Avventure nel Mondo

Oltre i miei limiti... in Marocco

da "Marrakech Soft" con Avventure nel Mondo
di GIULIA TAROZZI
foto di GIULIA TAROZZI

Day 1, arrivo a Casablanca

Alcuni di voi sanno che mi sono approcciata a questo viaggio in Marocco con Avventure nel Mondo con l’idea di andare oltre i miei limiti.. sinceramente non credevo sarei stata messa alla prova subitissimo. Volo Bologna Casablanca: tasso di under 10 anni pauroso. Prendete me, prendete il mio panico da aereo, prendere la mia tolleranza verso i pargoli e avrete un meraviglioso inizio! Fortunatamente il volo è stato sereno... meno lo è stato raccattare le valige, il taxi prenotato ma scomparso e l’ultimo componente del gruppo dato per disperso per più di un’ora. Ad ogni modo, all’alba di mezzanotte e mezza ho un letto e una doccia all’attivo, e persino un Wi-Fi finalmente funzionante. Ah, in bagno c’è pure il bidet! Domani la sveglia è alle 6.30 e mi scappa da ridere. Il bello deve ancora venire.

Day 2 Casablanca-Rabat-Voloubilis-Meknes: vicoletti, scompiglio e toilette col secchio!

Ore 7.30 un omino zigzaga nel traffico su un Ciao scassato portando una pila di cartoni di uova alta quanto lui. Equilibrisimo epico, ma se si guarda bene dai lati qualcosa cola, qualche uovo dev’essersi rotto. Un’immagine che da sola potrebbe riassumere il primo caotico approccio al Marocco. Casablanca è un continuo alternarsi di villone favolose sorte accanto a centri di chirurgia estetica e catapecchie fatiscenti (con murales favolosi però!).

Rabat, invece, ha vicoli bianchi e blu che ricordano la Grecia, ma qui, in sti vicoletti, ci girano con macchine famigliari enormi, altro che muli o apecar!

Voloubilis è il sito unesco delle rovine romane ormai sede di una famiglia di cicogne che ha preso residenza qui..ai turisti non interessa nulla delle rovine, son tutti qui a fare le foto alle cicogne, le vere star!

Meknes è caotica, rumorosa, brulicante di persone e di babbucce a punta coloratissime. Le donne la sera si muovono sui tetti per andare a trovare le amiche così non devono scendere in strada (fa tutto molto Tomb Raider).

Ad ogni modo Voloubilis e Meknes verranno ricordate (al di là delle bellissime cose da vedere per le quali vi rimando a una Lonley qualunque e alle foto) per le turche con il secchio... ora, parliamone.. io prima di qui MAI avevo visto che al posto dello sciacquone ci fosse un rubinetto e un secchiello... bene, qui è così...enjoy! Ora vado a svenire nel letto.

Avventure nel Mondo

Day 3 Fez-Ifrane-foresta dei cedri-Gorges du Ziz: dai colori della Medina a quelli dell’Atlante

La nostra guida (indubbiamente l’uomo più simpatico ed esuberante della città) ci ha fatto fare un tour per Fez spettacolare portandoci in posti poco mainstream a vedere gente che, ancora oggi, lavora a dorso di mulo o intenerisce le pelli da conciare con la CACCA di piccione.. l’ammoniaca costa e non è bio, quindi mi pare logico ricorrere ai pennuti...però oh, giuro che sta pelle è morbidissima poi.. la puzza è un’altra storia!

Menzione d’onore, sempre alla guida, per aver coniato il termine “giapponesare” per noi che facciamo una foto ogni 3x2. Un mito.

Fez è colori e odori forti ammassati in vicoli tortuosi, perdersi è un attimo, ma ne vale la pena.

Nella lunga, lunghissima, via verso il deserto abbiamo sostato a Ifrane detta la piccola Svizzera in quanto è immersa in un bosco di cedri e le case, ordinate e coi tetti a punta, ricordano quelle di Chamonix...le guide narrano che i marocchini vengano qui a sciare. Per quanto sia credibilissimo che a 1800 metri venga la neve, non trovo altrettanto credibile che qui possano sciare. Mancano gli ski-lift, per dirne una.

Più in linea con la mia idea di Marocco è il pit-stop successivo, sempre nella foresta di cedri, nella zona dove si trovano le bertucce (o erano macachi?!..insomma, scimmie!).. i tanti turisti che le ingozzano per avvicinarle le hanno rese obese e questo le rende ancor più adorabili. Ho deciso voglio una scimmia per Natale! Segnatelo subito sulle vostre agende alla voce “regali possibili per Giulia”, che poi lo so che arrivano le feste e ve lo scordate!

E infine il passaggio sui monti dell’Atlante e l’approccio alle prime zone desertiche... dal verde della Svizzera, al rosso del Grand Canyon, tutto in un pomeriggio! Gran bazza sto Marocco!

Day 4 rotta verso il deserto

Come già avevo osservato in precedenza, nella lunghissima traversata verso il deserto il primo paesaggio che abbiamo incontrato è stato il Grand Canyon che, a quanto pare, è in Marocco e non negli USA. Chi vi dice diverso mente, oppure qui han aperto varchi dimensionali e io (che son tonta ma non poi così tonta) ci son caduta dentro e non me ne sono resa!

Abbiamo poi sostato lungo le rovine di una kasbah che pullulava di bambini (che simpaticamente hanno fatto uscire dei pipistrelli da alcuni anfratti... che cari) e transitato per un paese ordinato e pulito pieno di universitari che studiavano sui prati mentre i militari presidiavano il confine con l’Algeria a pochi km.. quelle piccole contrapposizioni che qui in Marocco vanno tanto..

E infine il deserto..che gran figata il deserto!

Magico é dire poco! Andarci sul dorso del dromedario, che ho battezzato Olivia perché mi pareva una ragazza molto carina, è stato divertente..e altrettanto divertente è stato fare lo scivolo sulle dune “a bordo” di un tappeto trainato dal beduino! epico... com’è stato epico non caracollare giù miseramente e mantenere una dignità in tutto ciò che ho fatto sin ora.

Al ritorno dalla dromedariata cena e canti attorno al fuoco nel deserto e poi notte nella tenda.. che spettacolo.. ho sentito uno da una tenda vicino inveire contro il mondo (e credo un insetto) urlando “non son mica indiana jones”.. ma va là, in sti giorni io sono meglio di Lara Croft

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Day 5 dal deserto a skoura: un grande rally

Dopo una sveglia all’alba (perchè le tende sono più comode del previsto ma appena arriva la luce si scaldano subito) ci lanciamo nel giro sulle dune in jeep facendo sparare all’autista a manetta i Queen.. gran panorama, gran sound! Siamo la jeep alpha del gruppo e siamo i più fighi!... Peccato solo che, mentre ricalchiamo le orme di quella che un tempo era la Dakar originale, una delle tre jeep s’impantana e il nostro autista deve soccorrere e sostituire il novellino, che così viene dato a noi... diventiamo jeep zeta, il cinno ha gli occhi da cucciolo smarrito, addio derapate sulle dune!

Fortuna arriviamo alle tappe culturali del percorso, ovvero l’insediamento nomade! Qui ci offrono un tè nel deserto, come nei film.. se non fosse che la vita di una donna qui è fare i lavori di casa, intrecciare tappeti e sfornare bimbi a raffica non si starebbe nemmeno troppo male a seguire i cammelli in giro per il deserto.... e fare capanne di bacchetti e tappeti... e fanghiglia... e intrecciare tappeti... e fare figli.... e intrecciare tappeti... ecco ehm... però che panorama!

Abbiamo poi lasciato il deserto rosso, per quello più giallo.. e qui abbiamo incrociato della gente che correva nel deserto..avvistati già lontani dalla civiltà alle ore 18.25, abbiamo incrociato la prima casa 20 minuti di bus dopo (per gli amanti dei calcoli noi andavamo circa ai 90 orari).. e poi ci chiediamo perché chi si allena qui ci asfalta nelle gare di atletica?!?!

Sfatti siamo poi arrivati alle gole di non ricordo quale nome con tante consonanti.. finalmente una doccia ristoratrice mi ha riportato ad una condizione di umana decenza. Domani si riparte per nuove entusiasmanti tappe!

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Day 6 dalle gole del Todra a Marrakech: mille cambi di paesaggi e di climi

Scoperta numero uno del giorno: A 1800 metri fa freschino anche in Marocco..bellissimo panorama però! Le gole del Todra valgono le curve e l’ansia da “oddio ci sfracelliamo” ad ogni tornante!

Scoperta numero due: in Marocco sono avantissimo da mo, le kasbah sono completamente ecosostenibili, nulla si spreca e ogni cm è sfruttato per migliorare la vivibilità. E noi che adesso la meniamo con le case geotermiche del futuro! ...la nostra guida, una cartola clamorosa che in un’altra vita aveva sicuro un locale a Riccione, mi aveva quasi convinta a restare, ma poi non c’è il Wi-Fi.. peccato, perché a me il look paglia e fango ormai si addice!

Poi siamo andati ad Ait ben haddou la kasbah protetta dall’Unesco in cui han girato mille film. È sicuramente uno spettacolo ma di questo momento potrò sempre dire due cose:

1) ho preso l’acqua e i tuoni nel deserto (che visto l’evento raro i locali non la chiamano botta di sfiga ma di culo)

2) ho attraversato a piedi un fiume.. era secco ok.. però ora al prossimo test psicologico nei colloqui HR in cui mi chiederanno domande come “hai attraversato il mare a nuoto?” gli dirò “ho guadato un fiume a piedi cicci”!

Prima di arrivare a Marrakech abbiamo attraversato di nuovo le montagne, ora verdi e ora rosse, toccando fino i 2100 di altezza. Qui abbiamo fatto sosta alla cooperativa dell’argan tutta al femminile (unica al mondo).. erano così brave e simpatiche che ho comprato più del necessario.. forse anche loro in un’altra vita facevano le pr in Romagna.

Infine, siamo arrivati nel caos di Marrakech.. dopo tutte queste lande desolate ti stordisce. È uno schiaffo di modernità.. e all’inizio sembra un’enorme sagra di paese.

Nota a margine. Sta sera c’è la vera prova adventure per me. Si tutte le sistemazioni low cost low profile quella di sta sera è quella che mi mette maggiormente alla prova. Vi avevo accennato che era una sfida per andare oltre i miei limiti no? Bene... vi scrivo dal sacco a pelo, sopra il letto, con il mio cuscino gonfiabile da viaggio sotto la testa rimpiangendo la tenda nel deserto perchè, là almeno c’era la location e il materasso era comodo. Però oh, è avventura..

Day 7 Marrakech

Innanzitutto premetto che la notte l’ho passata serenissima nel mio sacco a pelo...la cosa deve aver destato qlc perplessità nel settore pulizie del grand hotel (giuro che si chiama grand hotel!!!) e oggi abbiamo ritrovato la camera più pulita e pure profumata. Comunque io resto nel mio sacco a pelo anche sta notte.

Marrakech è probabilmente la tappa meno affascinante di quelle fatte ma indubbiamente la più vivace. Ci sono persone, e soprattutto motorini, che sfrecciano ovunque pronti a passarti sopra se serve… non si capisce perché in un paese dove il tempo apparentemente non esiste, appena si muniscono di due ruote motorizzate han tutti fretta.

La nostra guida della giornata ci segnala tante cose super belle da vedere, tra le varie culturalissime io sono attratta da quella meno aulica, la pasticceria migliore del luogo. Peccato che ogni pasticceria qui sia circondata da schiere insormontabili di vespe… il mio regno per una bomboletta di Baygon!!!!!

Dopo aver visto il palazzo del gran visir, girato tra vicoli e mercati, sperperato il mio denaro in mille cose e visto quella grandissima e stupendissima figata che sono i giardini Majorelle ( che come ha detto un compagno di viaggio “non sono una visita, ma una terapia” ) mi sono sparata un giro in hammam! 

Socci se sbrusacano le signore!

Per chi non lo sapesse all’hammam, dopo il bagno di vapore, delle robuste signore ti fanno un super energico scrub, ti massaggiano e ti lavano.. credo non venissi lavata da qualcun altro da quando ero bambina... l’ozio allo stato supremo.. mentre pensavo di chiedere alla signora se volesse seguirmi in Italia lei mi ha tirato 4 colpi ben assestati nella schiena e, temendo di avermi rotta mi ha chiesto se stavo bene con aria perplessa... Non ho costole incrinate e sono molto rilassata quindi tutto a bolla direi!

Domani sveglia all’alba per tornare a Casablanca e ripartire.. sento già la tristezza mista ad ansia da aereo.. perché io i malesseri li voglio tutti per bene.

Day 8 il rientro: cosa abbiamo imparato in questa vacanza?

Se ben ricordate il tema di questa vacanza era andare oltre i propri limiti... sono sopravvissuta a hotel low profile, sacco a pelo, condizioni igieniche talvolta discutibili e sono riuscita a stare al ritmo di 15 sconosciuti compagni di viaggio.. il risultato? Una figata pazzesca!

Ad ogni modo, per concludere vi lascio qualche pillola sul Marocco che credo valga una menzione..

1) la loro acqua non sarà potabile per noi (per loro lo è perché hanno gli anticorpi di Hulk) però fa dei capelli morbidosi che noi ce li scordiamo 

2) quanto a ecosostenibilità sono avanti anni luce, coprono tutta la gamma dal solare, al geotermico al mulo.. tutto nella stessa location 

3) se chiedete quanto ci vuole ad arrivare in un posto raddoppiate sempre il tempo stimato..Il “si fa tutto in 2 ore” si è sempre trasformato in 4 ore abbondanti uso ridere! Ma varrà la pena spendere tempo in giro così, in Marocco l’orologio va lasciato in valigia.

4) il cibo è valido! buona la tajine, buono il cuscus...ma davvero tanto buoni! In ogni versione... però, da brava abitante della pig valley sta sera ho ordinato pizza con salsiccia e salame piccante..perchè in trasferta provo tutto, ma al cuore non si comanda!

5) se come noi avrete un autista in gamba saprà indicarvi dove rimediare una birra in qualche posto imboscato per un brindisino al tramonto, altrimenti sorseggiate tè alla menta e, come tutti, immaginatelo mojito! 

6) a Essaouira c’è la Cooperativa Agricola Femminile Tamounte, l’unica cooperativa dell’argan tutta al femminile. Potete immaginare quanto in questo Paese non sia cosa facile da mettere in piedi ne da mantenere.. se mai farete un viaggio da queste parti visitate questo posto, ne vale la pena! E poi l’olio d’Argan fa benissimo.

Insomma, il Marocco si è rivelato la bellezza che mi aspettavo. Ci vuole spirito di adattamento, questo è innegabile, se non siete disposti a chiudere un occhio su qualche norma HACCP lasciate stare subito.. ma se supererete i vostri limiti...SOCCIA CHE FIGATA!