Gorilla t'appartengo
L'Uganda non è solo Gorilla e/o Scimpanzé ma è veramente la Perla dell'Africa!
Paesaggi lussureggianti, la classica savana africana (presenti tutti e 5 i Big Five), laghi, fiumi ricchi di fauna e di pescatori, piantagioni di thè, ananas e banane, e un popolo molto accogliente.
Il viaggio è organizzato in un percorso ad anello, partendo e ritornando nella capitale (leggasi Entebbe). Noi lo abbiamo fatto in senso orario, cosa che a prima vista può sembrare non perfetta in quanto si fa quasi subito l’escursione ai Gorilla ma che, devo dire, può avere i suoi lati positivi. Si alternano attività più naturalistiche a situazioni di contatto e conoscenza delle popolazioni e attività locali.
In particolare, il Murchison Falls NP (MFNP) è stupendo a livello paesaggistico. Un po' più deludente il Queen Elizabeth NP (QENP), ma va sempre visto non fosse altro perché questa è la zona dei climbinglion. Anche la zona del Crater Lake e del lago Bunyonyi sono estremamente interessanti e rilassanti a livello paesaggistico e permettono un contatto diretto con la popolazione. Come gruppo abbiamo scelto di inserire quasi tutte le attività ed escursioni possibili in modo da approfittare e vivere nel modo più completo il viaggio.
Il viaggio non presenta particolari criticità e difficoltà, è necessario un minimo di preparazione perché ci sono alcuni trekking (Gorilla su tutti) e passeggiate un po’ impegnative ma nulla di impossibile.
Il gruppo, composto da 7 ragazze e 7 ragazzi, è stato MERAVIGLIOSO. Ho avuto la fortuna di essere stato accompagnato da un gruppo di amiche e amici che si sono mostrati sempre attenti, puntuali, collaborativi, motivati e interessati al viaggio. Ci siamo divertiti, abbiamo passato bellissime serate e veloci trasferimenti tra chiacchiere e risate.
Dopo un rocambolesco weekend in cui si sono iscritti gli ultimi partecipanti, e più di uno non è riuscito a iscriversi in tempo, e tre mesi lunghissimi di preparativi, finalmente si parte, suddivisi equamente in 7 da Roma (io, mia moglie Marzia, Carmela, Francesco, Marco, Dario e Giulia) e da Milano (Alessandro, Lorenzo, Claudia, Elena, Serena, Giovanni e Lina), in orario e senza intoppi. Ci conosciamo tutti all’aeroporto de Il Cairo, facciamo un breve briefing per definire i primi dettagli e nominare il cassiere (Dario), partiamo puntuali. Il volo fa scalo in Ruanda e poi (ritorna) in Uganda. Arriviamo in orario.
Arriviamo finalmente di buon mattino sul suolo ugandese in aeroporto a Entebbe e ad attenderci ci sono i nostri autisti, Rashid e Richard. Sistemiamo i bagagli nelle jeep e ci dirigiamo in hotel dove arriviamo in mezz'ora dove avevo concordato la colazione, facciamo il primo versamento cospicuo in Cassa Comune e Cassa Viaggi per saldare i conti al corrispondente e per cambiare gli Euro. Nell’attesa che arrivi Mr Kelebu (l’emissario del corrispondente) e altri due “colleghi” direttamente in hotel, facciamo colazione, qualcuno assaggia una pizza da Giannello’s Pizza (nel giardino del hotel) e altri, attratti da una musica in lontananza, si imbattono in un karaoke e cominciano a sentire e a cantare una famosa canzone locale che ci accompagnerà per tutto il viaggio. L’attesa si prolunga e così decidiamo di andare a cambiare i soldi (Euro vs Scellino Ugandese) al centro commerciale di Entebbe poco distante.
Verso ora di pranzo finalmente arriva Mr Kelebu e, dopo un estenuante controllo di tutte le banconote (erano in tre e pertanto tre controlli), paghiamo tutto il dovuto e riusciamo a partire non prima delle 14 direzione Lake Mburo. Poco dopo ci fermiamo per fare rifornimento nonostante i serbatoi dovessero essere pieni…mi arrabbio e faccio notare che al rientro i serbatoi saranno vuoti!
Gli autisti, avendo percepito il nostro disappunto per il ritardo di Kelebu e la mancanza del rifornimento, cercano di schiacciare il pedale e, dopo immancabile sosta al Equator Point, arriviamo al National Park (NP) in tempo per il nostro primo e pianificato game drive “serale” ma, nonostante il parco sia aperto fino alle 19, i ranger non ci danno il permesso di accedervi. Ripartiamo un po’ sconsolati ma con la promessa di recuperare l’indomani con un cospicuo game drive, e arriviamo all’imbrunire al meraviglioso Leopard Rest nel Lake Mburo NP. È un glamping bellissimo, wild ma in una posizione nel verde davvero affascinante. Ci sistemiamo nei nostri bungalow davvero carini, con doccia e bagno plein-air, ci rilassiamo appena in tempo per ammirare e fotografare la nostra prima notte stellata e siamo già pronti con il nostro primo aperitivo con il cibo portato dall’Italia.
Facciamo la doccia (sono all’aperto e l’acqua è caldissima, bellissimo lavarsi con l’acqua bollente sotto le stelle!) e andiamo a cena avendola ordinata durante l’aperitivo. Cena non di grandissima qualità, forse siamo stanchi vista sia la partenza più di 24 ore prima e sia l’attesa della mattinata un po’ snervante.
Andiamo a dormire e la nostra prima notte africana ci attende immortalata da Francesco e Carmela che si dilettano con la loro macchina fotografica.
Buona colazione e di buon mattino (un partecipante riuscirà sempre a farsela anticipare in modo da avere quel quarto d’ora in più per espletare le sue formalità in tempo!) …Siamo pronti e arriviamo puntuali al NP per il nostro walking safari della durata di due ore nell’unico parco in cui sono presenti le zebre. Il ranger ci fa un piccolo briefing (il primo di tanti in seguito) e si parte per questa camminata realmente nella savana africana e circondati letteralmente da moltissimi animali (giraffe, zebre, antilopi compreso il Kob dell’Uganda) visti da molto molto vicino, davvero molto emozionante e tutti contenti.
Alle 10 circa, come promesso la sera prima, cominciamo il nostro primo game drive nella speranza di avvistare il leopardo…tutto vano in quanto in questa zona, nonostante il nome del lodge (Leopard Rest Camp), è molto difficile avvistarlo ma vediamo molto bene zebre, antilopi e giraffe e cominciamo a vedere anche la razza bovina tipica ugandese “Ankole” particolare per le sue corna enormi! Il nostro primo gamedrive giunge al termine facendo sosta sulle sponde del lago Mburo scorgendo da lontano qualche ippopotamo.
Ripartiamo e ci fermiamo, come da me richiesto e accolto favorevolmente dal gruppo, a pranzare in uno dei tanti villaggi con Chapati (piadina di cereali), Rolex (Chapati più frittata), Stick di carne (spiedini di capra o vitello) oppure frutta (ananas essenzialmente). Tutto molto buono, veloce ed economico. In pochi minuti siamo circondati da tantissimi bambini curiosi della nostra presenza ma anche dai tanti regalini che qualcuno di noi comincia a donare loro.
Dopo un po’ ci fermiamo nuovamente lungo la strada in quanto abbiamo adocchiato un mercato locale, sosta di rito con un dolcissimo ananas servito direttamente in una busta di plastica anche se qui non sono stati così accoglienti, anzi abbiamo visto il gioco “delle tre carte” …di moda tanti anni orsono nelle nostre stazioni.
Andiamo verso Bunyonyi e arriviamo sulla sponda del lago all’imbrunire dove ci attende Mr Silas con una piccola barchetta, lasciamo le nostre jeep e i nostri driver (controlliamo i km…e il livello del serbatoio) li salutiamo dandoci appuntamento al giorno dopo e ci traghettano sulla nostra isoletta…. È davvero suggestivo e bello, per il panorama e per il tramonto. La zona del lago Bunyonyi è veramente stupenda a livello paesaggistico, trasmette un senso di pace e tranquillità incredibile, già penso che sarebbe bello poterci restare un po' di più.
Arriviamo al Lodge in mezzora, prendiamo possesso delle nostre camere e di un bungalow suggestivo fronte lago per Lorenzo e Claudia, ci facciamo una doccia e facendo un aperitivo vista lago aspettiamo la cena che sarà di gran lunga la più buona dell’intero viaggio (stufato di carne su tutto). Fa un po' più fresco rispetto agli altri posti, siamo a quasi 2000 metri, ma questo non ci impedisce di passare una bella serata giocando a Tabù davanti alle nostre camere nonostante la mia proposta di giocare a Lupus in Tabula (sarò abbondantemente ripagato in seguito). Si va a dormire sereni e contenti.
Ci alziamo con calma e facciamo colazione sempre davanti ad una vista stupenda. Alle 9:00 partiamo per il tour in barca al lago Bunyonyi per circa tre ore, organizzato con il proprietario del Lodge (Mr Silas). Passiamo davanti a Punishment Island (non si può salire su questa isola), arriviamo e sbarchiamo su un’isola per un piccolo trek al Top of the Hill con un bellissimo view point circondati da tanti bambini che ci danno una mano a scendere per riprendere la barca. Su consiglio di Silas visitiamo l’orfanotrofio “Good Life Project” che è sull’isola in cui c’è il Lodge, è un orfanotrofio dove i bambini non dormono la notte ma vengono di giorno e possono così andare a scuola, lasciamo un’offerta e quasi tutto il materiale che ci siamo portati dall’Italia, guardiamo e ascoltiamo con piacere le canzoni e i balli meravigliosi che hanno organizzato per noi. Questi bambini hanno davvero il ritmo nel sangue!
Ci divertiamo insieme a loro, con mille bolle di sapone che volano e che vogliono rincorrere per romperle a tutti i costi… Che emozioni, in pochi minuti ci siamo riempiti l’anima e il cuore. Lasciamo l’orfanotrofio con le lacrime agli occhi e ritorniamo a piedi nel Lodge che è praticamente a fianco, saldiamo i conti e ripartiamo sempre in barca e arriviamo sulla terra ferma dove troviamo i nostri autisti che ci aspettano con le jeep.
Carichiamo i bagagli e partiamo in direzione Kisoro con un’immancabile sosta pranzo con Rolex e frutta. Tutto questo circondato da un tipo che “dirigeva” il traffico con un ramoscello di legno a mo’ di fucile.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Kisoro al nostro hotel, Rashid comincia a farci notare la vicinanza al Congo (sarà una costante) e prenotiamo la cena al Coffe Pot davanti all’albergo direttamente tramite WhatsApp.
La cena è buona, torniamo e ci godiamo il nostro spazio in giardino e passiamo piacevolmente la serata a chiacchierare e intonare la nostra canzone che ci accompagnerà per tutto il viaggio: T’appartengo di Ambra! Andiamo a letto, da domani ci attendono le prime scimmie del viaggio!
Colazione di buon’ora e partiamo per il Mgahinga National Park.
Arriviamo dopo 1 h circa, facciamo un breve briefing, ci spiegano il percorso, cosa fare e di essere pronti nell’indossare la mascherina non appena si avvistano le scimmie. Siamo divisi in due gruppi ma praticamente tutti insieme, camminiamo per circa 1h in un sentiero non difficile e non troppo in salita (350m di dislivello), e finalmente avvistiamo le Golden Monkey, possiamo rimanere ad osservarle una sola ora dal primo avvistamento. Ci spostiamo per seguire queste stupende scimmie, sono davvero particolari, di color oro e arancione. Sono tante e saltellano agili da un albero all’altro, siamo davvero entusiasti della scelta fatta. A questo punto, rientriamo e impieghiamo più o meno lo stesso tempo per ritornare al punto di partenza. Riprendiamo le jeep, non ci sono posti dove fermarsi a mangiare e quindi su suggerimento di Rashid ripartiamo in direzione Kisoro e ci fermiamo a mangiare in un ristorantino (discreto il pesce di lago) nel centro di Kisoro. Approfittiamo e dopo aver pranzato facciamo un giro del paese tra mercati e vicoli sempre controllati dai nostri driver che, a nostra insaputa, ci scortano per il paese nonostante l’assoluta tranquillità. Rientriamo con calma in albergo, concordiamo di farci fare (oltre al pranzo al sacco per l’indomani) qualche Chapati, patatine fritte e avocado per il nostro mitico aperitivo con salumi, formaggio, taralli etc. Il tutto accompagnato da birra fresca! Chiacchiere e risate e si va a letto presto perché domani sarà il nostro giorno!
Il giorno tanto atteso è arrivato!
Colazione presto, è ancora notte fonda. Dopo una lunga strada a tratti sterrata, ma il paesaggio e il passaggio dalla notte buia al giorno è emozionante, arriviamo al Bwindi Impenetrable Forest NP. Aspettiamo l’arrivo di altri turisti e per ingannare l’attesa siamo accolti da uno spettacolo “turistico” con canti e balli e qualche “gorilla” mascherato che non ci fa paura, anzi, Lina, contenta nel sapere e nel vedere soprattutto che questa volta un elicottero è realmente presente (ricordi di un Mal d’Africa Discovery del 2016), li sfida calandosi nella parte. Dopo il consueto briefing, dove ci spiegano la differenza tra i tre possibili percorsi (short, medium, long), siamo pronti a partire suddivisi in due gruppi. Io sono stato assegnato al gruppo short che, col senno del poi si è capito che non sempre il percorso breve è il meno faticoso, tutt’altro! Infatti, dopo esser partiti con la nostra jeep, ci fermiamo dopo pochi chilometri e ci addentriamo a piedi, prima attraverso un piccolo villaggio e poi attraverso una piantagione di the e finalmente arriviamo nella vera e propria foresta impenetrabile (da noi penetrata!) con una pendenza molto molto alta, in una frazione di secondo mi sono girato e ho visto Marzia scivolare, l’ho afferrata letteralmente per le ghette un attimo prima che continuasse a scendere giù…
Dopo pochi minuti nella foresta il nostro ranger ci avvisa che siamo vicini ai gorilla, avvistati dai tracker, e finalmente li vediamo! WOW! Vediamo subito il maschio dominante, ovvero il silverback, chiamato così per via del suo dorso completamente argentato, femmine e qualche baby gorilla ma poco dopo si allontano, forse disturbati dal nostro arrivo. Li seguiamo e, fermandosi nuovamente, rimaniamo lì con loro ad osservarli in tutta la loro bellezza. Sono meravigliosi, hanno un’espressione simile se non uguale alla nostra, mangiano, giocano e litigano tra di loro e con noi…in quanto un tracker, per farceli vedere meglio, ha la brillante idea di utilizzare il machete a due metri da un gorilla femmina e lei, giustamente, si fa sentire urlandogli a “voce” alta qualcosa di incomprensibile, ovviamente! Dopo questo tutto si tranquillizza, il silver back si acquieta mostrandoci tutte le sue espressioni seppur controllando che i suoi cuccioli dietro di lui non facciano troppo baccano. Rimaniamo in tutto un’ora ad osservarli, sono bellissimi e siamo semplicemente estasiati.
Purtroppo il nostro tempo con loro è scaduto, ultime foto di rito e ritorniamo questa volta per la ripida salita. Ci fermiamo alla fine della foresta ma all’inizio della piantagione da thè per riposarci e mangiare il nostro lunch box. Alessandro è stremato ma, con l’aiuto del baldo ranger Emanuel e di Marzia e di Elena, di lì a poco si riprende (più o meno).
Riprendiamo e, accompagnati da tanti bambini (loro non fanno fatica), rientriamo al punto di partenza e attendiamo l’altro gruppo, che arriverà dopo circa un’oretta, girovagando per le bancarelle. Anche l’altro gruppo è rimasto molto contento e, essendo stato assegnato al percorso long, hanno messo più tempo per avvistarli ma con un percorso nettamente più semplice del nostro. Siamo ormai tutti, ci consegnano il nostro attestato di partecipazione, compriamo qualche souvenir del caso e immancabilmente ci facciamo compagnia con tanti bambini che, messi in fila e in ordine dai driver e da Lina, aspettano i nostri doni portati dall’Italia e comprati lì in loco. Ancora emozioni su emozioni.
Ripartiamo e arriviamo al nostro hotel pronti per l’immancabile aperitivo vista la fame dopo una giornata così piena, non prima di aver aspettato per un’ora (io e Francesco) il caffè. Prenotiamo la cena nuovamente al Coffe Pot e ritorniamo felici e stanchi al nostro albergo. Chiacchiere, racconti e controllo delle foto della stupenda giornata e tutti a nanna.
Oggi è una giornata prevalentemente di trasferimento.
Colazione questa volta ad un orario accettabile e partenza per una strada di montagna abbastanza dissestata, molto bella a livello paesaggistico ma non facile, ma con le nostre jeep non abbiamo nessun timore. Sulla strada ci sono tanti piccoli villaggi, vediamo la nostra prima gru coronata (uccello bellissimo presente nella bandiera ugandese) e arriviamo a Kihihi per sosta pranzo a un ristorantino consigliato dal nostro driver (ci preparano il solito riso con carne “Pilau”, Chapati e jack fruit) il tutto per una modica cifra e dal gusto niente male.
Ripartiamo e ci dirigiamo verso la parte del Queen Elizabeth NP, denominata Ishasha Sector, con l’obiettivo di avvistare i famosi climbing lion. Purtroppo, nonostante l’orario favorevole (i leoni e non solo…tendono a riposarsi sugli alberi durante le ore di maggior caldo) non li scorgiamo ma in compenso vediamo dei formicai che in molti di noi (soprattutto Francesco) scambiano per leoni e i nostri primi due leopardi (uno beato a riposare su un albero che Dario riesce ad immortalare in uno scatto, e l’altro ,mentre ci taglia letteralmente la strada) e, nonostante la loro presenza, il nostro driver ci fa scendere a me e a Francesco per fare una foto alla nostra prima aquila pescatrice…tutto tranquillo dice lui! Proseguiamo il nostro gamedrive ma di leoni nemmeno l’ombra, però vediamo qualche elefante, antilopi e bufali e, nel bel mezzo del NP, foriamo la nostra jeep. Questa volta siamo costretti a scendere tutti e a fare un pit-stop nel bel mezzo della savana…tutto tranquillo (ri)dice lui!
Arriviamo all’imbrunire al punto di inizio del nostro programmato night game drive, tuttavia al nostro arrivo scopriamo che non hanno la Spot Light (torcia) fondamentale per avvistare gli animali al buio; con disappunto ma con la promessa di ripeterlo l’indomani sera proseguiamo il game drive dirigendoci verso il lodge. Prenotiamo la cena direttamente nel delizioso Simba lodge e dopo qualche chiacchiera tutti a nanna.
Oggi colazione con relativa calma, partiamo dal lodge e di lì a poco arriviamo al vicino villaggio Kasoga dove cominciamo il nostro tour di circa due ore. Si tratta di un villaggio di pescatori sul Lago George. Incontriamo subito la guida Mr Derrik, breve briefing e partiamo per il giro del villaggio. Derrik ci spiega come avviene la pesca, ci mostra il villaggio, una scuola, un cinema. Ci accompagnano tantissimi bambini, quasi solo bambini. Vogliono giocare con noi, purtroppo non abbiamo più niente da dargli ma speriamo che l’introito ricavato dal tour sarà poi devoluto a tutta la comunità…. L’esperienza, un po' controversa, fa apprezzare e conoscere uno spaccato di vita quotidiana e permette alla comunità di guadagnare qualcosa. I bambini tendono a volte a essere un po' “invadenti”, ma sicuramente sono sempre un bell’incontro in grado di regalare emozioni.
Ci fermiamo per il pranzo: qui capisco come mai Derrick mi avesse pregato di confermare il pasto da loro in quanto mi aveva anticipato, ancor prima di partire dall’Italia, che molti gruppi nel momento di pranzare rifiutavano con conseguente perdita di denaro per la comunità. In pratica organizzano il pranzo in una specie di “recinto” in mezzo al villaggio, dove Derrick sta costruendo il suo ufficio, una specie di sala d’attesa e bagni per i turisti, con immancabile calca dei bambini tutti intorno senza poter entrare, causando pertanto una sensazione di attrazione al contrario, ovvero i turisti a mangiare beati e i bambini a vedere al di fuori…infatti i miei partecipanti, anche loro, in un primo momento si sono rifiutati ma poi capendo e spiegando loro la situazione ho detto a Derrick di organizzare il tutto in un altro luogo “lontano dai loro occhi”.
Dopo aver pranzato e chiesto espressamente a Derrick di tenermi aggiornato sull’evolversi della comunità, ripartiamo e ci dirigiamo al Explosion Crater Lake drive. Si tratta di una bellissima strada panoramica che, come dice il nome stesso, costeggia dei crateri passando sul ciglio di questi ultimi; peccato che non ci siano animali ma molto scenografica, bellissima e gratuita.
Proseguiamo il pomeriggio con un corposo game drive e arriviamo, dopo sosta rifornimento con immancabile partitella a pallone con i ragazzi (bambini a detta di qualcuno) questa volta un po’ in anticipo al punto di partenza per il night game drive saltato la sera prima! Non ci sono sorprese, la Spot Light questa volta c’è, così come le due guide che ci accompagneranno in questa fantastica esperienza. Avvistiamo subito una leonessa che ruggisce, a detta della guida perché in calore; siamo con altre jeep ma al calar delle tenebre siamo gli unici a poter rimanere. Aspettiamo, ci avviciniamo nonostante sia proibito fare off-road ma noi possiamo…la vediamo benissimo e poi vediamo altri quattro leoni (di cui un giovane maschio) intenti a prepararsi per la battuta di caccia. Ad un tratto vedo un leone che va dritto verso un cespuglio e attacca una iena che non doveva stare lì! Li seguiamo per un po’, ci passano vicini, siamo solo noi e le leonesse sotto le stelle, tutto molto emozionante e tutto il gruppo molto contento per questa esperienza per molti come prima assoluta.
Rientriamo ormai a notte fonda, o a buio pesto, verso il lodge soddisfatti e nella strada del ritorno Giovanni avvista un Serval…o qualcosa di simile...non lo sapremo mai! Abbiamo il tempo di cenare con il nostro cibo portato dall’Italia e con birra fresca per festeggiare questa bellissima ed emozionate giornata. A nanna non troppo tardi, domani ci aspetta un’altra levataccia.
Giornata dedicata al QENP.
Come concordato la sera prima con i driver, colazione con solo caffè e the di buon mattino e partenza dal Simba Lodge, lasciando i bagagli, in modo da gustarci le prime ore del mattino nel parco per il game drive. Appena fuori avvistiamo un grande elefante con zanne enormi sul ciglio della strada, sarà il preludio della giornata che ci attende? Alle 7 siamo al gate di ingresso, controllo dei permessi e cominciamo il nostro game drive e poco dopo avvistiamo dei leoni che, dopo averli seguiti, arrivano in prossimità di un albero e ci salgono e si riposano: una leonessa e almeno 3 cuccioli! Spettacolo, stupendo! Con le nostre jeep cerchiamo di avvicinarci (no off-road ci ripete Rashid), cerchiamo l’angolatura migliore, siamo davvero vicinissimi, uno spettacolo meraviglioso! Riprendiamo il gamedrive e decidiamo di tagliare la strada a un elefante il quale, giustamente a detta sua, gli viene in mente di caricarci! Via veloci in retromarcia e nonostante lo spavento (piccolo devo dire) abbiamo il tempo di immortalare il momento con un video che una turista americana confermerà con un suo video (da un po’ più lontano) scambiato tramite Airdrop nel bel mezzo della savana…
Siamo soddisfatti, possiamo rientrare al Lodge, seconda colazione questa volta abbondante, carichiamo i bagagli e ci dirigiamo verso l’altro Lodge del QENP (Buffalo); scarichiamo i bagagli e già percepiamo e capiamo che sarà un lusso rispetto agli altri e al successivo, soprattutto.
Ripartiamo e ci fermiamo per il nostro solito veloce pranzo (Stick di carne di capra con interiora e testa mozzata di capra in bella vista per la gioia di Elena, Chapati e frutta) e ripartiamo in direzione Mwenya per la nostra gita in barca.
Arriviamo puntuali, cominciamo il tour Kazinga Channel Boat. Partire nel bel mezzo della giornata significa vedere tanti animali perché fa più caldo, la barca è solo per noi, è una barca a due piani, tutti seduti a sinistra per avvistare più animali possibile. Vediamo ippopotami, coccodrilli, bufali, elefanti e tanti uccelli e, visto l’orario caldo, gli elefanti sulla riva sono tantissimi e vicinissimi in quanto la barca si avvicina il più possibile. Davvero WOW, rimaniamo tutti contenti.
Rientrati dal giro in barca ritorniamo al nostro Lodge, organizziamo un aperitivo al tramonto a bordo piscina con il nostro cibo e birra fresca e ci rilassiamo ascoltando musica e ballando le nostre canzoni che ci accompagneranno da lì a tutto il viaggio. Prenotiamo la cena, rientriamo nei nostri bungalow davvero bellissimi e enormi ma, anche qui, un elefante decide di non farci passare…aspettiamo sotto la pioggia, ci facciamo scortare dal personale e siamo pronti per la buonissima cena, sembra di stare in un vero e proprio resort. Dopo un’altra stupenda giornata trascorriamo un’altra piacevole serata.
Colazione e partenza con relativa calma verso la zona dei Crater Lake, ma sempre vicino al Congo ci tiene a precisare Rashid!
Alle 12 arriviamo a Kasese con sosta pranzo con i soliti Rolex, Chapati e frutta e arrivo a destinazione al nostro “wild” Homestay Ayapapa. L’impatto è a dir poco tragico: forse abbiamo ancora negli occhi il lussuoso Buffalo, forse sentiamo un po’ di umidità, forse siamo stanchi ma non tutti sono contenti di passare ben due notti in questo posto gestito da un singolare ragazzo polacco (Janusz) che da vent’anni vive e lavora in questa farm di medicina “alternativa” priva di finestre e, soprattutto, con toilette senza scarichi. Qualcuno prova a vedere se nel vicino Lodge hanno posto ma il prezzo è un po’ troppo alto per fare il cambio. Ci sistemiamo e piano piano ci innamoriamo (non tutti a dire il vero) di questo posto immerso nella natura, la vista è bellissima ed è a due passi da un lago in cui si può fare il bagno.
Siamo pronti, con la guida Mr Noah, per il nostro tour Mahoma Falls. È una passeggiata facile senza particolari difficoltà, il giro è veramente molto bello a livello paesaggistico ma soprattutto per il contatto con le persone, si passa attraverso comunità e villaggi locali, coltivazioni di banane, caffè, tè. Noah spiega i vari tipi di coltivazione e come si svolge la vita in questo luogo. Si cammina attraverso piccoli villaggi, ci sono tante persone che ci vengono incontro, bambini che giocano con noi, cantano (una canzone non molto piacevole a dire il vero) e ballano. Sono davvero tutti molto accoglienti e gentili, il giro è molto rilassante e si conclude con l’arrivo a una cascata(ella); niente di che ma a me e a qualcuno è piaciuta e abbiamo fatto il bagno. Stiamo poco perché le nuvole che fino ad oggi ci avevano lasciati in pace (o quasi) si fanno minacciose e da lì a poco, in effetti, comincia a piovere forte; nessun problema, con l’aiuto di Noah chiamiamo dei ragazzi che ci vengono a prendere in moto (7 moto, due su ognuna più il pilota) e il nostro rientro sarà esso stesso un’avventura in quanto in tre su una moto di 100cc non è per niente facile salire per le stradine sterrate e ora piene di fango! Ma siamo tutti contenti di questa esperienza non preventivata e rientriamo al lodge, ops Homestay, per la serata preparata giorni prima grazie al coordinatore che mi precedeva (Fabio da Torino) via WhatsApp con Janusz.
La serata, preparata magistralmente da Janusz, prima che partisse per i suoi “viaggi”, è stata: cibo al barbecue, birra purtroppo non fredda, fuoco e danzatrici/danzatori che dalle 19:30 alle 00:30 non si sono fermati mai un attimo. Cibo molto buono, a parte qualche Stick abbrustolito, ci siamo cimentati nel ballo cercando di reggere il ritmo e il fiato dei locali (impossibile). Abbiamo cercato di corromperli dandogli pane e nutella ma niente, non abbiamo capito se si dessero il cambio o se fossero sempre gli stessi. Finalmente il fuoco si sta per spegnere, Janusz non è più dei nostri e piano piano ci lasciano da soli ed è qui che il nostro Lupus in Tabula fa la sua comparsa. Lupi, contadini, veggenti e prostitute ci accompagneranno per la serata e per tutte le serate a venire. A letto con calma, domani mattinata di ferragosto libera (non per tutti).
Avevo pianificato la mattinata di ferragosto libera (ogni estate mi domando: “dove saremo a ferragosto?”, non so mi piace saperlo e programmarlo), per goderci il posto wild e per poter fare, per chi volesse e con l’ausilio di Noah, tutte le escursioni/attività che la zona permette. In effetti (organizzato la sera prima): Lina si dedica a un giro a cavallo nel paese vicino (soddisfatta), altri fanno un giro in moto (soddisfatti), altri ancora un Vanilla Tour nelle vicinanze (non molto soddisfatti), e infine i restanti (io, Marzia, Dario e Giulia) colazione con molta molta calma e relax totale sulle amache (un po’ umide in effetti).
Tutti rientrati, siamo pronti per partire direzione Bigodi Wetland. Oggi siamo “invitati” a pranzo da Mr Tinka, ci ospita nella sua casa, solo che appena partiti rischiamo davvero grosso! Prima una moto ci viene incontro superando la sua ipotetica carreggiata e poi un’auto si palesa appena dopo che Rashid, il nostro autista, riesce a scansare la moto: rimbalziamo letteralmente sul ciglio, fortunatamente alto, della strada sterrata! Ci guardiamo e vediamo Carmela che si è seduta involontariamente sul pavimento della Jeep, noi altri “solo” un colpo al tettuccio e Rashid “sbiancato”; tutto ok pronti a ripartire, solo uno spavento! Arrivati a casa di Mr Tinka, la figlia ci accoglie gentilmente e ci prepara e serve un ottimo pranzo tipico in giardino. Terminiamo il pranzo, tutto molto buono, abbondante…compreso un the special, ringraziamo Tinka e due di noi decidono di riposarsi sul balcone della sua bellissima villa in mezzo alla natura mentre con gli altri ci spostiamo nel vicino Bigodi Wetland. Arriviamo, facciamo il consueto breve briefing e partiamo. Il giro consiste in una camminata ad anello in una zona paludosa, in parte su terreno in parte su passerella (per la gioia di Serena). Ancora prima di cominciare vediamo due gru coronate intente a danzare tra di loro per il corteggiamento, molto bello. Proseguiamo e lungo il tragitto la guida ci spiega le caratteristiche della fauna e flora locale, siamo fortunati avvistiamo diversi animali, uccelli e scimmiette. Escursione in totale relax, ci è piaciuta ed è stata interessante.
Terminiamo il tour, riprendiamo le jeep e ritorniamo alla Homestay (per la gioia di tutti) dove arriviamo all’imbrunire non prima di aver visto tanti babbuini lungo la strada. Qualcuno di noi va a vedere il lago proprio lì sotto, non male e forse se fossimo arrivati prima un bagnetto me lo sarei fatto alla faccia della Bilarzia (verme parassita) qui non presente.
Questa sera, purtroppo, la cena e la musica non saranno la stessa della sera prima, però con qualche birretta sempre non troppo fresca, il fuoco acceso e il nostro Lupus in Tabula la serata passa in fretta e il gruppo si unisce sempre di più…nonostante la mancanza dello sciacquone!
Oggi sarà essenzialmente giornata di trasferimento per raggiungere il famoso Murchinson Falls NP, che non deluderà le mie e le nostre attese.
Colazione abbastanza presto, ci aspetta un lungo tragitto. Ancora oggi ci chiediamo se il caffè e il the fossero la stessa bevanda… Chissà … Salutiamo e saldiamo Janusz, ancora sobrio, gli dico di migliorare i bagni affinché la sua Homestay possa essere davvero amata da tutti.
Come non detto, poco dopo altri intoppi, foriamo per ben due volte! Nessun problema, tutti giù a scaricare i bagagli e, oltre ai volenterosi che cambiano la gomma (Marco su tutti), gli altri si adoperano per segnalare la nostra presenza sul ciglio della strada: sventolio di cespugli e triangolo umano grazie alla maglietta fosforescente di Carmela e ai ramoscelli sventolati da Marzia e Francesco…insomma siamo coperti e visibili soprattutto.
Di lì a poco ci fermiamo ad una stazione di benzina, la gomma non va benissimo, si riscende e ci raggiunge, ”per fortuna”, un ragazzo con una bella tuta da meccanico che sa il fatto suo… Ci penso io ci dice… Peccato che avesse solo la tuta da meccanico e questo comporta un grande problema alla macchina… Ci fermiamo, ormai siamo abituati. Valutiamo con i driver che una volta arrivati a destinazione si sarebbero occupati di fare un cambio gomme.
Finalmente arriviamo a Hoima, decidiamo di fermarci al mercato per il pranzo in modo da acquistare acqua (ovviamente bottiglie da almeno 2l “senza avere i bicchieri” dirà Alessandro), mangiare il solito (questa volta con in aggiunta del buonissimo pollo alla brace) e attendere il cambio gomma. Ci tratteniamo un’oretta, il mercato è carino e soprattutto è una situazione molto local e interessante. Aggiungo, se avete bisogno di farvi la barba, tranquilli chiedete a Giovanni che saprà consigliarvi un ottimo barbiere…
Ripartiamo da Hoima, decidiamo di saltare la visita al villaggio dei pescatori di Wanseko in modo tale da arrivare puntuali al MF NP, non prima di aver ringraziato i cinesi in quanto hanno costruito, oltre al gate di accesso (in fase di finalizzazione) tutta la strada che porta a questo bellissimo parco nazionale; se non ci fossero stati loro la strada, oltre che sterrata, sarebbe stata molto lunga! Da qui ripartiamo per il nostro lodge facendo in effetti un game drive continuo e ammirando la bellezza di questo parco che rispetto al QENP è davvero molto molto bello e ricco di animali.
Poco dopo aver appurato come i cinesi effettivamente non costruiscano per niente…qui c’è il petrolio e una grande raffineria e grandi camion-cisterne, arriviamo al lodge davvero molto carino con tanti bungalow immersi nel verde e a pochi passi dal lago, proviamo l’ebbrezza della famosa doccia con “scossa” (doccione riscaldato direttamente dalla corrente elettrica) e ceniamo bene a buffet (prenotata poco prima al telefono grazie a Rashid).
Non ci sono luci, non ci sono rumori, solo le stelle su di noi, e qualche ranocchia che salta qua e là…Anche oggi l’Uganda ci ha fatto un gran regalo. Andiamo a nanna, domani altra occasione da non perdere.
Il sole deve ancora sorgere, la partenza è molto presto per gustarci l’alba e il game drive, oggi dedichiamo la giornata al magnifico Murchinson Falls NP.
Ci godiamo la mattinata al parco e alla ricerca degli animali che sarà molto fruttuosa, infatti da lì a poco scorgiamo tante jeep intente a circumnavigare un grosso albero; capiamo che ci sono i leoni! Ma non possiamo fare off-road, pena multa salata (100 USD/pax e carcere di sei mesi per il driver) ma Rashid ci dice di aspettare, parla con il ranger, attende il dileguarsi delle altre jeep e ci dice di preparare la macchina fotografica: andiamo, veloci e silenziosi. Eccoli, un branco di quattro/cinque leoni. Bellissimi e veri soprattutto, non formicai…Continuiamo e vediamo un leopardo su un albero, tantissime giraffe (sono stupende), bufali, elefanti, qualche ippopotamo, il tutto all’interno di un parco che anche oggi ci lascia a bocca aperta per gli scenari e i panorami meravigliosi con tante palme portate dall’incessante opera di demolizione/costruzione degli elefanti. Facciamo una pausa quasi a bordo lago, accompagnati da qualche facocero abituato alla presenza e alle merende di noi umani, e immortaliamo il momento con qualche bella foto di gruppo e Francesco coglie l’occasione per stampare dalla sua polaroid e regalarci le foto del gruppo, tutto molto bello!
Riprendiamo il game drive e, oltre ai soliti animali, Rashid tiene a farci notare la simpatica antilope Jackson; ci fermiamo per pranzo in un ristorantino consigliato dai nostri driver vicino al traghetto da dove faremo il nostro boat tour; in pratica è il posto dove tutti i driver mangiano. Molto spartano, ci piace e costa poco anche se la varietà non è tanta.
Poco dopo siamo al molo ad aspettare la nostra barca e puntuali iniziamo il Waterfall Lunch Cruise, la barchetta è piccola, ci siamo noi e altri 2 turisti. Consiglio ai ragazzi di sedersi a sinistra in modo da vedere meglio gli animali che sono sulla sponda sinistra, ma è una barchetta piccola piccola, che differenza fa? Vediamo tanti ippopotami, tra cui un rarissimo esemplare albino, coccodrilli, diverse specie di uccelli, molto interessante e bello anche a livello paesaggistico anche se non regge il confronto con il Kazinga Channel.
Arriviamo al punto di attracco dove finirebbe il giro con la barca e da dove si possono vedere le cascate, davvero molto bello ma forse il tragitto è un po’ troppo lungo e qualcuno di noi si addormenta cullato dal dondolio della barca. Rientriamo al molo, riprendiamo le jeep e qui capisco che non faremo la solita salita fino al Top of The Falls ma bensì arriveremo in macchina al parcheggio proprio lì vicino, il tutto sempre ringraziando i cinesi! Arriviamo in 45’ al parcheggio e proprio lì sotto comincia il piccolo sentiero che ci porterà in vari punti panoramici sino a dove si vede il salto dell’acqua, è uno spettacolo magnifico e il tutto dura circa una mezz'oretta! Una delle cose più belle viste.
Ripartiamo per il lodge e ceniamo nuovamente a buffet, chiacchiere e tutti a letto soddisfatti e contenti (a parte la doccia elettrificata).
Anche oggi sarà un giorno tanto atteso, almeno per me, dedicato agli scimpanzé!
Facciamo colazione presto, chiesta anticipatamente la sera prima, e siamo pronti per partire. Arriviamo al Lodge della Budongo Forest da cui si parte per il tracking degli scimpanzé, breve briefing, ci offrono un caffè e ci dividono in due gruppi da 7, anche se cammineremo sempre vicini, ognuno con le proprie guide. Dopo circa 45’ di camminata facile in una foresta bellissima (senza insetti soprattutto dico io, anche se poco dopo scorgiamo una ragnatela alta quasi il triplo di me) cominciamo ad avvistare gli scimpanzé, sono tantissimi, si sentono e si vedono molto bene, sono davvero agilissimi e impressionanti nel saltare da un albero all’altro! Li seguiamo, facciamo tante foto, uno si mette addirittura in posa, è molto bello e molto emozionante WOW. Dall’avvistamento si può stare, come sempre, circa 1 ora, terminata questa ora rientriamo e ci accorgiamo di essere accompagnati da una miriade di farfalle, tutte molto belle e colorate. Abbiamo fame e concordiamo con il Lodge di farci preparare qualcosa da mangiare in modo tale da finire il cibo che avevamo portato dall’Italia. Nonostante la loro lentezza pranziamo, festeggiamo il nostro cassiere Dario con una ottima torta visto che è il suo compleanno e siamo tutti soddisfatti e contenti e io, personalmente, posso dire di aver completato l’avvistamento di tutte le scimmie antropomorfe (orangutan, gorilla, scimpanzé). E il gibbone?!
Ripartiamo in direzione Masindi, allontanandoci definitivamente dal Congo facciamo notare questa volta noi a Rashid, non prima di esserci fermati in un negozietto alle porte, o in uscita dipende da dove si arriva, del parco. Troppo turistico, troppo caro, non ci piace ma qualcosa acquistiamo. Lina acquista diversi segnalibri, con le forme degli animali, che con affetto ci regala ad ognuno di noi la sera a cena, emozionandoci.
Ripartiamo e dopo un’oretta arriviamo al nostro hotel. Prendiamo possesso delle nostre camere, piccoli bungalow molto carini e in una bella location a due passi dal “centro” città. Decidiamo di fare un giretto per la cittadina, tanti negozietti e tanti local qualcuno un po’ troppo bevuto che ci minaccia con un pezzo di plastica…serriamo i ranghi e rientriamo, con calma e in sicurezza verso il nostro lodge dove prenotiamo la cena, ci rilassiamo e cerchiamo di capire se possiamo accontentare Giovanni che vuole fare l’escursione dedicata allo Shoe Bill (uccello becco a scarpa). Non riusciamo ad accontentarlo in quanto implicherebbe rischiare di arrivare tardi a un’altra escursione tanto attesa, ovvero la visita al santuario dei rinoceronti dell’indomani, correndo il rischio di vederli riposare e non “scorrazzare” per il santuario!…come non detto, il gruppo ha deciso. Per festeggiare giochiamo a lupus a mo’ di aperitivo (questa volta con birra fresca) e ci prepariamo per la ottima cena, lenta, ma buona. Riprendiamo a giocare e poi tutti a dormire. Altra giornata indimenticabile.
Il nostro ultimo giorno comincia relativamente con calma, facciamo colazione e si parte… Dopo 45’ siamo in prossimità dello Ziwa Rhino Sanctuary, bene! Tempo di entrare, di pagare direttamente in loco e siamo pronti per il nostro safari all’interno di questo bellissimo santuario nato con lo scopo di salvaguardare e ripopolare l’Uganda di questo bellissimo esemplare del regno animale. Partiamo con le nostre jeep e già poco dopo avvistiamo un piccolo branco di rinoceronti, siamo eccitati vogliamo scendere ma Rashid ci dice di stare calmi che a breve avremo la possibilità di vederli ancora da più vicino. Infatti da lì a poco arriviamo al nostro punto di incontro con la nostra guida, facciamo l’ultimo briefing del nostro viaggio e partiamo per un altro walking safari (il primo al Lake Mburo sembra oggi così lontano) della durata di circa due ore. Tutti in fila, almeno all’inizio, riusciamo a vedere un branco di rinoceronti da vicino, ci sono i maschi, le femmine e alcuni cuccioli. Stiamo un po’ con loro e, come volevasi dimostrare, sono le 10 e comincia a fare caldo e piano piano si addentrano nei cespugli per riposarsi. Stiamo per rientrare al punto di partenza e da lontano ne scorgiamo altri, chiedo alla guida di fare una piccola estensione, accordata, ne vediamo altri, questa volta in bella mostra per una splendida foto! Poco dopo si rientra davvero e ci rilassiamo con un meritato caffe al punto di ristoro del santuario.
Ripartiamo direzione Kampala e poi Entebbe, ci fermiamo per la nostra sosta pranzo al solito mercato: Chapati, Rolex, Stick e ananas succulenti in quantità industriali. Riprendiamo il viaggio, vediamo via via il traffico aumentare e sento che il nostro viaggio volge al termine, arriviamo a Kampala e poi a Entebbe dove ci fermiamo all’immancabile tappa souvenir proprio lì vicino dove cambiammo i soldi il primo giorno. Andiamo al Frontier a Entebbe, questa volta non aspettiamo nessuno, siamo solo noi con una stranissima voglia di pizza e tanta voglia di festeggiare la nostra ultima cena e serata in gruppo!
Prenotiamo la pizza da Giannello’s nel giardino del Hotel, scopro che i nostri driver resteranno con noi e ci accompagneranno in aeroporto l’indomani, che bella notizia e invito anche loro alla nostra festa. Sì, sarà proprio la nostra festa di chiusura!
Prendiamo possesso delle nostre camere, ci facciamo una doccia, preparo le foto stampate con la polaroid da dare al gruppo come ricordo e aspettiamo l’arrivo delle pizze (buone) prima di aver finito l’ultima Nutella portata dall’Italia. Ancor prima di finire la cena, i nostri driver decidono di dedicarci un loro pensiero, ci ringraziano e si assicurano che tutto sia andato per il meglio. Ci parlano con il cuore e sono anche un po' commossi, e a questo punto anche noi…sono stati davvero una presenza e un aiuto prezioso per tutto il viaggio, ma non solo. Anche a livello umano si sono dimostrati persone stupende, disponibili, sempre pronti a ridere, cantare, scherzare e aiutarci. Ci mancheranno! Adesso tocca a me: li ringrazio e in aggiunta colgo l’occasione per chiedere ad ognuno del gruppo di raccontare le tre esperienze che più gli sono rimaste nel cuore. Chi racconta l’incontro con i gorilla, chi con i leoni (purtroppo senza il leone maschio ribadisce Claudia), chi l’incontro con i bambini, chi le sveglie all’alba, chi le serate a giocare a lupus, chi l’Ayapapa Homestay, chi non riesce a parlare asciugandosi le lacrime…. Momenti indimenticabili, una delle mie tre sarà appunto questo momento!
Come per magia, come se sapessero che da lì a poco ci saremmo dovuti salutare, da lontano udiamo la stessa canzone che aveva un po' siglato l’inizio del nostro viaggio… Dove qualcuno dei miei ragazzi, ormai diversi giorni indietro, era corso sentendo un karaoke che intonava “Praise the Lord, oh my soul”. Stavolta però nessuno di noi decide di andare, per non perdere neanche un minuto della nostra ultima serata insieme, almeno in terra ugandese.
Non siamo stanchi, la sveglia delle 01:30 non ci spaventa e continuiamo la nostra festa cantando a squarciagola le nostre hit che ci hanno accompagnato per tutto il viaggio, fra tutte la mitica e immancabile T’appartengo di Ambra. Siamo solo noi, il buio e le nostre canzoni… così decidiamo di salutare l’Uganda… o forse ancora non siamo pronti… Giulia ci chiede un ultimo giro di lupus, non possiamo non accontentarla! Pertanto, vai di lupi, contadini, veggente e prostituta per conciliare le pochissime ore di sonno! Ora sì che può calare la notte.
Sveglia drammatica, per chi è riuscito ad addormentarsi, la musica della festa di fronte all’ hotel si è spenta solo pochi minuti prima della sveglia… Alle 01:30! Il giorno prima avevamo verificato l’orario del volo: anticipato di un’ora! Veloce “colazione” con caffè e qualcosa di cui non ricordo e pronti a caricare per l’ultima volta le nostre jeep, ormai siamo bravissimi a incastrare a mo’ di Tetris i nostri bagagli. Arriviamo in aeroporto, Rashid anche questa volta si rivela impeccabile: ci porta direttamente sul ciglio di ingresso delle partenze con le jeep, scarichiamo, i soliti controlli e aspettiamo il nostro volo che scopriremo in seguito essere in ritardo di un’ora, o in orario?!
Ammazziamo il tempo in un bar dell’aeroporto, cambiando diverse volte tavolo, il soffitto non era proprio sicuro, comunque, tra un tavolo e l’altro si fa colazione, si gioca a carte, si fa shopping… la stanchezza si fa sentire, ma il tempo vola in compagnia… L’ora è arrivata, si parte…
Arriviamo al Cairo, attendiamo le coincidenze per Roma/Milano con le ultime foto di gruppo ed è giunto il momento di salutarsi. È sempre difficile salutare un gruppo di amiche e amici con cui si è stati così bene e si è condiviso un viaggio splendido ed emozionante. Abbracci e baci con già la promessa di rivederci presto.
Non potevo sperare in compagni di viaggio migliori: (in ordine di iscrizione) Marzia, Claudia, Lorenzo, Alessandro, Francesco, Elena, Serena, Giulia, Dario, Marco, Carmela, Lina e Giovanni. Grazie ragazzi.
Rientriamo in Italia senza problemi, ma arricchiti di emozioni, ricordi e sensazioni che di sicuro resteranno indelebili per tutti.