Avventure nel Mondo

Venti caldi dalle montagne

da "Georgia" con Avventure nel Mondo
di Maria Rosa Fogliatto

Georgia fantastica!!! Ha stupito, stregato e ammaliato questo gruppo di over 55 (unica eccezione la mascotte Serena poco più che trentenne!) che ha affrontato con impegno e passione i giorni di trekking sia nella parte orientale (Khevsureti con la fantastica Shatili) che in quella occidentale (la regione dello Svaneti, tra le più belle della Georgia) più impegnativa, ma oltremodo remunerativa sopportando i faticosi trasferimenti in bus attraverso questo ancora sconosciuto paese. Ma veniamo al gruppo di 9 persone: - Serena, la mascotte del gruppo, carina, dolce, indipendente ma sempre disponibile; - Mario, l’impareggiabile romano dalla battuta pronta; - Mauro, il tuttologo sempre pronto a divulgare il suo sapere; - Giordana detta maga per le sue conoscenze esoteriche oltre che botanico-geologiche; - Claudio, viaggiatore navigato non sempre e solo per piacere; - Mirella, la dolce bionda frisee; - Alberto, grande Apo, capogruppo dalla presenza costante ma discreta; - Tato, il meno giovane, l’Omega Ω sovente in coppia con l’Alfa A Serena; - Tata, la sottoscritta, cassiera non per scelta e appassionata di flora tanto da catalogare le specie non note con nomi di fantasia. 

15 giorni prima:

Sabato 10 agosto appuntamento alle 13:00 a Bergamo Orio al Serio dove ci si presenta gli uni agli altri e si cerca di memorizzare nomi e volti; un pensiero a Jessica che all’ultimo ha dovuto rinunciare al viaggio per problemi familiari, sarà la nostra compagna virtuale! Scalo a Istanbul e arrivo a Tbilisi alle 03:20 di notte (l’una e 20 in Italia)…. La nostra guida Davit (Davide in italiano, Dado per gli amici) ci attende e ci consiglia di provvedere a un primo cambio di valuta da euro in Lari direttamente in aeroporto. Poche ore di sonno e ci si ritrova per la colazione, momento in cui facciamo la conoscenza del romano Mario arrivato da Atene due ore dopo di noi: 1° step il ruolo di cassiere per la gestione della cassa comune, tutti glissano e così mi tocca. Scendiamo in strada e componiamo i due equipaggi che con poche varianti diventano fissi con Ben e Nugo i nostri magnifici e infaticabili drivers dei muli a 4 ruote con cui copriremo distanze indefinite su strade al limite dell’agibilità superando ogni tipo di ostacolo. E via! Lungo gli sterrati i numerosi cantieri aperti per garantire la percorribilità su questo terreno disastrato da frane e smottamenti: mai visto così tante macchine movimento terra salire con i loro cingoli al limite del ribaltamento. E che abilità nel ‘costruirci’ la strada sotto le nostre ruote!!!! Tato ed io, veterani di Avventure nel Mondo che dopo alcuni anni di stop forzoso riprendiamo a viaggiare, giorno dopo giorno torniamo ad apprezzare la formula di quest’associazione che coinvolge persone di diversa provenienza, cultura e aspettative in un viaggio che le farà convivere per due settimane in situazioni non sempre facili. 

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Scavalliamo tra Europa e Asia attraverso il passo DatvisJvari a 2676 metri, non prima di avere effettuato una sosta pranzo che ci da modo di prendere confidenza con il khachapuri (focaccia con ricotta che apprezzeremo in tutte le sue varianti), scopriamo quasi al tramonto le rovine di Mutso e pernottiamo nel pittoresco villaggiofortezza di Shatili che ci ospita nella casa-albergo: la prima cena è un trionfo di piatti ricolmi di verdure varie condite con salse, di sughetti dallo spiccato retrogusto di coriandolo alla base della cucina georgiana con cui impareremo a fare ‘amicizia’, di melanzane che saranno quasi sempre presenti per la gioia di Mario conquistato dalla ragazza-cameriera che parla italiano. La mattina successiva tutti quanti indugiamo alla partenza, l’atmosfera è molto calda e confortevole, così alcuni di noi decidono di portarsi a casa un ricordo di questo posto acquistando anelli e orecchini realizzati dalle ragazze che gestiscono il locale. La tecnica utilizzata è quella degli smalti, e i singoli ninnoli vengono confezionati in graziosi sacchettini accompagnati dal messaggio “Warm wind from the mountain”. Questo vento caloroso ci accompagnerà per tutto il viaggio.  Qualcuno già si diletta con la lingua georgiana mentre l’alfabeto dai particolari geroglifici affascina e incuriosisce tutto il gruppo. Davit parla discretamente la nostra lingua, è stato in Italia a studiare, a Bologna, e ci prende le misure. La prima parola che impariamo con una certa difficoltà è “gmadlobt” (grazie), poi con il tempo ne aggiungiamo altre come “gaumarjos” per accompagnare i brindisi “gamarjobat” (ciao) per salutare. la lingua georgiana (nome nativo kartuliena appartiene al gruppo sud-caucasico (cartvelico), di cui rappresenta la lingua franca e l’unica lingua con una propria tradizione letteraria. Il gruppo sembra non avere parentele con altre famiglie linguistiche, o almeno nessuna di quelle proposte sembra essere stata dimostrata in modo convincente. E' tuttavia possibile un precoce contatto con le lingue indoeuropee.

Nella regione del Khevsureti ci aspettano tre giorni di trekking durante i quali avremo modo di ammirare i laghi glaciali dall’intensa colorazione (Bianco, Blu e Verde). Saliti al passo Chaukhi tra la nebbia, Tato intona canti di montagna mentre si raggiunge il valico ed a questo punto Dado canta “O sole mio” lasciando tutti stupiti perché è l’unico fra noi a conoscerne interamente il testo: il segreto prontamente svelato è legato alla sua mamma che insegna pianoforte ed è appassionata di musica italiana. Il sole da lui invocato appare proprio al passo così da quassù possiamo vedere il KAZBEK con i suoi 5.047 metri di quota ed il poderoso ghiacciaio le cui pendici saranno la nostra meta il giorno seguente. E’ qui che con meraviglia scopriremo che il rifugio situato al di sopra della lingua glaciale viene rifornito utilizzando i cavalli che osserviamo scendere con disinvoltura sullo strato di ghiaccio della morena Durante la visita alla chiesa della Trinità di Gergheti la componente femminile del gruppo sfoggia bellissimi foulard come copricapo e gonne in severo stile georgiano (messi a disposizione per entrare nei luoghi sacri)……..sono così belle queste donne che Mario, che ne sa una più del diavolo, con un’app dedicata provvede a trasferirne l’immagine sulla copertina “ipotetica” di una famosa rivista di moda. La prima notte dormiamo nell’accogliente guesthouse di Roshka, dove il buon cibo (come sempre) non manca e in più ci divertiamo a giocare con simpatici cani e gatti, apprezzando la semplice ed ospitale vita montana. Trascorriamo le successive due notti nel grande villaggio di Stepantsminda (a 12 Km dal confine con la Russia), dove la cuoca russa nonostante il fascino e la gentilezza che Mario sfodera con naturalezza nei suoi confronti proprio non vuol saperne di sorridere. La seconda sera ci tuffiamo nella “movida” tra chiacchiere, risate e la degustazione del tanto decantato vino georgiano (Ghvino ) che sgomenta Giordana e Serena quando durante le operazioni d’igiene dentale scoprono di avere la lingua colore dell’inchiostro!

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Ma in Georgia si produce anche Ludi : la birra, presenza indispensabile a cena, rinfrescante nei bar improvvisati lungo il trek o al termine di essi. Tra noi c’è sempre qualcuno pronto a offrire la dissetante bevanda al gruppo…… e che dire delle etichette della birra Argo, dal nome degli Argonauti, in versione classica o estiva molto colorate con le diverse regioni Georgiane tant’è che Serena se n’è portata a casa alcuni esemplari. Il trasferimento dalla zona del Khevsureti a quella dello Svaneti è lungo, ma soprattutto faticoso per il gran caldo. Trascorriamo due giorni sulle quattro ruote, le ore di viaggio sono molte, ma scorrono veloci con la guida (molto sportiva) georgiana, la gimkana tra le vacche che vagano libere lungo la strada, la musica locale, le esperienze condivise, i tentativi di parlare con gli autisti e… le lunghe dormite. Durante gli spostamenti abbiamo modo di visitare la cattedrale di Svetitskhoveli, l’antica città scavata nella roccia di Uplistsikhe, le grotte di Prometeo nella regione della Colchide (che ha come protagonisti Giasone e gli Argonauti alla conquista del Vello d’oro) per finire con la diga Engurhes, una delle più grandi al mondo. Pernottiamo a Kutaisi, la seconda città più grande della Georgia capoluogo della Colchide e un tempo prima capitale del Regno Unito di Georgia, definita da Davit come la Napoli georgiana. La seconda notte dormiamo invece a Mestia, situata nella regione Samegrelo-ZemoSvaneti, ai piedi del monte Ushba, a una quota di circa 1500 m slm, punto cruciale per i nostri trekking in quest’area. Le fatiche e gli acciacchi che le scarpinate da un lato e i sobbalzi sui pulmini dall’altro lasciano su di noi vengono lenite dai massaggi shiatsu che Apo pratica con maestria. Lo Svaneti, regione storica della Georgia Occidentale è straordinariamente selvaggio e misterioso, così isolato da non essere mai stato sottomesso da nessun dominatore. Ci accoglie con meravigliosi scorci sulle cime del grande Caucaso, i ghiacciai, le cascate, le distese di fiori e i piccoli villaggi caratterizzati dalla presenza delle tipiche torri. Molto bello a questo proposito il villaggio di Ushguli patrimonio dell’Unesco (dove abbiamo assaggiato anche dell’ottima acquavite scambiata per acqua da Mauro durante la cena, ma molto apprezzata da Mirella a fine pasto). Adishi è l’altro villaggio in cui abbiamo alloggiato, più piccolo ma sempre caratteristico, e dove abbiamo potuto osservare il duro lavoro (soprattutto delle donne) necessario per sopravvivere in queste zone. Il trek in questi giorni spazia da attraversare guadi impegnativi a causa dell’acqua freddissima ed impetuosa (una volta a cavallo ed una a piedi) ad ammirare le grandi vette della “Regina Bianca”, dei monti Tetnuldi ed Ushba con i loro ghiacciai. Gli occhi risplendono alla vista di queste immense montagne e della loro vegetazione (quelli di Tata e Maga Giordana anche per i mille fiori che catalogano, a volte, come caucasici). Una notte troviamo sistemazione nella piccola Mazeri isolata in una grande regione boschiva, ben tre serate (non consecutive) le passiamo invece a Mestia, allegra cittadina capoluogo dello Svaneti, dove assistiamo alla festa dei Colori (è la festa del foliage, gli alberi che anticipano l’arrivo della stagione fredda dirottando la linfa dalle foglie al tronco e quindi prima di far cadere le foglie le tingono di colori dal giallo al rosso). Trascorriamo una piacevole serata con i canti di Claudio mentre Mauro, sciolta la ruggine, si lancia con la chitarra in perfetti accompagnamenti spaziando con abilità tra epoche e generi musicali i più variegati in alternanza con Davit anche lui un vero maestro della chitarra. 

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Del resto sovente hanno fatto da sottofondo alle nostre salite le canzoni intonate da Tato e, con stupore, inaspettatamente seguito dalla giovane Serena che conosce i testi dei vari Guccini, De Andrè, Branduardi etc, di sicuro non proprio patrimonio della sua generazione. Carichi di emozioni e delle belle esperienze vissute in montagna, (anche grazie al meteo sempre favorevole, con la giusta dose di nuvole per alleviare la calura in salita) ci armiamo di pazienza per la lunga traversata da Mestia a Tbilisi. La giornata risulta essere particolarmente faticosa, ma viene ricompensata da una calorosa serata in compagnia di Davit che,salutiamo e ringraziamo per le intense giornate trascorse insieme tra fatiche, sudate, risate e tante tante chiacchiere. L’ultimo giorno viene dedicato alla visita della capitale, accompagnati da Omar, giornalista georgiano che, tra storia ed attualità, in un fluente italiano (anche lui ha trascorso alcuni mesi nel nostro paese che lo ha affascinato) ci aiuta a conoscere le sfaccettature, i conflitti e la grande forza di questo paese. Dalle sue parole traspare tutto l’orgoglio del popolo georgiano, la sua tenacia nel difendere la propria indipendenza,la profonda sete di giustizia e libertà ed il desiderio di democrazia. Ecco, scherzi, battute, burle, risate, sì tante risate, ma anche racconti di viaggi, esperienze di vita vissuta nelle varie parti di questo nostro fantastico mondo, ricordi di com’eravamo, aspirazioni future, luoghi da visitare, emozioni provate e aspettative per il domani, un pizzico di spiritualità, qualche velo di malinconia, una gran voglia di continuare a sperimentare nuove sensazioni. E’ anche l’augurio più bello con cui ci ha salutati Davit, di continuare ad avere 16 anni nello spirito!!!!!!! Ciao Georgia!

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