Lofoten, montagne innevate sapore di mare
Luce Artica
Nero, blu, poi azzurro, infine rosa. E poi al contrario azzurro, blu, nero. Questi i colori del cielo norvegese sulle Isole Lofoten a dicembre. La luce è senza dubbio l’elemento naturale più caratteristico e che più ci ha lasciato a bocca aperta nel corso del viaggio. Come noto, al di sopra del Circolo Polare Artico, il sole non sale mai sopra l’orizzonte durante l’inverno. Questo non significa che sia sempre buio pesto. Come riportato simpaticamente da una guida locale, tra le 11 e le 14 circa, con cielo sereno, “you can easily read a book in your garden”. Certo, non servono gli occhiali da sole, nessun raggio è diretto, tutta la luce è riflessa (e in questo l’abbondante manto nevoso aiuta). Definire con esattezza un’alba e un tramonto è un po’ azzardato, però è qualcosa di molto simile: il disco arancione che arriva a pochi gradi dall’orizzonte con tutta la sua forza, per arrendersi senza speranza e tornare verso il basso. Questa luce così unica permette di scattare delle fotografie stupende, immortalando paesaggi con un’aurea quasi divina.
A piedi sui laghi ghiacciati
Rolf è un norvegese sui sessant’anni, pelato, longilineo, dagli occhi pronti a scrutare la minima presenza dell’Aurora Boreale, abituato a muoversi sui sentieri innevati e ghiacciati. Partiamo nel tardo pomeriggio dalla nostra Rorbu (tipica casetta rossa dei pescatori) e seguiamo la nostra guida con le torce frontali. In pochi minuti ci troviamo sulle sponde di un lago ghiacciato, con qualche cm di neve fresca. Spegniamo le luci. Silenzio. Immersi nel buio più completo, i nostri occhi ci mettono poco ad abituarsi al chiarore biancastro della neve. Ci riconosciamo sotto forma di sagome nere. Attorno a noi solo neve, sopra di noi solo nuvole, sotto di noi solo ghiaccio. Torniamo sulla terraferma, torce accese: tracce di lepri artiche attorno a noi, tracce di volpi e linci, tracce di piccole lontre. Dopo alcuni passaggi tra ponticelli e dolci sali-scendi, eccoci sul più grande lago, nuovamente immersi nel buio. Rolf, da perfetto conoscitore del buio artico, ci fa attraversare parte di lago e ci porta in una zona più boscosa, al limite del quale si trova la sua casetta di legno (ex deposito per le barche) trasformata sapientemente in un caldo e accogliente rifugio. Con suo figlio ci cucina un semplicissimo quanto saporitissimo merluzzo, accompagnato da tisana ai frutti di bosco, pane, vino, burro e crema di latte. Non prima di averci fatto assaporare la freschissima acqua raccolta direttamente con il bicchiere da un buco scavato nel ghiaccio. Takk Rolf (grazie Rolf)!
Mare o montagna?
“Ma la sabbia della spiaggia è ghiacciata!”, “guarda la neve sciolta delle onde!”, “neve, ghiaccio e sapore di mare allo stesso tempo, che strano!”. Le Isole Lofoten, arcipelago di centinaio di isolotti e isole più grandi, si trovano nel Mar di Norvegia, ma sono innevate nel periodo invernale. Il territorio è parecchio montuoso, spesso collinare, a volte pianeggiante. Un volo interno, in atterraggio a Bodo, ci ha regalato uno dei panorami più belli: decine di isolotti sparsi come piccole tessere bianche di un gigante puzzle dimenticato da qualcuno sull’enorme tavolo blu del mare.
La prima Aurora non si scorda mai
Un viaggio alle Lofoten in inverno è, anche, l’Aurora Boreale. Non è solo l’Aurora Boreale, ma anche. Chi parte pensando di poterla vedere tutti i giorni, o chi spera di vederla quel particolare giorno, si sbaglia di grosso. Tutti gli eventi naturali non possono essere programmati, decisi o organizzati (e meno male!). Lei decide di comparire quando meno te lo aspetti, decide di nascondersi quando ci sono tutti i parametri ambientali perfetti, Madre Natura a quelle latitudini guida la vita degli uomini, solo lei comanda. Quando il cielo è nuvoloso, può sbucare tra le nuvole giocando a nascondino, quando il cielo è sereno puo’ apparire per pochi minuti o per decine di minuti, così come non mostrarsi e costringere gli occhi ad ammirare le migliaia di stelle, cosa a cui non siamo più abituati nella nostra Italia. Il nostro gruppo è stato fortunato, l’abbiamo vista la prima volta sbagliando strada (eravamo diretti a un mini-market!), la seconda volta, molto più intensa, quella stessa sera. Al segnale “tutti fuori, è comparsa l’Aurora”, sono seguite scene di gente in pigiama a -10°C, alcune infradito sulla neve, altrettanti usciti dalla doccia prima del previsto. L’Aurora si è mostrata nel suo splendore verde, con strisce parallele danzanti, a coprire lo spazio tra est e ovest.
Hurtigruten e altri trasporti
Una menzione speciale va fatta a tutti i mezzi di trasporto, che vengono guidati/pilotati/diretti in maniera eccelsa dai norvegesi. Le auto, i bus, e tutti i trasporti su gomma hanno le ruote chiodate. Tutte le strade sono infatti coperte da uno strato di ghiaccio e di neve che resta fino alla primavera. Le piste degli aeroporti (in particolare Tromso, Bodo, Andenes) sono ghiacciate. I piccoli aerei che possono atterrare e decollare in queste estreme condizioni vengono “lavati” prima della partenza da una soluzione anticongelante. Anche in casi di tempesta di neve e ghiaccio, abbiamo notato come questi aerei non abbiano fatto una piega. Grande maestria dei piloti norvegesi! Capitolo a parte è quello dell’Hurtigruten, il vecchio Postale che faceva la spola tra le città dei fiordi norvegesi, al giorno d’oggi una flotta di traghetti che percorre tutta la costa da Bergen, a sud, fino a Kirkenes, il confine russo. Utilizzato da crocieristi, da gente del posto, da turisti, è un mezzo eccezionale che permette di godersi il panorama comodamente seduti davanti ad un piatto di merluzzo fumante. Nel Grande Nord le distanze sono infinite, e anche le Lofoten non sono da meno. Gli spostamenti fanno parte del viaggio. Come diceva Paolo Rumiz in Trans-Europa Express: “E’ nelle attese che si incontra il mondo”.
Husky Safari
Non fatevi ingannare dal nome “safari”. Qui niente distese infinite, niente savana, niente caldo, niente sabbia, niente appostamenti, niente teleobiettivo e soprattutto nessun lungo tramonto africano! L’escursione con i cani da slitta è stato il primo vero avvicinamento del viaggio alla neve, alla (poca) gente locale, agli animali e al silenzio della natura. Le slitte, trainate da 4 husky, con un guidatore e un passeggero, scivolavano veloci sulla neve fresca. Vestiti più da Gabibbo che da esploratori dell’Artico, ci siamo immersi totalmente nella luce del Nord, tra i boschi, sulla pianura, con il solo fruscio della slitta e i guaiti dei cani, vogliosi di correre. Esperienza molto bella, a tratti faticosa, che ci ha riempito di emozioni e ci ha dato la giusta carica di adrenalina che ci ha accompagnato per tutta la settimana.
Aquile di mare tra i fiordi
Gommone a tutta velocità. Vento e freddo che tagliano in due. Visione del paesaggio in “bianco e nero”. Così possiamo riassumere l’uscita tra i fiordi per avvistare le aquile di mare. Nuovamente vestiti con tutoni e visiera protettiva, partiamo da Svolvaer in direzione Trollfjord, uno dei fiordi più piccoli di tutta la Norvegia. Decine e decine di aquile di mare ci aspettano imponenti su isolotti, pronte a spiccare il volo e planare sull’acqua a pochi metri da noi, attirate dai pesci che l’equipaggio lancia loro. Grande emozione l’entrata nel piccolo fiordo: mare blu scuro, montagna nera innevata che scende a picco. Silenzio interrotto solo dai versi dei rapaci e dal loro contatto con l’acqua. Emozione alle stelle. Al rientro ci aspetta un “tramonto” (ore 14 circa!) dai colori incredibili, la luce si presenta come un fuoco in lontananza che manda un arancione intenso destinato a durare pochissimo, inghiottito nuovamente dal mare e dal buio.
Alla prossima Avventura!