Bellissima e (quasi) incontaminata
14/8 - Italia - Lisbona, Sintra, Cabo de Roca
Ci troviamo tutti alle 15 all’aeroporto di Lisbona. Ben quattro voli da Roma, Milano, Firenze e Venezia in perfetto orario. In 16, di cui 13 donne, andiamo da Guerin Enterprice per il ritiro dei due van. La pratica è abbastanza veloce, 1 ora; oltre all’assicurazione fatta da avventure, aggiungiamo la Kasco completa, con esclusione dei soli cristalli e la Via Verde, il loro Telepass. Il funzionario, su mia specifica richiesta, mi assicura che alla riconsegna dei van mi sapranno dire l’importo totale dei pagamenti autostradali. Ciò non si dimostrerà vero perché alla riconsegna dei van mi diranno che l’importo lo troveremo sulle nostre due carte di credito date in garanzia. Quindi è necessario annotare ogni importo dei caselli autostradali per avere alla fine del viaggio il totale. Nominato il cassiere e fatto il primo versamento, andiamo a Sintra coi due van, un Renault Traffic e un Volswagen Transporter, nuovissimi e in perfetto ordine. A Sintra alloggiamo e quindi due passi. Ci rifocilliamo e quindi andiamo in mezz’ora al Cabo de Roca, la punta più a ovest dell’Europa. Molto suggestivo con scogliera a picco, faro e molto vento. E’ necessario coprirsi con felpa o meglio K Way. Torniamo per la cena al ristorante Dom Pipas, in centro. Quindi a spasso, ma alle 22 la città è già addormentata. il bicchiere della staffa ci accompagna dormire.
2° - 15/8 – Sintra, Obidos, Alcobaca
Con Floriana stavamo discutendo da mesi sulla meta del nostro prossimo viaggio senza arrivare ad una decisione. Volevo partire e, consultando l’elenco dei viaggi in partenza, mi è saltato agli occhi il Costa Rica. Lo propongo alla mia amica e finalmente ci accordiamo. In meno di tre ore siamo entrambe iscritte e un paio di giorni dopo ci arriva il piano voli. Si parteeeee finalmente! 18/1 VENERDI’ Parto da casa con il mio zainetto d’emergenza e il bagaglio ma al primo cambio di treno dimentico lo zainetto da vera idiota. Vabbè speriamo che almeno il bagaglio arrivi, poco male, anche se ho perso maschera graduata e macchina fotografica. Arrivo a Milano e trovo ospitalità per la notte da Floriana. Alle 9 dobbiamo essere in aeroporto. 19/1 SABATO Ci alziamo per tempo e puntualissime siamo al banco di Avventure. Partiamo da Milano solo noi due, gli altri tre partono da Roma e ci incontreremo direttamente a San José, la capitale. Arriviamo a Parigi con una mezz’ora di ritardo ma con una bella corsa riusciamo a prendere il volo. La notte è lunghissima a causa del fuso e arriviamo verso sera di domenica. Sorpresa: i nostri bagagli non ci sono ed io mi ritrovo praticamente con la borsetta e i vestiti che ho addosso. L’avventura comincia, in qualche modo farò. Impieghiamo quasi tre ore per la denuncia di smarrimento, giusto il tempo di far atterrare il volo con i nostri compagni di viaggio. Ci incontriamo, grandi saluti e abbracci: sembrano davvero simpatici. Raggiungiamo l’albergo per la notte ma non troviamo niente da mangiare perché i negozi sono ormai chiusi.
18/1 VENERDI’
Parto da casa con il mio zainetto d’emergenza e il bagaglio ma al primo cambio di treno dimentico lo zainetto da vera idiota. Vabbè speriamo che almeno il bagaglio arrivi, poco male, anche se ho perso maschera graduata e macchina fotografica. Arrivo a Milano e trovo ospitalità per la notte da Floriana. Alle 9 dobbiamo essere in aeroporto.
19/1 SABATO
Ci alziamo per tempo e puntualissime siamo al banco di Avventure. Partiamo da Milano solo noi due, gli altri tre partono da Roma e ci incontreremo direttamente a San José, la capitale. Arriviamo a Parigi con una mezz’ora di ritardo ma con una bella corsa riusciamo a prendere il volo. La notte è lunghissima a causa del fuso e arriviamo verso sera di domenica. Sorpresa: i nostri bagagli non ci sono ed io mi ritrovo praticamente con la borsetta e i vestiti che ho addosso. L’avventura comincia, in qualche modo farò. Impieghiamo quasi tre ore per la denuncia di smarrimento, giusto il tempo di far atterrare il volo con i nostri compagni di viaggio. Ci incontriamo, grandi saluti e abbracci: sembrano davvero simpatici. Raggiungiamo l’albergo per la notte ma non troviamo niente da mangiare perché i negozi sono ormai chiusi.
20/1 DOMENICA
Avremmo dovuto partire alle 7.30 ma dobbiamo aspettare l’apertura dei negozi per procurarci lo stretto indispensabile per la toilette, un paio di magliette, le infradito ed un costume. Viene in albergo il responsabile del pulmino che ci assicura che si interesserà dei bagagli. Arriva Tio, un 75enne in gambissima con un pulmino da 16. Sarà lui a scarrozzarci con pazienza e competenza attraverso il Costa Rica. Dopo la sosta al centro commerciale si parte davvero; c’è un bel sole e la natura è davvero rigogliosa. Direzione Vulcano Poas al quale però dobbiamo rinunciare perché completamente avvolto dalle nuvole. Poi si va alla cascata La Paz, non immensa ma suggestiva: purtroppo piove e non ce la gustiamo come si deve. La sosta successiva la facciamo al bar Colibrì, dove da una terrazza si vede la cascata circondati dagli uccelli più svariati dai colori brillanti e dai becchi di tutte le misure. Si radunano qui perché i proprietari del bar offrono loro frutta su delle mensole, un vero buffè dove ogni uccellino si sceglie il cibo che preferisce. L’emozione raddoppia quando incontriamo i colibrì che a decine si avvicinano ai distributori di acqua e zucchero ed instancabilmente battono le ali riposandosi solo raramente. Hanno dei colori bellissimi, dal verde al turchese, dal nero brillante al rosso, dal celeste al blu. Per pranzo ci fermiamo alla nostra prima soda, trattoria, dove gustiamo il nostro primo “ plato casado”: un piatto completo con riso, verdura, platanos (banane cotte) o patate e carne o pesce a scelta. E’ il piatto più comune in assoluto e Beppe, il nostro bravo coordinatore, lo prenderà tutti i giorni, a pranzo e a cena con pescado. Riprendiamo la strada attraversando piantagioni di banani e ananas alternate da mucche al pascolo. Il verde trionfa tra sprazzi di sole e pioggia battente. Le case sono per lo più piccole, ad un piano, molto colorate e con il tetto di lamiera ondulata. Alcune sono in legno, altre in pietra ma tutte hanno il loro giardinetto ed i loro alberi da frutto. Arriviamo nel primo pomeriggio alla Pavona dove c’è l’imbarco per il Tortughero. Bagaglio ridotto per tutti così io e Flo siamo già a posto e ci portiamo tutti i nostri averi. Si naviga su un fiume basso e il capitano deve stare continuamente attento a non arenarsi. Il fiume è ampio e tranquillo e le rive sono ricchissime di vegetazione: arbusti, alberi, palme e molte piante, che da noi vengono vendute come piante da appartamento, crescono rigogliose e ospitano ogni genere di uccelli. Tutte le gradazioni del verde scorrono davanti ai nostri occhi incantati ed ogni tanto compare la macchia rossa dei grappoli di Heliconie. Aironi bianchi, piccoli guardabuoi, garzette e aironi neri quasi blu ci accompagnano per tutta la traversata che dura un paio d’ore. Le nostre camere sono pulite e decorose, con acqua bella calda e si trovano al centro del villaggio, davanti al piccolo molo. Anche qui le case sono basse e colorate e sembrano buttate a caso tra gli alberi dai fiori colorati e le palme. Ognuno ha cercato di abbellire al meglio il proprio locale o la propria casetta con risultati davvero pittoreschi. Ovunque sagome giganti di animali in vetroresina colorata, persino i bidoni della spazzatura. Gli abitanti sono cordiali e molto sereni e si oppongono alla costruzione di una strada che porterebbe le auto in questo paradiso, distruggendolo. Hanno perfettamente ragione!!! Dopo una bella doccia partiamo con Victor per una passeggiata notturna nella foresta. Stasera c’è luna piena e anche un’eclissi. Il primo tratto del cammino si snoda sulla spiaggia atlantica e il mare ci accompagna con il rumoreggiare delle onde. Poi ci addentriamo nei sentieri, torcia in mano, in cerca di animali. Vediamo due basilischi, simili ai camaleonti: i maschi sono grossi con una specie di cresta e le femmine assomigliano ad una bella lucertola a strisce bianche e marron. Vediamo poi due esemplari, prima il maschio, poi la femmina, di una minuscola rana verde pisello, dalle zampe rosse e gambe e pancia azzurro e giallo: stupenda davvero nel suo tripudio di colori; peccato che per vederli tutti dobbiamo disturbarla perché quando è appoggiata sulla foglia si vede solo la parte verde brillante. Poi ragne grandissime con un minuscolo maschio vicino che creano ragnatele complicatissime e solidissime. Bellissimo un topo opossum, marsupiale piccolissimo con due grandi occhi tondi e un codino all’insù. Una lucertolina argentea, adulta ma davvero minuscola, brilla alla luce della torcia e per finire, in alto su un albero maestoso una mamma bradipo con il suo piccolino. Siamo rientrati davvero soddisfatti.
21/1 LUNEDI’
Ci alziamo alle 5.30 per un giro in canoa con Il bravissimo Victor. Durante la notte ci sono stati diversi piccoli diluvi e pioviggina ancora. Decido di non andare perché, se piove, mi si bagnano gli occhiali e non vedo niente. Accompagno il gruppo di coraggiosi alla canoa e li vedo partire con un po’ di tristezza. Gironzolo per il villaggio e compro baguette e mango per la colazione. Li aspetto all’arrivo e mi raccontano di aver visto tre caimani, un’iguana e tanti uccelli colorati. Fatta la colazione ci imbarchiamo per tornare alla Pavona e durante il tragitto riesco a vedere anch’io, e da vicino, un bel caimano. Si riparte poi in pulmino per la Fortuna dove arriviamo verso le 16.30. Abbiamo le stanze alla Casona, una grande casa rurale, in cima ad una collinetta, circondata da fiori e piante di cacao dai frutti a tutti gli stadi di maturazione. Dopo una piccola attesa allietata da un piccolo drink ci danno delle ampie stanze, spartane ma pulite. Dal terrazzo si vede un panorama bellissimo sulla valle sottostante e sui rami posto davanti a noi fette di banana attirano un’infinità di uccelli dai colori brillanti: rosso, giallo, azzurro, verde rallegrano il bruno e il grigio delle loro piume. Dovunque c’è un’attenzione infinita per l’ambiente e nei parchi non si fuma nemmeno nel parcheggio. Concludiamo questa meravigliosa giornata godendoci le terme Paradise, dalle molte piscine di acqua calda alle diverse temperature, e una buona cenetta a buffet compresa nel biglietto d’ingresso.
22/1 MARTEDI’
Partiamo per il vulcano Arenal; il tempo è buono ma lui continua a restare incappucciato dalle nuvole. Si fa una passeggiata ad anello su un fianco e vediamo le orchidee che nascono spontanee, un tucano e qualche altro animale. Verso le 14 ripartiamo alla volta del Rio Celeste, un torrente dalle acque strepitosamente celesti. Il parco prevede una passeggiata di tre ore sul fiume ma chiudono alle 14 e non riusciamo ad entrare. Ci consoliamo con un buon pranzetto in una soda dove ci accolgono tutti con sorrisi e tanta tanta cortesia e una sosta sulle rive del fiume dove Enrico si concede un bel bagno. La prossima tappa è Monteverde dove arriviamo alle 18.30. La strada è molto accidentata ma il paesaggio è stupendo. Meglio non aver fatto la passeggiata al Rio Celeste altrimenti saremmo arrivati a notte fonda. Fa un freddo cane, tira un vento fortissimo e piove. Tio ci aveva già avvertito che Monteverde è sempre molto ventoso! Nessuna notizia ancora delle valigie per cui faccio il bucato e lo stendo al vento. Domattina sarà asciutto. Facciamo un giro per il paese dove ci sono negozi per turisti con cose inguardabili e poi a cena. Siamo congelati e andiamo subito nelle nostre fredde stanze. Non si fa nemmeno la doccia perché l’acqua è praticamente fredda! Verso le 10 mi telefonano che i bagagli sono arrivati e ce li consegneranno domani mattina. Una buona notizia che ci riscalda un po’.
23/1 MERCOLEDI’
Ci alziamo alle 6.30, colazione alle 7 con le valigie arrivate!!! Tio ci porta al Ficus strangolatore, un albero dai tronchi intrecciati che ha strangolato l’albero su cui si era arrampicato lasciando il vuoto all’interno. Come dei bambini ci arrampichiamo in questo tunnel particolare e ci divertiamo ridendo e scherzando. Il gruppo è perfetto e stiamo davvero bene insieme nonostante la differenza di età. Avventure nel Mondo le cancella e ci unisce tutti nella gran voglia di scoprire, stupirci ed emozionarci. Ora ci aspetta una vera avventura: il parco Selvatura dove faremo canopy: con un po’ di batticuore ci facciamo imbragare e mettere casco e guanti per lasciarci poi cadere attaccati a dei cavi che, in 14 tappe brevi o lunghe, ci faranno letteralmente volare sopra la jungla. Passata la prima paura l’esperienza si è rivelata stupenda. Da ricordare per tutta la vita. A volte l’altezza era davvero tanta, come per una funicolare delle nostre Dolomiti. L’ultima tratta, lunga più di un chilometro, era purtroppo coperta da una nuvola, dove siamo entrati uscendone umidicci. Poi Floriana Samuela ed io siamo andate a visitare il farfallario ed il giardino dei colibrì. Tra magnifiche farfalle di tutte le dimensioni e colori molte grandi morfo blu, all’esterno brune ed all’interno turchesi, c’è un coloratissimo pappagallo che svolazza tra alberi e fiori. I colibrì del giardino sono invece liberi, a decine e decine, di tutti i colori più brillanti e ci svolazzano intorno per cibarsi alle mangiatoie facendo il rumore dei calabroni. Uno mi si posa persino su un braccio donandomi un’altra splendida emozione. Lasciamo il parco davvero felici. Andiamo ora a Playa Granda dove Beppe ha un amico, Francesco. Ci ha prenotato un appartamentino e, depositati i bagagli, ci accompagna subito alla spiaggia. Il Pacifico è calmo, la baia sabbiosa e lunghissima. Più in là ci sono i surfisti che cavalcano le onde e immersi in questo paradiso restiamo a chiacchierare sulla sabbia fino al buio. Ceniamo in un locale vicino al nostro appartamento con una (strano ma vero) buonissima pizza e pesce cotto e crudo. La miglior cena di tutto il viaggio!
24/1 GIOVEDI’
Come al solito ci alziamo alle 6.30. Andiamo in spiaggia a prendere un po’ di sole che splende già alto nel cielo e fa molto caldo. Alle 11.30 il nostro Tio ci aspetta puntualissimo per portarci a Brasilito dove ci danno una camera divisa in due locali con due matrimoniale ed una branda. C’è persino il phon… e i comodini con tanto di abat-jour. Ci sistemiamo e poi in spiaggia che si stende lunga e sabbiosa proprio davanti al nostro alloggio. Il posto è molto “ruspante”: pochi alberghi e poche capanne ristorante. Mangiamo sempre vicino all’albergo in un posto raccomandatoci da Tio. Stiamo in spiaggia finché diventa buio ed è bellissimo berci un batido sulla sabbia al tramonto. Siamo davvero rilassati e felici.
25/1 VENERDI’
La solita sveglia all’alba e subito di nuovo in spiaggia fino alle 11.30. Si sta proprio bene sotto gli arbusti che riparano un pochino dal sole cocente. Dopo una bella doccia ed un pranzetto alla solita soda partiamo per Montezuma, La strada è davvero brutta ed in rifacimento e ci mettiamo più di 5 ore ad arrivare. Ma il paesaggio offre continuamente nuovi scorci e nel pulmino abbiamo un sacco di spazio; il tempo passa veloce tra una cantata ed una chiacchierata. Una volta sistemati nella nostra camerata andiamo a fare la spesa per la colazione di domani e poi a cena. Montezuma è un paesino per hippies: ci sono tantissimi giovani e personaggi davvero strani e dovunque bar con musica. L’atmosfera è allegra e particolare e dopo un rum “Centenario” simo tutti d’accordo che è il posto più vivo e più carino visto finora.
26/1 SABATO
Arrivati abbastanza presto alla Cabo Blanco Reserve, entriamo e cominciamo ad inerpicarci nella foresta. Il cammino è difficile, 4 km per andare e 4 per tornare. Dopo un’ora abbiamo percorso solo un chilometro e, rendendoci conto di essere palle al piede, io e Flo, sfinite, decidiamo di tornare indietro; gli altri giovani e forti proseguono. Cercando una spiaggia ci imbattiamo nel “caffè” di Giovanni, un italiano che vive là da 20 anni e che si sta costruendo tutto da solo con materiali riciclati ed ecosostenibili. Ci trasmette il suo entusiasmo mostrandoci la casa sull’albero con tanto di bagno completo, la sua cucina e tutte le sue piante utili. Particolarmente orgoglioso è però dei suoi alveari di minuscole api dentro a canne di bambù che producono un miele prezioso utilizzato in medicina. Dopo tante chiacchiere ci offre un caffè e della cioccolata artigianale strepitosa e ci indica la strada per la spiaggia. Ci siamo solo noi due ed è davvero rilassante fare un picnic sotto gli alberi e bagnarci nell’acqua calda del mare. All’ora convenuta ci ritroviamo con il gruppo e con il pulmino per recarci a Curù. Ci aspetta un parco trascurato con una baia bella ma sporca e sporca è anche la costosa “cabina” spartana dove dormiremo. Dopo un po’ di spiaggia cena e a nanna.
27/1 DOMENICA
Ci sveglia prima dell’alba una scimmia urlatrice che alterna un abbaiare con un ruggito e con un urlo: ci fa un concertino niente male. Ci sono anche cervi, scimmie testa bianca e procioni. Alle 9 partenza in barca per lo snorkeling. Il fondale non è gran che: molti pesci grigi e pochi colorati e l’acqua è molto torbida. Mi piace, però nuotare tra migliaia di pesci piccolissimi che si muovono tutti insieme. Vedo un gran banco di pesci gialli che all’inizio mi sembravano una pianta fluttuante da quanto nuotavano vicini e una bella tartaruga con la quale nuoto qualche minuto prima che sparisca nel fondo torbido. Sosta poi alla bella spiaggia Tortuga con bibite e frutta. Alle 12 si ritorna ma alla sosta intermedia Beppe ed Enrico decidono di sbarcare e di tornare a piedi. Noi li aspettiamo in spiaggia. Alle 17 Tio ci preleva e ci porta nella vicina Paquera dove ci ha trovato un’ottima stanza pulitissima con doccia calda e piscina. Anche la cena è ottima e ci concediamo l’aragosta.
28/1 LUNEDI’
Partiamo alle 7.30 per prendere, alle 9, il traghetto che ci porta a Puntarena, collegamento tra il sud della penisola occidentale e il centro del paese, e da lì andiamo a Jacò. Jacò è una cittadina “colonizzata” dagli americani piena di negozi di souvenir, bar e palazzoni. Fa un caldo infernale e un paio di ore a passeggio per la strada principale ci bastano e ci convincono a salpare per altri lidi. Puntiamo su Playa Hermosa che non sembra troppo bella, la sabbia è scura e ci sono dovunque i soliti alberi spiaggiati e abbandonati. Però vediamo volare un pappagallo ara, rosso blu giallo e verde. Non ne avevamo mai visti volare liberi…. Decidiamo di proseguire per Quepos dove, poco dopo, arriviamo al nostro lodge, molto grazioso, ordinato e curato. Fabbricato a forma di U contiene un giardino dove cresce di tutto: cacao, pepe, basilico, origano, bouganvillee dai vari colori, celeste (che deriva il suo nome da grappoloni di fiori celesti), chignon di signora rossi oppure gialli o arancio, cotone e tanto altro; inoltre c’è una bella piscina.
29/1 MARTEDI’
Stamattina Parco Nazionale Manuel Antonio, molto turistico nella prima parte ma affascinante nella seconda. Ci occupa quasi tutta la giornata. Oggi facciamo la spesa e ci cuciniamo una bella spaghettata ai frutti di mare nella cucina attrezzata del lodge.
30/1 MERCOLEDI’
Alle 7.30 lasciamo Quepos per Sierpe. La strada è buona e arriviamo in meno di due ore. In attesa della barca che ci porta a Bahia Drake visitiamo il sito archeologico di Finca 6 dove sono raccolte una decina di sfere di pietre varie, più o meno grandi, risalenti al 900/1500 d.C. Non si è ancora capito che funzione avessero; cinque sono ancora semi interrate nel luogo originale e sono circondate da una bella foresta piena di fiori e di piante di ogni tipo. Alle 11.30 siamo puntuali all’imbarcadero e percorriamo un lungo fiume dalle rive coperte di mangrovie. Incontriamo un serpente ed un airone dalla testa gialla e poi il capitano ci regala una bellissima deviazione in un piccolo canale che si snoda tra le radici delle mangrovie. È molto bello vedere il sole infilarsi tra le foglie ed i tronchi e soprattutto tra le arcuate radici fino a toccare l’acqua con dei bagliori e dei riflessi spettacolari. Arrivati puntuali a Bahia Drake dopo un’ora e mezza troviamo Michel che ci aspetta sulla spiaggia e col suo 4x4 porta due di noi ed i bagagli fino al Mirador su per una strada con una pendenza impressionante e piena di buche, anzi voragini. Ma in alto è bellissimo e dalla terrazza si vede il Pacifico. Le camere sono spaziose e pulite con doppia doccia: una per l’acqua calda ed una per l’acqua fredda. I vetri non ci sono, sostituiti da una fitta reticella anti insetti. Dopo una capatina in paese, che non offre praticamente nulla, scendiamo in spiaggia. Concludiamo la giornata con un’ottima cena preparata dalla moglie di Michel.
31/1 GIOVEDI’
Alzataccia, si fa per dire perché ormai siamo abituati, alle 5 e alle 6 ci imbarchiamo per il parco Corcovado che raggiungiamo in un’ora e mezza. La nostra guida è Sandro, dai lunghi capelli rasta, munito di cannocchiale, preparato ed entusiasta. Il parco è il più ricco di biodiversità di tutto il Costa Rica ed ospita una grande varietà di alberi e di animali. Peccato che gli animali non si facciano troppo vedere: incontriamo una famigliola di coachi, simili ai procioni, una cavalletta di 20 cm e vari uccelli dai colori sgargianti, termiti dalla testa marrone ed il corpo color miele che si scavano un solco su tronco e rami di un albero e lo ricoprono come un tunnel; col tempo l’albero incorpora il tunnel e loro sono perfettamente protette. Come alberi vediamo il Kapok, l’indio pelado (perde continuamente sottili strati di corteccia marron rossiccia), il ficus strangolatore e molti altri. Una sorpresa per me, che amo i fiori, è una bellissima passiflora dai fiori rosso brillante. Finito il giro riprendiamo la barca per tornare. È prevista una sosta pranzo in una spiaggia che spiaggia non è e dove si fermano tutti. Mangiamo in piedi e poi ritorniamo alla spiaggia di casa dove concludiamo la giornata stesi al sole. Risalendo faticosamente al Mirador ci guadagniamo una bella cenetta sulla terrazza.
1/2 VENERDI’
Alle 7 prendiamo la barca che ci riporta a Sierpe. Lungo la traversata piove anche un po’, ma nulla di grave. Quando arriviamo all’imbarcadero Tio ci sta già aspettando con il pulmino e partiamo per l’ultima tappa; stasera siamo a San Josè per l’ultima sera insieme. Entrare in città ci prende quasi due ore in più del previsto: per una serie di piccoli incidenti il traffico è bloccato e si avanza a passo d’uomo. Appena arrivati in albergo depositiamo i bagagli e via di corsa in città per averne almeno un’impressione. Beppe, Samuela ed Enrico partono domani mattina prestissimo. Una capatina al Mercado Artisanal per comprare qualche regalino ed un giretto nella zona pedonale piena di gente. La temperatura è notevolmente abbassata e quindi ci rifugiamo al ristorante per una cena luculliana e un brindisi a coronamento del nostro viaggio.
2/2 SABATO
I nostri tre compagni sono partiti e Floriana ed io, che partiremo solo stasera alle 22.30, ci prepariamo con comodo le valige per poi passare la giornata gironzolando per il centro città. C’è qualche palazzo coloniale degno di nota e ci piace molto il Museo de Jada pieno di reperti in giada, oro, pietra e ceramica, ma nell’insieme non troviamo la città molto attraente. Il nostro viaggio avventura è finito. Grazie al bravissimo coordinatore Giuseppe Catania e ai meravigliosi compagni Samuela, Enrico e Floriana con i quali c’è sempre stata intesa e buonumore, che hanno contribuito a rendere il bellissimo viaggio ancora più piacevole.