Avventure nel Mondo

Armenia che sorpresa

da "Armenia Soft" con Avventure nel Mondo
di Ernesto Fumagalli
foto di Ernesto Fumagalli

Quando la nostra guida Bagrat ci ha raccontato la storia dell’Armenia, non abbiamo potuto che provare un senso di tristezza. Infatti, è una nazione, ora con poco più di 3 milioni di abitanti, che ha perso il 90% del proprio territorio negli ultimi due secoli, ha subito uno sterminio (genocidio armeno) nell’ultimo secolo ed è ancor oggi in guerra o con frontiere chiuse coi propri confinanti Turchi e Azeri. Un vaso di coccio tra vasi di ferro. Oltretutto si trova nel cuore di un’area ad alto rischio sismico che nei secoli è stata devastata da grandi terremoti. Ma gli Armeni sono cordiali, disponibili e già solo questo, oltre alle bellezze architettoniche, giustifica la visita del paese.

Domenica 10 ottobre 2021

Partiamo da Yerevan accompagnati da Tatev, la corrispondente VnM... In mezz’ora siamo a Echmiadzin e visitiamo  la Chiesa di Santa Hripsime, 618 dC, che sorge sul luogo dove fu martirizzata la santa. Sotto l’altare si trova la cella sepolcrale. E’ considerata una delle chiese più antiche e belle esistenti in Armenia, stile classico armeno con pianta cruciforme e cupola. Quindi la Chiesa di Santa Gayane, 630 dC, dedicata alla madre superiora martirizzata con Santa Hripsime. La cripta con la reliquia è l’unica parte rimasta della cappella fatta costruire da San Gregorio l’illuminatore. Qui stanno celebrando la messa domenicale, che dura due ore e mezzo, a cui assistiamo parzialmente. Questo poichè la Cattedrale Mayr Dajar è chiusa per ristrutturazione e non visitabile.  A sinistra dell’ingresso sotto il portico un prete benedice in rito armeno e quindi anche noi ne approfittiamo; una benedizione non fa certo male. Poi a piedi fino al grande complesso della Cattedrale. Lì c’è la residenza del Katholikos che è il papa armeno, il battistero, il grande seminario, e altre costruzioni, il tutto immerso nel verde. Nel primo pomeriggio, con un piacevole sole e temperatura ideale, visitiamo le rovine di Zvartnots, monumento di epoca bizantina e uno dei più singolari di tutta l’Armenia. Costruito a metà del VII secolo aveva una struttura circolare sormontata da una cupola di 45 metri. Distrutto da un devastante terremoto nel 930, è stato oggetto di lavori di recupero e restauro che consentono ai visitatori di avere almeno un’idea di massima della sua passata magnificenza. Incontriamo anche una sposa col suo seguito giunta lì apposta per le foto di rito. Torniamo  a Yerevan e ci dividiamo tra negozi, il Mercato delle Pulci del Vernissage e i monumenti della città. Infine ottima cena alla Taverna Yerevan.

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Lunedì 11 ottobre 2021

Sulla tortuosa strada per Garni che si inerpica sulla catena vulcanica del Keghan facciamo una sosta all’arco di Charents, dedicato al poeta armeno Yeghishe Charents che si dice amasse venire qui per farsi ispirare dal panorama. La sagoma dell’Ararat ci accompagna lungo tutto il tragitto. Quindi a Geghard al Monastero rupestre di Ayrivank, scavato per metà all’interno della roccia e che si trova entro un profondo canyon. Alle bancarelle comperiamo due caratteristici grandi pani farciti con miele, noci e spezie che durerànno e mangeremo nei nostri pasti al sacco.Giungiamo a Garniper visitare il tempio pagano di ispirazione greco-romana che si può ammirare grazie al restauro fatto negli anni ’70. Il tempio infatti era ridotto ad un cumulo di macerie a seguito di un devastante terremoto. E’ un piccolo gioiello di architettura ellenistica. Accanto al tempio si trova l’edificio delle terme con parziali mosaici. Un po’ di libertà, Il tempo è bellissimo e quindi ci fermiamo a mangiare in un bar vicino al parcheggio che ci ospita sui tavoli esterni. Saltiamo la visita alle colonne di basalto, per il programma alternativo che ci aveva proposto Tatev il giorno prima, su nostra richiesta, per non ritornare presto a Yerevan. Con un piccolo supplemento visiteremo i Monasteri di Saghmosavank e Hovhannavank e la fortezza di Amberd. I due monasteri sono i più belli tra i tanti disseminati  ai margini della gola formata dal fiume Kasagh. Risalenti a più di mille anni fa, sono ben conservati, molto suggestivi e fuori dalle rotte turistiche. In quello di Hovhannavank assistiamo alla cerimonia del battesimo di due ragazzi contornati dai famigliari cogli abiti da cerimonia. Quindi con un lungo percorso in salita fino a 2300 mt arriviamo alla fortezza di Amberd caratterizzata da alte mura e numerose torri rotonde. Poiché stanno chiudendo riusciamo ad entrare a metà prezzo completando la visita con il piccolo monastero sottostante. Molte le foto col tramonto e l’Ararat sullo sfondo. Torniamo a Yerevan e andiamo direttamente al ristorante Lavash per la cena che termina con una gigantesca torta millefoglie. Quindi In albergo per il bicchiere della staffa col loro famoso brandy Ararat.

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Martedì 12 ottobre 2021

Anche oggi tempo bellissimo. La prima tappa è il Monastero di Khor Virap dove giungiamo verso le 10 con una breve sosta al punto panoramico per scattare la più bella foto del viaggio: il monastero con la sagoma imponente dell’Ararat sullo sfondo. E’ un luogo di grandissimo valore per la religiosità armena. Qui infatti venne segregato in fondo ad un pozzo per 13 anni San Gregorio l’Illuminatore. Il monastero si trova all’interno di una cinta muraria sulla sommità di un’altura ai cui piedi si estendono campi e vigneti fino al vicinissimo fiume Araxe che segna il confine con la Turchia. Un’ora per visitare il Monastero e la grotta sotterranea, raggiungibile con una scala a pioli, in cui fu tenuto prigioniero il Santo.  Riprendiamo la strada statale ed in circa 2 ore giungiamo ad Areni. Sosta alla locale winery per una degustazione gratuita di 4 vini. Solo uno, il rosso di due anni, si salva e ne acquistiamo due bottiglie. Risaliti sul nostro bus, un nuovissimo Sprinter Mercedes guidato da Haron, imbocchiamo lo stretto canyon dalle alte pareti di roccia rossa fino In fondo dove,in una posizione magnifica, si staglia il Monastero di Noravank. Costruito nel 1205 venne cinto da mura difensive nel XVII secolo. Il cuore del monastero è costituito dalla chiesa a due piani di Surp Astvatsatsin, la Santa Madre di Dio che è il capolavoro del grande scultore Momik. Poco più in là la Chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Dopo la pausa pranzo nel villaggio di Vajk partiamo alla volta di Zorats Karer,  la Stonehenge armena, percorrendo una strada tortuosa, in salita, ma molto panoramica. Il sito preistorico risalente, forse a 7500 anni fa, conserva tutto il suo fascino ed il suo mistero. Il sole basso consente belle foto e i fori che vi sono  in quasi tutte le stele megalitiche invitano a  singolari foto. Alle 18.30 giungiamo al nostro albergo a Goris dove anche ceniamo. 

Mercoledì 13 ottobre 2021

Partiamo alle 8, in anticipo, perché vogliamo esplorare la zona dei pinnacoli vulcanici. Il sentiero sale a fianco di Goris  tra i cimiteri e consente di ammirare da vicino queste particolari conformazioni vulcaniche dell’area che viene anche definita la Cappadocia Armena. Tuttigradiscono fare questa breve escursione mattutina nel verde. Da notare le lapidi delle tombe le cui foto dei defunti sono realizzate incidendo la pietra. Bisogna andare molto vicino per ammirarne la lavorazione. Quindi In circa trenta minuti giungiamo al villaggio di Halidzor da cui parte la funivia “The wings of Tatev” lunga ben 5752 metri. Il tragitto dura circa 13 minuti e consente di ammirare la valle sottostante coi magnifici colori del verde autunnale. Vicino all’arrivo c’è il Monastero di Tatev, cinto da possenti mura che racchiudono la Chiesa, le celle, il refettorio e la biblioteca. Nei tempi del massimo splendore ospitò fino a 1000 monaci dediti alla riproduzione di libri e miniature. Alle 13 riprendiamo la funivia e scendendo si possono ben vedere le rovine del vecchio monastero. Ripercorriamo quindi a ritroso la strada fino a Vajk e dopo imbocchiamo il bivio che ci porterà, percorrendo l’antica via della Seta, ai 2400 mt del Selim Pass. Qui visitiamo il ben conservato Caravanserraglio che dava ospitalità alle carovane percorrenti questa importante via commerciale. Superato il passo scendiamo lentamente fino al grande lago Sevan che costeggiamo fino al villaggio di Noraduz dove visitiamo il cimitero che conserva il più notevole patrimonio di croci Armene. Ve ne sono oltre 900, erette dal IX al XIV secolo, tutte differenti, scolpite e lavorate. Ripartiamo per il Monastero di tufo di Hayravanq posto su un promontorio sul lago, spettacolare e suggestivo col tramonto e la luna incastrata tra le cupole. Giungiamo infine al nostro grande hotel in riva al lago. Siamo soli e ci gustiamo un’ottima cena e dopocena col solito brandy Ararat.

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Giovedì 14 ottobre 2021

Partiamo in direzione nord verso il confine con la Georgia e ci fermiamo a Fioletovo per visitare una abitazione dei Molokan, un popolo di origine Russa stabilitosi quasi due secoli fa in Armenia conservando lingua e tradizioni. La visita è a pagamento ed è stata prenotata da Bagrat su nostra richiesta. Dopo aver visto il giardino con le coltivazioni di rape, cavoli e carote, ci offrono, in una moderna sala, il te dal Samovar, dolcetti e frittelle con marmellata o formaggio. Vi è anche una troupe televisiva che ci chiede pure un’intervista, facilitata dal fatto che nel nostro gruppo Raffaela parla il russo. Quando usciamo ci viene incontro un arzillo novantenne con la barba bianca e il bastone. Tante foto e ci rendiamo conto che è lui che vuole parlare con noi, purtroppo in un russo incomprensibile. Ritorniamo sulla strada principale e, superata una lunga galleria, entriamo in una regione montagnosa con tanta vegetazione, la Svizzera Armena, in contrasto con l’arida zona pre galleria. La prima visita è il Monastero di Sanahin, patrimonio Unesco, con la chiesa del Santo Redentore e la più piccola chiesa della Santa madre di Dio. Pranziamo al sacco sui tavoli nell’area del Monastero col solito nostro pane e il parmigiano portato da Milena e Gilberto, integrati da cibo locale, e quindi ci dirigiamo al Monastero di Akhtala, unico poiché  contiene affreschi in stile Bizantino con scene del Giudizio Universale. Intorno vi sono i resti delle mura difensive e le fortificazioni del X secolo. L’ultima visita è per il Monastero di Haghpat, nei pressi dell’omonimo villaggio. Visitiamo la chiesa principale della Santa Croce che contiene una delle sole quattro croci dove è rappresentata la crocifissione di Cristo. Lungo rientro a Dilijan dove arriviamo per la cena. 

Venerdì 15 ottobre 2021

Prima tappa è il Monastero di Goshavank all’interno del parco nazionale di Dilijan. Pezzo forte è uno dei più bei khachkar armeni, cioè una croce, un vero e proprio lavoro di ricamo su pietra. Sempre nel parco vi è il Monastero di Haghartsin che è stato parzialmente ricostruito. Torniamo a Dilijan per una breve sosta nell’Old Dilijan Complex dove sono state recuperate con un attento lavoro di restauro le vecchie abitazioni con i tipici balconi dalle ringhiere in legno istoriato.  Quindi al lago Sevan per la visita del monastero omonimo situato in cima ad una collinetta posizionata su quella che fino ad un secolo fa era un’isola e che oggi è una penisola, pochè hanno abbassato il livello delle acque. Il panorama sul lago è veramente splendido. La costruzione del monastero di Sevanavank risale all’874, periodo della rinascita armena dopo la dominazione araba. Abbiamo terminato il giro e quindi torniamo a Yerevan dove Bagrat ci ha prenotato il tampone, obbligatorio per il rientro in Italia, presso una clinica a fianco del Vernissage. Al termine andiamo direttamente al ristorante Vostan, prenotato da Bagrat e quindi in Hotel per compilare il modulo di ritorno, on line, sorseggiando il solito brandy Ararat.

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Sabato 16 ottobre 2021

Facciamo una scappata al mercato alimentare che si trova a pochissimi metri dal nostro albergo. File di bancarelle interamente ricoperte di frutta essiccata, erbe aromatiche, formaggi e dolci, mentre il centro del capannone è occupato dai banchi di frutta e verdura: una vera apoteosi di forme, colori e profumi. Quindi con Bagrat andiamo al Memoriale e Museo del Genocidio che si trovano sulla collina delle rondini. Commemorano il massacro di un milione e mezzo di armeni a opera del governo Ottomano nel periodo 1915-22.  Il museo espone documenti e immagini sul primo genocidio del 900. All’esterno un muro di basalto lungo 100 mt (dove  sono scritti i nomi delle città e dei villaggi in cui si sono svolti i massacri) porta al memoriale costruito nel 1967, composto da una stele alta 44 mt divisa in due parti e da 12 lastre di basalto disposte in cerchio con all’interno una fiamma perenne a ricordo delle vittime. Il 24 aprile si commemora il giorno dell’inizio del genocidio e migliaia di armeni risalgono la collina per posare un fiore vicino alla fiamma eterna. Nell’area esterna si trova anche il Giardino dei Giusti, alberi piantati dai leader mondiali a ricordo di chi si è speso a favore degli armeni massacrati. Poi alcuni visitano il museo dei Manoscritti, altri vanno al Vernissage, altri alla Cascata che si risale con le scale mobili, fermandosi ad ogni piano per ammirarne l’architettura, per poi ridiscendere dalla grande scalinata. Alle 20 cena alla Kaukasus Taverna, offerta dall’Agenzia, con Tatev, Haron e Bagrat che ci ha portato i risultati del tampone: tutti negativi. Non oso pensare cosa sarebbe successo nel caso di un positivo! Rientro alle 23 in hotel per solito bicchiere di brandy Ararat e le chiacchere di fine viaggio.Totale litri di brandy Ararat consumati nel viaggio: 3. La notte sarà breve poichè il volo per l’Italia è alle 6.

Un grazie a tutti i componenti del gruppo, la cui armonia e disponibilità hanno determinato l’ottima riuscita del viaggio. Il film del viaggio è visibile su: https://www.youtube.com/watch?v=cOn6tlxD8uA&t=99s