Il paese degli uomini e l'ultimo paradiso di ghiaccio
Da quando ho visitato l’Islanda, ogni estate dedico un viaggio al Nord Europa e da un po’ di tempo tutte le volte che mi prefisso di andare in Norvegia o in Danimarca ecco che mi balza in mente quella enorme chiazza bianca che si vede su Google Maps quando si digita “GROENLANDIA”.
Ebbene sì, dopo averlo mantenuto per qualche estate nel retro-cranio, quest’anno si è ben cronicizzato nella testa e nel cuore, e allora Groenlandia sia perché sono del parere che sono i viaggi che ci chiamano, e non noi che scegliamo il viaggio! A marzo ho chiesto il viaggio per inizi di luglio e appena me l’hanno assegnato ho iniziato a prepararlo studiando quel poco che avevo e cercando su Internet altre informazioni. Era così grande il desiderio di fare questo viaggio che pur scontrandomi contro molteplici ostacoli non mi sono mai arresa: ho provato e riprovato a trovare una soluzione fino a realizzare quel sogno di viaggio che bussava insistentemente alla porta della mia immaginazione. Secondo me in qualche modo sono i viaggi che ti devono chiamare e questo aveva tintinnato già più volte richiamandomi all’attenzione per seguire un mio principio che è diventato uno slogan: se un viaggio ti chiama mai scartarlo!
E così che dopo l’iscrizione del mio compagno ho cominciato a vedere accrescersi il numero degli iscritti e in men che non si dica siamo arrivati al mitico numero 4 con cui la maggior parte dei viaggi parte, ma non questo – ahimè - come scoprirò più tardi…
La conferma del viaggio non ha tardato ad arrivare visto che i futuri partecipanti erano così convinti di questo viaggio che neanche hanno chiamato per farmi le solite domande di rito…
Nel frattempo mi decido a scrivere le prime e-mail operative poiché come tutti i viaggi nel Nord - ormai è noto per avere pochissima capacità di accoglienza - non è mai troppo presto per avviare la ricerca, ed infatti è stato proprio così. Giugno/luglio corrispondono all’altissima stagione e tutte le strutture mi scrivono che è già tutto esaurito; Booking conferma l’inesorabile notizia. Ed è qui che è emersa con tutta la forza la voglia di sfidare il destino per capovolgere il corso degli eventi, e ogni mattina avevo l’appuntamento fisso con Booking sperando in qualche miracolosa apparizione di alloggi per il mio gruppo. E finalmente appaiono delle stanze forse dovute a una disdetta che mi aggiudico immediatamente nonostante il prezzo al doppio del budget che ha speso l’ultimo gruppo partito nel 2017. Se il viaggio è il nostro sogno convincerò il gruppo ad accettare un costo più alto per le stanze. Comunico ad Avventure che non potrò portare più di 7 persone con me per far chiudere il gruppo e poi da lì una corsa in discesa... Rispetto alla ricerca dell’alloggio tutto è stato un piacevole scambio con il gruppo per definire le attività da fare in loco e per organizzarsi con il menù, e le cose da acquistare in Italia.
2 luglio
Ci troviamo in 3 a Roma e 5 a Milano desiderosi di conoscere questo paese il cui nome significa “terra verde” e in lingua Inuit si chiama “terra degli Uomini”. Le mie letture mi hanno preparata all’incontro con questa bellissima etnia che ho avuto modo di appurare in loco quanto sia umana e di una grande genuinità che fa molta tenerezza.
Facciamo scalo a Copenaghen dove dormiremo una notte presso il piacevolissimo e accogliente ostello “Urban House” prima di ripartire per questa terra coperta dall’80% di calotta di ghiaccio (la seconda più estesa dopo l’Antartide) e nella capitale danese avremo tempo di conoscerci e di fare una visita all’aperto di alcune zone della città situate vicino all’acqua, tra cui la zona molto bella di Nyhavn dove un tempo vivevano i pescatori. Da qui prendiamo una barca per fare un tour acquatico della città con una guida che ci spiega le attrazioni principali che vediamo. Il bel sole ci delizia mentre ci godiamo il giro rilassante scattando le prime foto del viaggio. I primi selfie cominciano ad avere la meglio anche grazie al nostro manico prediletto scelto con cura: il mitico braccio lungo di Davide che utilizzeremo per tutti i selfie del viaggio! Penso che il viaggio non si potesse avviare in un modo migliore: Alessandro delle Dolomiti Trentine che è bravissimo a guidarci per la città con la cartina (odia gli strumenti digitali e mi guarda scetticamente quando gli propongo di affidarsi a Google Maps) e Davide per i selfie! Chissà quali altre sorprese ci riserverà questo gruppo…
All’attracco della barca riprendiamo la strada dell’Hotel facendo un altro percorso per vedere altri siti importanti della città e arriviamo all’ostello dove ci informiamo per un ristorante carino che non ci lasci a tasche vuote (farsi “spellare” già la prima sera non sarebbe di buon augurio per il resto del viaggio).Ci avviamo alla zona modaiola di Copenaghen il cui nome già è una legenda - “Meatpacking District” – tra l’altro non molto distante dal nostro ostello; mangiamo al “Warpigs Brewpub” che ha un aspetto da Biergarten tedesco. L’atmosfera è molto carina e ha ottima birra e buonissima carne. Si deve andare al bancone a scegliere cosa si desidera mangiare e poi accanto c’è un altro bancone-bar dove si acquista la birra a parte. Qui abbiamo contenuto la spesa intorno a 40 euro senza dover arrivare ai costi medi di 60 euro che ci avevano indicato. Dopo la cena ci avviamo all’Hotel consapevoli che la mattina dopo ci spetta una levataccia!
3 luglio
Il taxi è puntuale e ci carica tutti nel van per andare a iniziare la seconda avventura nel paese che ci ha chiamati! <<Groenlandia arriviamo>>
Facciamo lo scalo tecnico necessario per tutti i voli interni a Kangerlussuaq che rappresenta l’aeroporto principale della Groenlandia (dove c’è lo spazio più grande per decolli e atterraggi). Qui abbiamo del tempo per perlustrare la zona circostante all’aeroporto, mentre con Stefano e Alessandro ci spingiamo oltre per fare una bella camminata che ci fa sgranchire le gambe e ci prepara ai prossimi trekking nella fatidica “Baia Del Disko” dove è collocata la nostra città di destinazione: Ilulissat che significa Iceberg e prende il nome dalla miriade di iceberg che navigano dolcemente sulle acque del fiordo ghiacciato così bello che gli è valsa l’assegnazione al Patrimonio dell’Unesco. Col senno di poi è abbastanza incomprensibile perché ci sia solo un luogo in Groenlandia con questa designazione. E’ un paese così bello e da tutelare per la sua natura grandiosa che avremmo pensato a una moltitudine di assegnazioni!
Arriviamo a Ilulissat dopo un volo di alcune ore che ci proietta all’estremità dell’Europa, ma verrebbe da dire in un altro continente visto che siamo affacciati verso il Canada e più a Nord siamo collegati con la mitica Baia Baffin del passaggio a Nord Ovest. La Groenlandia appartiene alla Danimarca, ma a tutti gli effetti non ha nulla di Europeo incluse le tariffe telefoniche che sono alla pari di quelle americane. Esiste invece un filo di connessione con i paesi vicini come Canada e Alaska in cui vivono una parte di Inuit che ritroviamo anche in Siberia. Avevo letto un libro di Robert Peroni per preparami all’incontro con questa etnia ed è stata una scelta azzeccatissima perché in effetti è venuto più naturale avvicinarsi a loro senza giudicare. Avevo tanta voglia di entrarci in contatto per diventare una loro amica e non una turista che esige il miglior servizio da loro, anche perché non si deve pretendere in un paese in cui la situazione si può ribaltare da un momento all’altro senza segnale di allerta e non si può entrare a patti con la natura. E’ lei a far da padrona e decide quanto tu possa arrivare a fare e a vedere di quella terra che potrebbe sembrare aspra e fredda, ma ha un cuore pulsante in tutte le espressioni degli elementi naturali.
E’ troppo unica e speciale per raccontarla e descriverla. Si può solo sperare di andare un giorno per provare tutte le emozioni che abbiamo provato noi davanti agli spettacoli naturali che si esprimono all’ennesima potenza e tutto viene amplificato dalla grandezza degli spazi che sembrano infiniti, ma che ci fa sentire più vicini. Anche i rumori che arrivano da molto lontano si sentono amplificati per via dell’assenza di qualsiasi forma di inquinamento. E’ troppo bello per essere vero. Siamo veramente atterrati in Groenlandia. Ebbene si, siamo a Ilulissat (=Iceberg) il cuore della calotta artica posta nella Baia del Disko e collocata sulla bocca del fiordo più bello del Nord.
4 luglio
Bene, dopo la ricca colazione del nostro Hotel Nuka si parte per i famosi trekking sui sentieri colorati di Ilulissat baciati dal sole. Un meteo così chi se lo sarebbe aspettato. C’è qualcuno che addirittura osa mettersi in T-shirt. Ci sono ben 3 sentieri che delimitano l’area circostante di Ilulissat e in parte costeggiano il fiordo; sono tutti di lunghezza diversa mentre un quarto molto più esteso è quello che collega Ilulissat all’insediamento di Rode Bay collocata più a nord (a circa 4 ore di cammino). Con la guida alpina, Alessandro, studiamo velocemente la mappa che ci hanno dato in reception e cerchiamo l’attacco dei sentieri. Passiamo vicino a un grande spazio dove vengono tenuti i cani da slitta. Qualcuno sbadiglia al sole, un altro abbaia mentre uno fa qualche giretto nello spazio in cui riesce ad arrivare con la sua catena che fortunatamente gli permette comunque di muoversi abbastanza. Sono di una razza che vive solo qui in Groenlandia e non sono da confondere con gli husky. In questo paese questi cani artici sono l’unico mezzo di trasporto invernale a parte l’elicottero che viene usato per emergenze e gli aerei per lunghi spostamenti. Il loro padrone si chiama musher e si prende cura dei cani. Ci hanno spiegato che prima vivevano in centro città mentre poi con l’aumento progressivo delle persone che hanno cominciato ad avere dei lavori di ufficio e negozio non si è potuto più permettere ai musher di tenerli in centro essendo i loro latrati motivo di insonnia di alcune categorie di lavoratori che di notte dovevano riposare. Proseguiamo la nostra camminata per arrivare all’Icefjord, un centro visitabile che è bellissimo fuori e dentro. A livello architettonico si sposa molto bene con il bellissimo paesaggio circostante e si può camminare sul tetto curvo come una collina sinuosa per arrivare a un punto panoramico da dove si gode la meravigliosa vista sullo spaccato di ghiaccio che poi raggiungeremo a piedi. Ci facciamo un selfie e qualche foto e poi si riparte. Con Ale si segue un pezzetto di passerella e poi decidiamo di seguirlo in qualche fuori sentiero per salire più in alto. La curiosità ci spinge a osare anche se si dovrebbe sempre seguire il sentiero. Dopo qualche tratto però troviamo una traccia di sentiero che è quello contraddistinto dal colore giallo e proseguiamo verso un magnifico punto in cui esclamiamo. Anche solo questo vale tutto il viaggio. Un set scenografico di grande bellezza. Sotto un laguna di acqua con degli iceberg di forme diverse e dietro il mare di ghiaccio in cui si stagliano delle cime e dei coni tutti i diversi. Sembrano le Dolomiti di ghiaccio con una estensione infinita senza orizzonti. Bianco e blu sono i colori che ci ipnotizzano e decidiamo di fermarci per la pausa snack e drink. Troppo bello per proseguire…
Dopo una bella pausa in cui a tratti restiamo in silenzio rapiti dallo spettacolo ritorniamo per riprendere la passerella che avevamo lasciato dopo essere scesi dal tetto dell’Icefjord e proseguiamo fino ad arrivare a una montagnetta in cui in passato c’era l’insediamento Semermiut. Ora è difficile vedere i resti per la presenza dell’erba però ci sono le grotte sottoterra che per gli Inuit erano l’unica forma abitativa in cui potevano sopravvivere al forte freddo invernale. Poi si prosegue in un tratto di salita e all’improvviso vediamo delle panchine a sinistra… voltandoci a destra invece veniamo catturati da un altro paradiso di ghiaccio molto più vicino e grande di quello visto nell’altro sentiero poco prima. Restiamo senza fiato e senza parole. Senza guardarci ci dividiamo andando chi a destra e chi a sinistra a cercare un punto in cui installarci e goderci tutto questo spettacolo naturale bianco da cui non riusciamo più a staccarci.
Dopo una pausa pranzo in questo angolo di paradiso proseguiamo sazi e soddisfatti, ma dopo un tratto con la vista un po’ più coperta ecco che rispunta un’altra parte di fiordo con altrettanti ghiacci e delle montagne in lontananza che hanno colore scuro. Comprendiamo così ancora di più l’immensità del ghiaccio che noi stiamo costeggiando dall’alto. Meraviglia! Ad un bivio la gran parte del gruppo vorrebbe prendere il sentiero rosso più breve di tutti gli altri per andare a preparare la cena mentre io e Alessandro che siamo più veloci a camminare proseguiamo oltre per il sentiero blu e al nostro ritmo stimiamo di completarlo in massimo 2 ore. La nostra determinazione è premiante e arriviamo a costeggiare un fiume formato da acqua del ghiacciaio e tra l’altro buonissima! Poi saliamo in un canalone più verde con il torrente che scorre sotto di noi sotto terra e ne sentiamo il rumore che ci accompagna fino a che “svalichiamo” dall’altra parte del monte. Su in cima troviamo parti di neve ghiacciata su cui ci facciamo qualche foto. Da sopra intravediamo il mare e il porto in lontananza. Scendendo dal canalone arriveremo a Ilulissat per raggiungere gli altri e cenare tutti insieme nella nostra camera doppia – l’unica, essendo le altre 2 triple - in cui abbiamo allestito dei tavoli. Io e Fabio accogliamo il gruppo per consumare l’ottima cena preparata dal mio compagno Fabio soprannominato dagli amici Masterchef! Tutto il gruppo mangia con grande appetito e gradisce il cibo, e solo dopo l’ultimo boccone si inizia a chiacchierare per conoscerci tutti un po’ meglio in attesa che ci vengano a prendere per il tour con il sole di mezzanotte tra gli iceberg… dopo il tripudio di ghiacci visti dall’alto ecco il tripudio di ghiacci visti dalla barca. Luci e colori di un altro mondo con gli uccelli che volano intorno e sopra le nostre teste, e cascate di acqua che si formano nelle spaccature dei ghiacci. Tutto in formato grande, anzi XL: una moltitudine di iceberg che creano dei magnifici riflessi sull’acqua e giochi di luci/ombre che non dimenticheremo mai.
5 luglio
Già al risveglio abbiamo la sensazione che sarà una giornata speciale anche perché qualche raggio di sole che fa l’occhiolino tra le soffici nuvolette ci accompagnerà per tutta la giornata fino a regalarci uno splendido pomeriggio. In 4 ci prepariamo per andare presso l’ufficio di World of Greenland che è il nostro punto di incontro. Un accompagnatore ci scorta in van fino al porto in cui ci imbarchiamo in un piccolo gruppetto per andare a caccia di balene. Dovremo allontanarci un bel po' dalla riva in mezzo agli iceberg brillanti di luce solare prima di avvistarle.
Sorprendente WOW quando vediamo la prima a distanza, ma ovviamente non ci accontentiamo, e il capitano si avvicina mantenendo la giusta misura di sicurezza che serve a non infastidire le balene. Seguiamo il suo itinerario tra spruzzi e code in immersione fino a che si allontana. Dopo un altro giretto in barca ecco che ne avvistiamo un’altra in una laguna formata da iceberg che ci circondano offrendoci un bellissimo scenario per scattare le nostre foto e fare qualche video. Siamo immersi in una concentrazione silenziosa indotta da questo magnifico scenario e dall’eccitazione di poter incontrare questi magnifici esemplari di cetacei che qui trovano l’ambiente ideale per vagare grazie al silenzio e al poco traffico. In un punto più in là avvistiamo finalmente 3 balene che si muovono tutte assieme armoniosamente e che sembrano scodinzolare con i giochi di code in immersione. E’ il momento epico tanto atteso in cui si sentono solo i clic degli scatti delle nostre macchine fotografiche che sembrano reagire in coro alle varie acrobazie dei nostri compagni pinnati. Meraviglie della natura…
Torniamo a fine mattinata arricchiti di immagini che ci appagano nella nostra continua ricerca di contatto con la natura. Dopo aver mangiato un boccone con la meraviglia ancora negli occhi decidiamo di andare a fare una camminata e di visitare l’Icefjord center fino al prossimo momento clou: è arrivata l’ora dell’appuntamento presso l’ufficio di World of Greenland per la prossima attività. Ci vestiamo con l’attrezzatura adatta e prendiamo la via che si dirige verso l’ospedale che si affaccia sul mare. Lì troviamo i nostri Kayak con i quali raggiungeremo gli spettacolari Icerberg e pareti di ghiaccio dopo un brief sulle regole da rispettare. Eccitati come siamo facciamo confermiamo con il capo che ci è tutto chiaro… sarà poi così? Una volta in acqua sembra che tutti siamo già esperti e cominciamo a remare desiderosi di avvicinarci quanto più possibile al ghiaccio che ci attrae come una calamita.
Arrivati non distanti da una delle pareti più grandi, beviamo una tisana offerta dalla nostra guida e scattiamo qualche foto. Poi con le luci del tramonto (in realtà sole di mezzanotte) rientriamo ancora una volta appagati nell’anima. Siamo testimoni di spettacoli unici al mondo che emozionano anche i viaggiatori più esperti.
6 luglio
La mattina, dopo la ricca colazione abbiamo appuntamento al porto con Laila di etnia Inuit che ha avviato un piccolo business familiare rivolto a piccoli gruppi di turisti. Per ora ha investito in una barca guidata da uno dei figli che si è dimostrato molto bravo. L’hotel ci ha consigliato lei per visitare Rode Bay, ed è stato davvero prezioso; in tutta sicurezza ci ha condotti presso l’insediamento più piccolo raggiungibile in barca da Ilulissat, posto più a nord. Dopo un’ora di barca scendiamo in un piccolo porticciolo pronti per andare a zonzo per il piccolo villaggio dove il numero 1 è dominante: a parte qualche casa di pescatore c’è 1 solo Ufficio Postale, c’è 1 solo bancomat, c’è 1 solo un supermarket, c’è 1 sola chiesa, e c’è una infermeria per le prime cure. Entriamo nella chiesa e ci sorprendiamo nel trovare una chiesa con duplice funzione di luogo per le cerimonie religiose e per le lezioni di scuola. Accanto alle bibbie si trovano anche libri di scuole e testimonianze della presenza di bambini…
Uscendo ci dirigiamo alla unica fabbrica presente in questo insediamento che lavora il ricco pesce; man mano che ci avviciniamo vediamo scaricare numerose casse di numerosi polpi freschissimi. Abbiamo provato a chiedere il permesso di vistare la fabbrica, ma il diniego è dovuto a regole di sicurezza. Al ritorno provo a sondare il terreno con Laila sulla possibilità di organizzarci una cena in casa Inuit, dopo aver incontrato il marito pescatore ancora in mare che ci ha mostrato orgogliosamente il frutto del suo lavoro dalla mattina presto: tantissimo pesce fresco di cui sarebbe impossibile indovinarne il peso! Laila non appare colta di sorpresa e annuisce desiderosa di soddisfarci in questo desiderio.
7 luglio
Dopo colazione ci dedichiamo a fare un po' di shopping nei pochi negozi presenti nella cittadina. Chi è interessato alle T-shirt, chi ai cappellini, statuette Inuit, ecc.
Ci rilassiamo fino a che una parte del gruppo si stacca per andare all’appuntamento fissato per il tour in elicottero. Io e Fabio invece ci dedichiamo al sentiero “Yellow Trail” che avevo fatto già precedentemente con condizioni meteo diverse. Ogni giorno un sentiero può apparire completamente diverso a seconda del meteo, dell’orario, dei colori e delle luci.
Mentre siamo in camminata ci arriva il messaggio degli altri che hanno subito il triste annullamento del tour causa mal tempo. Sembra che il destino abbia deciso di scegliere proprio questa giornata come l’unica di condizioni meteo peggiore, considerato che tutte le altre sono state delle belle giornate; al massimo abbiamo sperimentato un po' di foschia di mattina che comunque ci ha regalato delle immagini suggestive! Fortunatamente però hanno trovato un ragazzo con una barca che era disposto a fargli fare un tour in mare e sono partiti alla volta degli iceberg; non ci si stancherebbe mai di vederli da vicino e in tutte le loro fattezze: forme, riflessi, colori e brillantezza sempre diversi, mai uguali! Intanto terminiamo anche noi il nostro sentiero giallo che abbiamo percorso in rilassatezza e in tutta tranquillità, avendo incontrato tutt’al più un paio di persone.
Il pomeriggio raggiungiamo il resto del gruppo per la tappa fissa dell’aperitivo pre-cena al caffè Ilulissat. Brindiamo con una birra groenlandese soddisfatti anche di questa giornata nonostante l’annullamento subito da qualcuno di noi. In questo posto unico c’è sempre qualcosa di speciale da fare…
Ci dirigiamo verso l’hotel dove ci apprestiamo a preparare la nostra ultima cena home-made. Domani saremo alla cena Inuit presso la famiglia di Laila, ma prima della cena avremo una giornata intensa e in cui riserviamo grandi aspettative. Non vediamo l’ora che arrivi domani.
8 luglio
Dopo una colazione mattutina eccoci pronti per la grandiosa giornata che è come la ciliegina sulla torta. La crociera al ghiacciaio con pranzo incluso ci attende. Dopo aver sbagliato imbocco presso l’aeroporto, ci dirigiamo al punto giusto dove ci attende una barca veloce con due giovani ragazzi. Siamo un piccolo gruppetto e ne siamo ben felici dopo aver visto il traghetto colmo di gente presso cui ci eravamo recati inizialmente; abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Dopo un’ora di traversata con bellissimi scorci arriviamo al nostro punto proprio davanti all’estesa parete e tutti siamo colti da un brivido di emozione al vedere cotanto ghiaccio con formazioni diverse e crepe che lasciano trasparire delle luci più azzurrine o rivoli di acqua…
Poi all’improvviso qualche boato più distante. Attendiamo in silenzio. Dopo un po' di tempo ecco un boato più vicino che ci fa sussultare per dirigerci con lo sguardo nella stessa direzione e un pezzo di ghiaccio si stacca per immergersi nelle piccole onde che si formano al contatto con il ghiaccio. Poi gradualmente le stesse onde si gonfiano, sembrano muoversi al rallentatore ma i due capitani ci dicono che è il caso di allontanarsi perché quella caduta sta provocando una sorta di Tsunami da cui tenere la distanza di sicurezza. Accendono il motore e facciamo marcia indietro. Il rigonfiamento del mare non arriva fino a noi e siamo salvi grazie alla prontezza dei nostri capitani. All’improvviso il rigonfiamento si appiattisce di nuovo e tutto si calma dominato dalla natura circostante senza intervento dell’uomo. E’ un’orchestra naturale che scandisce il ritmo… e noi siamo estasiati dallo spettacolo. Avvistiamo uccelli, e non le foche, ma per noi resta una delle giornate più belle tra tutti i viaggi fatti fino ad ora.
Al rientro ci appostiamo vicino a una bella cascata di acqua dove uno dei due capitani salta acrobaticamente dalla barca direttamente su un pianoro alla base della cascata per procurarci dell’acqua fresca e buonissima. Siamo proprio felici e non vediamo l’ora di brindare a questi momenti emozionanti con i nostri amici Inuit presso la famiglia di Laila. Dopo una doccia abbiamo appuntamento con Laila che ci viene a prendere presso l’Hotel e ci conduce a casa loro. Restiamo sbalorditi dalla bellezza della casa e della sua posizione di fronte al mare. La casa è grande e a più piani. Davanti ci sono le slitte dei cani parcheggiate lì dalla fine dell’inverno e in attesa di essere rimesse in pista. Entriamo accolti con calore da questa famiglia che ci conosce appena e veniamo inondati dal profumo dei molteplici piatti cucinati per noi. Il preventivo della cena inviato per e-mail, ci ha convinti immediatamente vista la convenienza rispetto ai costi più elevati dei ristoranti e il profumo che ci accoglie ci conferma la validità della scelta, famiglia Inuit – ristorante Inuit: 1 a zero!
Visitiamo la casa e poi ci sediamo per ricevere le prime degustazioni groenlandesi brindando con ottimi vini italiani. Beluga e vario pesce freddo convince solo alcuni di noi, ma per il resto siamo tutti soddisfatti. Ci hanno cucinato addirittura l’alce cacciata dal marito di Laila durante i 3 giorni di appostamento in tenda accampati più all’interno. Dopo la cena e il dolce guardiamo i video e le foto girati d’inverno da Laila e una serie di immagini invernali con le slitte con i cani ci convincono che questo non sarà l’ultimo viaggio in Groenlandia.
Ci accompagnano a casa e i nostri occhi brillano ancora della vista di distese di ghiaccio e neve e sogniamo la Groenlandia in versione invernale.
9 luglio
L’ultima mattina a Ilulissat è dedicata a giro in città per gli ultimi souvenir, per visitare la costa mentre io mi allontano a piedi per un’ultima camminata nel pezzo iniziale del Blue Trail. Ho giusto il tempo per arrivare al fiordo e alla laguna dove vedo i ghiacciai e gli iceberg in formazioni diverse dai giorni precedenti. Il vento e la corrente hanno cambiato tutto e sembra di vedere un nuovo spettacolo. In questi ghiacciai e iceberg ci ho visto tutto il mondo: le dune del deserto, la muraglia cinese, il Taj Mahal, le dolomiti, le tre cime…
Sono rimasta ipnotizzata da un mondo bianco in perenne cambiamento come in un paradiso di silenzio ghiacciato, intervallato solo dai boati provocati dalle crepe e tonfi di ghiaccio nell’acqua e dal richiamo dagli innumerevoli uccelli…
Come tutte le favole c’è sempre un finale, ma abbattiamo la tristezza del volo di rientro con il progetto di tornare presto in Groenlandia per fare il viaggio in versione invernale inserendo anche i 3 giorni di percorso con le slitte con i cani.
10 luglio
Facciamo scalo a Copenhagen dove avremo ancora una notte e un giorno che servirà a smaltire tutto quanto vissuto nel paradiso di ghiaccio della Groenlandia. Lo dedichiamo a visitare il castello, i giardini e la torre circolare. Poi facciamo un ultimo brindisi prima di prendere il taxi per recarci in aeroporto e lasciare questo fazzoletto nordico così affascinante e magico.
Al prossimo diario di viaggio!