Ombre rosse express
In inglese, FAR WEST significa semplicemente “lontano ovest”, ma ci riporta alla mente un mondo di territori selvaggi, cowboy, banditi e sparatorie. Alcuni di questi sono miti creati dalla letteratura e dal cinema, ma hanno aiutato a rendere quello del vecchio west, un periodo storico interessante. Il Far West, quello raccontato dai film, quello che ha costituito un vero e proprio genere cinematografico, occupa il territorio che si estende dalle montagne Rocciose fino alle coste del Pacifico, coprendo la zona a ovest degli Stati Uniti d’America, individuata oltre il fiume Mississipi. Ed è proprio questa parte del mondo che abbiamo scelto per ricominciare a viaggiare, dopo due lunghi anni di restrizioni e, a pochi giorni dall’apertura, il viaggio si è chiuso con 16 + 1 partecipanti eccitati per la nuova avventura. L’itinerario originale è stato modificato con l’aggiunta di due giorni per permettere la visita di San Francisco.
DIARIO DI VIAGGIO
23 luglio - Finalmente si parte!!...chi da Milano, chi da Roma, chi è già negli Stati uniti, ma domani saremo tutti insieme per iniziare questa magnifica nuova “ripartenza”.
Noi partiamo da Milano e l’appuntamento all’area gruppi di Malpensa ci permette di salutare il fido Gilberto che ci dà le ultime dritte prima della partenza…quanto ci è mancatooo !!!
Sono giorni di caos e disagi per il trasporto aereo; anche il nostro volo United subisce un forte ritardo e di conseguenza perdiamo la coincidenza a New York, ma prontamente veniamo riprotetti sul volo successivo e in serata siamo tutti a San Francisco. Ora Sofia, Marina, Giulia, Matilde, Luciano, Lapo, Vittoria e Mario, con i rispettivi genitori e il coordinatore Carlo, sono tutti euforici e pronti per iniziare il loro sogno americano.
24 luglio
Nonostante la stanchezza e il fuso orario con 10 ore di differenza rispetto all’Italia, la sveglia suona presto e tutti siamo pronti per la visita alla famosa prigione di Alcatraz, prima tappa della nostra visita a “ Frisco “ o “ Fog City”.
Ci dirigiamo a piedi al molo dove prendiamo il traghetto che ci trasporterà all’isoletta; fa freddo, tira vento, ma il sole splende e solo stasera ci accorgeremo di esserci scottati il viso.
Alcatraz è un’isola dell’Oceano Pacifico appartenente alla municipalità di San Francisco, in California, e famosa perchè ospita l’ex penitenziario federale statunitense “ the rock”: era un carcere di massima sicurezza operativo dal 1934 al 1963 e veniva utilizzato per incarcerare quei detenuti che erano considerati problematici in altre prigioni. Abbiamo preso le audioguide in italiano e iniziato il tour dei blocchi di celle, l’ufficio delle guardie, la sala delle visite e le docce comuni.
Che tristezza!! Le celle della prigione misurano 1,5 x 2,7 m e si presentano primitive e con un arredamento essenziale composto da un letto, un lavandino e un water appoggiato al muro di fondo. Il blocco D ospitava i peggiori criminali e cinque celle di quest’area erano denominate “ the hole” ( il buco) , dove i detenuti più riottosi venivano inviati per determinati periodi e subivano un trattamento brutale. I corridoi della prigione avevano i nomi delle strade più famose degli Stati Uniti, come Broadway e Michigan Avenue. Alla fine del blocco D c’era la biblioteca con 15000 volumi e ogni detenuto leggeva dai 75 ai 100 libri all’anno, oltre a poter esercitarsi nella pratica di strumenti musicali. ( Al Capone suonava il banjo ).
Dall’ isola di Alcatraz si ha una meravigliosa vista sul simbolo della città : il Golden Gate Bridge che mette in comunicazione l’Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco. Che spettacolo!… lungo 2,71 km e quando fu ultimato nel 1937, era il più lungo ponte sospeso al mondo. Ritornati in città facciamo una bella passeggiata lungo i Pier fino al 39 dove una colonia di leoni marini sonnecchia a riva e dove si possono gustare croccanti crostacei di mare da asporto.
Nel pomeriggio riusciamo a salire sui famosi e storici cable car, i tram a trazione funicolare, ultimi al mondo del loro genere. Percorrere le tortuose strade della città e le ripide salite e discese “ appesi” all’esterno, è un gran divertimento per grandi e piccoli e ci ripaga del freddo patito! Interessante è anche la visita al quartiere Castro, noto per essere il cuore della cultura gay e Chinatown.
25 luglio
Nell’itinerario originale, per oggi, era previsto il trasferimento al parco Yosemite, ma i recenti incendi ci impediscono di raggiungerlo. Di prima mattina, dopo una bella colazione, ci dirigiamo all’aeroporto dove dobbiamo ritirare le macchine a noleggio: tre enormi e nuovissimi minivan nei quali sistemiamo i bagagli e le attrezzature da campeggio e partiamo in direzione King’s Canyon. I km da percorrere sono tanti, ma le macchine sono comode e spaziose; la radio trasmette belle canzoni country e noi ragazzi trascorriamo le ore sonnecchiando o sgranocchiando i numerosi snack acquistati al Walmart.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la meta, montiamo le tende e facciamo una bella passeggiata per raggiungere il ristorante scelto per la cena. Siamo stanchissimi: qualcuno va subito in tenda a dormire, altri si rilassano con una birra fresca intorno al fuoco.
26 luglio
Grazie alla posizione strategica del campeggio, in poco tempo giungiamo al Sequoia National Park! Siamo i primi turisti ad entrare, quelle creature gigantesche sono lì solo per noi!!
Il Sequoia National Park è considerato uno dei più importanti parchi nazionali di tutta la catena montuosa della Sierra Nevada in California. I protagonisti assoluti sono i boschi di sequoie, alberi giganteschi che ti fanno sentire piccolo, che ti sprigionano emozioni forti: il General Sherman Tree, con i suoi 83,3 m di altezza e una circonferenza di 31,1m è l’albero più grande del pianeta! Poi, con una bella passeggiata al fresco, percorriamo il sentiero principale, una sorta di museo a cielo aperto dove è possibile aggirarsi tra gli altri maestosi alberi della Giant Forest. Altra lunga tappa fino a Bakersfield, allegra cittadina e punto strategico per raggiungere la meta di domani.
27 luglio
Partenza h. 8, direzione Death Valley. La Valle della Morte è un’area desertica incredibile e magica che si estende per 1,34 milioni di ettari, con alte dune di sabbia, distese di sale sotto il livello del mare, misteriose rocce sonore e canyon di arenaria colorata. E’ il luogo più caldo e asciutto d’America, con temperature altissime: noi abbiamo trovato 50° !!!!
Anche le altezze del parco sono estreme: Il Badwater Basin, il punto più basso del parco, si trova a 86 m sotto il livello del mare… CHE SPETTACOLO !!! Il caldo insopportabile ci permette di fare solo pochi passi e poi torniamo di corsa in macchina per trovare un po’ di refrigerio. Ripartiamo alla volta di Las Vegas, la città che vive di notte! Avevamo fatto tanti progetti, tutti sapevano cosa volevano vedere: casinò, luci, fontane, spettacoli, hotel di lusso…invece arriviamo proprio mentre imperversa un uragano! Pioggia, vento che sposta le macchine e fa ondeggiare semafori e cartelli stradali, cielo nero e minaccioso; dopo un veloce tuffo nella piscina coperta dell’hotel, andiamo a cena dispiaciuti di non poter soddisfare le nostre curiosità.
Las Vegas, detta anche la città del peccato, la capitale del divertimento, il parco d’America, è la patria del gioco d’azzardo, degli spettacoli pirotecnici, dove l’eccesso è la norma e la sobrietà è sconosciuta. Tutte le principali attrazioni della città si trovano lungo un’unica strada, quella famosa e interminabile STRIP sulla quale si affacciano tutti gli hotel di lusso e la ruota panoramica più alta del mondo. I più coraggiosi decidono di fare comunque un giro: abbiamo visto lo spettacolo delle fontane del Bellagio, la Tour Eiffel americana, alcuni degli hotel più grandi del mondo e le sale piene zeppe di slot machine e tavoli da gioco.
28 luglio
Partiamo presto, ma ci imbattiamo in un incidente che ci fa perdere tre ore di tempo. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, gli autisti sono esausti; per pranzo ci facciamo i panini con ciò che abbiamo acquistato al Walmart e nel tardo pomeriggio arriviamo al North Campground Area, un bellissimo campeggio all’interno del Bryce Canyon. Dopo aver montato le tende, accendiamo il fuoco nei grossi barbecue delle nostre piazzole e ceniamo con bistecche, salsicce e birre fresche.
Alle 10pm un ranger ci viene a dire in tono minaccioso che quello è un luogo di silenzio e tranquillità e ci invita ad andare a dormire; non ce lo facciamo ripetere due volte anche perchè siamo stanchissimi e domani la sveglia suona presto.
29 luglio
E’ ancora buio quando usciamo dalle tende e con le nostre torce frontali illumuniamo il sentiero per raggiungere il sunset point ed ammirare l’alba su una delle meraviglie naturali americane: il Bryce canyon. Fa freddo, c’è vento, ma lo spettacolo è impressionante: verso le 6:15 il sole comincia a spuntare e a colorare di rosso rocce e pinnacoli. E’ uno spettacolo che lascia senza fiato. Il Bryce è un piccolo parco nazionale nello stato dello Utah; non è proprio un canyon, ma un enorme anfiteatro originatosi dall’erosione dovuta ad acqua, vento e ghiaccio creando così gli hoodoors, i caratteristici pinnacoli dall’intensa colorazione che varia dal rosso, all’arancio al bianco. Dopo aver assistito allo spettacolo del sorgere del sole, torniamo al campo, facciamo colazione e decidiamo di percorrere un sentiero ed immergerci tra le rocce. Un’emozione dopo l’altra, decine e decine di scatti fotografici e la fortuna di essere tra i pochissimi turisti presenti a quell’ora nel parco, ne fanno un’esperienza indimenticabile.
Con ancora quelle meraviglie naturali negli occhi, prendiamo le auto e ci dirigiamo verso Page, cittadina dell’Arizona, base per molte escursioni. Ci dirigiamo subito verso l’ Horseshoe Bend un meandro del fiume Colorado, profondo 300 m e a forma di U che, vista la sua particolare forma, prende il nome dal ferro di cavallo ( horseshoe). Dalla route 89, dopo una breve camminata sotto il sole cocente, si arriva ad un ripido pendio che permette, dall’alto, una vista straordinaria.
Andiamo in hotel per un tuffo rinfrescante in piscina e per prepararci per la cena. Stasera si mangia in un ristorante texano specializzato in carne alla griglia; da Big John's si respira proprio l’aria di America: lunghi tavoli con tovaglie a quadretti bianchi e rossi, musica country dal vivo, enormi cameriere che portano vassoi di costine e bistecche bbq. Purtroppo riceviamo una brutta notizia: l’Antilope Canyon, previsto per domani è chiuso per maltempo. Che delusione!!!
30 luglio
L’Antilope Canyon non è visitabile: le abbondanti piogge dei giorni scorsi lo hanno reso inaccessibile, perciò, con dispiacere, cambiamo, per l’ennesima volta, l’itinerario e ci dirigiamo alla Monument Valley. Trovandosi nella Navajo Nation, la Monument Valley è gestito dagli indiani e si trova al confine tra Arizona e Utah. I grandi monoliti di sabbia rossa sono diventati un simbolo non solo dell’immaginario tipico del Far West americano, ma anche degli Stati Uniti stessi. Con le nostre macchine abbiamo iniziato un tour circolare che ci ha permesso di godere di questo spettacolo naturale senza eguali. E’ uno dei luoghi che più rimangono impressi nella memoria; un posto magico che lascia senza fiato. Quel colore rosso vivo della terra è bellissimo; il posto non è per nulla affollato e fermarsi nei vari punti panoramici ad ammirare il paesaggio ti fa pensare che noi essere umani siamo davvero piccoli in confronto alla natura. Sembra di essere in un film western. Tantissime foto e acquisti presso le bancarelle delle donne Navajo e poi, nel momento in cui decidiamo di andare a piantare le tende, inizia a piovere; anche stasera non si può campeggiare. Decidiamo di proseguire e arriviamo fino a Cameron dove alloggiamo in un bel motel con ristorante che ci prepara un’abbondante cena.
31 luglio
Partenza alle 7:30 in direzione Grand Canyon, Arizona. Verso mezzogiorno siamo all'ingresso East Rim: lo spettacolo lascia senza fiato. Il Grand canyon è una formazione naturale caratterizzata da diversi strati di roccia rossa che rivelano milioni di anni di storia geologica. E’ enorme: il diametro è di 10 miglia e la lunghezza è di 277 miglia. Sulla nascita del Gran Canyon ci sono ancora diverse ipotesi e dubbi: la teoria principale è quella che attribuisce la sua conformazione al fiume Colorado che, circa 17 milioni di anni fa, avrebbe iniziato a scavare nella roccia erodendola strato dopo strato.
Mentre facciamo il giro dei vari punti panoramici, il cielo diventa scuro e minaccioso e viene annullato il giro in elicottero. Che sfortuna!!! Neppure stasera si riescono a montare le tende…e allora si parte per Williams, allegra e vivace cittadina sulla famosa Route 66, dove assistiamo ad un simpatico spettacolino di cowboy e ceniamo in un bel ristorante.
1 agosto
Oggi è una giornata di trasferimento. I km che ci separano da Los Angeles sono tanti e perciò cerchiamo di avvicinarci il più possibile arrivando fino alla cittadina di Victorville.
Partiamo al mattino presto e decidiamo di fermarci a fare colazione in un locale caratteristico frequentato solo da locali…che esperienza incredibile! Tipici personaggi americani con stivali e cappello da cowboy sono intenti a mangiare enormi porzioni di uova, bacon e fagioli e, quando chiediamo loro di fare una foto, non esitano e si mettono in posa. Il personaggio più curioso è Floyd, un anziano con bastone che ha voglia di parlare con noi: ci mostra la sua macchina d’epoca perfettamente restaurata, ci lascia salire e alza la radio a tutto volume proprio mentre Elvis Presley intona le sue più celebri canzoni. Siamo rimasti nel locale più di 2 ore…non riuscivamo più ad andarcene. Ripartiamo verso Kingman, il cuore della Historic Route 66 dove visiteremo il museo e faremo acquisti di souvenirs della strada più famosa degli USA. Nel pomeriggio giro di Oatman, cittadina ricostruita per i turisti con muli che girano lenti per le strade, saloon e piccoli negozi-museo. L’atmosfera è quella del far west…caldo e polvere ovunque, sembra di essere sul set di un film.
2 agosto
Partenza all’alba per raggiungere LOS ANGELES. Prima di arrivare, però ci fermiamo a Malibù, città che si estende su oltre 48 km lungo il Pacifico e la Highway One: le star e gli atleti più famosi vivono in case sull’oceano. Scattiamo tantissime foto e poi ci dirigiamo a Santa Monica, città costiera a ovest del centro di Los Angeles. Il suo molo ospita il parco divertimenti Pacific Park con la ruota panoramica e la storica giostra di cavalli LoofHippodrome. La spiaggia è lunga 5,5 km ed è super affollata: turisti, bagnanti locali, surfisti e venditori di frutta e aitanti bagnini attenti a scrutare il mare dall’alto delle loro torrette baywatch. Per pranzo andiamo al famoso Bubba Gump Shrimp, un ristorante di pesce che si ispira alle scene del celebre film con Tom Hanks. Foto di rito sulla panchina di Forrest e bella passeggiata sul pier dove si esibiscono artisti di vario genere. Per la gioia di noi ragazze incontriamo anche una famosa tik toker americana che, gentilmente, si fa fotografare e ci intrattiene con un balletto.Stasera bisogna riconsegnare le macchine in aeroporto, perciò noi ragazzi ne approfittiamo per un tuffo nella bella piscina panoramica in attesa di andare a cena al ristorante thailandese di fronte al nostro hotel.
3 agosto
Sveglia, colazione e con Uber ci rechiamo nel centro di Los Angeles, la città dei sogni. Prima tappa: WALK OF FAME ( passeggiata hollywoodiana delle celebrità); ci perdiamo a cercare le stelle dei nostri attori e cantanti preferiti sui due lunghi marciapiedi che corrono per quindici isolati da Hollywood Boulevard fino a Vine Street per quasi 2 km e attendiamo che la città prenda vita. Qui si respira un’aria magica che proietta all’interno di un set cinematografico, si spera di poter incrociare un volto conosciuto e si ammirano i molti negozi e luoghi pittoreschi. Con un tour guidato facciamo un bel giro a Beverly Hills per ammirare le splendide abitazioni di famosi personaggi dello spettacolo e la lussuosa via dello shopping Rodeo Drive.
Beverly Hills conta circa 37000 abitanti, si trova fra Los Angeles, le Santa Monica mountains e West Hollywood ed è stato il luogo di ambientazione di diversi film e telefilm.
Nel pomeriggio entriamo in un enorme centro commerciale per pranzare in uno dei numerosi ristorantini, fare shopping e ammirare la grande scritta Hollywood; infatti da una passerella sospesa è ben visibile la Hollywood Sign , la scritta monumentale che si trova sul Monte Lee e sovrasta Los Angeles. Questa scritta è nata come campagna pubblicitaria per promuovere un nuovo quartiere residenziale e avrebbe dovuto rimanere lì per poco più di un anno, invece, da più di 90 anni, è il simbolo di una delle città più iconiche del mondo. Le lettere, di colore bianco, sono larghe 9m e alte 15m ciascuna per un complessivo 110m di lunghezza. Il nome HOLLYWOOD significa letterlmente “bosco di agrifogli”.
4 agosto
La nostra bella vacanza è giunta al termine, ci salutiamo e ci prepariamo ad affrontare il lungo volo che ci porterà a New York e in coincidenza a Milano e Roma. Di questo viaggio ci rimarranno i ricordi di bellissimi luoghi visitati, la delusione di escursioni annullate per il maltempo, ma soprattutto i sorrisi e la simpatia dei fantastici compagni che abbiamo conosciuto e con i quali speriamo di condividere nuove avventure.
5 agosto
Atterriamo a Malpensa con un paio di ore di ritardo, ma tutto è andato bene; ora non ci resta che smaltire il jet lag ed iniziare a pensare a nuove indimenticabili avventure!!