al profumo di salsedine e di erba seccata da sole, percepite la forte spinta del maestrale sulla pelle e fra i capelli (chi non li avesse immagini comunque la sensazione, eh eh), e perdete lo sguardo fra l’azzurro intenso del cielo e del mare e il verde e il giallo della bassa vegetazione pantesca…ora siamo quasi pronti per partire….
“Non credo che esista al mondo un luogo più adatto per pensare alla luna. Ma Pantelleria è più bella. Le pianure interminabili di roccia vulcanica, il mare immobile, la casa dipinta di calce fino agli scalini dalle cui finestre si vedono, nelle notti senza vento, i fasci luminosi dei fari africani... fondali addormentati... un'anfora con ghirlande pietrificate e i resti di un vino corroso dagli anni... il bagno in una conca fumante dalle acque così dense che è quasi possibile camminarci sopra".
Gabriel José de la Concordia García Márquez
Pantelleria o Pantiddirìa è fra le isole più a sud del nostro Bel Paese: ci si trova, infatti, più vicini alle coste africane che a quelle italiche (120 chilometri dalla Sicilia e a 70 dalla costa tunisina). Amministrativamente appartiene alla provincia di Trapani. E’ la più occidentale e la più grande delle isole satelliti della regione siciliana, con una superficie di 83 km².
Il suo territorio è di origine vulcanica e presenta molti fenomeni di vulcanesimo secondario, prevalentemente acque calde e fumi che scopriremo durante il nostro viaggio. L'ultima eruzione è avvenuta, nel 1891, sul pendio nordoccidentale ha modificato ulteriormente il contorno delle aree occidentali.
Pantelleria è un'isola in gran parte selvaggia, le coste sono molto frastagliate, non ci sono spiagge (eccetto al lago di Venere) ma solo calette raggiungibili via terra nelle quali è possibile la balneazione in un mare limpido; è quindi un’isola più Verde che azzurra!
Gli accessi non sono quasi mai agevoli, lungo stradine molto ripide per lo più sterrate e strette. Con le auto si raggiungono in breve tempo tutti i punti più interessanti; ho noleggiato un furgone e due auto, e in quasi ogni spiaggia è stato possibile trovare parcheggio abbastanza vicino al mare.
Pur essendo un'isola molto ventilata c'è sempre un tratto di mare sottovento dove si può fare il bagno; la costa migliore è il tratto tra Scauri e punta dell'Arco. Nella nostra scoperta abbiamo alternato sempre trekking a bagni, ad eccezione di un giorno in cui abbiamo viaggiato interamente in barca.
Pantelleria, data la sua origine vulcanica, offre anche saune naturali come la grotta del Bagno Asciutto, bagni termali e siti archeologici.
È un viaggio stanziale e quindi anche comodo; le auto a nolo consentono ampia libertà di spostamento e permettono di organizzare bene le giornate.
Il pezzo forte è stato il Dammuso, la casa araba tipica della tradizione pantesca. La struttura presenta più ambienti, che si affacciano su un cortile centrale, immerso nel verde. Il contrasto fra le case bianche, i panni stesi e gli alberi di frutta, ricordano dipinti fiamminghi. I tetti, piatti con cupole che ricordano le dune del deserto, sono punti di avvistamento per ammirare il mare e la volta stellata.
Così, seguendo i profili dell’isola tracciati nel racconto "L’estate felice della signora Forbes", di Gabriel José de la Concordia García Márquez, siamo rimasti ammaliati. Non solo, Pantelleria ha creato anche nuove amicizie in questo splendido gruppo formato da Isabella, Laura, Ilaria, Vanessa, Valeria C., Valeria R., Caterina, Riccardo, Charles, Luca, Stefano, Andrea, Marco, Simone Q., Simone V.
Domenica 1 Agosto
Ed eccoci pronti a partire per un viaggio diverso dal solito: Pantelleria. Per alcuni una scelta dettata dall’impossibilità di viaggiare per il mondo, per altri reale attrazione; al termine del viaggio converremo tutti che è davvero un luogo dal fascino magnetico, meta assolutamente imperdibile per ogni viaggiatore.
L’arrivo a Pantelleria è stato un po’ ingarbugliato, avendo gruppi che arrivavano da Venezia, Roma, Linate e Palermo ad orari diversi: abbiamo segmentato la giornata, cercando di ottimizzare al massimo gli spostamenti. Con il primo gruppo (Venezia-Roma) abbiamo noleggiato le auto e colonizzato il Dammuso.
I mezzi di trasporto a nostra disposizione sono stati: un mastodontico furgone 9 posti e due Panda; una con i freni scassati e l’altra con la spia del motore perennemente accesa. Nonostante ciò i destrieri si dimostreranno degni di supportarci, anche se a volte, fra risate genarli e rassegnazione, dovevamo spingere in salita la Panda senza freni e incrociare le dita nelle scoscese stradine a picco sul mare.
Il nostro Virgilio del primo giorno è stato il signor Giorgio, proprietario del Dammuso “La vigna del Sultano”, la nostra casa pantesca, dal tetto bianco e antiche cianfrusaglie sparse per le stanze. Adottati da Giorgio abbiamo scoperto i segreti della casa storica, ammirando le camere semplici ma affascinanti e rimanendo conquistati dalla vista sul mare e dalla terrazza, che diventerà la nostra dance floor, il nostro ashram dove al mattino faremo lezioni di yoga e circolo del bridge.
In poco tempo abbiamo capito quali stradine prendere e come orientarci fra i muretti a secco patrimonio UNESCO e i brulli cespugli che dipingono il paesaggio pantesco.
Nel primo pomeriggio abbiamo recuperato il gruppo di Linate, andando a pranzo nell’unica gastronomia aperta in centro a Pantelleria, Cikè, assaggiando sfincioni e arancini e comperando alcuni viveri come acqua, caffè, biscotti e latte da Rizzo Market, il nostro faro per i nostri mojitos party notturni e per le colazioni dei campioni per affrontare i trekking. Intono alle 16 ci siamo diretti al Lago di Venere e abbiamo subito capito che il gruppo era strepitoso. Ultimo recupero in aeroporto del volo da Palermo e primo aperitivo e tramonto di questa settimana, in riva al lago di Venere. Ci siamo sentiti dei ed eroine dell’Olimpo, mentre il sole a poco a poco colorava di arancione il cielo, in un magico contrato con l’acqua verde e la sabbia bianca.
Il viaggio, il gruppo e la voglia di stare insieme sono stati il legante che ha reso incredibile questa esperienza. Il giorno prima di partire avevo ordinato la cena da asporto presso il ristornate U‘ Trusciu: cosa volere di più? Cena squisita, zero stress e vista spettacolare in un Dammuso attorniato da Bounganville profumate e stelle luminosissime. Tanta voglia di chiacchierare e di conoscerci.
Lunedì 2 Agosto
Dopo la prima notte nelle camere doppie e quadruple de “La Vigna del Sultano”, ecco la lezione di Yoga! Avere un coordinatore istruttore è stata croce e delizia dei poveri partecipanti, che fra un saluto al sole e un cane a testa in giù, iniziavano con il giusto sprint la giornata. Almeno credo!
Colazione con vista e partenza per la prima avventura: Punta Spadillo per visitare il museo vulcanologico, ammirare il faro e sperimentare un trekking sul mare. Ma prima di ripartire…seconda colazione, spesa per riempire il frigo e benzina dall’unico benzinaio dell’isola. Non spaventatevi per tutte le soste street food di cui leggerete, fra trekking, forti emozioni e attività sportiva all’alba, abbiamo tutti mantenuto la linea. Siamo pure scampati ad un incendio e agito da safety car per sbloccare il furgone e le pandine in vie impervie.
Dopo aver onorato i nostri compiti e comprato il pranzo al sacco, formato di circa 1 kg di prosciutto cotto e altrettanto pane, in 18 minuti abbiamo raggiunto il comodo parcheggio di Punta Spadillo: eroici, degni davvero di Bolt ai mondiali di atletica. Visita al museo e innumerevoli foto, autoscatti e pose da red carpet in prossimità del faro. Dopo questo momento relax ha avuto inizio il trekking verso Cala Cottone: il primo di una lunga serie, rigorosamente svoti nelle ore meno indicate, dalle 11 alle 14! Fra scottature, colpi di calore e ancora risate, ancora oggi la parola trekking ci ricorda questi giorni panteschi e pazzeschi: ma a noi è sempre piaciuta l’avventura, al punto da rendere i trekking un momento di esigenza durante il giorno.
Il percorso è segnalato da cartelli e, in una mezz’oretta, passando vicino ad un allevamento di asinelli panteschi, si raggiunge la spiaggia. Come tutte le spiagge di Pantelleria ci sono rocce sulle quali prendere il sole e tuffarsi, che implicano però l’utilizzo di scarpette da scoglio e la creazione di opere architettoniche con gli asciugamani per poter avere un po’di ombra. Dopo creazioni degne di Carlo Scarpa, bagni e record di immersioni da fare invidia a Michael Phelps è arrivato il momento fotografico: bravi quasi come Elliot Erwitt, abbiamo scoperto tutti i nostri lati migliori. Con nuove consapevolezze abbiamo degustato il pranzo sotto le frasche del faro, respirando l’aria calda proveniente dall’Africa.
Con nuova energia abbiamo intrapreso un nuovo trekking verso Cala Cinque denti con bagno a metà percorso nel famoso laghetto delle ondine che, quando c’è alta marea, si riempie degli schizzi delle onde. Il percorso merita davvero e si raggiunge la Cala in circa 30 minuti, con un breve tratto su strada. Dopo tanta fatica si è reso imperativo un pit stop e così…degustazione di vini e patè presso l’azienda “I sapori di Pantelleria”.
Dopo esserci rigenerati ecco l’idea: una super pasta aglio e olio preparata dal nostro Andrea. Con pentoloni ricolmi di spaghetti, mestoli giganteschi, musica e buon vino, si conclude la nostra giornata.
Martedì 3 Agosto
Ecco la svolta: una giornata in barca. Ho prenotato dal mio amico Nicola che, oltre ad essere un bel vedere, è stato un grande insegnate di tuffi dal parapetto della braca. La gioranta aveva un vento molto calmo, anche se spesso le escursioni in barca possono essere spostate a causa della forza di Eolo. Partenza quindi alle 9,30, con mare calmo per la scoperta di tutta l’isola. Il viaggio in barca, divertente e rilassante, ci ha consentito di poter prendere consapevolezza delle dimensioni di Pantelleria e ammirare la costa da una prospettiva diversa. Fra tuffi, musica tamarra e felicità pura, abbiamo trascorso una meravigliosa giornata, degustando bruschette saporitissime e la tipica pasta al pesto pantesco servita dal Capitano.
Terminato il giro, che si è concluso con un po’ di onde e gli ultimi tuffi degni di far concorrenza a Tania Cagnotto, ci siamo preparati alla serata a tema: notte Black and White; eleganti, ustionati dal sole e barcollanti per il moto ondoso, ci siamo regalati una degustazione presso l’azienda vinicola Solidea. Il nostro arrivo è stato trionfale, in questo posto chic: il rullo di tamburi è stato diretto dalla cinghia del furgone, le pandine insabbiate, degne delle miglior limousine, hanno mostrato al pubblico il nostro team da notte degli Oscar e la nostra chiassosità ci ha riservato un invito a Buckingham Palace. In seguito alla degustazione, una cena di pesce al ristorante “Il Dammuso”: ospite della serata Peppe, una guida archeologica che il giorno successivo ci farà scoprire i segreti dell’acropoli di Pantelleria, regalandoci chicche sul passato e sul futuro dell’isola. Sfruttando l’eleganza, abbiamo sfilato come divi da red carpet a Scauri, presso l’area del Porto: ovviamente nessuno si è reso conto della nostra classe. Tornati a casa, con ancora voglia di stare insieme, balli e canzoni di gruppo fino a tarda notte, ormai in infradito pronti a scatenarci fra un Dadaumpa e un Ballo da Capogiro.
Mercoledì 4 Agosto
Con Raffaella Carrà ancora echeggiante fra i tetti del Dammuso, abbiamo salutato il nuovo giorno. Immancabile lezione di Yoga, colazione salata e vita da pensionati, prendendoci un po’ più di tempo per le spese e scegliendo una spiaggia semplice da raggiungere: l’area termale di Gadir. Sulla questione “acqua termale” siamo rimasti tutti perplessi, perché l’acqua non è così calda, ma la spiaggia è bella e di facile accessibilità. Le emozioni, effettivamente, non erano ancora state molte e così, durante il pranzo presso il Cicci’s bar, l’Isola ha colpito la nostra voglia di avventura e ci ha costretti a scappare da un incendio; dopo aver ritrovato quindi un po’ di adrenalina, granita di rito e visita archeologica. A pochi minuti dal porto di Pantelleria abbiamo raggiunto Peppe per visitare l’acropoli, le cisterne e l’area fenicio-punica dell’Isola.
Terminata la visita, immancabile spesa per il giorno successivo e cena del Mercoledì, con sapore d’Africa: cous cous di pesce al ristorante La Favarotta. Il cous cous mostra lo stretto legame fra Pantelleria e la Tunisia. Il locale, situato dopo Punta Spadillo, ha una vista strepitosa ed è davvero un luogo rilassante. Più movimentato il modo di raggiungere la location: ad ogni salita, discesa di gruppo dalla Panda senza freni, per spingerla, come se fosse un ciuco testardo. Ma la serata non poteva concludersi così e quindi… cockatil party in Dammuso, recuperando il ghiaccio per i nostri bibitoni in piazza Messina (questo è un grande Tip per ogni coordinatore). Fra un Touca Touca, un Walzer e un Limbo, si conclude un’altra strepitosa serata in quel di Pantelleria.
Giovedì 5 Agosto
Partenza presto, con sguardi più o meno vispi, per raggiungere il punto più a sud di Pantelleria: la Balata dei Turchi. La strada è davvero sconnessa, ma il nostro furgone e le nostre pandine resistono a tutto e sfidano massi, sabbia e parcheggi a picco sul mare. Nel raggiungere la Balata si scorge l’Arco dell’Elefante e si percepisce appieno la brutalità della lava, che ha creato questo anfratto di spiaggia.
Dopo due ore ci dirigiamo in una spiaggia vicina, Martengana; la strada per arrivarvi è ripida ma asfaltata. Anche qui non c’è ombra, ma il panorama è incantevole.
Nel tardo pomeriggio, in una decina di minuti, raggiungiamo Scauri, per pranzare al famoso ‘forno’. Assaggiamo così i panini e le pizzette più buone di sempre, con un’impagabile vista sul mare, per poi spostarci un altro luogo storico: la necropoli di Zikibi, comodamente raggiungibile in macchina. Si susseguono una serie di piccole tombe di origine fenicia, che mostrano la grande quantità di abitanti libanesi nel periodo pre romano.
Da qui, in poco tempo, ci avviciniamo alla grotta bagnata: un area in cui è’ possibile respirare vapori e fare una sauna di 38 gradi. Una passeggiata di 10 minuti, che, rispetto ai nostri trekking standard, pare davvero semplice, per di più, effettuata in un orario davvero ottimale. Da questo punto parte il trekking più impegnativo per le Favere, che intraprenderemo qualche giorno dopo, rigorosamente sotto il solleone: per riequilibrare gli eventi e renderci degni di un viaggio alla James Bond. Alternandoci all’interno della grotta vediamo dall’alto la punta della Tunisia e, insieme, attendiamo il tramonto. Lillia, rosa, azzurro, giallo e blu, si compenetrano, in un pantone che sa di speranza e commozione.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a visitare la chiesetta di Siba, che nel periodo post bellico fu un grande punto di riferimento per gli abitanti dell’isola. Immancabile cena in Dammuso, con pasta preparata a regola d’arte da Simone e, l’ormai immancabile compilation, “Don’t stop the party” che ci accompagna anche nell’ammirare le stelle cadenti sul tetto del Dammuso.
Venerdì 6 Agosto
Partenza per la ‘Montagna Grande’ e la Grotta dei Briganti. La vetta è raggiungibile con l’auto e, con i suoi 836 metri di altezza è il punto più alto di Pantelleria. Prima di arrivare in vetta, prepariamo un set che ci immortala nella foto più bella del viaggio. Quaranta minuti per impostare le auto, centrare la scenografia, montare su tettini e sportelli, bloccare una famiglia per farci scattare cento foto e replicare con autoscatti e timer improbabili.
Dopo questo momento di grande complicità e di risate, raggiungiamo la Grotta dei Briganti, usata come nascondiglio nei secoli passati. In una decina di minuti si può scendere all’interno della grotta (c’è una corda che può aiutare la discesa; l’ampiezza la rende adatta anche a coloro che soffrono di claustrofobia). Passiamo alcuni minuti a fare meditazione al buio, sulle fredde rocce della grotta, per poi dirigerci verso le Favare per un trekking spettacolare ma impegnativo.
Il punto di partenza è nuovamente la grotta bagnata: qui, in circa un’ora, avvolti dai colori giallo e verde dei cespugli e blu del mare, si raggiungono questi sfiati di vapore solfureo. In realtà le Favare sono poco visibili, ma il paesaggio trasla il camminatore in un film western. Ovviamente orario ottimale (dalle 11 alle 14), con poca acqua e il sole allo zenit…la classica prova di sopravvivenza, che ci ha permesso di scoprire che saremo adatti a sopravvivere in qualche isola deserta per parecchio tempo (suggeriamo ad Avventure di organizzare un nuovo viaggio Discovery intitolato “Redivivi nel Mondo”, siamo già un gruppo formato, con coordinatrice, partenza solo se le temperature superano i 40 gradi e non esiste ombra).
Dopo la sfacchinata ci buttiamo in mare raggiungendo in pochi minuti d’auto, la spiaggia di Nika’. Rinfrescati torniamo a Scauri per un pranzetto veloce e poi rientriamo a Pantelleria, guardandoci un nuovo tramonto. Aperitivo sul lungo mare aspettando la nostra Cena, che definirei “tipicamente pantesca”: hamburgher giganti comparti presso la gastronomia Cika, che mangiamo in Dammuso, sentendoci trasgressivi e underground.
Sabato 7 Agosto
Penultimo giorno che merita di essere vissuto intensamente. Visita autogestita al Seso di Mursia: i Sesi sono tombe neolitiche mastodontiche; la visita è’ imperativa, in quanto le strutture sono uniche e affascinanti: delle grandi case-tombe di pietra, su cui si può salire sul tetto; ivi si percepisce appieno la maestosità che queste strutture dovevano riversare sull’isola a coloro che vi giungevano da fuori.
E poi…giornata in spiaggia in uno dei siti più comodi di Pantelleria: Cala Tramontana; volutamente abbiamo lasciato questa spiaggia all’ultimo giorno, in quanto è semplice da raggiungere e fornita di bar e ristoranti: un modo per vivere ancora queste ore insieme in relax.
Nel pomeriggio ritorniamo in quello che è stato il primo luogo che ci ha accolti: il laghetto di Venere. Fanghi, bagno e giochi in questo angolo di paradiso. Ordiniamo la cena take-away al ristornate da Pina e, nell’attesa, raggiungiamo la spiaggia del Cicci’s Bar, brindando al tramonto e alle nuove amicizie che si sono create. Rimaniamo in silenzio ad ammirare il sole che viene inghiottito dall’Isola, fino a quando sopraggiunge la sera. Con il buio risaliamo alle macchine. Rigorosa cena e serata in Dammuso, passata a rievocare le meravigliose giornate trascorse insieme e la scoperta di quest’isola brulla e magnetica. Lacrime, risate, imitazioni, rendono la nostra ultima notte magica e spettacolare.
Domenica 8 Agosto
Rientro a casa in orari differenziati; caffè in Dammuso fra baci e abbracci e la consapevolezza che ci saremo rivisti presto. Si conclude così un viaggio splendido, di cui resta un grande gruppo di amici, i segni dell’abbronzatura, il profumo del sugo pantesco, qualche nuovo amore e il ricordo di tante risate.