Omar Di Felice
Noi di Avventure nel Mondo, da sempre cerchiamo di viaggiare in maniera sostenibile e, da sempre, incoraggiamo i nostri gruppi ad adattarsi al clima, alla natura e, talvolta, alle sfide che l'ambiente ci richiede.
Per questo, abbiamo deciso di sostenere un atleta molto particolare e le sue spedizioni su due ruote, supportandolo nella logistica e nell'organizzazione, in base alle specifiche necessità che ogni singola avventura necessiti.
Da ciclista professionista ad atleta ultracyclist. Dalle strade asfaltate dei circuiti di gara, ai terreni impervi di terre remote in ambienti con temperature estreme. Questo è Omar Di Felice che, complice la sua passione per i viaggi e il suo interesse per l'ambiente, nel 2011 inizia una nuova carriera nel ciclismo estremo e porta la sua bici nei luoghi più freddi del Pianeta alla ricerca della vera Avventura!
Con le sue spedizioni estreme, oggi Omar è diventano un pioniere dell'ultracycling e un testimonial d'eccezione sulla problematica del riscaldamento globale.
Come tutto ha avuto inizio. Il progetto "Bike to 1.5°C"
Nel 2021 Omar Di Felice decide di raggiungere Glasgow dove ha luogo la COP26. L'obiettivo è raggiungere con le due ruote la sede della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e portare un messaggio di sensibilizzazione verso una mobilità sostenibile. Lo scopo del progetto, in collaborazione con l'Italian Climate Network, è quello di contenere la media dell'inevitabile riscaldamento globale, entro i 1.5°C. Da qui, tutte le successive spedizioni che hanno portato Omar, rigorosamente in solitaria, negli angoli più estremi del Pianeta. L' "Arctic World Tour", nella primaver del 2022, "Antarctica Unlimited", inverno 2022 e l'appena conclusa "Winter Hymalaian Expedition - Alone in Ladakh".

PRIMAVERA 2023: ALONE IN LADAKH - WINTER HYMALAIAN EXPEDITION
Lo scorso 11 Marzo, Omar Di Felice porta a termine la sua ultima missione: Alone in Ladakh, una traversata di una delle regioni più fredde della Terra. Dopo 11 giorni trascorsi in sella, 1100 chilometri e quasi 20.000 metri di dislivello, ha concluso la sua avventura sulla vetta del Khardung La a quota 5359 metri sul livello del mare.
A causa di alcune restrizioni dovute ai presidi militari (alcune aree sensibili di confine sono tutt’ora sotto il controllo militare e in costante tensione con Pakistan e Cina), Omar ha dovuto rivisitare il percorso originale. Dopo la partenza da Leh, ha intrapreso l’attraversamento della Nubra Valley e della pista sterrata che lo hanno portato al Lago Pangong, uno dei laghi salati più alti al mondo, che in inverno risulta completamente ghiacciato.Da qui, Omar è passato nuovamente da Leh per la seconda parte dell’avventura, non prima di aver valicato anche il Chang La a quota 5339 metri sul livello del mare.
La seconda parte di questa spedizione ha visto Omar spingersi sulla via per Kargil, teatro di una delle recenti guerre più sanguinose di questa porzione di India, fino al confine con il Kashmir nel villaggio di Drass, considerato il secondo più freddo al mondo (dopo il villaggio siberiano di Oymyakon) per poi fare ritorno a Leh, doppiando nuovamente altri due passi himalayani: il Namik La e il Fotu La.
Arrivato a Leh Omar ha voluto concedersi un’ultima scalata simbolica al Khardung La: nonostante già scalato in avvio, ha deciso di ripetere la salita.
Compiuta la missione, Omar ha dichiarato: “Il Ladakh ha segnato un punto di ripartenza dopo le difficoltà del post-Antartide. Non avevo obiettivi specifici e quest’avventura mi ha aiutato a riprendere il feeling con l’estremo (ho pedalato costantemente sopra i 4000 metri di quota con temperature variabili tra i -12°C e -20°C) in una terra, però, che mi ha anche donato calore e accoglienza. Nei piccoli villagi attraversati non sono mai mancati una coperta e un piatto di riso caldo la sera, nonostante le popolazioni locali stiano sperimentando sempre più gli effetti della scarsità idrica e dei cambiamenti climatici”.
INVERNO 2022: ANTARCTICA UNLIMITED
La missione in Antartide inizia ufficialmente il 26 Novembre 2022 alle ore 21. Quella sera infatti, dopo 6 giorni di attesa al Campo Base Union Glacier a causa del maltempo, finalmente, un aereo riesce a prelevare Omar e a portarlo ad Hercules Inlet, punto di partenza della sua spedizione. Da qui dovrà percorrere oltre 1.200 km per raggiungere il Polo Sud e arrivare alla costa del Leverett Glacier, impresa mai riuscita integralmente a nessuno in sella ad una bicicletta.

La scelta di compiere questa impresa in Antartide, un luogo particolarmente toccato dal riscaldamento globale, è rappresentativa del percorso di sensibilizzazione intrapreso da Omar Di Felice per far toccare con mano gli effetti del cambiamento climatico qualora non si riuscisse a mantenere la temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C.
La bicicletta con cui Omar affronta l’impresa riporta la grafica delle stripes climatiche di Ed Hawkins, scienziato del clima presso l'Università di Reading, nonché membro ufficiale del Consiglio Scientifico di Antarctica Unlimited. Lo stesso Hawkins dichiara: “L'avventura di Omar è pericolosa, coraggiosa ed eccitante e sono grato che stia usando le strisce per aumentare la consapevolezza sul cambiamento climatico durante una spedizione così importante".
Purtroppo, le cose non andranno come previsto. E dopo poco più di una settimana e un centinaio di chilometri percorsi, in una situazione climatica particolarmente avversa che aveva di nuovo bloccato l'atleta all'interno della sua tenda, la spedizione si interrompe.
Ma cosa è successo a Omar? In un comunicato stampa molto vero e toccante, l'atleta racconta come ha visuto quegli ultimi giorni e come è arrivato ad una decisione tanto sofferta.
“Sarei falso se non ammettessi che il sentimento predominante ora è tristezza. Credo sia giusto raccontare cosa io abbia vissuto e cosa ci sia dietro quel gravi problemi personali che non mi ha permesso di andare avanti. L’anno appena trascorso è stato un concentrato di dolore: mantenendo la riservatezza di cui ho bisogno per salvaguardare la mia privacy, mi sono trovato a lottare con cose ben più grandi di me, a partire dal ripresentarsi di problemi familiari che hanno accompagnato la mia vita. La scelta che ho fatto, di coraggio e dolore al tempo stesso, è stata l’unica possibile in questa condizione per non venir meno a quel patto di fiducia con la vita. Fermarmi un attimo prima di rischiare di perdere completamente la lucidità è stato il passo più sofferto ma l’unico possibile.”
Con queste parole, Omar saluta l'Antartide. Ma come lui stesso affermerà, non è un addio ma solo un arrivederci al prossimo inverno!
PRIMAVERA 2022: ARCTIC WORLD TOUR
La spedizione al Circolo Polare Artico, è quella che ufficialmente da il via al progetto Bike to 1.5°C.
Se dalla rivoluzione industriale ad oggi, la superfice terrestre si è riscaldata di circa 1.2°C, le temperature non stanno aumentando allo stesso ritmo in tutti gli angoli del mondo.Alcune aree infatti, si stanno riscaldando ad un ritmo più veloce rispetto all'oceano. E il più grande valore anomalo è registrato proprio nell'Artico, che si sta riscaldando due volte più velocemente della media globale. Se il permafrost (il terreno ghiacciato dove da millenni sono intrappolate enormi riserve di gas metano) dovesse scongelarsi, finirebbero in atmosfera enormi quantità di gas serra, accelerando pericolosamente il riscaldamento globale.
La spedizione di Omar Di Felice, nasce proprio dalla necessità di portare l'attenzione pubblica su una questione urgente e ancora oggi poco valutata.
8 Paesi, 4000km di strada e 40.000 metri di dislivello.
Russia, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda, Groenlandia, Canada e Usa (Alaska).
“Guardavo il mondo senza capire che per trovare la chiave che stavo cercando avrei dovuto solo cambiare il punto di osservazione. Si parte per il giro del mondo artico lungo le sue tre linee di confine. 4000 km dalla Kamchatka, in Russia, alla Lapponia e poi su dalle Svalbard all’Islanda e infine Groenlandia, Canada e l’Alaska. Sarà il viaggio che vale una vita intera. Tutto il mio amore per la natura, l’inverno e la bicicletta“, ha scritto Omar.

Perché questo itinerario ad anello?
I confini climatici non corrispondono ovviamente a quelli politici e sono determinati attraverso altre convenzioni come la linea dell'isoterma dei 10°C di luglio e la linea degli alberi. Gli alberi per esempio hanno bisogno di una serie di fattori ambientali per crescere, come la temperatura. L'isoterma di 10°C di luglio significa tracciare una linea immaginaria che congiunge tutti i punti della Terra dove la temperatura media di luglio non va oltre i 10°. A nord di questa linea entriamo nella tundra dove troviamo arbusti con adattamenti molto forti a resistere al freddo, mentre al di sotto troviamo le grandi estensioni delle foreste tropicali che chiamiamo taiga. La linea degli alberi fissa invece il confine ecologico e l'ultimo albero a spingersi verso nord segna questo confine, oltre il quale non è proprio possibile per nessuna pianta arborea vivere.
La natura segue dinamiche climatiche che purtroppo stanno cambiando velocemente, andando a ridisegnare anche le linee degli alberi.
Queste le tappe del suo tour:
- da Petropavlovsk a Ust' Kamchatsk (Kamchatka)
- da Murmansk a Tromso (Russia, Finlandia, Svezia e Norvegia)
- Longyearbyern - percorso ad anello (Svalbard)
- da Russel Glacier a Sisimiut (Groenlandia)
- Snaefellsness - percorso ad anello (Islanda)
- da Whitehorse (Canada) all'Alaska
Il 12 Aprile, dopo 69 giorni, Omar Di Felice conclude con successo l'Arctic World Tour.
Photo Copyright © 2023 Omar Di Felice –Asd Ultracycling Team. All rights reserved.