Da Johannesburg alle cascate Victoria
Giorno 1. - 18/05 Lunedì
Il giorno che aspettavamo da mesi è finalmente arrivato. Lo zaino, caso più unico che raro, è pronto da giorni, a testimoniare quanta sia la voglia di partire per questa avventura. È la prima volta che mi approccio a questo tipo di itinerario, guideremo 3 jeep per 2500km attraverso il Botswana e i suoi meravigliosi parchi, fino alle Cascate Vittoria, una delle meraviglie naturali del mondo. Campeggeremo in tenda in mezzo alla natura, con cucina da campo e con l’aiuto, che si rivelerà prezioso, di un meccanico factotum. Ho la stessa eccitazione e ansia pre-partenza dei primi viaggi, nonostante abbia controllato tutto più e più volte è pur sempre una prima volta. L’appuntamento è fissato come al solito in aeroporto a Fiumicino per metà gruppo, e Malpensa per l’altra metà. Saremo in 15, un bel numero per un viaggio così impegnativo. Per un gruppo così numeroso ed eterogeneo collaborazione e spirito di adattamento saranno le chiavi per una buona riuscita. Prima della partenza ci siamo divisi i compiti secondo le proprie attitudini, chi cucinerà, chi terrà la cambusa, chi farà legna e fuoco, alcuni monteranno e smonteranno il campo, altri guideranno, altri ancora faranno un po di tutto. La teoria c’è, vedremo come andrà con la pratica! Si parte verso Fiumicino in tre, in aeroporto troviamo gli altri romani, alcune nuove conoscenze, altri già amici di passate avventure. Prendiamo i biglietti e imbarchiamo i bagagli mentre iniziamo a fare conoscenza. Voliamo con la Egyptair, faremo scalo a Il Cairo, dove ci riuniremo con i milanesi, per proseguire insieme con il lungo volo di 8 ore verso Johannesburg.
Giorno 2. - 19/05 Domenica
Volo regolare. Arrivo in aeroporto alle 7:30. Troviamo Fanie, il nostro autista, ad aspettarci. È un omone sud africano di lingua afrikaans tra i sessanta e i settanta, a prima vista pare severo e di poche parole. Cambiamo 50€ in rand per pedaggi autostradali e acqua e gli do l’importo previsto di cassa trasporti. Il cambio in aeroporto è pessimo, ci limitiamo al minimo. Fanie è venuto a prenderci in aeroporto direttamente con le jeep del corrispondente. Ne abbiamo tre, due Toyota Land Cruiser e un Mitsubishi Pajero, stiamo un po’ stretti sui sedili dietro ma per fortuna c’è spazio per bagagli e tende. La situazione si complicherà dopo aver fatto la spesa per cui viaggeremo spesso a pieno carico. Le macchine hanno diverse migliaia km e qualche annetto sulle spalle, ma con il senno di poi posso dire che si sono comportate egregiamente! Partiamo dall’aeroporto alle 9:15, Fanie stranamente decide di non prendere l’autostrada, faremo strada normale. Purtroppo si dimostrerà una cattiva idea perché troviamo diversi cantieri e perdiamo un sacco di tempo. Ci fermiamo per strada a comprare un minimo di acqua per il viaggio verso il confine, ci aspettano circa 480km fino a Martin’s Drift. Facciamo prima una sosta in un distributore per pranzare con un panino, pago il pranzo con la carta per non dover cambiare di nuovo. Ci fermiamo a Lephalale per mettere un po’ di benzina (1000 rand totali) per i due Cruiser, più esigenti, il Pajero consuma circa la metà. Così faremo il pieno solo dopo il confine in Botswana, dove la benzina costa circa 30% meno rispetto al Sud Africa. Approfittiamo della sosta per fare una prima spesa di generi alimentari, ci dividiamo in gruppetti per risparmiare tempo e prendere la roba nei vari reparti seguendo le indicazioni già preparate dai nostri efficienti cambusieri. Pago anche la spesa con la carta per poi recuperare dalla cassa comune. Arriviamo a Martin’s Drift alle 16:15, complici i lavori lungo la strada e qualche sosta in più del previsto. Passiamo la dogana pagando 261 pula (circa 21€) per le tasse del Pajero con targa sud africana, le altre due macchine hanno targa del Botswana e non pagano. Il visto personale di immigrazione non si paga. Proprio al confine c’è un ufficio di cambio ma applicano un tasso piratesco, decidiamo di cambiare solo 600€, il minimo per benzina e camping (cambio ufficiale 1€=12pula, qui 1€=9,25 pula). Il passaggio della frontiera richiede circa 45 minuti, vista l’ora decidiamo nostro malgrado di non proseguire fino al Kama Rhino Sanctuary come avevamo pianificato, ma si fermarci qui a Martin’s Drift al Kwa Nokeng Lodge in bella posizione lungo il fiume Limpopo. Montiamo le tende ed essendo molto stanchi decidiamo di cenare al buffet del lodge. Le nostre ragazze cuoche preparano intanto i panini per il pranzo di domani. Dopocena, davanti ad un caffè, apriamo sul tavolo la grande mappa del paese che ho portato dall’Italia e rivediamo insieme il piano per domani e un riepilogo di tutto l’itinerario. La prima notte in tenda è fredda, lungo il fiume è molto umido e nonostante la stanchezza non dormiamo benissimo, ci dobbiamo ancora abituare.
Giorno 3. - 20/05 Lunedì
Sveglia alle 6, colazione preparata dalle ragazze e alle 7:30 siamo in movimento. La prima tappa della giornata è il Khama Rhino Sanctuary. Per strada ci fermiamo in banca a Serowe a cambiare tutta la cassa comune (tasso di cambio 1€=11.15 pula). Arrivo al Khama alle 11, paghiamo l’ingresso e iniziamo il nostro primo game drive. Questa piccola riserva di circa 85 kmq ospita una popolazione di una trentina di rinoceronti bianchi e 4 rinoceronti neri, altre ad una varietà di altri animali endemici della zona, zembre, giraffe, gnu, eland, facoceri, sciacalli, impala, struzzi, ecc. Visto quanto sia difficile avvistare i rinoceronti in natura, decidiamo di provarci qua. Durante il Safari avvistiamo numerose zebre, gnu, springbok, kudu, impala. I rinoceronti lì vediamo proprio all’ultimo al primo dei due waterpool, ma da lunga distanza. Interessante la sosta al bird hide, una casetta di legno con feritoie affacciata su un piccolo stagno pieno di mammiferi e uccelli. Dopo un pranzo con panini e frutta, ripartiamo alle 13:40 in direzione nord. Dobbiamo fermarci a Letlhekane per fare la spesa per i prossimi 4 giorni. Sfortunatamente i tempi si dilungano a dismisura perché non troviamo bottiglioni acqua e siamo costretti a prendere le bottiglie da 0,75. Riusciamo a caricare solo un terzo del nostro fabbisogno, 56l contro i 150l che avevamo stimato (2,5l al giorno a persona). È tardi e ripartiamo comunque, la strada è lunga ed impegnativa. Poco dopo Letlhekane lasciamo l’asfalto per la nostra prima pista di sabbia in mezzo al bush, il tramonto ci coglie durante il tragitto e facciamo gli ultimi 45 minuti di strada al buio attraverso i pan. Arriviamo al campeggio a Kubu Island verso le 19, è una piazzola intorno ad un grande baobab senza servizi. Poco distanti ci sono altre piazzole occupate, qualche minuscola latrina e l’edificio del guardiano dove andiamo a prendere la legna per il fuoco. Non c’è acqua corrente. Ci dividiamo in tre gruppi, uno cucina, uno prepara i panini per l’indomani e uno monta il campo, questa sarà una consuetudine per ottimizzare i tempi anche nei giorni successivi. Mangiamo attorno al fuoco e brindiamo con una bottiglia di Chianti al nostro arrivo in Botswana. Il cielo è una meraviglia di stelle, almeno fino a che non sorge la luna, piena appena ieri. La notte passa tranquilla nelle nostre tende, la temperatura è più alta di ieri ed è molto meno umido.
Giorno 4. - 21/05 Martedì
Ci svegliamo alle 5, alle 6 abbiamo già fatto colazione e ci mettiamo in movimento per recuperare quello che non siamo riusciti a fare ieri sera. Facciamo una lunga passeggiata di 1h30’ attorno all’isola Kubu, seguendo il percorso indicato sulle app di maps.me e Tracks4Africa. Il paesaggio all’alba è meraviglioso, via via che il cielo si colora vediamo meglio i contorni dei tanti baobab che caratterizzano l’isola. Tutto intorno la distesa piatta, infinita e bianca del pan asciutto. Meriterebbe una sosta più lunga, ma la strada che ci aspetta è lunga e non vogliamo fare la fine di ieri arrivando con il buio. Alle 8:30 siamo tornati al campo e siamo pronti a partire in direzione nord. Decidiamo di puntare su Nata, allungano di una 30 una di km per fare una sosta rifornimento benzina ed integrare l’acqua che non abbiamo trovato ieri. La strada è sabbiosa ma non troppo impegnativa, si percorre ad una media di 25km/h attraverso una distesa infinita di bassa vegetazione. Arriviamo a Nata alle 12:30, ci fermiamo per rifornire le auto, comprare i 100l d’acqua che ci mancavano, e mangiare i panini. Alle 13:15 ripartiamo verso est lungo la strada asfaltata che porta fino a Maun. Alle 16 siamo al gate di ingresso del Nxai Pan national park, ci registriamo, fornisco il voucher della prenotazione fatta dall’Italia con la Xomae Sites per il pernotto e paghiamo l’ingresso al parco (circa 10€/ pax). Le strade del parco sono di sabbia profonda e ci insabbiamo un paio di volte. Per arrivare dal gate al Baines Baobab ci sono circa 36km da percorrere a meno di 30km/h di media, comprese le soste per gli insabbiamenti ci mettiamo circa 1h30’. Arriviamo ai celebri Baobab di Baines poco dopo le 17, ci troviamo una coppia di ragazzi europei che non ha trovato posto in campeggio e li invitiamo a venire al nostro campo. Ci racconteranno del loro piano di viaggio di 4 mesi dal sud Africa all’Etiopia, sono partiti da 20 giorni. I loro consigli sul Moremi e la Khwai Conservation area ci saranno preziosi nei giorni a venire. Fatte le foto di rito arriviamo al nostro campo distante pochi km. Il posto è un incanto, con la piatta distesa del pan e le isole costellate di Baobab che spuntano dalla bassa vegetazione. Uno di essi, enorme, è al centro del nostro campo e ci montiamo attorno le tende. Mentre si prepara la cena assistiamo ad uno splendido tramonto e poi allo spettacolo del cielo notturno. Come ieri ci fermiamo a cenare e chiacchierare attorno al fuoco e andiamo a letto verso le 22. Durante la notte si sentiranno i versi delle iene vicine al campo.
Giorno 5. - 22/05 Mercoledì
Oggi iniziamo con il nostro primo game drive nel parco. Siamo nello Nxai National Park, non uno dei più celebri per gli avvistamenti, ma unico per il paesaggio in mezzo ai pan di sale. Sveglia alle 5 e per le 6:15 abbiamo fatto campo e colazione. Appena sorge il sole partiamo in direzione dell’unico waterhole permanente, dove viene pompata l’acqua anche nei periodi secchi. La strada, come abbiamo visto ieri, è sabbiosa e in alcuni tratti tappezzata di pietre. A causa di una queste buchiamo e siamo costretti a fermarci. Anche se non si potrebbe scendere dai veicoli per la presenza dei predatori, non abbiamo alternativa e scendiamo per cambiare la ruota, si perde una mezz’ora. Arriviamo al gate della parte nord del parco che sono quasi le 8, chiediamo suggerimenti su dove conviene cercare gli animali. Scopro che è il metodo migliore, di solito chi gira dentro il parco condivide le notizie sugli avvistamenti con i ranger ai gate, così faremo anche noi. Saranno fonte preziosa di informazioni per tutto il viaggio. Da qui al waterhole permanente sono solo 3km, nel nostro giro vediamo sciacalli, zebre, gnu, struzzi, springbok. Un gruppetto di elefanti che si nasconde tra gli alberi, e uno struzzo che ci corre davanti alla macchina per un centinaio di metri. Come avvistamenti non molto per la strada che abbiamo fatto, ma è il paesaggio a far da padrone in questa zona. Dal waterhole al gate sud ci vuole 1 ora di pista sabbiosa. Da lì proseguiamo in direzione ovest lungo la strada asfaltata, piena di buche fino a Motopi, ottima invece da lì fino a Rakops, dove arriviamo alle 12:45. Facciamo il pieno di benzina e pranziamo, compriamo un po’ di carne dal macellaio davanti al benzinaio e alle 13:30 ripartiamo verso il Kalahari. Ci sono 46km di pista sabbiosa fino ad arrivare al Matswere Gate che facciamo in circa 1h. Giunti al gate chiediamo i soliti aggiornamenti sugli avvistamenti e ci informano che leoni sono stati avvistati negli ultimi tre giorni al water hole di Passarge e ieri anche a quello del Sunday pan. L’eccitazione e le aspettative salgono alle stelle, ripartiamo verso il nostro campo a Deception, occhi aperti! La strada è sabbiosa e immersa in una bassa vegetazione arida, via via che ci spingiamo verso l’interno del parco, la vegetazione diventa più verde e alta, rallentiamo l’andatura per non rischiare di perdere qualche avvistamento. Non facciamo che una quindicina di km che la fortuna ci sorride, proprio nell’ombra tra gli alberi a lato della strada vediamo un magnifico leopardo al riparo dal sole. Ci fermiamo a pochi metri da lui, non ne avevo mai visto uno da così vicino in pieno giorno. Dopo qualche minuto, disturbato dalla nostra presenza, si alza e con calma si allontana dalla strada verso il fitto della vegetazione. Carichissimi arriviamo alle piazzole di Deception in circa 1 ora. Siamo alla piazzola 6, una delle più grandi del campo. In teoria quando ho prenotato mi avevano assegnato due piazzole, per il loro regolamento una piazzola è per massimo 8 persone, oltretutto non avevo trovato posto due notti consecutive nella stessa. In realtà chiedendo al gate mi dicono di far pure come voglio e di mettermi dove trovo libero restando pure due notti nella stessa piazzola. Bene domani non dovremo smontare le tende! Il Deception camp è una serie di spiazzi intorno agli alberi, sotto la vegetazione. C’è un piano in cemento per fare il fuoco (la legna va comprata e portata dal gate, è proibito raccoglierla dagli alberi del parco), ed un paio di strutture di legno a cielo aperto con latrina e doccia a secchio. L’esperienza della doccia notturna sotto un infinito cielo stellato, sarà un ricordo indelebile! Alle 16:30 il campo è montato e decidiamo di tentare subito il Sunday Pan, dove si trova uno dei pochi waterhole del CKGR non completamente asciutto, il più vicino al nostro campo. Dista una trentina di km di pista, 45 minuti per arrivare e altrettanto per tornare indietro, giusto in tempo prima del tramonto. Arriviamo più tardi del previsto per le condizioni della strada e qualche sosta per fotografare i numerosi animali che vediamo lungo il percorso, in particolare tantissimi splendidi orici. La luce bassa del sole si riflette sulla pozza d’acqua mentre arriva un gruppo di giraffe, uno spettacolo emozionante. Sciacalli e qualche impala vengono a bere, ma dei leoni non c’è traccia. L’entusiasmo ci ha fatto dimenticare l’ora e Fanie ci richiama all’ordine! Torniamo al campo con il sole già calato, il tramonto è velocissimo e così la diminuzione della temperatura. L’escursione termica si avverte subito, indossiamo pile e maglioncini e ceniamo intorno al fuoco. Alle 22 dopo aver bevuto qualcosa in compagnia, andiamo a letto in tenda. Durante la notte sentiamo diversi animali vicino alle tende, si sentono anche i richiami dei leoni, sono molto vicini al campo, con un misto di timore ed eccitazione ci auguriamo di vederli domani!
Giorno 6. - 23/05 Giovedì
La nottata è passata con qualche sveglia improvvisa dovuta ai versi degli animali, siamo fiduciosi per la giornata. Ci svegliamo che è ancora buio, facciamo colazione e lasciamo il campo alle 6:15 appena inizia a salire il sole. Il piano della giornata è fare un lungo giro tra i vari waterhole con acqua e nel frattempo fare game drive durante il percorso. Al gate ci hanno segnalato acqua a Sunday pan, Lekhubu, Piper pan, Passarge, e Tau Pan. Il percorso è molto lungo, ma partendo presto contiamo di farlo in tutta la giornata. La prima pozza che troviamo è quella di Lekhubu, ma è tristemente vuota, aspettiamo un pò per vedere se si avvicina qualcosa, ma dopo una mezz’ora procediamo per Piper Pan una di quelle dove gli avvistamenti sono più frequenti. Raggiungiamo Piper Pan alle 9:30, giriamo intorno al pan per un’ora e mezzo, ma a parte i soliti gnu, springbok, zebre, orici e qualche sciacallo non vediamo gli ambiti predatori. Verso le 11 ripartiamo che il sole picchia già forte, il terreno si riscalda e gli animali vanno all’ombra dei bassi cespugli, avvistare gli animali diventa più difficile nelle ore centrali della giornata, ci vorrebbe un colpo di fortuna a qualcun delle pozze d’acqua. Decidiamo di approfittare delle ore di maggiore calura per fermarci a pranzare con i nostri panini, da Piper Pan a Passarge sono 115km di pista sabbiosa, ci vogliono circa 3h30’, un buon momento per spezzare con il pranzo. Alle 15 siamo a Passarge Pan, un piccolo buco con poca acqua rimasta. Aspettiamo una mezz’ora, ma anche qua a parte una impala isolata siamo poco fortunati e decidiamo di tentare l’ultima sosta al Tau Pan. E’ circa un’ora di strada da Passarge lungo la via di ritorno, c’è da fare una deviazione di una decina di km dalla cutline che porta diretti a Deception. Al Matswere gate avevano insistito sul fatto che fosse uno dei posti migliori per gli avvistamenti, e benché sede di un lodge di lusso privato avremmo potuto fare un passaggio dal loro waterhole. Risultato arriviamo al lodge e ci rimandano indietro negandoci la possibilità di guardare il waterhole perché hanno degli ospiti presenti. Pazienza, torniamo indietro un pò delusi e ripartiamo verso Deception. La cutline centrale seppur sabbiosa è più veloce delle altre piste e ci permette di fare una ultima deviazione di una mezz’ora verso Sunday pan e rientrare al tramonto. Anche l’ultimo tentativo va a vuoto, ma proprio mentre stiamo per ripartire, un gruppo di giraffe arriva alla pozza, stagliandosi con le loro inconfondibili silhouette contro il basso sole del tramonto. Una occasione fotografica unica, molto emozionante. Rientriamo al campo molto stanchi che è già buio. Ceniamo e andiamo a dormire presto, domani usciremo dal parco e ci aspetta molta strada per Maun.
Giorno 7. - 24/05 Venerdì
Decidiamo di dormire un po’ più a lungo e saltare il game drive mattutino anche per risparmiare un po’ di carburante. Alle 8 abbiamo fatto il campo e colazione e ripartiamo verso il gate di Mastwere che raggiungiamo alle 9:00. Segniamo sulla lavagna degli avvistamenti il leopardo di ieri mattina e salutiamo il Kalahari centrale per avviarci verso Rakops. Alle 10:15 siamo arrivati in paese e ci fermiamo a rifornire le jeep. Ripartiamo per Maun dove arriviamo alle 13 percorrendo finalmente una strada asfaltata in buone condizioni. Ci fermiamo al Maun Rest Camp, finalmente un campeggio attrezzato con bagni, docce e acqua corrente, prenotato all’Italia. Decidiamo di riprenderci un po’ dai 4 giorni di bush, montiamo con calma le tende, qualcuno chiede l’upgrade allo chalet, ci facciamo una bella doccia e un bagno in piscina. Qualcuno si rilassa con una birra, altri fanno il bucato, un po’ tutti, dopo 4 giorni senza contatti, approfittano del Wi-Fi per chiamare casa. Alle 16 ci muoviamo per andare a fare la spesa visto che le scorte sono ormai ai minimi termini. Arrivati in paese ci dividiamo in piccoli gruppi, alcuni all’ufficio di cambio, altri al supermarket, altri un breve giro di shopping. Con il senno di poi avrei fissato il volo sul delta ad oggi, lasciando domani tutta la giornata libera per estendere l’escursione in mokoro e il walking safari a tutta la giornata. Torniamo al campeggio e per stasera decidiamo di andare a cena al vicino ristorante dell’Old Bridge Backpakers, dall’altro lato del fiume. Il fiume è in secca e volendo si attraversa a piedi, facendo attenzione alle pozze rimaste qua e là dove ci sono coccodrilli e ippopotami. Decidiamo di andare in auto perché riattraversare il fiume a piedi con il buio non è una buona idea, gli ippopotami sono molto aggressivi e di sicuro corrono più velocemente di noi! La cena è buona e servita in una location accogliente, siamo su dei tavoli sul lungo fiume del camping, una serata rilassante era quello che ci voleva. Restiamo a bere due birre e goderci il la serata e poi torniamo in campeggio.
Giorno 8. - 25/05 Sabato
A causa delle scarse piogge e del basso livello dell’acqua del fiume non sarà possibile svolgere l’escursione in mokoro partendo da vicino a Maun come concordato. Come alternativa ci propongono di partire dal piccolo villaggio di Ditshipi, distante 2h30’ di jeep. Avendo il volo sul delta già fissato alle 17, questa variazione comporta dover partire molto prima del previsto per ammortizzare 1h30’ in più di viaggio in auto all’andata e altrettanto al ritorno. Il lato positivo è che ci potremo addentrare molto di più nel parco rispetto a quanto previsto. Accettiamo la proposta e alle 5 di mattina siamo tutti pronti per partire dal cancello del camping. Le jeep arrivano puntuali, sono quelle da safari, tutte aperte con il tettuccio e i sedili rialzati, ci bardiamo bene e mettiamo anche i poncho pesanti che ci vengono forniti, ma durante il tragitto farà comunque freddo e sarà difficile chiudere occhio. Dopo circa 1h di strada asfaltata svoltiamo verso nord per addentrarci nel parco ed iniziare il drive, lungo il percorso vediamo enormi mandrie di bufali e una moltitudine di impala e zebre, arrivati all’altezza del villaggio iniziano a comparire anche numerosi gruppi di elefanti. Uno di questi avvicinatosi molto alle case viene aggredito da un gruppo di cani da guardia, ne scaturisce un breve frastuono di latrati e barriti, qualche fuga e un sacco di fotografie! Verso le 8:00 arriviamo all’imbarco dei mokoro, si tratta di piccole imbarcazioni di resina, un tempo erano di legno scavate da un tronco unico, senza motore spinte da una pertica. La forma è stretta e lunga per potersi muovere agilmente lungo i piccoli canali del delta. Saliamo in due per barca più un barcaiolo. Dopo un breve briefing partiamo lungo il canale tra i giunchi, l’escursione è bellissima, si svolge in un pacifico silenzio che permette di sentire tutti i rumori della natura. Tra la vegetazione, qui lussureggiante, ogni tanto spuntano uccelli acquatici, iguane, serpenti, e con gran paura anche qualche elefante. Procediamo lungo i quieti canali per circa 1h30’ e verso le 9:30 iniziamo il nostro nature walk. Julius, un abitante del vicino villaggio, che ha vissuto la sua intera vita nel delta, ci conduce sicuro lungo un itinerario a piedi di circa 2h. Il paesaggio è splendido, alte palme e vegetazione acquatica, qualche pozza e vari canali popolati da una moltitudine di animali, elefanti, kudu, impala, ci guardano da distanza con circospezione e curiosità. Vederli a piedi ha tutto un altro sapore, riusciamo anche ad avvicinarci abbastanza da fare qualche bella fotografia. Julius ci insegna qualcosa sulla natura del luogo, gli alberi, le piante medicinali, impariamo a distinguere le numerose impronte e deiezioni degli animali, bufali, elefanti, ippopotami, impala, kudu, giraffe, leoni! E’ una bellissima esperienza, vorremmo rimanere di più ma oggi pomeriggio ci aspetta il volo sul delta e dobbiamo tornare a Maun. Parlando con Julius emerge anche la possibilità di rimanere a dormire al villaggio, ad averlo saputo prima forse sarebbe stato interessante restare almeno una sera ospiti da loro. Si offre di portarci in un safari a piedi notturno la prossima volta che torneremo a trovarli! Alle 11:30 siamo di nuovo dove abbiamo lasciato le imbarcazioni, mangiamo con un lunchbox preparato in precedenza e alle 12 ripartiamo da questo angolo di paradiso. Andiamo più spediti ed in mezz’ora siamo di nuovo dove avevamo lasciato le jeep. Salutiamo i nostri accompagnatori e gli lasciamo una meritata mancia, alle 12:30 ripartiamo per Maun dove arriviamo alle 14:30. La levataccia ci ha sfiancati e durante il viaggio di ritorno crolliamo tutti a dormire. Al camping ci riprendiamo un attimo e alle 15 ripartiamo verso l’aeroporto di Maun, che raggiungiamo in 15 minuti. Due dei ragazzi decidono di non fare il volo, un po’ per stanchezza un po’ per il timore di volare su un piccolo aereo. Ritiriamo i biglietti agli uffici della Mack Air, di fronte al terminal dell’aeroporto, purtroppo avendo ormai prenotato dall’Italia ci fanno pagare anche i biglietti che abbiamo deciso di non prendere più. Passiamo i controlli e ci fanno accedere alla sala di attesa, qui ci viene a chiamare uno steward dell’handling della compagnia e ci porta in furgone ai nostri aerei. Sono due Cessna 208 Caravan nuovissimi, 10 posti l’uno. Noi avremo una bravissima capitano donna. Da pilota appassionato chiedo di sedere al posto di copilota e accetta volentieri per scambiare due chiacchiere durante il volo. Alle 16:30 puntuali decolliamo, in totale voleremo per 1 ora seguendo un percorso ad anello che ci porta fino alla Chief Island e ritorno. Dall’alto il panorama è straordinario, in particolare al ritorno con la bassa luce del sole al tramonto. Alcuni restano solo un po’ delusi dagli avvistamenti, anche se la prospettiva è unica, è difficile vedere gli animali viaggiando a 250km/h a 500 piedi da terra, ma anche solo il panorama naturale per me vale il volo. La stagione è particolarmente secca, i canali sono pieni solo nella parte settentrionale ed orientale del parco, vedremo anche diversi incendi. Durante il volo vediamo comunque tanti ippopotami, elefanti, pianure di zebre ed enormi branchi di impala, una gigantesca mandria di bufali, e tante giraffe. Fa particolare impressione vedere l’estensione delle distruzioni forestali dei Mopane perpetrate dallo straordinario appetito degli elefanti. Torniamo in aeroporto e ripartiamo verso il nostro campo, facendo giusto una sosta per fare il pieno di benzina a tutte le jeep e a comprare la legna per il fuoco per i prossimi giorni. Alle 18 siamo arrivati, giusto in tempo per una doccia e un pò di relax prima di cena. Torniamo a cena al ristorante del Backpacker’s Rest Camp, alcuni stanchissimi restano in campeggio. Domani ci aspetta un lungo viaggio fino al Third Bridge, entriamo nel Moremi finalmente, quindi andiamo a letto presto per essere in forma domani.
Giorno 9. - 26/05 Domenica
La sveglia è puntata alle 5:30, in un’ora facciamo colazione, smontiamo il campo e carichiamo le macchine. Ormai siamo perfettamente collaudati e la squadra funziona alla perfezione. Alle 6:30 partiamo verso l’ingresso meridionale del parco, la strada è asfaltata per la prima ora, poi svolta a nord e diventa strada bianca. Alle 9:00 siamo al South Gate, mi fermo per svolgere le ormai consuete formalità d’ingresso, chiedere informazioni sugli avvistamenti e consigli su quale itinerario seguire. Ne approfitto anche per acquistare una bella mappa del Moremi, la famosa mappa Shell di Veronica Roodt, la migliore disponibile, da affiancare al fondamentale gps con le app di Traks4Africa e Maps.me. La nostra destinazione di giornata è il camping di Third Bridge, nella parte nord del parco, per raggiungerlo passeremo per i due ampi loop di Black Pools e Xini Pools, prendendocela con calma per fare game drive lungo tutto il precorso. Il paesaggio è molto diverso da quello del Kalahari, lasciamo alle spalle la bassa arida sterpaglia per una vegetazione più alta e ricca, c’è più ombra e più acqua e di conseguenza cambiano gli animali e la loro concentrazione via via che ci avviciniamo alla parte nord del parco più umida e rigogliosa. La strada è difficoltosa in alcuni punti, e anche a causa della rottura del differenziale che impedisce di usare le 4x4 il nostro Pajero si insabbia più volte. Ormai siamo pratici e in due massimo 3 minuti risolviamo tutti gli insabbiamenti. Più difficile sarà tirare fuori i numerosi altri mezzi, a volte pesanti jeep aperte o furgoncini, ma ci diamo da fare e risolviamo parecchi problemi anche agli altri. Arriviamo al Third Bridge verso le 14 con numerose deviazioni e soste fotografiche. Decidiamo di fermarci a mangiare, fare il campo e fare ancora un giro andata e ritorno al vicino camping di Xakanaxa. Poco prima del tramonto siamo di ritorno, ancora non abbiamo visto i Leoni, ma il posto è talmente bello che non ci scoraggiamo, domani sarà il giorno buono. Il campo al Third Bridge è migliore del previsto, ci sono belle strutture in muratura per i bagni, con acqua calda per le docce, piazzole grandi e pulite e addirittura un minuscolo negozietto che vende birre, panini e patatine. Durante la notte, il campo sarà visitato da qualche ippopotamo affamato della fresca erba del campeggio, arriveranno fino a pochi metri dalle tende. Come in tutti i parchi vige la regola di non uscire da soli durante la notte e non allontanarsi del campo neppure durante il giorno, meno che mai senza avvertire. Qui a maggior ragione visto che non esiste alcuna recinzione tra le tende e il resto del parco, il contatto la natura è totale, una straordinaria esperienza se si fa con buon senso e si rispettano le norme di sicurezza.
Giorno 10. - 27/05 Lunedì
Anche questa mattina decidiamo di partire all’alba per non perdere il momento migliore della giornata per gli avvistamenti. Alle 6:30 siamo già in moto, il piano è di fare un loop della Mboma Island, tornare al Third Bridge, Xakanaxa, North Gate, e nel frattempo fare tutte le soste che ci pare per le foto e gli avvistamenti. Pianifichiamo di arrivare al North Gate verso le 10:30, arriveremo alle 12:45, ma per un buon motivo, finalmente avvistiamo i nostri primi leoni! Sul lato sud della Mboma Island vediamo due maschi adulti in uno spiazzo tra la vegetazione. Sono sdraiati a pochi metri dalla strada a riposare, quando ci vedono si fanno fotografare per qualche minuto e poi si alzano e si inoltrano nel fitto della foresta. Elettrizzati dall’esperienza torniamo al Third Bridge per comunicare l’avvistamento, ad ogni gate e campo c’è una lavagna dove vengono registrati gli avvistamenti più recenti in modo che tutti i turisti in zona possano cercare gli animali con maggiori possibilità. Fieramente indichiamo i nostri primi leoni. Il giro prosegue tra paesaggi straordinari con la bellissima luce del mattino e l’aria ancora fresca, vediamo anche iene, bufali, e tanti elefanti, giraffe, impala, kudu, babbuini. Al North Gate ci fermiamo a pranzare e a sgranchire un po’ le gambe e poi ripartiamo in direzione Dijara, l’idea è di seguire il corso del fiume Khwai sulla sponda settentrionale. La parte sud del fiume rientra dentro il Moremi, il nord è nella Khwai Conservation Area ad accesso libero. Il percorso è splendido ci sono tantissimi animali che vengono a bere e bagnarsi al fiume, in particolare elefanti, ippopotami, impala, ma anche coccodrilli, una miriade di uccelli variopinti, è un vero paradiso. Passiamo davanti alle piazzole di campeggio del Maghoto Campsite e ci pentiamo di aver già prenotato al Dijara, sono in posizione splendida e quasi tutte libere. Per arrivare alla strada principale dobbiamo affrontare anche un guado, che il nostro coraggioso Pierpaolo sonda prima attraversando a piedi. L’acqua è scura e non si vede il fondo, in giro ci sono anche coccodrilli, ma non possiamo passare senza sapere quanto sia fonda. Smuoviamo bene l’acqua prima di passare. Pierpaolo si toglie le scarpe ed entra camminando pian piano, scende fino a che non arriva al ginocchio, si trattiene il respiro, poi risale, è fatta, si può andare! Proseguiamo lungo questo paesaggio paradisiaco fino ad arrivare al campo di Dijara, nell’ultimo tratto dobbiamo affrontare una decina di minuti di offroad a causa della strada poco visibile, con il senno di poi sarebbe stato meglio passare dalla strada principale almeno in questo ultimo tratto, ma è stata comunque una esperienza divertente e, per fortuna, priva di conseguenze. Il campo è molto spartano ma in ottima posizione sulla riva del fiume, nei paraggi è pieno di animali. Ci sono servizi essenziali, docce a secchio e bagni a latrina. Mentre prepariamo le tende e la cena i ragazzi di guardia ci vengono ad avvertire di non allontanarci dal campo e di tenere il fuoco acceso fino al momento di andare a dormire, ieri sera e questa mattina hanno avvistato un branco di leoni che si aggirava nelle immediate vicinanze del campo. Durante la serata e la notte non li vedremo, ma li sentiremo eccome, anche molto vicini, la mattina fuori dalle tende troviamo un tappeto di impronte di tutti i tipi, inequivocabili sono quelle delle iene e degli ippopotami. La serata sarà memorabile anche per un cielo stellato straordinario.
Giorno 11. - 28/05 Martedì
Come ormai di abitudine ci svegliamo alle 5 per partire alle 6:30 e sfruttare le prime ore del mattino per i drive. Appena sorge il sole ci mettiamo in moto. Arriviamo al gate sud del Chobe, paghiamo l’ingresso e ripartiamo verso nord in direzione Savuti. Durante il percorso facciamo Game drive ma senza avvistamenti particolari, a parte una bellissima alba con le giraffe sullo sfondo. Arriviamo al Savuti campsite verso le 11. Giusto per sondare chiedo se hanno disponibilità di spazio per le tende e mi confermano che avrebbero due piazzole, mentre via email mi hanno detto per settimane che era tutto pieno, fino al giorno prima di partire. Pazienza, purtroppo non abbiamo molta benzina perché una macchina ha tenuto l’aria condizionata accesa un giorno intero ed è a secco, siamo costretti a proseguire per non rischiare. Altrimenti ci saremmo fermati qua per fare drive stasera e domattina. Decidiamo a maggioranza di proseguire e ci fermiamo solo un paio di ore per mangiare e rilassarsi un po’ passando le ore più calde della giornata. Attraversiamo il Savuti e alle 13:40 arriviamo al Goha gate, è deserto, proseguiamo lungo una pista sabbiosa verso Kavimba, nella Chobe forest reserve. La forest reserve è nominalmente fuori dal parco, ma l’assenza di recinzioni non limita gli animali e quindi se ne trovano ovunque. La pista cambia pian piano colore via via che ci avviciniamo al fiume a nord, da bianco diventa rossa, seguendo la differente natura del suolo ricco di minerali ferrosi. Arriviamo al Mwandi View a Kavimba alle 15:30, l’ultimo tratto di strada è in asfalto, dopo 3 giorni di sterrato di tutti i tipi lo accogliamo con giubilo. Il campeggio è molto accogliente, le piazzole sono in erba, c’è un ottimo ristorante, bagni in muratura con acqua calda e una splendida terrazza che affaccia sul fiume Chobe sottostante. In tre andiamo a Kasane a fare il pieno alle auto ormai in riserva e lasciamo il resto del gruppo a rilassarsi e sistemare il campo. Da Kavimba in 15km si arriva allo Ngoma gate, il gate occidentale della parte est del Chobe, da qui ci sono de strade, una che entra nel parco e percorre le piste del lungo fiume, e una asfaltata che invece taglia il parco da ovest ed est diretta fino a Kasane. Prendiamo quest’ultima, e in circa 45 minuti siamo a Kasane. Tornando al campo è l’ora del tramonto e la strada viene attraversata da diversi animali, c’è da fare molta attenzione. Più di una volta siamo costretti a rallentare per permettere ad elefanti, impala, iene, e altri animali selvatici di attraversare la carreggiata, al buio è molto pericoloso. Stasera ci trattiamo bene e diamo respiro al nostro ottimo gruppi di cuochi, dopo giorni di fai da te abbiamo prenotato la cena al ristorante del campeggio per oggi e domani. Hanno un ottimo cuoco e devo dire che mangiamo davvero bene!
Giorno 12. - 29/05 Mercoledì
Partenza alle 6:15 appena c’è luce. In 30 minuti siamo all’ingresso del parco al Ngoma Gate. Pago l’ingresso al parco per due giorni per le tre auto e tutto il gruppo e iniziamo il giro lungo il fiume. Dopo una mezz’ora troviamo un branco di una dozzina di leoni, femmine con 4/5 giovani maschi. Li seguiamo per un po’ fino a che non entrano nel fitto della vegetazione. Proseguiamo lungo lo splendido panorama del riverfront e facciamo sosta a Ihaha e poi a Serondela per pranzo alle 12. Lungo il fiume avvistiamo una moltitudine di zebre, impala, elefanti, babbuini, uccelli di tutte le varietà, qualche coccodrillo, ippopotamo e una enorme mandria di bufali africani. Lo scenario è imperdibile, le sponde del Chobe ricche di vegetazione e piante acquatiche popolate dagli animali con la pianura della Caprivi strip namibiana sullo sfondo. La concentrazione di animali è altissima, indubbiamente la maggiore del viaggio e a quanto pare una delle migliori di tutti i parchi africani. Alle 14:30 siamo al Sedudu gate dalla parte di Kasane e ne approfittiamo per fermarci al fermarci al Thebe River Campsite per confermare la sistemazione e l’escursione in barca per domani. Decidiamo di dividerci in due gruppi, due macchine restano in città con Fanie a fare shopping e la spesa per i prossimi due giorni, e una macchina con me va a fare di nuovo game drive al tramonto nella zona dello Ngoma Gate. Durante il drive non riusciamo a ritrovare il branco di leoni di questa mattina, ma abbiamo un incontro molto ravvicinato con un gruppo di elefanti in mezzo alla strada che camminavano in direzione apposta alla nostra. Incontrate le auto si sono fermati e hanno iniziato a barrire innervositi a pochi metri da noi, sollevando una nube di polvere con le proboscidi. Spente la macchina si sono finalmente spostati tra i cespugli dopo una decina di minuti di emozionante tensione, permettendoci di passare. Alle 18 usciamo dal parco e alle 18:20 siamo a Kavimba, dopo 10 minuti arriva il resto del gruppo. Si cena al solito buon buffet del camping e saldiamo quanto dovuto per le bevute e per le cene. Dopo una birra in compagnia alle 22:30 siamo già a letto. Durante la notte si sentiranno di continuo i vicini ippopotami dal fiume Chobe.
Giorno 13. - 30/05 Giovedì
Fatta la colazione e sistemato il campo partiamo alle 6:30 verso lo Ngoma Gate. Alle 7 siamo dentro il parco e iniziamo il nostro ultimo game drive. Dopo un’oretta avvistiamo un banco di leoni, giovani maschi e femmine, circa 3km più ad est rispetto a dove li avevamo visti ieri. Più avanti nel parco, oltre ai soliti avvistamenti, vediamo anche un bellissimo leone maschio adulto poco prima di uscire dal Sedudu gate. Concludiamo il nostro ultimo Safari in auto alle 11:30 e poco dopo siamo al Thebe River Safari, il camping di Kasane. Montiamo il campo e mangiamo, poi rilassiamo in attesa delle 14:45 per partire per l’escursione in barca sul Chobe. Anche questo campo è molto ben tenuto, le piazzole sono spaziose e ognuno ha due pergolati per la cena. I servizi sono puliti e con acqua calda. La piscina è ben tenuta ed invitante e questa volta ne approfittiamo. Alle 14:30 aspetto in campeggio Divine, un ragazzo dello Zimbabwe, amico di Fanie, che ci darà una mano per anticipare i documenti per passare la frontiera ed evitare di perdere le consuete due ore. La tariffa è di 1000 pula ad auto. Al ragazzo che si occupa dei documenti lasciamo 30$ di mancia. Alle 14:45 partiamo con dei minivan per l’imbarco della crociera sul Chobe. Arrivati al molo troviamo ad aspettarci un grosso catamarano che ospita una cinquantina di persone, sarebbe stato meglio una barca piccola per andare più vicino agli animali, ma ci accontentiamo. L’itinerario dell’escursione prevede un giro intorno all’isola di Sedudu, conosciuta per essere stata contesa tra Namibia e Botswana e poi assegnata a quest’ultima dalla corte internazionale. Durante il percorso facciamo numerose soste per avvicinarci ai vari animali che vediamo, in particolare coccodrilli, ippopotami e soprattutto elefanti. La barca permette di arrivare vicinissimi, una ottima occasione fotografica. Al ritorno al tramonto ci fermiamo vicino a un gruppo di una ventina di elefanti intenti a mangiare e giocare in acqua, una esperienza spettacolare! La navigazione è lenta rilassante e godibile, una volta tanto non guidiamo e lo scenario circostante, al tramonto in particolare, è straordinario, da non perdere. Alle 18 torniamo a riva e poco dopo siamo di nuovo al camping. Cuciniamo, ceniamo e poi beviamo due birre al bel bar del campeggio prima di andare a dormire per la nostra ultima notte in tenda e in Botswana.
Giorno 14. - 31/05 Venerdì
La partenza di oggi è fissata per le 8:30, dopo la consueta colazione e smontaggio del campo. Dopo pochi chilometri siamo al confine, 5 minuti per uscire dal Botswana, circa 1 ora per entrare in Zimbabwe. Fortunatamente avevamo già fatto i documenti per le auto, altrimenti ci sarebbe voluto il doppio del tempo. Proseguiamo per circa 80km lungo la strada asfaltata fino a Victoria Falls, che raggiungiamo verso le 10:30. Siamo al Victoria Falls Rest Camp, ci torno dopo due anni. Il camping offre diverse sistemazioni sia in tenda che in bungalow optiamo per i bungalow. Sono stanze da 2 a 5 letti, pulite e con bagni in comune. Facciamo il checkin e incontro il nostro corrispondente, con il quale fisso un appuntamento per la sera per pianificare le escursioni dell’indomani. Scaricati i bagagli nelle stanze partiamo subito per il Parco delle cascate. L’ingresso è a circa 1,5km dal camping e a piedi arriviamo in una ventina di minuti. Si paga 30$ di biglietto e poi si può girare liberamente la zona. Il percorso si snoda all’interno della foresta pluviale per un paio di km, In tutto ci sono 16 viewpoint. I primi 3 sono sul lato corto della cascata, poi proseguono su quello lungo. La visuale migliore si ha dai primi, poi si entra via via sempre più nella nube di acqua e non si vede quasi più niente. È uno spettacolo unico, incorniciato continuamente da arcobaleni singoli e doppi. L’ideale è venire con poca roba addosso perché la quantità di acqua di ricaduta della nube di goccioline è enorme, in certi punti sembra che piova a dirotto. K-way e costume sono la soluzione più semplice, altrimenti davanti all’ingresso ci sono degli ambulanti che affittano dei poncho a 4/5$. In tutto giriamo per circa 3 ore e poi torniamo verso il lodge. Il pomeriggio è libero per tutti, ci dividiamo in gruppetti per fare un po’ di shopping o qualche foto, qualcuno resta nel parco delle cascate fino al tramonto. Decidiamo di cenare al buon ristorante del camping che stasera propone un menu di braai di facocero, impala, coccodrillo e stufato di Kudu. Tutto buono! Alle 20:30, come concordato con Trymore, viene a trovarci al ristorante un agente della Shearwater, l’agenzia più grande del paese, per fissare le attività di domani, ci dividiamo in gruppi, in 5 faremo il rafting, 3 il volo in elicottero e altri 4 la camminata con i leoni. Restiamo a bere qualcosa e fare due chiacchiere fino alle 23, poi tutti a dormire, per la prima volta in questo viaggio in un letto.
Giorno 15. - 1/06 Sabato
Facciamo colazione al ristorante del camping e siamo pronti per partire per il rafting. Ci vengono a prendere con un camioncino, in totale ci sono una quindicina di persone a bordo. In circa 45 minuti arriviamo al punto di discesa. Ci vengono assegnati pagaia, caschetto, un gilet in neoprene e il salvagente e li portiamo giù con noi fino al fiume. La discesa passa attraverso la foresta per una mezz’oretta di cammino, meglio farla con le scarpe o almeno sandali allacciati. In fondo siamo su un ramo laterale del fiume dove troviamo già i canotti pronti ad aspettarci. Facciamo i team e seguiamo il briefing. La discesa prevede un percorso scendendo lungo lo Zambesi per 18km, attraverso una stretta gola delimitata da pareti di nero basalto e sormontata da una fitta foresta, il panorama da solo vale l’esperienza. Si passano le rapide dalla 11 alla 24, di categoria da 3 a 5. Alla 16b, una cat. 5 denominata “Terminator 2”, ci ribaltiamo e cadiamo in acqua! Seguendo le indicazioni date in partenza riusciamo a risalire senza problemi. Elettrizzati dall’esperienza chiudiamo l’escursione con entusiasmo! Finita la discesa ci aspetta la risalita del canyon, in circa 40’ siamo in cima, dopo la fatica del rafting è dura! Una volta in cima ci aspetta birra fresca e il pranzo pronto, finito il quale veniamo riaccompagnati al camping. In tutto l’attività dura dalle 7:30 di mattina alle 14:30, di cui circa 1h30’ di discesa vera e propria. Nel pomeriggio verso le 16 partono invece quelli del volo in elicottero sopra le cascate. In 20 minuti si arriva all’eliporto, ci si registra e si viene pesati. Poi si sale sull’elicottero, che ospita 5 persone poi il pilota. Vola per 15 minuti facendo un giro sopra le cascate e poi ricatterà nello stesso posto e riparte con altri turisti. Alle 18:30 ci ritroviamo tutti in campeggio e decidiamo di mangiare anche stasera al ristorante, regaleremo il cibo che avevamo tenuto da parte. La cena, soddisfacente come ieri, è seguita da qualche birra e due chiacchiere al bar del campeggio.
Giorno 16. - 2/06 Domenica
Questa mattina con un gruppetto abbiamo fissato l’escursione della camminata con i leoni. CI vengono a prendere in bus al camping e in una mezz’ora ci portano alla piccola riserva dove vivono gli animali. Prima di partire ci viene offerto un caffè caldo e nel frattempo ci viene spiegato come comportarci durante l’escursione. La riserva ospita giovani leoni nati in cattività, di età compresa tra i 7 e i 24 mesi. Il progetto prevede di far crescere gli animali in un ambiente protetto per poi reintrodurli in natura in branchi compatibili dal punto di vista genetico per evitare incroci con consanguinei, sempre più frequenti a causa della diminuzione dell’areale naturale. I cuccioli nascono e vengono svezzati in una riserva nello Zimbabwe centrale dove vengono accuditi da volontari selezionati, dopo i 6 mesi vengono spostati qui e introdotti nel programma di incontro con gli ospiti per raccogliere fondi e rendere sostenibile il progetto. Dopo i due anni vengono spostati in una riserva più grande e introdotti nei nuovi branchi dove si riprodurranno. I cuccioli nati di seconda generazione, liberi da contaminazioni di contatto con gli umani, dopo lo svezzamento e un periodo di osservazione per valutare se sono indipendenti nella caccia, vengono definitivamente reintrodotti in natura. La passeggiata è molto emozionante, con cautela e una serie di attenzioni, permettono di entrare in contatto con gli animali, accarezzandoli e seguendoli in una camminata nel bosco. Gli animali, sono curiosi e vivaci, ma non ho avvertito una sensazione di pericolo, i ranger che accompagnano l’escursione sono molto attenti a far rispettare le norme comportamentali di sicurezza. Conclusa l’escursione torniamo in bus al campeggio e iniziamo a prepararci per la partenza. Facciamo i bagagli, carichiamo per l’ultima volta le nostre jeep e partiamo per l’aeroporto, distante una quindicina di km. A destinazione salutiamo il nostro caro Fanie augurandoli un buon ritorno a Johannesburg, e dopo le ultime foto di saluto, ci imbarchiamo con la promessa di tornare un giorno in questo straordinario angolo di mondo.