Blue Nile Raid 2003
BLUE NILE RAID ovvero come nasce un nuovo raid in terra africana. Il nostro corrispondente in Etiopia ci informa che il confine di Metema-Gallabat tra Etiopia e Sudan e' aperto. Sembra una notizia insignificante, invece per noi e importantissima: e' come se si fosse aperta una enorme porta verso la straordinaria realta' sudanese. Il cerchio quindi si può chiudere facilmente: le moto le spediamo in aereo ad Addis Abeba da dove raggiungeremo le sorgenti nel Nilo Azzurro, il fiume che diviene tema e titolo del nostro nuovo raid, lo seguiremo per Khartoum, lo attraverseremo un paio di volte per poi lasciarlo definitivamente a Karima da dove ci inoltreremo nello sconosciuto ed inesplorato (dal punto di vista motociclistico) Deserto Nubiano, dove andremo alla ricerca di antichi insediamenti: Fort Murat, Berenice, miniere d'oro dei faraoni egizi, abbandonate e dimenticate da secoli. Occorreranno GPS, carte satellitari, le ottime carte russe....... e 15 motociclisti di quelli duri, pronti a tutto e capaci di trascinare i meno esperti, quella specie di motociclista forse in via di estinzione, con il quale non occorre parlare, al quale non occorre spiegare, perche' ha gia' capito tutto prima di partire e te lo trovi sempre li' pronto ad assistere gli altri, a capire i momenti difficili, a sdrammatizzare con una battuta spiritosa, partecipe in prima linea della propria avventura e mai, mai cliente. Con questo spledido gruppo ingentilito dalla presenza di alcune donne tra cui 3 brave, bravissime motocicliste che hanno sorpreso tutti i veterani con la loro grinta, con il loro desiderio di riuscire ad ogni prezzo e ad ogni costo siamo arrivati alla fine di questa nuova avventura a Port Sudan con l'amarezza per aver mancato Berenice ma con una immensa soddisfazione di aver vissuto un'esperienza unica fra le sabbie, le rocce, le montange dell'affascinate deserto nubiano.
On the road again forever
Vittorio Kulczycki
Italia - Addis Abeba - Giorno: 1/2 - Data: 20/21 Dicembre
Arriviamo ad Addis Abeba ed abbiamo conferma che sei moto non sono arrivate; un uccellaccio africano si e' infilato in un motore del cargo Ethiopian che doveva trasportare le nostre moto, il volo e' stato annullato e siamo riusciti a far partire solo 3 dei 4 pallet sul volo di linea. Dovremo aspettare.
Addis Abeba - Giorno: 3 - Data: 22 Dicembre
Approfittiamo della sosta forzata per riorganizzare i carichi del bagaglio e in particolare delle 15 casse di viveri che ci porteremo dietro. Acquistiamo per sicurezza una ventina di taniche da 4 galloni per la benzina poi ci perdiamo per le strade di Addis Abeba e a sera nei tipici ristorantini con spettacoli di danze e canti tradizionali. Il gruppo si compatta bene, i veterani si abbandonano ai loro racconti e neofiti assorbono bene. Nonostante questa difficolta' iniziale il gruppo appare motivato e pronto ad affrontare le incognite di questo nuovo raid.
Addis Abeba - Giorno: 4 - Data: 23 Dicembre
Apprendiamo che le moto mancanti arriveranno questa notte, al piu' tardi domani mattina. Giornata di assoluto relax dedicata al gioco del biliardo con sfide incrociate tra italiani e italiani ed etiopi. A sera ombre sinistre si muovono da una stanza all'altra dell'albergo. Le etiopi sono bellissime.
Addis Abeba - Dejen - Giorno: 5 - Data: 24 Dicembre - Percorso: 53+108 Km
Di buon mattino siamo tutti all'aeroporto, un incidente al trattore, capovolto irrimediabilmente durante la notte, blocca tutto, le moto sono in pista, sul pallet ma manca il trattore, poi finalmente eccolo arrivare, smontiamo tutto in pochi minuti, gonfiamo le gomme, riattacchiamo le batterie, mettiamo un po' di benzina e aspettiamo che la dogana ci lasci finalmente partire alle 12,45; rifornimento, la moto di Vittorio accusa problemi all'alimentazione (sembra una maledizione) e solo alle 15 partiamo in direzione NW. Percorriamo una strada asfaltata per circa 180 km. Poi gli ultimi 50 km su uno sterrato maligno, pieno di curve e tornanti che scende verso le Gole del Nilo, e' gia' notte quando passiamo sul ponte, nel fondo della valle, riprendiamo a salire e sono di nuovo tornanti e sterrato, il gruppo e troppo sgranato, ci fermiamo ad attendere e sotto un cielo nero senza luna vediamo spuntare due nuove stelle, sono Valeria e Daniela, le due motocicliste di Catania che assorbono meravigliosamente questo primo impatto con l'Africa, arrivano con un bel sorriso stampato sul viso impolverato. Arriviamo a Dejen alle 20; cenone di Natale e birre a volonta'.
Dejen - Bahir Dar - Giorno: 6 - Data: 25 Dicembre - Percorso: 314 Km
Pista scorrevole fino alle Cascate del Nilo Azzurro dove sostiamo per una breve visita, fa caldo e camminiamo per una buon'ora per raggiungere il punto panoramico, da qui nasce il Nilo Azzurro queste acque arriveranno al Mediterraneo, il Blue Nile da cui prende nome il nostro raid. Proseguiamo per BAHIR DAR e Marna, la terza motociclista del gruppo, in sella alla BMW F650 del figlio dimostra a tutti che le Donne del neonato Motoclub Donna Avventure nel Mondo non conosceranno limiti. Arriviamo alle 17,30, cena sotto alberi secolari sulle rive del Lago Tana, atmosfera romantica da "La mia Africa". Ripariamo a suon di martellate la corona piegata da un sasso della moto di Daniela. Il veterano Ghezzi continua la sua eterna campagna contro la zanzara africana.
Bahir Dar - Gondar - Giorno: 7 - Data: 26 Dicembre - Percorso: 184 Km
La moto di Angelo accusa problemi di carburazione, ha comprato al mercato nero benzina mischiata a nafta; si smonta e rimonta e si parte. Pista scorrevole ma trafficatissima e polverosa a causa dell'intenso traffico pesante, incontriamo una cinquantina di camion che trasportano carri armati!!! Alle 15 arriviamo a Gondar cittadina pittoresca adagiata su una serie di colline, visitiamo le interessanti chiese copte e le rovine dei famosi castelli. Incontriamo due motociclisti svizzeri, una donna e un uomo, che stanno concludendo un mezzo giro del mondo da soli. Straordinari.
Gondar - Metema - Gedaref - Giorno: 8 - Data: 27 Dicembre - Percorso: 367 Km
Questo tratto di pista che ci risultava difficile e in cattive condizioni si rivela invece come un ottimo sterrato, ben battuto e compatto, arriviamo a Metema, punto di frontiera, alle 12,30. Ci vorranno quasi 4 ore per tutte le formalita' e cambio delle vetture di appoggio, salutiamo i bravi etiopi e conosciamo Bumba e gli altri autisti sudanesi, le loro vetture sono gagliarde e ben gommate, rifornimento e partiamo alle 16,30. Gli ultimi chilometri li percorriamo su pista buona al buio; arrivo a Gedaref e invece delle abituali birre troviamo solo Coca e Pepsi, siamo in un paese islamico osservante... addio alcol.
Gedaref - Khartoum - Giorno: 9 - Data: 28 Dicembre - Percorso: 433 Km
Lunga cavalcata su asfalto su questa principale arteria del Sudan che collega la capitale con Porto Sudan ed eccoci a Khartoum dove arriviamo alle 17, raggiungiamo il Blue Nile Sailing Club dove ci attende il corrispondente, foto di gruppo e ci accampiamo in un piacevole praticello verde sull'argine del Nilo. Per cena finiamo in un ristorantino al mercato, un'esperienza simpaticissima tra kebab, pesce, hamburger sudanesi, dolci e spremute di arancio e pompelmo rosa e una moltitudine di visi sorridenti e gentili, siamo gli unici stranieri.
Khartoum - Naga - Giorno: 10 - Data: 29 Dicembre - Percorso: 19+150 Km
Sbrighiamo rapidamente alcune formalita', revisioniamo le moto, i carichi, alcuni visitano Omdurman aldila' del fiume e alle 13 partiamo per Naga, 150 km di asfalto e 19 di pista, la prima con sabbia, qualche caduta ci ritarda e arriviamo al cippo in cemento che segna il bivio Naga - Mussawarat . Il sole sta tramontando decidiamo di fare il campo nei pressi di alcune capanne.
Naga - Meroe - Giorno: 11 - Data: 30 Dicembre - Percorso: 46+118 Km
Ripartiamo di buon mattino e raggiungiamo Naga, le rovine dell'antica citta' si estendono in una zona desertica e collinosa, qui ha lavorato una missione archeologica tedesca che ha restaurato molto bene i monumenti principali ma tutt'intorno, parzialmente coperti dalla sabbia, spuntano colonne, arieti, bassorilievi, capitelli che danno un fascino particolare al sito, siamo soli, un gruppo di pastori sudanesi lavora attorno ad un pozzo con l'acqua a 50 metri di profondità. Secoli e secoli di immobilita' totale hanno conservato testimonianze di antiche civilta' che ammiriamo affascinati ed increduli. Lasciamo Naga e proseguiamo, sempre per pista verso Musawwarat, altro importante sito archeologico poi riprendiamo l'asfalto e dopo un centinaio di km intravediamo lontane le caratteristiche cuspidi delle piramidi funerarie della necropoli reale di Meroe. Un sito straordinario dove i faraoni neri delle ultime dinastie egizie vollero costruire le loro tombe, la luce del sole al tramonto illumina la valle di accesso alla necropoli che nell'antichità fu teatro di fastose cerimonie funerarie. Siamo affascinati dalla magia di questo sito e ci andiamo ad accampare a ridosso di quella duna che nel lontano 1985 scavalcammo con le nostre moto durante l'epico raid Italia-Camerun.
Meroe - Ed Damer - Bayuda - Giorno: 12 - Data: 31 Dicembre - Percorso: 97+82 Km
Lasciamo le splendide rovine di Meroe e riprendiamo l'asfalto fino a Ed Damer, utilizzando i "ponton" traghettiamo sulla sponda Ovest del Nilo, siamo alle porte del "terribile deserto Bayuda" un deserto relativamente facile con piste e fuoripista veloci ma segnato da una miriade di tracce che si dipartono in ogni direzione. Partiamo con la solita baldanza senza l'accortezza di rimanere sempre in contatto visivo con le auto di appoggio, riusciamo a ricompattare tutte le moto ma abbiamo perso il contatto le le auto. Siamo fermi sulla pista ed aspettiamo a lungo, l'ipotesi di trascorrere il Capodanno senza tende e senza viveri ci spinge a cercare una soluzione, il sole sta tramontando rapidamente: abbiamo due possibilita', le uniche che si prospettano a che si perde nel deserto: aspettare o tornare indietro seguendo rigorosamente le proprie tracce, e questo facciamo e ritroviamo cosi' il resto del gruppo. Giusto il tempo di puntare le tende con le ultime luci e ci mettiamo a preparare il cenone di Capodanno..... tortellini, zampone, purea di patate, dolci e quelle tre uniche, superstiti bottiglie di spumante che stapperemo con un'oretta di anticipo sulla mezzanotte. Accenniamo qualche canzone, ma il gruppo non e' proprio canterino, il freddo della notte ci spinge verso le nostre tende, una bella luna illumina il campo, cammino verso il nulla con la mia fisarmornica a bocca, e una musica incerta si infila tra le tende e si perde nel silenzio del deserto. Inizia cosi' un nuovo anno.
Bayuda - 4a Cataratta - Giorno: 13 - Data: 1 Gennaio - Percorso: 278 Km
Nonostante l'esperienza di ieri il gruppo non riesce a procedere con disciplina e perdiamo tempo prezioso per imboccare le piste giuste, la nostra guida sceglie una direzione che non e' quella del nostro GPS, lo seguiamo e ci porta a nord fino al Nilo attraverso una regione collinosa con piste dure, arriviamo in vista del grande fiume con la sua striscia di verde, le sue palme, un fiume di vita. Il paesaggio, dopo tanto deserto e' stupendo, seguiamo il Nilo e al tramonto facciamo il campo nei pressi di un villaggio.
4a Cataratta - Karima - Giorno: 14 - Data: 2 Gennaio - Percorso: 149 Km
Dal campo raggiungiamo la 4° cataratta, dove le acque del Nilo scendono vorticosamente fra rocce nere, sostiamo per scattare alcune foto e poi costeggiando il Nilo troviamo una strada asfaltata e rapidamente arriviamo a Merowe. Sull'altra sponda appare la sagoma del Jebel Barkal ai piedi del quale giace Karima. Traghettiamo a turno, i "ponton" portano al massimo due auto alla volta e raggiungiamo Karima. Oggi e' venerdi , festivo per i musulmani, quindi niente mercato, faremo aprire negozi e negozietti per i nostri rifornimenti, poi tutti a pranzo nel ristorante dei camionisti ad ammirare questi mostri del deserto, carichi fino all'inverosimile, con i loro autisti veri personaggi che ci raccontano delle loro traversate del deserto nubiano provenienti dalla lontana Shalatin sulla costa del Mar Rosso, al confine tra i due paesi. Gente e racconti affascinanti. Ce ne andiamo a visitare i templi scavati nella roccia del Jebel Barkal e puntiamo le nostre tende nei pressi delle piramidi di El Kurru. Da qui a Mohammed Qol sulla costa del Mar Rosso non avremo più possibilita' di fare rifornimento di benzina, facciamo tutti calcoli sui consumi per auto e moto, ricontrolliamo e ricontrolliamo: dobbiamo caricare almeno 1000 litri di benzina piu' tutti i serbatio pieni. Acquistiamo 3 bidoni da 200 litri che con le nostre taniche etiopi dovrebbero essere sufficienti, domani iniziamo la grande traversata, la nostra esplorazione del Deserto Nubiano, entusiasmo e timori della vigilia ci accompagnano nelle nostre tende.
Karima - Station6 - Giorno: 15 - Data: 3 Gennaio - Percorso: 280 Km
Partiamo ed imbocchiamo la Sikkat Ghazaliya la pista per Dongola, per lasciarla dopo poco e puntare direttamente verso nord attraverso un deserto sconosciuto, i punti GPS noti sono abbastanza precisi ma la nostra guida preferisce piegare ad est verso la linea ferroviaria che traversa il deserto da Abu Amhed a Wadi Halfa. Le piramidi di El Kurru restano visibili alle nostre spalle per oltre 20 km di questo deserto piatto e veloce ma con numerosi banchi di fech fech (la sabbia talco) coperti da una crosta dura che spesso cede con abbondanti svolazzi di polvere. Al tramonto scorgiamo la palificata elettrica che segue la linea ferroviaria, siamo all'altezza della Stazione 7 o 8, facciamo il campo alle 18 e siamo a 60 km in linea d'aria da Station 6.
Station6 - Deserto Nubiano - Giorno: 16 - Data: 4 Gennaio - Percorso: 310 Km
Partiamo prestissimo e fa anche freddo, alcune moto viaggiano sulle traverse della ferrovia, ma il fondo delle piste e' compatto e veloce e in breve raggiungiamo la mitica Station 6, con i suoi tralicci , i suoi serbatoi di acqua, tutti esempi di archeologia ferroviaria. Una piccola comunita' ci accoglie con curiosita' e gentilezza, un tè caldo e partiamo verso Fort Murrat . In nostro punto GPS e' errato ce ne accorgiamo risalendo un wadi che porta ad una misera costruzione fatiscente, riprendiamo la pista e ci troviamo dopo pochi chilometri di fronte alla rovine di Fort Murrat , verifichiamo in punto sulla carta russa che riporta chiarissimo in cirillico il nome di Fort Murrat. Ci aggiriamo nelle rovine dell'antico forte che custodiva l'oro delle vicine miniere. Il fascino dell'abbandono e la fantasia corre a scene ancestrali di minatori, soldati, mercanti, oggi tutto e' coperto dalla sabbia e dall'oblio. Proseguiamo, Cristina fa da navigatrice, con Bumba, il nostro capo guida che non riesce a nascondere la sua ansia nel procedere senza seguire alcuna traccia. I punti GPS noti e riportati sulle nostre carte russe, procedono a zig zag, effettuaimo diversi tagli saltando alcuni punti che ci sembrano fuori itinerario. Stiamo viaggiando in una zona montagnosa e il GPS ci da la direzione ma non l'itinerario preciso quindi ci troviamo spesso di fronte a barriere natuarali invalicabili, ma proseguiamo.
Deserto Nubiano - Giorno: 17 - Data: 5 Gennaio - Percorso: 204 Km
Ci inoltriamo in una regione montagnosa con numerosi uadi che spuntano da ogni direzione, perdiamo un paio di ore per trovare un passaggio poi finalmente sbuchiamo nell'immenso Uadi Elei dove passa la pista dei camion, veri e propri mostri di acciaio che arrancano lentamente , stracarichi di merci, sulle difficili piste dell'uadi, provengono dall'Egitto dal Porto di Shalatin, sul Mar Rosso. In breve siamo al punto di polizia , vero e proprio avamposto isolato, sperduto nel nulla del deserto, lo chiameremo Bar perche' troviamo bibite fresche e un po di gasolio per le auto, di benzina per le moto nemmeno un goccio. Controllo dei documenti e provvista d'acque, la polizia ci vieta di andare verso nord perche' oltre Elei si entra in Egitto. Decidiamo quindi di proseguire verso Est per riprendere i nostri punti GPS. Il taglio ci risparmia qualche decina di km ma ci costringe ad infilaci in un uadi stretto, tortuoso e pietroso dove seguiamo una pista di auto fresca. Tratto difficile, incontriamo un gruppo di pastori che non credono ai loro occhi, non hanno mai visto una moto e tanto meno quei marziai con casco e tute policrome, ci confermano che un'auto e' passata pochi giorni prima, e oramai notte, facciamo il campo al buio nel letto sabbioso del uadi. Ci sentiamo un po' persi e la nostra speranza resta attaccata a quella traccia che scompare e ricompare.
Deserto Nubiano - Giorno: 18 - Data: 6 Gennaio - Percorso: 142 Km
L'indomani di buon mattino siamo al passo, dove l'uadi comincia a scendere sembra tutto finito ma la discesa ci impegnera' non poco con passaggi difficili fra massi, voragini, sabbioni , poi finalmente intravediamo in lontananza un pianoro sabbioso, siamo fuori, siamo passati, ritroviamo i punti GPS e dopo il punto Wadis registriamo 23 km di distanza da Berenice, potremmo arrivare in meno di un'ora. La carta russa ci invita a considerare la possibilita' di un taglio diretto verso Berenice, ma il gruppo non gradisce, dopo l'esperienza del quadi di ieri e delle sue difficolta', decidiamo quindi di proseguire per PD 29 e tagliare quindi per ALLAQ1.
Purtroppo le moto seguono veloci una pista ben segnata, perdono contatto con le auto, una tripla bucatura ci fa perdere un paio di ore, in ogni caso per raggiungere il resto del gruppo perdiamo e sorpassiamo il punto dove dovevamo lasciare la pista e dirigere verso Berenice. Ed ecco che matura l'errore che ci costera' la visita di Berenice. Per non tornare indietro decidiamo di puntare per Alaqui 4 che dovrebbe essere all'interno del Uadi Alaqui descritto come un immenso bacino sabbioso nella guida Polaris, ma non e' così il maledetto Alaqui4 e un madornale errore, non esite ! E' un punto raggiunto e registrato probabilmente per errore e si trova all'interno del Cratere di Onib chiuso da una catena di montagne invalicabili, tentiamo un paio di uadi e ci sentiamo un po' persi, di qui non si passa! Facciamo il punto della situazione, in particolare del carburante….. non ci possiamo permettere un terzo tentativo, Berenice si e' definitivamente allontanata, registriamo ben 35/40 km, addio Berenice ci rivedremo, puntiamo verso sud sul pistone che avevamo lasciato qualche ora prima. Il mancato raggiungimento di Berenice non toglie nulla questo viaggio che rimane splendido per tutto: ambiente naturale, culturale e per la straordinaria varieta' delle piste vero paradiso per un fuoristradista. Attorno ad un grande fuoco chiudiamo questa intensa e sofferta giornata.
Deserto Nubiano - Giorno: 19 - Data: 7 Gennaio - Percorso: 200 Km
Da qui in poi i punti sono imprecisi e preferiamo fidarci si una pista abbastanza battuta che procede in direzione est e penetra in una regione montagnosa che corre parallela alla costa con montagne che superano i 2000 metri. Le piste nel deserto nascono e scompaiano in base ai traffici e alle imprevedibili realta' locali. Dovremmo in effetti passare per Salala ma la pista la taglia fuori e raggiunge Gebet un centro minerario abbandonato una decina di anni fa dagli inglesi. La pista attraversa una regione affascinate con montagne di basalto con pareti stapiombanti, ad un certo punto ci troviamo ad attraversare un lago prosciugato o un enorme uadi, il fondo e piatto, bianco e compatto , una bella cavalcata. A Gebet controllo di polizia e fortunosamente troviamo 30 litri bi benzina che centellineremo nei serbatioi e che ci permettera' di raggiere Mohammed Qol. La pista dovrebbe essere buona, secondo la carta, ma in effetti e' pessima con uadi, sabbioni , pietra svanisce quindi il programma di arrivare al mare.
Monti Costieri - Port Sudan - Giorno: 20 - Data: 8 Gennaio - Percorso: 236 Km
E partiamo dopo aver smontato questo che dovrebbe essere l'ultimo campo, il profumo e l'aria del mare ci riempie i polmoni, la pista continua ad essere pessima e solo a meta' giornata scorgiamo all'orizzonte quello che per noi doveva essere il Porto di Mohammed Qol con ristoranti, funduk, mercati e un po' di animata confusione , nulla di tutto questo: povere baracche di lamiera, qualche costruzione in muratura fatiscente, un molo semidistrutto dal mare , quel Mar Rosso che ci appare con tutti i suoi colori piu' belli, con lo spumeggiare delle barriere coralline ma un'altra preoccupazione ci affligge: troveremo la necessaria benzina? Siamo praticamente tutti a secco. Spargiamo la voce e tutti i gentilissimi abitanti si coinvolgono nella ricerca : arriva prima un bidone da 70 litri , poi una tentina di lirtri di miscela inutilizzabile, altre taniche da un gallone, insomma spremiamo tutta la benzina di Mohammed Qol ma non basta per gli ultimi 160km per Port Sudan. Ma la dea Fortuna ha finalmente deciso di aiutare gli audaci ed ecco arrivaare un camion che trasporta ghiaccio e benzina per i pescatori, ci procuriamo cosi' gli ultimi 100 litri e partiamo sparati verso sud, la Michelin segna una sola pista ma in effetti ne esitono almeno 3, noi prendiamo la piu' evidente, a tratti dura e difficile per i traccioni dei camion che scendono dall'Egitto. Gli ultimi 50 km sono lungo il mare e la pista e' di sabbia salata, bella, compatta, come l'asfalto, proseguiamo veloci con un sole traverso che esalta i colori del mare ed eccoci in vista di Port Sudan, al posto di polizia due camion di reclute militarti ci accolgono a......suon di tromba, e' l'arrivo e la conclusione di un raid duro e affascinante, baci ed abbracci come nelle migliori tradizioni e i baci piu' appassionati vanno alle due motocicliste di Catania, Valeria e Daniela che hanno resistito a tutto e a tutti...... con forza e inaspettata determinazione, a Marna che oltre a cavalcare la sua moto ha voluto deliziarci con la sua cucina emiliana, a Simone sempre pronto a cacciarsi sotto l'ennesima moto in panne, a Paolo che ha inventato solo fra tutti quel bypass di fili che mi ha permesso di continuare il viaggio, a Giampaolo generoso assistente di compagni in crisi meccanica e a tutti i veterani e i neofiti accomunati dallo stesso entusiasmo che e' stato alla base del nostro successo.
Port Sudan - Khartoum - Italia - Giorno: 21/22 - Data: 9/10 Gennaio
15 moto, 15 piloti, cinque accompagnatori e 4 autisti locali accomunati dallo stesso destino per oltre 20 giorni, dallo stesso spirito avventuroso, dal desiderio di scoprire, a cavallo della propria moto, luoghi ignoti e sconosciuti, realizzando forse per la prima volta in assoluto una vera esplorazione motociclistica del deserto nubiano e aprendo la strada a quanti avranno il coraggio, la volonta' e la capacita' di osare come noi tutti abbiamo osato.
on the road again forever
Vittorio Kulczycki
Presidente
Moto Club Avventure