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Messico nascosto: celebrazioni autentiche del Día de los Muertos

Altari fioriti, canti e colorate processioni al chiaro di luna: assistere al Día de los Muertos è l’occasione perfetta per scoprire il Messico più autentico.
  • El Día de los Muertos oltre la sua veste “pop” e fuori dai classici itinerari turistici: un’occasione per scoprire il Messico autentico.
  • Riconosciuto dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, el Día de los Muertos è un antico rito moderno.
  • Altari fioriti, festoni colorati, profumi e suoni che riportano a qualcosa di ultraterreno e ancestrale: i messicani aprono così la porta che mette in comunicazione i vivi con l’aldilà.
  • Affrontare il Messico autentico con un viaggio di gruppo si rivela una preziosa opportunità per svelare un mosaico di storie millenarie tessute dalla complicità di sguardi e passi condivisi. 
  • La chiave? Non semplicemente andare in Messico, ma vivere il Messico, abbandonando la prospettiva del turista e abbracciando la filosofia dell’ospite.

L’essenza magica della messicanità

Nel cuore pulsante delle Americhe, sospesa tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico, si estende una terra ancestrale, custode di antiche leggende. Il Messico, con i suoi colori sgargianti e gli intensi profumi, è un Paese in cui passato e presente sono legati a doppio filo. E anche una porta magica in grado di mettere in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti. Chi, del resto, non ha sentito parlare, almeno una volta, del Día de los Muertos? Diventata oramai di fama internazionale, quest’ultima non è solo una festa tradizionale, bensì un viaggio nell’anima di un popolo che celebra la memoria con gioia, trasformando il ricordo in un abbraccio collettivo che sfida il tempo.

Ebbene, scoprire le città messicane seguendo le vie costellate di candele e composizioni floreali di cempasúchil è come entrare in un regno incantato, dove ogni oggetto racconta la bellezza di un legame eterno. Visitare il Messico in questo momento dell’anno, che solitamente va dal 25 ottobre ai primi giorni di novembre, significa lasciarsi incantare da un rito che parla di vita, amore e rinascita. Un’occasione che crea un piccolo spiraglio per chi davvero vuole infilarsi tra le trame nascoste di questa terra complessa e meravigliosa.

Rito moderno dagli echi arcaici

Riconosciuto dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, el Día de los Muertos affonda le radici in un intreccio profondo tra antiche tradizioni indigene e influenze cattoliche portate dai conquistatori spagnoli. Nelle civiltà precolombiane, come Aztechi, Maya, Toltechi e altre popolazioni mesoamericane, infatti, i rituali dedicati ai defunti già esistevano ed erano spesso fortemente legati alla ciclicità dell’agricoltura. Proprio per questo motivo, originariamente, le celebrazioni indigene si svolgevano a fine estate, tempo di raccolto, e non a novembre, data che subentrò solo con l’arrivo degli occidentali. 

Un rito antichissimo, dunque, che, tuttavia, si mescola sempre più con usanze moderne. Ancora oggi, troppo spesso viene erroneamente sovrapposto ora ad Halloween, ora alla nostra Commemorazione dei defunti. In realtà, al di là dell’aspetto temporale, parliamo di qualcosa di diverso e di unico: è una delle festività più iconiche e sentite in Messico. E, nonostante la veste (in apparenza) pop e sotto i riflettori, el Día de los Muertos diventa un’occasione preziosa per scoprire il Messico nascosto e più autentico, vivendo il rito originario in località semisconosciute agli occhi dei più.

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Alla scoperta del Día de los Muertos

El Día de los Muertos è caratterizzato da una grande varietà di simboli ricchi di significati.

  • Primo fra tutti, “la ofrenda”, un altare costruito a più livelli, metafora del viaggio che l’anima deve affrontare nell’aldilà. Decorata con fotografie, cibo, bevande e oggetti cari al defunto, la ofrenda simboleggia il ponte fra la vita e la morte.
  • La Calavera Catrina, vera icona della festività. Nata dalla satira dell’illustratore José Guadalupe Posada e resa celebre attraverso i murales di Diego Rivera (marito di Frida Kahlo), l’elegantissima dama della morte invita a celebrare la caducità della vita terrena.
  • Simbolo di eternità e guida delle anime erranti verso le braccia dei propri cari, il cempasúchil (o cempaxòchitl, nome in lingua nahuatl del caratteristico fiore) è uno degli elementi essenziali di questa festività. I suoi petali arancioni accendono sentieri luminosi tra tombe e altari, trasformando il dolore nella gioia del ritorno.

Le tradizioni messicane vengono celebrate anche in cucina. Tra i prodotti tipici dell’occasione, spiccano l’atole, bevanda calda e cremosa a base di farina di mais, il pan de muerto e il pulque, un alcolico fermentato derivato dall’agave. E, facendo danzare i lunghi fili di papel picado, decorazione tipica realizzata con carta traforata multicolore, il vento porta con sé l’odore acre del copal, uno speciale incenso, bruciato per purificare l’ambiente.

El Día de los Muertos, insomma, è un mosaico di colori, profumi e sapori tutti da scoprire, che trasformano il ricordo in un rito collettivo. Una festa che permette ai viaggiatori di vivere sulla propria pelle la quotidianità messicana, lontana da stereotipi o sovrastrutture.

Conoscere la cultura maya nascosta, attraverso celebrazioni uniche

Per scoprire e comprendere appieno le celebrazioni tradizionali del Messico, è necessario spogliarsi dei costumi occidentali, mettersi in ascolto e osservare attentamente i suoi abitanti. Non esistono ritmi frenetici, non esiste il ticchettio delle lancette dell’orologio. Nemmeno la morte è in grado di scandire il passo della vita, poiché sia il “prima” che il “dopo” fanno parte di un unico continuum.

Seppur difficile, a causa di una sempre più forte affluenza, è ancora possibile assistere al rito del Día de los muertos autentico. Lo si trova in alcune zone meno battute dal turismo di massa, dove la popolazione custodisce preziosamente riti ancestrali messicani, quasi completamente incontaminati. 

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Celebrazioni tradizionali nel Messico “sconosciuto "

Scopriamo alcune proposte per vivere el Día de los Muertos con un viaggio di gruppo fuori dai classici itinerari turistici. 

Tzintzuntzan, il villaggio del colibrì

Nel cuore del Michoacán, affacciato sulle acque placide del lago Pátzcuaro, si trova un piccolo villaggio di artigiani chiamato Tzintzuntzan, ovvero “luogo dei colibrì” in lingua purépecha. Qui, tra le mura del cimitero avvolto da pini secolari, el Día de los muertos si trasforma in un dialogo intimo tra vivi e defunti. Non si tratta di folklore, bensì di un rito che scolpisce nel presente l’eterno ritorno di chi non c’è più. 

Danze e preghiere a Janitzio

Anch’essa bagnata dal Pátzcuaro, esiste un’isoletta abitata dal gruppo indigeno P'urhépecha, che ancora oggi mantiene vivi i tradizionali rituali. Si tratta di Janitzio. Lunghe processioni, accompagnate da musica e danze popolari, guidano le famiglie al cimitero, dove solitamente si trascorre la notte fra canti e preghiere. Un’atmosfera unica nel suo genere, resa ancora più magica dai pescatori che illuminano il lago grazie a centinaia di torce e fiaccole.

Assistere all’Hanal Pixan di Mérida

Spostandosi verso Est, più precisamente nella penisola dello Yucatán, c’è una città dove viene celebrata l’Hanal Pixan, la festa delle anime. Visitare Mérida è l’occasione perfetta per vivere al 100% il Messico Maya, partendo dall’arte culinaria. I suoi abitanti, infatti, si ritrovano per preparare alcuni piatti tipici che, secondo l’antica tradizione, sono in grado di mantenere il legame con i defunti. Potrete, per esempio, assaggiare il mucbipollo, un involtino ripieno di carne e salsa di pomodoro e avvolto in foglie di banano, cucinato poi in buche scavate sottoterra. 

Alumbrada a San Andrés Mixquic

Infine, un altro luogo assolutamente da non perdere è San Andrés Mixquic. Situato a circa un’ora di macchina da Città del Messico, questo paese ospita l’Alumbrada, l’accensione di migliaia di candele posizionate attorno alla chiesa del cimitero, accompagnate da musica e offerte floreali. Esperienze suggestive, dunque, che permettono di entrare in contatto con i local e vivere appieno il Paese.

I Maya in Messico: destinazioni e siti archeologici da visitare

Al di là delle ricorrenze legate al Día de los Muertos, immergersi nel cuore del Messico Maya significa attraversare secoli di storia, dove antiche città possono svelare segreti millenari e imponenti piramidi si innalzano nella giungla. È il caso, per esempio, di Kukulkán, capolavoro astronomico che si staglia all’interno del celebre sito archeologico di Chichén Itzá, considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno. 

Poco lontano, Tulum incanta con le sue rovine arroccate sulla scogliera, mentre Palenque, città preispanica avvolta dalla foresta, custodisce la tomba del re Pakal e misteriosi bassorilievi che raccontano leggendari studi dei corpi celesti.

Per non parlare, poi, della Piramide dell’indovino,a Uxmal, che con le sue armoniose geometrie testimonia l’ingegno architettonico della civiltà precolombiana. 

Il Messico non è, però, solo culla di maestose costruzioni: per scoprire la messicanità in tutta la sua essenza, il viaggio prosegue a stretto contatto con le comunità indigene, fra villaggi animati dai mercati, dove le antichissime arti tessili e culinarie possono essere tastate con mano. Ogni città, ogni spiaggia, ogni pietra di questo Paese pullula di un’eredità viva e carica di energia che merita di essere conosciuta.

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Vivere il Messico nascosto all’insegna del rispetto e della sicurezza

Chi, dopo aver conosciuto la tragica storia di Frida Kahlo, o dopo aver guardato il recente film d’animazione Disney Coco, non ha pensato di intraprendere un’esplorazione culturale in Messico? Quanti, però, lo hanno fatto davvero? Spingersi alla scoperta di territori lontani e apparentemente distanti da noi in termini di cultura, infatti, è una scelta da intraprendere con il giusto mix di curiosità e consapevolezza

In questo senso, affrontare il Messico autentico con altri viaggiatorisi rivela una preziosa opportunità per svelare un mosaico di storie millenarie tessute dalla complicità di sguardi e passi condivisi. Ogni incontro, dalle comunità maya nascoste tra le selve dello Yucatán ai villaggi zapotechi arroccati sulle montagne di Oaxaca, si trasforma in un ponte tra mondi. Viaggiare accompagnati da un coordinatore esperto non solo permette di vivere l’esperienza in sicurezza, ma consente anche di accedere ai rituali più intimi e antichi e condividere la quotidianità della comunità messicana. Insieme, ogni sfida logistica diventa un’avventura collettiva e condivisa, ogni incontro un’opportunità per decifrare codici culturali invisibili ai più, ogni tramonto, dipinto d’oro sui templi di Palenque, si carica di un senso di appartenenza che solo la condivisione può rendere eterno.

Il rispetto della vicinanza

Per vivere al massimo l’esperienza in Messico e poter partecipare in prima persona alle usanze dei suoi abitanti, è essenziale abbandonare la prospettiva del turista per abbracciare la filosofia dell’ospite

Fondamentale può essere informarsi in anticipo sul significato simbolico dei vari riti e tradizioni e partecipare con umiltà, seguendo le indicazioni dei coordinatori e dei local. Solo così sarà possibile vivere il Messico più autentico, con sobrietà, cuore e mente aperti e rispettando la sacralità delle celebrazioni. Un gesto che verrà ripagato con fiducia e massima ospitalità e che permetterà di tornare a casa arricchiti e pieni di ricordi condivisi.